Il prurito è un sintomo comune a molte malattie dermatologiche e spesso compare prima della manifestazione cutanea. Il prurito spinge la persona a grattarsi ripetutamente ed è frequente il riscontro dei segni da grattamento, lesioni che si presentano escoriate e a volte impetiginizzate (infezione superficiale della pelle).
Difficilmente, il prurito è l’attore solitario della patologia e quando ciò si verifica si parla di prurito sine materia, ovvero di un sintomo apparentemente non accompagnato o correlato a nessuna manifestazione dermatologica.
Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, il prurito recita sempre in coppia e proprio per questo è opportuno indagare il palcoscenico cutaneo alla scoperta della sua spalla.
I pidocchi
I pidocchi sono una causa molto comune e frequente di prurito alla testa, spesso responsabili di vere e proprie epidemie, soprattutto nelle comunità scolastiche.
Il prurito è continuo e intenso, localizzato al cuoio capelluto e più esattamente in sede retro-auricolare e nucale. Raramente, può estendersi su tutto il capillizio oppure verso la parte alta del dorso (prurito a mantellina).
L’identificazione delle lendini (uova) – che si presentano puntiformi di colore biancastro quasi grigio e attaccate al fusto dei capelli – è sufficiente a porre diagnosi di pediculosi del capillizio, dovuta al Pediculus humanus var. capitis. Solo le lendini situate a meno di 1,3 cm dall’emergenza del fusto sono considerate vitali e indice di un’infezione recente.
Il maschio del pidocchio è grande 1-3 mm mentre la femmina 2-3 mm. La popolazione presente sul cuoio capelluto non è molto numerosa e può comprendere 5-10 esemplari. Sono parassiti ematofagi, si nutrono del sangue dell’ospite (uomo) attraverso punture sul cuoio capelluto (2-3 volte al giorno).
Il contagio
Il contagio è indipendente dall’igiene personale e avviene tramite:
- contatto diretto: attraverso l’utilizzo di oggetti quali pettine, spazzola, biancheria per il letto, lenzuola, divano, schienali dei sedili (auto, treno…) oppure tramite i vestiti (berretto, sciarpa…) sugli attaccapanni;
- scambio di abbigliamento infestato dai parassiti.
Il ciclo vitale
I pidocchi hanno una durata di vita di circa 30 giorni e non sono in grado di trasmettere malattie, ovvero non sono vettori di altri germi responsabili di malattie infettive.
Le femmine depongono circa 15-20 uova al giorno. Le lendini si schiudono dopo 6-10 giorni e i piccoli parassiti diventano adulti e quindi in grado di riprodursi e di depositare altre uova dopo 10 giorni.
Rarissimamente, il cuoio capelluto può essere infestato da un altro parassita: il Liposcelis mendax, noto anche come il pidocchio dei libri.
Trattamento
Il trattamento d’elezione deve eliminare sia il parassita sia le lendini. I piretrinoidi di sintesi sono i preparati maggiormente usati. Veicolati in gel, devono essere applicati sul cuoio capelluto per 15 minuti e poi rimossi con lo shampoo. Di recente, sono stati segnalati casi di resistenza a questo trattamento.
Un’alternativa è rappresentata da lozioni a base di complessi oleosi siliconati che applicati sul cuoio capelluto ricoprono i parassiti formando un film occlusivo che ostruisce le vie respiratorie del pidocchio che, insieme alle lendini, muore per asfissia. Trattandosi di un meccanismo fisico non sono documentate resistenze e il prodotto può essere impiegato tranquillamente anche in caso di re-infezione.
Infine, deve essere ricordato anche il vecchio rimedio della nonna, ovvero il pettine a denti stretti con il quale pettinare i capelli ciocca per ciocca sopra un tessuto di colore bianco sul quale cadranno sia i pidocchi vitali sia quelli morti in seguito ad un trattamento.