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I nei non si toccano

Pubblicato il :

Specialista in Dermatologia e Venereologia

“I nei non si toccano dottore!”

E’ vero, è quello che a volte mi sento dire dai miei pazienti quando consiglio loro l’asportazione di un neo, una neoformazione sospetta, una credenza che sussiste ancora oggi che ha delle origini lontane, dobbiamo andare indietro fino agli anni 80 per capire il perché di questa credenza.

In quegli anni il dermatologo riusciva a fare diagnosi di melanoma se, visitando un paziente, riscontrava a carico di un neo la presenza di un sanguinamento, di un’ ulcerazione e di un prurito, elementi ahimè che gli consentivano una diagnosi tardiva, è vero che dal momento in cui riscontrava queste manifestazioni consigliava l’asportazione ma ahimè era un’asportazione che non andava assolutamente ad influenzare quella che è l’aspettativa di vita, cosa vuol dire?
che quel determinato paziente sfortunatamente sia che asportasse o meno la neoformazione dubbia la sua aspettativa di vita non cambiava e comunque veniva a mancare nell’arco di poco tempo, a questo aggiungiamo anche il fatto che mancavano delle terapie efficaci.

Ora, immaginate benissimo che a quel tempo, contestualizziamolo magari in un piccolo centro, in un paese, quando veniva a mancare una persona, l’idea che si diffondeva tra tutti era che quella persona era venuto a mancare perché aveva tolto un neo, non perché aveva tolto un melanoma, non perché l’asportazione del melanoma era stata una diagnosi tardiva, da allora quindi, ogni qualvolta il dermatologo consiglia l’asportazione del neo, sussiste ancora questa credenza che non ha alcun motivo di sussistere anche perché oggi il dermatologo, fortunatamente, ha dalla sua della strumentazione, delle metodiche che permettono una diagnosi precoce delle lesioni sospette tali per cui la loro asportazione è in grado di salvare la vita del paziente