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Melanoma: cosa fare per prevenirlo e diagnosticarlo precocemente

«I soldi non comprano la vita».

Sono state le ultime parole rivolte al figlio.

Quando gli fu diagnosticato il melanoma, rifiutò di asportarlo per rispettare i precetti della sua religione che predicava la conservazione e l’integrità del corpo.

Nato in Giamaica nel 1945, Bob Marley morì a soli 36 anni.

Oggi, in Italia, si stima che ogni anno sono circa 7.000 le persone alle quali viene diagnosticato un melanoma e 1.500 quelli che perdono la vita.

Il 16 maggio si svolgerà a livello europeo l’Euromelanoma Day, una campagna finalizzata all’informazione dei cittadini per la prevenzione dei tumori della pelle, in particolare del melanoma.

Il termine prevenzione non presuppone un «non fare», come erroneamente si potrebbe immaginare, pur di evitare il melanoma, ovvero un atteggiamento passivo di fronte al problema ma al contrario si basa sull’azione e sull’agire, comportamenti che devono definire un preciso stile di vita.

Uno stile di vita – quello della prevenzione al melanoma – che presuppone la conoscenza, la sensibilizzazione e l’educazione al problema.

La conoscenza del melanoma

Prima di tutto è necessario conoscere i fattori di rischio del melanoma che da un punto di vista puramente didattico possono essere suddivisi in fattori di rischio endogeni ed esogeni.

In particolare, i fattori di rischio endogeni descrivono una serie di condizioni o situazioni che riguardano specificatamente il soggetto:

  • presenza in famiglia di uno o più casi di melanoma – nel 10% dei casi può essere presente una familiarità;
  • pregressa asportazione di un melanoma – un soggetto che ha già asportato un melanoma ha un rischio maggiore rispetto alla popolazione generale di svilupparne un secondo;
  • presenza di numerosi nevi – maggiore è il numero di nevi, specie se superiore a 50, maggiore è il rischio di sviluppare un melanoma;
  • storia di ripetute scottature solari – soprattutto quella in età pediatrica o durante l’adolescenza;
  • presenza di nevi congeniti – il rischio è maggiore per i nevi congeniti giganti, quelli che alla nascita hanno dimensioni superiori a 20 cm;
  • fototipo I e II – soggetti con la carnagione, i capelli e gli occhi chiari.

Invece, per quanto riguarda i fattori esogeni si riferiscono alle esposizioni ai raggi UV sia naturali sia artificiali.

I raggi UVA e UVB sono dannosi per la pelle perché possono causare scottature solari ma soprattutto indurre fenomeni di cancerogenesi e quindi mutazioni specifiche a carico del DNA delle cellule cutanee e di conseguenza l’insorgenza dei tumori della pelle.

 

In base alla tipo di cellula cutanea interessata dalla cancerogenesi insorge un differente tipo di tumore della pelle.

Pertanto, si svilupperà un basalioma oppure uno spinalioma o un melanoma se le mutazioni genetiche hanno interessato rispettivamente la cellula basale, quella cheratinocitaria dello strato spinoso o, infine, il melanocita.

 

Sempre a proposito degli UV, è stato dimostrato che i soggetti di età compresa tra i 15 e i 29 anni esponendosi ai raggi dei lettini abbronzanti, anche una sola volta al mese, aumentano del 75% il rischio di sviluppare un melanoma.

 

Il melanoma è il più pericoloso tra tutti i tumori della pelle

La pericolosità del melanoma non è direttamente proporzionale alle sue dimensioni, alla sua estensione sulla pelle, al suo colore scuro ma, invece, al suo spessore, alla sua infiltrazione all’interno della cute.

Il melanoma, infiltrandosi in profondità nel derma della cute può interessare i vasi linfatici e di conseguenza alcune delle sue cellule possono migrare e spostarsi nei linfonodi e successivamente in altri organi quali i polmoni, il cervello, il fegato, sviluppando le metastasi.

 

La sensibilizzazione al problema melanoma

Solo se conosciamo il melanoma saremo sensibilizzati a proteggere la nostra pelle e ad eseguire autocontrolli periodici dei nevi.

Nel primo caso, possiamo applicare sulla pelle filtri solari con idoneo fattore di protezione in base al fototipo individuale, avendo l’accortezza di applicare almeno 2 grammi di prodotto per ogni cm2 di cute.

Inoltre, il filtro solare deve essere rigorosamente applicato su tutta la pelle e non solo sui nevi perché il melanoma oltre che a svilupparsi da un nevo che inizia a cambiare può nascere direttamente sulla pelle dove prima non c’era niente, nessuna macchia, nessun nevo!

Una novità per proteggere la nostra pelle, oltre ai filtri solari, è data dai tessuti a protezione solare le cui fibre contengono intrinsecamente un fattore di protezione. Si tratta di speciali tessuti che garantiscono un protezione elevata.

Paesi come l’Australia o l’Inghilterra investono molto nell’educazione con campagne informative e pubblicitarie rivolte direttamente ai bambini per spiegare loro l’importanza di proteggere la pelle dall’esposizione al sole oppure ai giovani per quanto riguarda i rischi dell’abbronzatura artificiale.

 

L’educazione a controllare i nevi

Infine, l’ultimo passo per un’adeguata prevenzione è l’educazione a controllare sistematicamente i propri nevi.

Per fare ciò è necessario distinguere due diversi e complementari aspetti: l’autoesame dei nevi e l’epiluminescenza o dermatoscopia (l’esame specialistico dermatologico).

L’autocontrollo deve essere eseguito adottando la regola dell’ABCDE.

  • A – asimmetria: se una metà della lesione non è perfettamente sovrapponibile all’altra è irregolare.
  • B – bordi: attenzione ai bordi irregolari e frastagliati
  • C – colore: segnala i nei di colore nero, quelli con più di un colore, quelli che cambiano da scuro a chiaro oppure quelli che presentano un arrossamento o un alone chiaro alla periferia.
  • D – dimensioni: insospettisciti quando un neo aumenta rapidamente di dimensioni rispetto agli altri.
  • E – evoluzione: non sottovalutare quel neo che modifica il suo aspetto iniziale quando in un punto diventa in rilievo, quando presenta una desquamazione della superficie, quando sanguina spontaneamente e/o diventa pruriginoso.

 

La regola ABCDE è uno strumento pratico ma è necessario sottolineare chiaramente che non è sufficiente per l’autodiagnosi del melanoma in quanto la sua accuratezza diagnostica è pari solo al 50-60%.

In altre parole, applicata per descrivere 100 melanomi ne identificherebbe solo 50-60 di essi!

A questo punto, quando avere il sospetto di un melanoma?

Prestate molta attenzione al nevo che cambia forma, colore, dimensioni e a quel «neo» che compare improvvisamente dove prima non c’era nulla. Inoltre, prestate attenzione a quel «neo» che appare diverso, per il suo colore o forma, da tutti gli altri (il segno del brutto anatroccolo).

Sono solo dei suggerimenti e non regole assolute, indicazioni per tenere sempre alta l’attenzione individuale all’autocontrollo.

Attualmente, esistono anche delle applicazioni per iphone tipo Skin Prevention, che possono essere un valido ausilio individuale per l’autocontrollo oggettivo dei propri nei e che non nascono con la presunzione di garantire l’autodiagnosi del melanoma, che invece è di competenza del dermatologo.

Il dermatologo, infatti, è l’unico professionista che ha la conoscenza teorica e pratica per utilizzare la metodica dell’epiluminescenza (dermatoscopia), una metodica che consente l’osservazione in vivo e non invasivo delle strutture di ogni nevo, quelle poste al di sotto della superficie cutanea non apprezzabili né ad occhio nudo né con la regola ABCDE.

Generalmente, si esegue l’epiluminescenza digitale, una telecamera HD (high definition) collegata ad un PC è posta a diretto contatto del nevo che, ingrandito da 20 fino a 200 volte viene visualizzato a colori a monitor per apprezzare in dettaglio tutti i particolari, anche quello più piccolo che può essere significativo per una diagnosi precoce.

Tutte le immagini dei nei vengono poi gestite da un software per il follow-up nel tempo dei nevi che sono stati «mappati» sulla pelle del paziente.

In conclusione, la diagnosi precoce del melanoma è possibile solo se c’è un’attiva collaborazione tra il paziente e il dermatologo.

Solo in questo modo è possibile immaginare che la prevenzione possa veramente diventare uno stile di vita quotidiano e non solo un evento confinato all’Euromelaona Day.

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Dott. Alessandro Martella
Dott. Alessandro Martella
Ciao, trovi le informazioni sulla mia attività di Dermatologo qui. Sono l'ideatore, fondatore e responsabile di Myskin, la piattaforma che stai consultando e autore di oltre 50 lavori scientifici in Dermatologia. Attualmente sono il Presidente dell'Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (AIDA). e il Direttore Responsabile della Rivista DA 2.0Sono anche Co-editors della Rivista Scientifica JPD.

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