L’attenzione del dermatologo al paziente in terapia per un cancro, è diventata negli ultimi anni, sempre più una necessità, per la continua introduzione di nuovi farmaci oncologici che, da un lato hanno migliorato la prognosi in termini di sopravvivenza, e dall’altra hanno fatto emergere nuovi effetti collaterali a carico della cute.
Il cancro comporta un forte carico emotivo e cambia la percezione del proprio fisico.
Una nuova branca della Dermatologia, chiamata “Oncosupportive Dermatology” si prende cura della salute dermatologica del malato oncologico, nella sua globalità, sia sul piano più strettamente medico, con lo studio e la cura delle ripercussioni cutanee di radioterapia, chemioterapia, target therapy, immunoterapia, chirurgia, sia con l’attenzione all’aspetto cosmetologico, affinché il paziente si riappropri e ritrovi interesse per il proprio corpo, la cui integrità è stata intaccata dal tumore.
La pelle, le mucose, le unghie e i capelli, per la loro notevole e rapida capacità di rinnovamento cellulare, sono un bersaglio preferenziale dei chemioterapici classici.
Le reazioni avverse muco-cutanee da farmaci citotossici hanno un importante impatto sulla sfera pratica, psicologica e relazionale.
INDICE ARTICOLO
La Sindrome Mano-Piede
Ad esempio, la Sindrome mano-piede, che insorge in corso di terapia con molti antiblastici di uso comune, è caratterizzata da gonfiore, rossore ed intensa desquamazione palmo-plantari, che comportano turbe della sensibilità, sensazione di aghi nella cute, dolore e bruciore. Pertanto, il paziente, già debilitato dalla malattia di base, e da altri effetti collaterali della chemioterapia, a causa degli eventi tossici sulla pelle, non può svolgere le normali attività della vita quotidiana, come camminare, vestirsi, preparare da mangiare, prendere oggetti.
La perdita dei capelli da chemioterapia
Il maggiore esempio di discomfort psicologico e relazionale è invece legato alla perdita dei capelli.
In uno studio pubblicato su Cancer Practice nel 2001, il 58% delle donne sottoposte a chemioterapia ha ritenuto l’alopecia l’evento più traumatizzante dell’esperienza oncologica e l’8% avrebbe voluto rinunciare a curarsi per non subire la caduta dei capelli.Le pazienti associavano questo evento a perdita dell’autostima, alterazione della percezione della propria immagine corporea, e peggioramento della qualità di vita.
La pigmentazione della pelle da chemioterapia
Vorrei inaugurare questa mia pagina di Myskin con un problema che ho visto che allarma i pazienti in chemioterapia, cioè la pigmentazione della pelle, che appare più bruna o grigia. E’un evento che insorge progressivamente, in seguito a diversi cicli di terapia e che pone il malato davanti alla sua malattia in maniera immediata e visibile.
La pigmentazione può essere diffusa ed omogenea, come nel caso dei pazienti trattati con busulfano, o localizzata nelle sedi di frizione, pressione e sfregamento. Una forma molto particolare di pigmentazione si chiama ‘dermatite flagellata’ ed è associata alla somministrazione di bleomicina; si presenta con striature scure soprattutto sul dorso.
Una causa poco conosciuta porta all’aumento della produzione e del deposito di melanina, che può interessare qualsiasi distretto di cute e mucose.




Il fenomeno si realizza maggiormente nei soggetti di carnagione scura, e l’esposizione al sole gioca un ruolo importante.
La pigmentazione può riguardare anche i capelli e le unghie, che possono mostrare bande più scure trasversali o longitudinali.
I chemioterapie che inducono la pigmentazione della pelle, della mucosa e degli annessi (lunghi e capelli)?
I farmaci, molto utilizzati in oncologia medica e maggiormente responsabili sono:
- ciclofosfamide
- 5fluorouracile
- capecitabina
- busulfano
- taxani
- doxorubicina
- idrossiurea
- daunorubicina
- cisplatino
- tiotepa
- pemetrexed
Chemioterapia e la comparsa dei nei (nevi)
Infine, è possibile la comparsa di nevi eruttivi nei pazienti in trattamento con i seguenti chemioterapia:
- capecitabina
- 5fluorouracile
- metotrexate
- doxorubicina
che non mostrano particolari caratteristiche anomale rispetto agli altri nevi del corpo, né capacità di acquisire malignità, evolvendo in melanoma.
Conclusioni
Queste forme di pigmentazione della pelle non devono destare alcuna preoccupazione, benché siano motivo di forte disagio estetico; guariscono spontaneamente a distanza di mesi dalla sospensione della terapia.
L’utilizzo di creme cheratolitiche all’urea al 5-10%, che facilita la normale e fisiologica desquamazione quotidiana della pelle, può agevolare la scomparsa.
Il camouflage con correttore beige e fondotinta adatto al proprio fototipo è incoraggiato.
Una buona raccomandazione è l’attenzione all’esposizione solare, sia moderando le attività ricreative o professionali all’aperto nelle ore più calde della giornata, sia applicando dei protettori solari con fattore di protezione 50+