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Scabbia: i miti da sfatare

Niente allarmi, solo qualche attenzione in più

Non bisogna toccare chi ha la scabbia nemmeno per un secondo

Falso

Il contagio «interumano» necessita di contatti diretti e prolungati, non è sufficiente una stretta di mano per contrarre la scabbia.

I bambini sono più facilmente contagiati dalla scabbia e la «portano a casa»

Vero

I bambini sono i soggetti nei quali il parassita si diffonde più facilmente e il contatto tra i genitori e bambini è sufficiente a diffondere la malattia a tutta la famiglia.

Se un componente della famiglia ha la scabbia, deve curarsi tutta la famiglia

Vero

La terapia va seguita sia dal malato, sia dai familiari, sia da coloro sono venuti a contatto con la persona infestata. Questo evita spiacevoli tornei di ping pong tra il malato e i suoi familiari!.

Il prurito compare non appena si prende la scabbia

Falso

Un soggetto infestato sviluppa i primi sintomi di prurito solo dopo 3-6 settimane. Durante questo intervallo di tempo può però trasmettere la malattia ai suoi conviventi. Infatti la trasmissione può avvenire anche per contatto «indiretto» – uso di biancheria di un soggetto affetto, condivisione dello stesso letto o dormire nelle stesse lenzuola.

Il prurito è sempre segno di scabbia

Falso

Caratteristico della scabbia è un prurito incoercibile – si vedono evidenti segni di grattamento sulla cute – che è presente contemporaneamente in più persone appartenenti allo stesso nucleo familiare o comunità. E’ prevalentemente notturno e causa spesso insonnia. Ma molte altre malattie cutanee (e non) presentano il prurito tra i loro sintomi (il diabete, la dermatite atopica).

La scabbia è una malattia che viene solo agli extracomunitari

Falso

Il problema della scabbia è balzato alle cronache per i casi multipli al centro di accoglienza di Lampedusa. Ma tutti i luoghi affollati e ad alta promiscuità possono essere a rischio: case, asili, scuole, carceri, convitti, caserme, ospedali, residenze per anziani.

Chiunque stanzi o lavori in questi ambienti può infettarsi se non usa i dispositivi di protezione necessari, non solo gli extracomunitari!

La scabbia se la prendono solo quelli che non si lavano

Falso

È vero che uno scarso livello igienico è un fattore di rischio, ma non è sempre vera l’equazione scabbia uguale sporcizia: anche le persone più pulite possono venire a contatto con il parassita. Una corretta igiene della cute può ridurre il numero di acari e di conseguenza i sintomi, ma per questo può addirittura rendere più difficile la diagnosi precoce.

Se un bambino prende la scabbia va chiusa tutta la scuolafalso

Prima regola, non farsi prendere dal panico: l’Asl e la scuola seguono procedure molto scrupolose per isolare i singoli casi e prevenire la diffusione del contagio. E se per caso il vostro bambino fosse contagiato, ad oggi esistono terapie molto efficaci capaci di risolvere il problema in soli 8 giorni.

La scabbia si cura con una crema

Vero

Il rimedio più comune è una crema a base di antiparassitari che va spalmata sulla pelle asciutta e poi rimossa (dopo 8-12 ore) con un bagno o una doccia. Il trattamento prevede un primo ciclo della durata di due giorni per uccidere gli acari adulti, e un secondo ciclo che va ripetuto a distanza di una settimana per uccidere le larve appena nate. Un procedimento molto simile a quello usato in caso di pidocchi!

Il malato di scabbia deve stare isolato dagli altri

Vero

Per le prime 24 ore dall’inizio del trattamento (dopo aver applicato la crema medicata) è necessario che la persona infetta dorma da sola, non vada al lavoro o a scuola. I familiari e le persone che sono stati a stretto contatto con il malato devono essere sottoposte contemporaneamente allo stesso trattamento anche se non hanno prurito. I soggetti a basso rischio, come i compagni di classe, gli amici, i colleghi, vanno soltanto visitati e tenuti sotto sorveglianza.

I vestiti e le lenzuola del malato devono essere bruciati e non si può stare nella stanza dove si trova il malato

falso

I vestiti del malato, le lenzuola, le coperte, gli asciugamani, devono essere cambiati tutti i giorni, avendo cura di evitare qualsiasi scuotimento. Vanno messi in un sacco di plastica e spruzzati con un prodotto antiparassitario consigliato dal medico. Il sacchetto va tenuto chiuso per 24 ore e poi gli indumenti vanno lavati in lavatrice a 60°C.

Questo procedimento è meglio farlo indossando guanti monouso non sterili. I capi che non possono essere lavati ( ad esempio indumenti in lana) vanno messi in sacchetti di plastica chiusi ermeticamente, lasciati li per 7 giorni (L’acaro infatti, non vive per più di 3 giorni lontano dalla cute umana). La stanza va aerata tutti i giorni, il pavimento va lavato tutti i giorni con detergente disinfettante, non con scopa o aspirapolvere. Ma ci si può stanziare senza rischi.

Non servono mascherine o altre precauzioni particolari perché il contagio non avviene per via aerea.

La presenza di una persona affetta da scabbia in un ambiente pubblico va segnalata alla Asl

Vero

Secondo la normativa vigente, la scabbia è una malattia infettiva di Classe IV secondo quanto stabilito dal Decreto Ministeriale del 15 dicembre 1990

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Dott. Federica Osti
Dott. Federica Osti
Sono Medico Chirurgo specializzata in Dermatologia e Venereologia all'Universita' di Ferrara e in Chirurgia Dermatologica all'Universita' di Siena. Svolgo attività clinica di prevenzione, diagnosi e trattamento dei tumori cutanei presso la Ausl di Ferrara da più di 10 anni. Dopo aver conseguito il Master di Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza presso l’Università di Ferrara, ho cominciato a scrivere per Myskin.it e sono coautrice del libro "Reparto Dermocosmetico, guida al cross-selling” e di articoli scientifici pubblicati sulla stampa internazionale.

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