Chiara è una donna sorridente. E’ mamma di due figlie, splendide donne dagli occhi profondi e l’animo gentile. Chiara e le sue figlie hanno da poco perduto il loro “uomo di casa” e questo grande dolore le ha rese ancora più unite. Nelle pause dal lavoro si concedono i piccoli piaceri della vita quotidiana, insieme. Un caffè al bar, una giornata di shopping, una gita in collina. Si godono la loro complicità.
Chiara è una donna curata, semplicemente elegante, e le piace avere le mani “in ordine”. Ha spesso le unghie laccate di fresco, perchè ” è con le mani che dai la tua prima impressione agli altri”.
Forse per un felice gioco del destino, quel 17 ottobre rimuove lo smalto prima della visita dermatologica. “Caspita, non mi ci vedo proprio senza! Poco male, domani andrò a fare la manicure”…
“Da diversi anni mi sottopongono ad un controllo annuale dei nevi ed anche oggi, 17 ottobre, insieme a mia figlia maggiore, attendiamo la chiamata nella sala d’aspetto dell’ospedale. Stismo pianificando il seguito del pomeriggio, tra un caffè e un giro al supermercato. Anche oggi nella nostra allegra e leggera quotidianità. Non temo nulla, i miei nevi vanno controllati, ovviamente, ma non ho notato nulla che possa intimorirmi. Inizia la visita e la dottoressa mi controlla accuratamente: “tutto a posto” , “bene bene”, “arrivederci al prossimo anno si può rivestire”.
Stop.
La dottoressa, mi chiede se mi sono schiacciata un dito e se per caso abbia un ematoma all’anulare sinistro. Rispondo di no, quel segno sotto l’unghia anulare sinistro l’ho sempre avuta.
La dottoressa vuol vederci più chiaro, mi controlla accuratamente. Mi chiede se nel tempo l’avevo già fatta vedere e se si era nel tempo modificata. “Sì, talvolta nel corso dei consueti controlli avevo chiesto a titolo informativo se quella linea scura longitudinale fosse degna di nota”. La risposta fu che era un accumulo di cheratina (ovvio) e che se non dava fastidio poteva star li. Dal canto mio devo ammettere che la linea scura mi fa compagnia da settantadue anni ma effettivamente, nel corso del tempo, si è espansa ed occupa gran parte dell’unghia. La dottoressa è fortemente intenzionata a far eseguire una biopsia in tempi piuttosto ristretti. Capisco subito che la situazione non è propriamente rassicurante. Pochi anni fa ho perso mio marito a causa di una neoplasia molto aggressiva e veloce, ho imparato a non fasciarmi la testa prima di essermela rotta. Ho imparato a gestire l’immediato e l’inaspettato. Ho imparato che ogni giorno è un dono e con pragmatismo e impegno avrei gestito anche questa partita. Eseguo una videodermoscopia che suggerisce l’esecuziobne di una prima biopsia, ahimè, non sufficiente per la diagnosi. Stavo un pò sulle spine ma ho sempre pensato che, al massimo mi avrebbero
amputato il dito. Quelle spaventate erano invece le mie figlie, terrorizzate dalla possibilità di eventuali metastasi, spaventate da radio e chemioterapia e dal dolore. Tuttavia tendevano tutte e tre a razionalizzare, mentendoci rispettivamente sugli effettivi stati d’animo…noi ci facciamo forza sdrammatizzando, ognuno ha i suoi modi.
Siamo al l’antivigilia di Natale e vorremmo risposte veloci e vorremmo strumenti e metodologie all’avanguardia, poiché il sospetto diagnostico di melanoma della matrice ungueale è poco comune. Troviamo uno specialista che ci indirizza dove è certo trattino un buon numero di casi simili. In breve mi trovo all’ospedale di Parma, eseguono una biopsia, controllo nevi e svariate visite. Dopo dieci giorni ho la risposta e mi accordano un nuovo appuntamento per l’ntervento perché, si, è proprio un melanoma. Avviene l’escissione completa della matrice ungueale, prelevano un lembo di pelle dal braccio e lo impiantano dove c’era l’unghia: iuna equipe completa tra chirurgo dermatologo e chirurgo plastico si occupa di me per consentire al mio anulare di passare inosservato!!!! Il post operatorio risulta laborioso unicamente per le numerose medicazioni e cobtrolli settimanali in quel di Parma, ovvero 150 km da casa mia. Il dolore? Gestito con due antidolorifici banali, solo due.
Approfittiamo dei controlli per visitare in lungo in largo la bella citta di Parma, io, mia figlia e la mia mano fasciata. Sdrammatizzare e unire l’utile al dilettevole ci ha sempre salvate psicologicamente!!! Arriva l’ennesimo istologico e , in base ai protocolli, poiché il melanoma risultava espanso fino ai limiti di resezione, si decide di procedere con la
disarticolazione della falange. Siamo al 31 marzo, il melanoma escisso era in situ grado zero: ho avuto tanta tanta fortuna! Bye bye ultima falange dell’anulare, se dovevi rimaner li e donarmi brutte sorprese, non ti rimpiangerò sicuramente! Il giorno successivo all’intervento torno a casa e il dolore è gestito sempre con i soliti due antidolorifici. Mi rimane: una sopportabilissima sindrome dell’arto fantasma, una fede matrimoniale allargata indossata con leggerezza all’anulare sinistro un pò più corto e un follow up al 24 luglio con annessa visita alle Cinque Terre, per cogliere l’attimo, come al nostro solito.
Non ho mai avuto paura, ho trovato competenza e tempestività , sono stata fortunata. Continuo come prima ad espormi limitatamente al sole con protezione totale, ora anche le mie figlie si impastricciano a dovere! Era ora. Affidatevi a professionisti esperti, proteggetevi dal sole, controllatevi e non esitare a chiedere se notate qualcosa di diverso.
Ho compiuto nel frattempo 73 anni , sto bene come prima e non ho dovuto sottopormi ad ulteriori terapie.”
Grazie Chiara.
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