La cheratosi attinica è un tumore cutaneo in fase iniziale (in situ) che si sviluppa maggiormente in sedi fotoesposte come il viso, le orecchie, il cuoio capelluto (soprattutto nei soggetti calvi), le labbra, il dorso delle mani e degli avambracci, il tronco e le gambe.
Rappresenta una condizione comune interessando circa il 60% dei soggetti adulti, over 50, prevalentemente con fototipo chiaro; l’incidenza aumenta notevolmente nei soggetti di età superiore ai 60 anni (circa l’80%).
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Qual è la causa della cheratosi attinica?
L’esposizione solare cronica e il suo effetto cumulativo nel tempo, rappresentano il principale fattore di rischio nello sviluppo delle cheratosi attiniche, oltre ad uno stato di immunosoppressione cronica ed una predisposizione genetica.
Come riconoscere la cheratosi attinica?
Inizialmente la cheratosi attinica appare visivamente poco evidente e apprezzabile soprattutto al tatto come un’area ruvida, desquamata e, proprio per questo, confusa talvolta dal paziente come una semplice area di “secchezza cutanea”. Solo nelle fasi più avanzate tende a rilevarsi sul piano cutaneo diventando più spessa, crostosa, talvolta pruriginosa o dolorabile al tatto.
La maggior parte delle lesioni appaiono clinicamente rossastre, alcune di colore marrone chiaro o scuro, o ancora, dello stesso colore della cute sana circostante.
Le cheratosi attiniche possono insorgere come lesioni singole o più frequentemente come lesioni multiple su un’area di cute fotodanneggiata, apparentemente sana, ma geneticamente alterata, che contiene lesioni ancora non rilevabili ad occhio nudo, nota come campo di cancerizzazione.
Perché è importante diagnosticarla rapidamente?
L’importanza di una precoce diagnosi ed una corretta gestione da parte del dermatologo, nasce dal fatto che la cheratosi attinica in una percentuale di casi, dal 5 al 20%, può progredire verso forme aggressive ed invasive di carcinoma squamoso. La cheratosi attinica ed il carcinoma squamoso condividono, infatti, aspetti morfologici, istologici e molecolari e sono considerate come due fasi di un unico processo che inizia con il fotodanno, evolve verso la ceratosi attinica ed infine verso il carcinoma squamoso invasivo.
La dermatoscopia o epiluminescenza rappresenta un buon ausilio diagnostico, consentendo la diagnosi di cheratosi attiniche nelle primissime fasi di sviluppo e, attraverso determinati criteri, l’identificazione delle cheratosi attiniche che sono già in una fase di progressione verso il carcinoma squamoso invasivo (SCC).
Come si cura la cheratosi attinica?
Dal momento che non è possibile prevedere quale cheratosi attinica evolva verso un SCC invasivo, le attuali linee guida raccomandano il trattamento di tutte le AK per la prevenzione delle forme invasive di carcinoma squamoso.
Diversi sono i trattamenti a disposizione, spesso utilizzati anche in combinazione; tra questi terapie topiche farmacologiche, terapia fotodinamica, crioterapia e laserterapia. La scelta dell’approccio terapeutico varia in base al numero delle lesioni, alle dimensioni dell’area da trattare o alla densità delle cheratosi attiniche per cm2.
Come si previene la cheratosi attinica?
Il modo migliore per prevenire la comparsa di cheratosi attiniche è la protezione dal sole, adottando le giuste precauzioni:
• Utilizzare creme solari con un alto fattore di protezione (SPF 30 o maggiore) sia per i raggi UVB che per quelli UVA, applicando la crema almeno 30 minuti prima di uscire all’aperto e riapplicarla ogni 2 ore o dopo il bagno o dopo aver sudato eccessivamente
• limitare l’esposizione nelle ore centrali (12-16)
• evitare le ustioni sia solari che artificiali (lampade abbronzanti)
• specie se calvi, proteggere il cuoio capelluto con cappello
• utilizzare una crema specifica per le labbra
• non esporre al sole i neonati evitando l’esposizione solare diretta fino ai 12 mesi d’età e limitare, quanto più possibile, l’esposizione in età pediatrica
Come diagnosticare tempestivamente una cheratosi attinica?
• Prestare particolare attenzione ad eventuali cambiamenti della propria pelle, specialmente se ci si è esposti regolarmente al sole per motivi professionali o per hobby
• non trascurare l’eventuale comparsa di macchie, lesioni e aree di differente colorazione
• non trascurare lesioni poco visibili clinicamente ma sintomatiche o ruvide al tatto o che stentano a guarire
• eseguire l’autoesame della pelle scrupolosamente, con l’ausilio di uno specchio e di una buona illuminazione prestando attenzione anche a zone meno visibili (come per esempio orecchie e cuoio capelluto)
• effettuare un controllo dermatologico ogni anno o secondo il consiglio dello specialista.