“La crema contorno occhi è utile?”
“Ha senso spendere soldi per quei miseri 2 centimetri di pelle?”
Questo post è ispirato da due delle vostre domande più frequenti.
Cominciamo dall’inizio cercando di capire come è fatta la pelle delle palpebre.
La pelle delle palpebre è la più sottile di tutto il nostro corpo, appena 0,05 millimetri. E fin qui direi che ci arrivavate anche da soli.
Quello che forse non sapete è che contiene delle ghiandole sebacee in corrispondenza delle ciglia e poche e piccole ghiandole sebacee diffuse su tutta la superficie. Queste ghiandole producono il sebo che contribuisce a formare la parte grassa del film lacrimale che protegge e idrata il bulbo oculare.
Ma sulle palpebre non ci sono solo le ghiandole sebacee, ci sono anche quelle sudoripare che, con la loro secrezione, idratano esternamente la pelle.
La piega della palpebra superiore, quando teniamo l’occhio aperto, crea una sorta di occlusione che contribuisce a mantenere idratata la pelle.
Le palpebre svolgono una importante funzione protettiva per gli occhi
preservandola dai traumi meccanici, dalla luce, dall’aria, e dagli agenti esterni chimici e fisici che possono risultare dannosi.
Il riflesso che ci induce a “sbattere le palpebre” ogni pochi secondi ha proprio la funzione di mantenere idratato l’occhio, evitando la disidratazione indotta dall’aria esterna e dalla fisiologica evaporazione.
Avete mai provato a tenere gli occhi sbarrati per più secondi? Se provate a farlo avvertirete un leggero bruciore e un senso di secchezza.
La pelle delle palpebre è molto sensibile e può irritarsi, con la comparsa della cosiddetta dermatite palpebrale, una reazione infiammatoria che colpisce più frequentemente la palpebra superiore.
La dermatite palpebrale è un problema molto frequente
Si manifesta nei casi lievi con secchezza, prurito, desquamazione.
Nei casi più gravi anche con prurito intenso, bruciore, gonfiore, vescicole e croste, lacrimazione.
POTREBBE INTERESSARTIcome curare la dermatite delle palpebre, usando trattamenti e rimedi casalinghi, approfondendo anche i sintomi e le cause
Il termine dermatite è un termine generico che indica uno stato infiammatorio della pelle che può essere provocata da varie cause.
Tra queste la più frequente è l’irritazione da agenti esterni ( In questo caso si parla di dermatite irritativa da contatto), oppure l’allegria che può essere da contatto oppure trasmessa per via aerea.
Per curare la dermatite palpebrale bisogna mettere in atto due strategie contemporaneamente:
scoprire la causa del problema e lenire la dermatite in corso
Entrambi questi compiti sono assolti dal dermatologo che prima fa diagnosi, poi ricerca le cause e infine prescrive una terapia che, nella maggior parte dei casi, sarà una crema da applicare sulle palpebre.
Si, SULLE palpebre, non sul contorno occhi.
Ecco la principale differenza rispetto alle creme cosmetiche ad utilizzo sulla pelle sana, senza dermatite.
Le creme ad utilizzo quotidiano, a scopo idratante, protettivo e “antirughe”, di regola non si applicano SULLE palpebre, bensì sul CONTORNO occhi.
Purtroppo è un piccolo errore ma molto comune quello di applicare la crema “contorno occhi” non sul “contorno” ma proprio sulle palpebre.
I problemi che possono derivare da questo errato utilizzo sono multipli e ora li vediamo uno ad uno.
Spesso non si pensa che il problema del gonfiore della palpebra, soprattutto quella inferiore, sia legato a questo piccolo errore di applicazione.
Le creme contorno occhi infatti il più della volte contengono sostanze idratanti come l’acido ialuronico, che mantengono idratata la pelle “richiamando”, “trattenendo” l’acqua normalmente contenuta nelle cellule. Se questa acqua viene trattenuta e richiamata nella zona della rima palpebrale può capitare di avvertire un leggero gonfiore. In altre zone del viso questo effetto può risultare piacevole o addirittura invisibile, ma sulla palpebra può diventare fastidioso.
Ci sono persone che soffrono di secchezza alle palpebre ma a volte non pensano che questa secchezza possa essere causata da una errata applicazione delle creme, soprattutto quelle per il viso, in particolare quelle cosiddette “anti età” che contengono sostanze esfolianti come gli alfa idrossiacidi (acido glicolico ad esempio) o derivati della vitamina A come il retinolo.
Questi attivi, applicati sulle guance, sul mento, sulla fronte sono utili e migliorano l’aspetto della pelle, ma se applicati sulle palpebre possono indurre eccessiva secchezza, fino ad arrivare anche alla desquamazione.
È quindi molto importante evitare di toccare le palpebre quando si applicano questi prodotti sul resto del viso, e lavarsi bene le mani dopo averli applicati.
Per evitare questi spiacevoli inconvenienti puoi usare lo stratagemma che consiglio ai miei pazienti. Metti qualche goccia di crema contorno occhi al limite inferiore della palpebra, nel punto in cui appoggiando il dito riesci a sentire l’osso dello zigomo e poi applica la crema picchiettando delicatamente su tutto lo zigomo fino ad arrivare alla tempia.
Solo successivamente applica la crema o il siero per il viso su tutto il resto del volto, senza toccare le palpebre. Poi lava le mani.
Infine un altro problema potrebbe essere quello della pigmentazione delle palpebre che può avvenire per diversi motivi.
Alcune creme per il viso o il contorno occhi contengono dei pigmenti che hanno la funzione di uniformare il colorito e di renderlo più luminoso, nonché di mimetizzare gli inestetismi. Dopo l’utilizzo prolungato (e sottolineo prolungato) di questi prodotti sulle palpebre (e non sul contorno occhi o viso, zone della loro corretta applicazione) è possibile incorrere in una iperpigmentazione palpebrale, ossia nella comparsa di un alone scuro.
Altri prodotti, al contrario, contengono sostanze schiarenti (ad esempio quelli contro le macchie) e possono causare una ipopigmentazione palpebrale sia per l’attività di questi agenti schiarenti, sia come reazione alla infiammazione che possono creare.
In caso di dermatite, infatti, quando scompare il tipico rossore della fase acuta, si assiste alla comparsa di una ipercromia o ipocromia post-infiammatoria, che può prolungarsi anche per mesi.
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