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Abiti anti-UV: tessuti con fattore di protezione per la prevenzione di melanoma e tumori della pelle

La prevenzione diventa stile da indossare per la salute della nostra pelle.

Sappiamo benissimo che la prevenzione è uno stile di vita ma che da oggi fosse anche uno stile di abbigliamento è una novità nel nostro paese; una realtà nata in Australia, dove l’incidenzadel melanoma è la più alta al mondo e dove i tumori della pelle sono la prima causa di morte nei soggetti trapiantati, e poi diffusa in America e ora in Europa.

Fattori di rischio per i tumori cutanei

In generale, principali fattori di rischio per l’insorgenza del melanoma e degli altri tumori cutanei non melanocitari sono:

  • fenotipo I e II – perché presentano un colore delle pelle, degli occhi e dei capelli chiaro o molto chiaro
  • ustioni solari – soprattutto quelle verificatesi durante l’infanzia
  • acuta e incongrua esposizione al sole
  • cronica esposizione al sole – ad esempio per motivi professionali (contadini, marinai,..)
  • pregressa asportazione di un tumore della pelle
  • familiarità per tumori della pelle

Inoltre, la fototerapia, un trattamento dermatologico indicato soprattutto per la vitiligine e alcune forme di psoriasi, eseguito secondo protocolli codificati, potrebbe rappresentare un ulteriore fattore di rischio specie se il paziente dopo il trattamento si espone alla luce naturale senza un’adeguata protezione.

In questi casi, infatti, si verificherebbe un effetto cumulativo dei raggi UV sulla pelle dovuto, in parte, all’emissione controllata e dosata dei raggi durante il ciclo di fototerapia mentre la restante, quella naturale, non assolutamente valutabile oggettivamente. Da qui, nasce l’indicazione di proteggere adeguatamente la pelle dei pazienti che seguono la fototerapia dopo ogni seduta di trattamento.

Gli abiti anti-UV

Tessuti tecnologicamente avanzati, alla moda, ma soprattutto funzionalmente attivi nel proteggere la nostra pelle dalle insidie dei raggi solari, grazie all’intrinseca presenza tra le fibre di ogni capo di abbigliamento di un fattore di protezione.

Si tratta di indumenti sintetici e/o naturali le cui fibre e microfibre tessili sono intrinsecamente «combinate» con specifici principi, quali il biossido di titanio o l’ossido di zinco, in grado di proteggere la pelle dall’irraggiamento solare.

UPF: il livello di protezione

Il livello di protezione dai raggi solari nelle creme solari viene indicato con la sigla SPF (sun protection factor), mentre per i tessuti è prevista la dicitura UPF (ultraviolet protection factor).

Spesso di colore scuro o acceso, perché rispetto al bianco assorbono meglio i raggi solari, possono avere diversi gradi di protezione solare.

La massima protezione è garantita dagli indumenti con UPF 50+ mentre quelli con fattore di protezione inferiore a 15 non possono essere considerati protettivi.

Attenzione all’etichetta

La Federal Trade Commission americana ha pubblicato un documento per richiamare l’attenzione dei consumatori sulle etichette degli abiti confezionati con i tessuti anti-UV che devono indicare il fattore di protezione solare.

In Italia, le caratteristiche di un tessuto anti-UV sono state indicate dall’Ente Nazionale di Unificazione che ha precisato che i capi conformi alle norme UNI si riconoscono perché sull’etichetta riportano un sole giallo con ombreggiatura, il numero della norma (EN 13758-2) e il fattore di protezione solare.

La validità e l’efficacia di tali capi di abbigliamento è stata certificata dalla American Academy of Dermatology, che per la prima volta ha conferito un tale riconoscimento a questi nuovi tessuti, da The Skin Cancer Foundation e da Melanoma International Foundation.

Abiti e creme solari: le differenze

Una protezione fisica elevata da indossare quotidianamente e non più da applicare sulla pelle trenta minuti prima di esporsi al sole (e da rinnovare ogni due ore).

Una protezione che non necessità della giusta quantità di crema solare sulla cute, pari a 2 grammi per cm2, per garantire la corretta foto-protezione individuale.

Pur restando valido l’uso della crema solare per proteggere la propria pelle, la maggior parte dei soggetti a rischio di melanoma e/o dei tumori cutanei quali il basalioma e il carcinoma squamocellulare, si limita ad usare tale prodotto solo d’estate, magari durante le vacanze, trascurando l’importanza della foto-protezione durante tutto l’anno.

I tessuti, invece, facendo parte della nostra vita quotidiana possono diventare veramente fondamentali per una prevenzione completa, riducendo drasticamente il rischio di scottature e ustioni solari, note per essere uno dei fattori di rischio per tali malattie.

Il presente e il futuro prossimo della professione medica deve essere sempre più orientato ad investire sulla salute con lo sguardo ben oltre il confine dei farmaci e delle vitamine, sottolineando l’importanza di un adeguato regime alimentare e di un corretto stile di vita.

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Dott. Alessandro Martella
Dott. Alessandro Martella
Ciao, trovi le informazioni sulla mia attività di Dermatologo qui. Sono l'ideatore, fondatore e responsabile di Myskin, la piattaforma che stai consultando e autore di oltre 50 lavori scientifici in Dermatologia. Attualmente sono il Presidente dell'Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (AIDA). e il Direttore Responsabile della Rivista DA 2.0Sono anche Co-editors della Rivista Scientifica JPD.

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