Nell’infanzia la dermatite seborroica può essere localizzata o diffusa e preciso fin da ora che un bambino piccolo con dermatite seborroica non necessariamente la svilupperà anche da grande.
Da un punto di vista didattico nel bambino possiamo distinguere quattro condizioni diverse tra loro.
La prima condizione si chiama crosta lattea; compare nei primi periodi subito dopo la nascita per poi regredire dopo 3, 5 mesi e si caratterizza per la presenza di croste giallastre adese al cuoio capelluto, che quasi mai si presenta arrossato e si localizzano a livello della fronte o a livello parietale, quindi lateralmente.
Esiste l’altra variante che è la crosta lattea delle pieghe.
In questo caso potrebbe esserci anche l’interessamento del cuoio capelluto, anche se non è frequente, ma più spesso sono interessate le pieghe, soprattutto le ascelle e il collo. E qui le chiazze si presentano solamente arrossate, ben definite, mancano le croste, per un motivo molto semplice, perché lo sfregamento dell’area cutanea interessata le fa saltare via quindi la pelle solo arrossata; non si accompagna a prurito e quindi questo lo metti in diagnosi differenziale con la dermatite atopica, un’altra patologia molto comune di questo periodo della vita.
Terza condizione: napkin psoriasis.
Cosa significa? E’ una condizione caratterizzata da una chiazza rossa, molto intenso come colore, ben definita, edematosa, quindi infiltrata che va a localizzarsi a livello dell’area del pannetto. E’ una condizione un po particolare perché il 5% dei bambini con questo problema negli anni successivi tende o a il rischio di sviluppare la psoriasi.
Infine c’è un’altra condizione che si chiama malattia di Liner che una condizione rara fortunatamente caratterizzata da un rossore diffuso su tutto il corpo, una diarrea persistente, e la possibilità di andare incontro a infezioni cutanee ripetute e rilevanti, è dovuto a un difetto specifico a carico di una frazione particolare che si chiama c3 del complimento e ad onor del vero alcuni autori la considerano in realtà una manifestazione a sé stante, quindi da tenere separata dalla dermatite seborroica.
Nell’adulto distinguiamo invece le tre sedi classiche che possono essere interessati: il cuoio capelluto, il volto e il tronco.
Partendo a livello del cuoio capelluto anche in questo caso le zone maggiormente interessate sono quella frontale e quella parietale, anche se ci può essere un interessamento diffuso di tutto il cuoio capelluto fino ad arrivare anche oltre il bordo e quindi si rende visibile anche sulla cute la presenza di questa dermatite seborroica in questo caso si chiama corona seborroica.
Quando si localizza livello del cuoio capelluto abbiamo due forme cliniche: quella secca è quella grassa.
Quella secca è caratterizzata solo dalla presenza di una forza, da squame biancastre, che possono staccarsi e rimanere attaccate al capello o cadere sui vestiti e la forma grassa dove le squame invece hanno un aspetto giallastro untuoso sono più o meno grandi, adese al cuoio capelluto, e spesso si accompagnano anche a un rossore di sottofondo presente appunto sul cuoio capelluto stesso a livello del volto.
Invece la dermatite seborroica si localizza elettivamente a livello delle sopracciglia, della glabella, quindi della radice del naso, dei solchi nasogenieni ma anche della zona mentoniera del mento e quando particolarmente intensa, quando particolarmente importante può arrivare addirittura ad interessare le ghiandole di meibomio intorno all’occhio in sede perioculare o arrivare anche interessare tutta la palpebra, quindi creare una condizione di blefarite, e in situazioni particolari anche una congiuntivite.
E infine la manifestazione del tronco: le aree tipiche sono la zona sternale del torace e a livello del dorso.
E qui però bisogna stare attenti perché le varietà morfologiche o le sfumature che la dermatite seborroica può assumere sono diverse.
Abbiamo una forma a petaloide dove assume anche una forma di tipo anulare quindi con queste chiazze arrossate con una risoluzione centrale è un bordo diciamo più rosso in periferia; una forma pitiriasi forma, molto simile alla Pitiriasi rosea di Gilbert, dalla quale si differenzia perché manca la chiazza madre e che in una forma follicolare puntiforme rossa a volte anche pustolosa e anche in questo caso gli autori la considerano, alcuni di essi, una forma a sé stante, la chiamano appunto follicolite da pityrosporum.