L’Italia è il primo Paese in Europa con la più alta percentuale di soggetti allergici al nichel (32,1%) mentre la Danimarca è quella con la percentuale più bassa (9,7%). I dati sono stati pubblicati nel 2004 dal sistema europeo di vigilanza sulle allergie da contatto (ESSCA), che ha condotto uno studio in 31 centri dermatologici presenti in 11 Paesi: Austria, Danimarca, Germania, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera.
Le donne sviluppano più facilmente l’allergia al nichel rispetto agli uomini (25% contro il 7,4%) e i problemi di dermatite da contatto si manifestano già all’età di 10-20 anni.
Il nichel è un metallo particolarmente diffuso ed è contenuto in gioielli, bigiotteria, piercing, detersivi, cosmetici (ombretti, mascara, rossetti, fondotinta), detergenti e creme per il viso o per il corpo ma anche nelle monete.
La presenza del nichel nei cosmetici, nei detergenti o nelle creme non va ricercata nella lista degli ingredienti presenti sulla confezione perché si tratta di una forma di inquinamento del prodotto che può contenerlo in tracce per i seguenti motivi:
- impiego di materie prime non selezionate
- contaminazione del prodotto durante la catena di lavorazione
- conservazione del prodotto all’interno di contenitori metallici.
Ed è proprio la presenza del nichel nei cosmetici che giustifica la maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini. Inoltre, le donne più facilmente indossano anche gioielli o bigiotteria.
Una dermatite allergica da contatto si manifesta se si verificano le seguenti condizioni:
- predisposizione familiare alle allergie
- contatto diretto e reiterato nel tempo con elevate quantità di nichel
- presenza di tagli o ferite cutanee che, alterando la funzione barriera della cute, favoriscono l’introduzione della sostanza allergizzante
- macerazione cutanea oppure eccessiva sudorazione che aumentano l’assorbimento cutaneo delle sostanze chimiche.
L’allergia al nichel non è solo un problema europeo ma mondiale e a tutt’oggi è l’allergia ai metalli più frequente.
Un soggetto allergico al nichel può manifestare una dermatite nella sede in cui è avvenuto il contatto con il metallo incriminato oppure anche a distanza, ovvero in un’altra parte del corpo. La comparsa di un arrossamento, vescicole, essudazione, prurito e poi nella fase cronica anche secchezza ed ispessimento della pelle sono gli elementi tipici della manifestazione dermatologica.
La terapia topica oppure in casi selezionati sistemica è solo sintomatica, risolve i segni e i sintomi della dermatite ma è necessario evitare il contatto con il nichel per evitare le recidive.
La prevenzione è possibile modificando il proprio stile di vita e prestando particolare attenzione ai prodotti e agli oggetti con i quali un soggetto viene a contatto.
L’Unione Europea ha regolamentato la presenza e il rilascio di nichel in tutti gli oggetti destinati al contatto diretto e prolungato della pelle. In particolare, la Direttiva del Consiglio 94/27/CE e quella più restrittiva della Commissione 2004/96/CE prevedono una limitazione del contenuto del nichel nelle leghe che non deve superare lo 0,05% in peso e quello rilasciato in una soluzione simulante il sudore che non deve essere al di sopra di 0,5 μg/cm2/settimana.
Infine, la Direttiva del Consiglio 76/768/CEE (implementata dalla Direttiva della Commissione 2004/93/CE) vieta l’utilizzo di determinati metalli nelle formulazioni cosmetiche.
Eppure a tutt’oggi non tutte le aziende che producono cosmetici si sono adeguate.
Solo la dicitura «nichel tested» oppure «nichel free» certificano il contenuto controllato di nichel di un determinato prodotto. Infatti, non esistono cosmetici o prodotti assolutamente privi di nichel ma solo quelli con una concentrazione molto bassa che non è in grado di scatenare una reazione allergica.
Una ricerca ha evidenziato che gli oggetti di bigiotteria comprati sul mercato italiano nel 2007 avevano un contenuto di nichel da 10 a 450 volte superiore al limite fissato dalla direttiva europea.
Inoltre è stato osservato che il nichel contenuto nelle monete da 1 e 2 euro è superiore al limite imposto e che le monete da 200 e da 500 lire ne contenevano una percentuale decisamente inferiore, pari al 2% e di conseguenza erano meno allergizzanti.
Infine, è stato notato che la comparsa di dermatiti da contatto, localizzate all’elice dell’orecchio possono essere scatenate dal nichel contenuto nei cellulari e che l’uso di strumenti musicali quali il violino o la tromba possono essere responsabili di dermatiti alle dita o di cheiliti.
Anche le mucose, quali il cavo orale possono essere sede di infiammazioni scatenate dal nichel, contenuto nelle protesi. In questi casi, è indicato l’uso di leghe alternative, quali l’acciaio inossidabile, il titanio o il titanio placcato in oro, oppure di materiali in ceramica o in policarbonato.
L’allergia da contatto al nichel è confermata solo con il Patch test.
Allergia alimentare al nichel
In pochissimi casi chi soffre di allergia da contatto al nichel sfortunatamente può manifestare anche sintomi e malessere generali dopo l’ingestione di determinati alimenti. Si tratta di una forma di allergia alimentare, o secondo alcuni d’intossicazione alimentare, al nichel.
Solamente in questi pochissimi e selezionati casi viene raccomandato di evitare l’ingestione di alimenti con alto contenuto di nichel: frumento, segale, avena, miglio, grano saraceno, cacao, cioccolato, the, gelatina, lievito in polvere, prodotti di soia, fagioli rossi, legumi (piselli, lenticchie, arachidi, soia e ceci), frutta secca, cibi in scatola, bevande, liquirizia, e alcuni integratori vitaminici.
Quantitativo di Nichel contenuto negli alimenti
Elevato (più di 0.5 mg/kg) | Medio (0.1-0.5 mg/kg) | Basso (meno di 0.1 mg/kg) |
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Dati della Swedish Food Administration | ||
Cozze | Funghi vari | Carne |
Cioccolato fondente | Ostriche | Prosciutto |
Cocco in polvere | Cioccolato al latte | Salsiccia |
Liquerizia | Uova | Pollame |
Nocciole | Lamponi | Fegato |
Mandorla | Ribes nero | Rene |
Noccioline | Camemoro (lampone artico) | Cetriolo |
Pistacchio | Cavolo | Formaggio |
Noci | Prezzemolo | Latte |
Semi di alfa alfa | Aglio | Yogurth |
Fagioli scuri | Pastinaca | Cipolla |
Fagioli di soia | Rafano | Cavolo |
Legumi (verdi) | Farina di mais | Barbabietole |
Soia verde | Segale | Spinaci |
Piselli | Orzo | Mais |
Piselli gialli | Riso | Farina |
Semi di lino | Insalata | |
Semi di papavero | Carote | |
Farinata di avena | Patate | |
Crusca di frumento | Pesce | |
Crusca di avena | Zucca/zucchina | |
Grano saraceno | Mela | |
Farina di soia | Pera | |
Fragole |