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Il piede diabetico

Tutti i diabetici con arteriopatia e neuropatia degli arti inferiori sono a rischio di sviluppare il piede diabetico.

Pubblicato il :

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Se dovessi chiedere qual è una complicanza cutanea del diabete, la risposta immediata e più semplice sarebbe il piede diabetico.

Molto più complesso sarebbe invece rispondere alla domanda

“perché si forma il piede diabetico?”

Bene la mia intenzione è proprio questa, utilizzare una lavagna e provare a spiegare in maniera semplice i meccanismi alla base di questo fenomeno che come suggeriscono gli esperti è importante prevenire.

Prima di tutto un accenno sul diabete, una patologia diffusa in tutto il mondo. Basti pensare che solo in italia ci sono 5 milioni circa di soggetti affetti da questa patologia e si pensa che almeno altri 3 milioni ignorano di esserlo, nel mondo i dati sono sbalorditivi e secondo alcune previsioni nel 2030 ci saranno circa 700 milioni di pazienti affetti da diabete.

E’ una patologia sorda, silenziosa perché non duole corrode e degenera i tessuti e gli organi dall’interno, diversi tessuti tra cui appunto la cute e per capire esattamente cosa succede vi ricordo brevissimamente che la cute ha una parte superficiale che si chiama epidermide e una parte profonda che invece si chiama derma, quindi epidermide e derma.

Bene, il danno avviene a livello del derma, cosa succede? Tutto è dovuto all’aumento della glicemia, valori elevati di glicemia sono responsabili di un danno diretto ma anche indiretto a livello del derma, dove ricordo abbiamo le fibre collagene e le fibre elastiche. Più esattamente si verifica proprio un’alterazione morfologica e di conseguenza funzionale del connettivo.

Andiamo ancora più nel dettaglio, l’aumento di glicemia determina un fenomeno che si chiama glicosilazione ed è un fenomeno a carico delle fibre collagene, in seguito alla glicosilazione queste fibre diventano più resistenti, più compatte e l’organismo fa fatica a degradarlo, motivo per cui si accumula e il derma diventa più compatto e più resistente. Quindi abbiamo un derma resistente.

Analogamente oltre alle fibre collagene anche le fibre elastiche che sono quelle che danno appunto l’elasticità alla nostra cute vanno incontro a una perdita di questa funzione e quindi contestualmente il derma oltre ad essere resistente è anche meno elastico. Ricapitolando a livello del derma abbiamo un aumento della compattezza e una diminuzione della sua elasticità, ma non è tutto.

La glicemia determina un danno anche a livello delle fibre di ancoraggio, semplicemente le fibre di ancoraggio solo quelle strutture che si trovano più o meno a questo livello e che servono, come dice la parola stessa, a tenere ancorata l’epidermide al derma, facendo in modo che sia la cute capace di resistere alle sollecitazioni meccaniche.

Ora, nel momento in cui ci troviamo con un derma più resistente, meno elastico e con le fibre d’ancoraggio distrutte, intuite benissimo che si vengono a creare, schematizziamo e semplifichiamo molto, due comparti staccati tra loro, l’epidermide in alto e il derma in basso. Cosa succede? La cute diventa meno resistente alle sollecitazioni meccaniche, questo cosa fa? Porta alla formazione di “calli”, in termine medico si chiamano tilomi, sono degli ispessimenti, che si creano appunto e sono maggiormente visibili sulla superficie cutanea, ma subito al di sotto si creano a questo livello delle bolle dovute proprio uno scollamento, queste bolle possono rompersi, possono infettarsi e peggio ancora erompere in superficie portando quindi alla formazione del classico mal perforante, noto appunto come piede diabetico, ma è una condizione questa che può anche svilupparsi in profondità fino ai piani ossei.

Quindi spiegato semplicisticamente quali sono i meccanismi responsabili del problema, come possiamo prevenirlo?

Allora possiamo prevenirlo in tanti modi: evitando di camminare scalzi, evitando di indossare delle calzature con delle cuciture, ricordo che ci sono delle calzature specifiche, utilizzare dell’acqua tiepida per i lavaggi personali, non sottovalutare le piccole ferite e le piccole abrasioni superficiali le quali vanno curate tempestivamente, evitare il fai da te, non usare assolutamente sostanze quali callifughi perché possono macerare, rovinare la pelle molto più di quello che potrebbe invece essere il vantaggio dell’utilizzo di una limetta o di una pietra pomice e per ogni dubbio rivolgersi al dermatologo.

Faccio un passo indietro, questi sono i danni diretti a livello cutaneo ma, non li ho presi in esame, sono altrettanto importanti quelli indiretti, dovuti alla micro-vascolarizzazione, alla microangiopatia, dove, per meccanismi più o meno simili, si determina un’alterazione, un rallentamento fino a quasi un’ostruzione del flusso sanguigno e indirettamente sul derma una difficile e una alterazione dell’ossigenazione tissutale e parallelamente anche un danno di tipo neuropatico, pertanto, guardando nell’insieme il soggetto diabetico, l’alterazione neuropatica da un lato, quella microvascolare dall’altra e quella cutanea,a  porta delle alterazioni della postura, il paziente cammina male, inizia a sovraccaricare in alcuni punti e questo appunto favorisce la formazione di calli e tilomi e se non si interviene fin da subito la situazione degenera ulteriormente favorendo la formazione del piede diabetico.

Spero di aver chiarito i meccanismi responsabili del fenomeno e vi ringrazio per l’attenzione.