L’immaginario comune identifica nel nevo qualunque macchia piana e scura della pelle. In realtà il loro aspetto clinico può variare sensibilmente sia per la morfologia, possono essere piani o rilevati, sia per la tonalità cromatica che può variare dal colore nero al marrone sino ad essere completamente o solo in parte pigmentato.
Il nevo è una manifestazione benigna la cui parola accomuna molteplici e differenti neoformazioni. Possono essere presenti fin dalla nascita («nevi congeniti») oppure comparire nel corso della vita («nevi acquisiti»). I nevi non sono dei tatuaggi ma delle entità dinamiche che nascono, crescono e si modificano fino a poter scomparire del tutto nell’anziano.
Sono neoformazioni asintomatiche che dopo un traumatismo o un’infiammazione, tipo una follicolite, possono modificare il loro aspetto e diventare pruriginosi. In questi casi è sempre indicato chiedere un consulto al proprio medico curante, il quale valuterà il quadro clinico e se necessario indirizzerà il paziente per un consulto dermatologico.
E’ buona norma sottoporre a controllo i nevi degli adulti, dei bambini, soprattutto se presenti nevi congeniti, e delle donne in gravidanza, anche in assenza di tali situazioni.
Lo specialista, oltre alla semplice visita ad occhio nudo o con una lente d’ingrandimento che consente di osservare solo la morfologia e l’aspetto esteriore della lesione, è in grado di utilizzare l’epiluminescenza per visualizzare le strutture interne e l’organizzazione architetturale tipica di ogni lesione pigmentata. Il dermatologo, esperto della metodica, è in grado di discriminare i vari tipi di macchie pigmentate della pelle, individuare quelle a rischio e di formulare il sospetto di melanoma.
La diagnosi precoce garantisce una guarigione completa e assoluta del soggetto dopo che il melanoma è stato solo e semplicemente asportato chirurgicamente in anestesia locale.
Un sistema di visualizzazione, che si avvale della tecnica dell’epiluminescenza, è di solito collegato ad un personal computer, dotato di software gestionale per eseguire l’archiviazione e la documentazione digitale dei nevi da monitorare per un follow-up oggettivo e riproducibile ai successivi controlli che il paziente dovesse eseguire dallo stesso specialista.
Correttamente utilizzata la metodica dell’epiluminescenza consente di ridurre drasticamente le asportazioni inutili di nevi che, solo se osservati ad occhio nudo, potrebbero destare sospetto perché positivi alla regola dell’ABCDE. Tale regola è sicuramente uno strumento utile per l’autovalutazione che ogni individuo dovrebbe eseguire periodicamente a domicilio dei propri nevi, così come una donna esegue l’autopalpazione del seno.
Ma l’ABCDE non può sostituire l’epiluminescenza, così come l’autopalpazione non può sostituire la mammografia. La regola ABCDE adeguatamente applicata ha un’accuratezza diagnostica solo del 50-60%, ovvero se utilizzata per diagnosticare 100 melanomi ne identifica solo 50-60! Al contrario, l’epiluminescenza nelle mani dello specialista esperto ha una percentuale decisamente superiore, pari quasi al 100%.
I nevi possono essere tranquillamente asportati, chirurgicamente o con una metodica laser, ma è corretto eseguire sempre l’esame istologico della neoformazione per confermarne la natura. Il mito che i nevi non vanno «toccati» deve essere sfatato perché non c’è nessun fondamento scientifico che la loro rimozione favorisce la degenerazione degli altri. La paura è il risultato di storie travisate di soggetti, ai quali è stato diagnosticato un melanoma in stadio avanzato, venuti a mancare perché avevano asportato un un nevo.
I nevi possono essere asportati per 3 motivi:
- «prevenzione» – dopo adeguata indicazione del dermatologo
- «funzionale» – se sono localizzati in aree sottoposte a continui e ripetuti traumatismi
- «estetico»
La prevenzione dovrebbe diventare l’educazione della persona, sensibilizzata e adeguatamente informata sull’importanza della diagnosi precoce da attuare quotidianamente.