«Spiura»… ma che cosa è? si chiedeva ripassando a mente tutti i libri sui quali aveva sudato e studiato negli anni di università.
Il turista emiliano in vacanza sulle coste salentine si era spogliato e, dimenando le braccia, enfatizzava in tutti i modi il suo disagio.
Il dermatologo lo visitava e chiamava a rapporto tutta la sua buona volontà per cercare di capire cosa volesse comunicare quel vecchietto che non spiaccicava una parola di italiano e lamentava in stretto dialetto: «A-i-ho la spiura, dùtor!».
Forse voleva dire paura, o forse voleva dire calura vista la stagione estiva… chi lo sa? Così provò ad iniziare un’anamnesi a risposte si o no. Alla domanda ha prurito? il vecchietto lo guardò un po’ risentito, gli occhi fuori dalle orbite e scandì lentamente: «Sgnor dùtor: A-I-HO LA SPIURA!!!»
Tutto chiaro, allora: il paziente aveva prurito e dal tono della voce, dal gesticolare doveva essere un prurito veramente intenso. L’osservazione della pelle evidenziava chiari segni di grattamento e anche durante la visita il vecchietto continuava a grattarsi forsennatamente, soprattutto la notte, riferiva.
Ma da cosa, o meglio da chi era provocato visto che con l’automedicazione non si era risolto nulla? Neanche gli antistaminici assunti ne’ i topici a base di steroidi applicati sulla pelle avevano attenuato la sintomatologia e migliorato il quadro clinico.
Un sospetto: prelevato un campione di squame cutanee e allestito un vetrino, l’esame al microscopio ottico evidenziava chiaramente il colpevole: il Sarcoptes Scabiei variante Hominis, l’acaro della scabbia.
Il parassita si era insidiato nella sua pelle, soggiornandovi e riproducendosi gioiosamente: l’esame al microscopio ottico aveva evidenziato anche la presenza di numerose uova.
Dopo aver spiegato la terapia, il dottore si scusò per non aver capito subito che la «spiura» altro non era che il prurito. In un italiano perfetto e con un sorriso soddisfatto l’arzillo vecchietto rispose: «non si preoccupi: Nessuno siam perfetti, ognuno c’ha i suoi difetti!»