La caduta dei capelli non è solo una problematica maschile ma anche femminile e si può manifestare ad ogni età.
Ciocche di capelli sparse sul cuscino, sulle spalle, nel lavandino, oppure aggrovigliate tra i denti delle spazzole o incastrate tra le dita della propria mano sono solo il segnale di un diradamento, una condizione che può essere indotta e scatenata da molteplici fattori che è necessario indagare per un intervento mirato.
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Miti da sfatare
- Periodo delle castagne: non c’è nessuna correlazione con la caduta dei capelli che fisiologicamente, per motivi non ancora chiariti, tendono a cadere maggiormente in alcuni periodi dell’anno quali la primavera e l’autunno. Ovviamente, se è presente una patologia specifica a carico del follicolo pilifero la caduta può essere costante durante tutto l’anno.
- Tagliare i capelli corti non serve assolutamente a rinforzarli ma ad eliminare solamente le doppie punte.
- Lavando quotidianamente i capelli si potrebbe rovinare il fusto, la lucentezza dei capelli, ma non causare la loro caduta.
Prima di indagare le possibili cause è necessario puntualizzare che il ciclo vitale del capello o di un pelo è caratterizzato da tre distinte fasi: anagen, catagen, telogen.
Ogni pelo e/o capello svolge il suo ciclo vitale all’interno del follicolo pilifero.
Il corpo umano dispone di circa 5 milioni di follicoli piliferi sparsi su tutta la superficie corporea. Di questi, 100.000-150.000 sono localizzati sul cuoio capelluto.
Inoltre, tutti i follicoli piliferi sono caratterizzati dall’assenza della sincronizzazione interfollicolare, ovvero alcuni sono in fase di crescita, altri in fase di riposo e altri ancora in fase di caduta. Pertanto, ogni follicolo pilifero produce il suo capello indipendentemente da quelli vicini.
In questo modo il ricambio avviene a “mosaico” e non si alternano, come per gli animali, periodi in cui si hanno i capelli ad altri in cui non ci sono. Se così non fosse trascorreremmo alcuni momenti della nostra esistenza completamente glabri. In questo modo, invece, la natura ha organizzato i follicoli affinché sul nostro corpo fossero sempre presenti i peli e sul cuoio capelluto i capelli.
Ma ad un certo punto questo meccanismo apparentemente semplice e perfettamente interconnesso si può inceppare e i capelli iniziano a cadere.
Manifestazioni cliniche dell’alopecia e cause responsabili della caduta dei capelli
L’alopecia localizzata o diffusa su tutto il cuoio capelluto può essere indotta da molteplici fattori, responsabili di patologie ben definite:
- Telogen Effluvium – eccessiva caduta dei capelli in fase telogen. Le cause più frequenti possono essere le infezioni, i farmaci, il post-partum, sindromi carenziali (ad esempio ferro, biotina, zinco…), stress acuto o patologie della ghiandola tiroidea.
- Alopecia traumatica – lo stiramento eccessivo dei capelli, ad esempio per poterli legare a coda, può favorire l’insorgenza di aree alopecie. Oppure, nei neonati, lo sfregamento sul cuscino della regione occipitale determina l’insorgenza di aree prive di capelli che ricrescono spontaneamente una volta eliminato lo stimolo traumatico.
- Alopecia androgenetica – si manifesta solo se presente una predisposizione genetica. Interessa il 50% degli uomini e il 30% delle donne. In questi soggetti il diidrotestosterone riduce la fase anagen dei follicoli piliferi. La scala di Hamilton e Norwood per l’uomo e quella di Ludwing per la donna descrivono l’entità del quadro clinico.
- Tricotillomania – si manifesta in soggetti con comportamenti ossessivi-compulsivi che si strappano i capelli. Si tratta di un’autoaggressione nevrotica. Quando presente nei bambini si tratta, generalmente, di un tic benigno non associato a nessuna patologia psichiatrica. I capelli nell’area diradata si presentano spezzati a vari livelli.
- Follicolite decalvante di Quinquaud – un processo infiammatorio cronico a carico dei follicoli, forse dovuto all’infezione dello Stafilococco Aureo, esita nella formazione di un’area alopecica irreversibile.
- Lichen planus pilare – processo infiammatorio autoimmune che esita in un’ area cicatriziale.
- Alopecia areata – malattia autoimmune che si manifesta nei soggetti con predisposizione genetica. Nel 60% dei casi si manifesta prima dei 20 anni. Può essere localizzata, interessando il cuoio capelluto oppure altre aree del corpo ricoperte da peli. Solo nel 5% dei casi può essere universale, ovvero la malattia determina la caduta di tutti i capelli e i peli.
- Caduta dei capelli dopo chemioterapia – pochi giorni o settimane dopo l’inizio della chemioterapia i capelli tendono a diventare secchi e fragili si spezzano e iniziano a cadere in ciocche. Successivamente, dopo il trattamento, i capelli ricrescono completamente e a volte in numero maggiore.
Anche i soggetti con dermatite allergica da contatto al cuoio capelluto possono perdere i capelli, i quali possono cadere anche dopo trattamenti condizionanti professionali, tipo una permanente molto aggressiva, responsabile di un danno alla struttura del fusto.
Diagnosi tricologica
L’anamnesi e la visita clinica sono fondamentali per un corretto inquadramento diagnostico del diradamento dei capelli.
Diversi sono gli esami che lo specialista può eseguire per valutare la tipologia e l’entità della caduta dei capelli: pull test, tricogramma e più recentemente anche la dermatoscopia sono fondamentali per uno studio approfondito dei capelli, dei follicoli piliferi e del cuoio capelluto. Solo nel caso in cui si sospetti una dermatite allergica da contatto è indicato eseguire i PATCH test. Mentre, se il sospetto clinico è un processo infiammatorio autoimmune si esegue la biopsia cutanea in anestesia locale per prelevare una pochi millimetri di cuoio capelluto a tutto spessore, contenente quindi anche i follicoli, per eseguire l’esame istologico.
Terapia mediche e chirurgiche
La complessità dei quadri clinici non giustifica assolutamente l’improvvisazione e l’automedicazione con prodotti da banco.
Il trattamento deve essere specifico e individuale per ogni quadro clinico diagnosticato e può prevedere l’uso di vari rimedi cosmetici o farmacologici. Prima di tutto, se possibile, devono essere rimosse eventuali cause scatenanti. Inoltre, è necessario indagare la presenza di eventuali sindromi carenziali che devono poi essere ripristinate con la somministrazione di integratori adeguati. Non tutti gli integratori sono uguali e lo stesso prodotto non va bene per tutti.
Inoltre, se necessario, correggere eventuali squilibri alimentari prevedendo il consumo di:
- Proteine – uova, frutta secca, latticini
- Ferro e rame – fegato, legumi, frutti di mare
- Calcio – vegetali verdi, latticini e molluschi
- Vitamina A – buono, vegetali, uova
- Vitamina B – fegato, lievito di birra, cereali
- Vitamina C – verdura e frutta fresca
Nel caso dell’alopecia androgenetica esistono, invece, rimedi di mantenimento per preservare lo stato dei capelli o di rinfoltimento. Quelle di mantenimento prevedono l’uso di cosmetici quali lozioni, shampoo o fiale per normalizzare ad esempio l’eccessiva produzione di sebo. Mentre, per quanto riguarda i farmaci è possibile ricorrere all’applicazione locale di MInoxidil lozione alla concentrazione 2-5% oppure della Finasteride che contrasta la produzione del diidrotestosterone, responsabile del problema.
La finasteride può essere prescritta anche nella donna.
Infine l’approccio chirurgico è finalizzato a rinfoltire una determinata area innestando dei follicoli prelevati da un’area donatrice dello stesso soggetto oppure applicando protesi di capelli.
L’impianto dei capelli in un’area diradata deve essere associato per sempre all’assunzione della finasteride per evitare che con il tempo anche quelli trapianti possano cadere. Di solito, in base all’estensione della calvizie vengono eseguiti più interventi chirurgici per ripristinare progressivamente nel tempo la capigliatura desiderata.
L’alopecia aerata e il lichen plano pilare prevedono cicli di cortisone topico o sistemico o di altri farmaci immunosoppressori o immunomodulanti che è possibile prescrivere anche in associazione tra loro. Fattori quali l’età della persona, l’entità del problema, la sua tipologia e le condizioni generali di salute sono rilevanti per identificare l’approccio medico migliore per ogni persona.