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Le dermatosi in gravidanza: quali sono, i sintomi e i farmaci ammessi. La guida completa

Qualche giorno di ritardo, un’insolita tensione al seno, la nausea e un’ipersensibilità agli odori sono i primi sintomi che fanno sospettare una gravidanza, una condizione fisiologica caratterizzata da profondi cambiamenti immunologici, endocrini, vascolari, metabolici ma anche dermatologici.

Quali sono le manifestazioni cutanee tipiche della gestazione? Quali farmaci dermatologici possono essere assunti in gravidanza? Infine, una donna in stato interessante può eseguire la tintura dei capelli? Di seguito, una guida completa per tutte le mamme in attesa.

Prima di tutto, possiamo identificare tre gruppi per descrivere didatticamente i cambiamenti fisiologici e le patologie dermatologiche tipiche della gravidanza:

  • Modificazioni cutanee fisiologiche
  • Storia naturale delle patologie dermatologiche in corso di gravidanza
  • Dermatosi tipiche della gravidanza

Modificazioni cutanee fisiologiche

Sono la conseguenza degli ormoni prodotti durante la gestazione, riconosciute anche come cambiamenti cutanei di origine endocrina, interessano la pigmentazione cutanea, i capelli, le unghie le ghiandole sudoripare, il tessuto connettivo e il sistema vascolare.

Pigmentazione cutanea

Nel 90% delle donne in stato interessante compare un’iper-pigmentazione, dovuta all’iper-produzione di estrogeni, progesterone ma soprattutto di MSH (melanocyte-stimulating ormone), ormoni che direttamente o indirettamente stimolano la produzione di melanina e di conseguenza la comparsa di macchie scure sulla pelle.

L’accentuazione della pigmentazione interessa elettivamente le areole mammarie, i capezzoli, i genitali, le ascelle e la linea alba, quel segmento verticale che si estende dall’ombelico fin verso il pube che – divenendo più scura – viene denominata linea nigra. Raramente anche le lentiggini e i nevi possono diventare più scuri e lo stesso fenomeno si può verificare anche sulle cicatrici.

Dopo il parto, tutte le zone del corpo citate schiariscono spontaneamente e progressivamente nel corso dei mesi successivi.

Inoltre, nel 70% delle donne compare al volto, elettivamente alle guance e alla fronte, il melasma o maschera gravidica. L’intensità del colore scuro del melasma dipende dal livello in cui si è deposito il pigmento nella cute, ovvero può essere superficiale se presente nell’epidermide, profondo se nel derma oppure misto se è interessato contemporaneamente sia il derma sia l’epidermide.

L’osservazione della macchia con la lampada di Wood è in grado di distinguere i diversi tipi di melasma e di conseguenza identificare i trattamenti schiarenti più idonei.

Le formulazioni topiche a base di idrochinone e di tretinoina sono quelle maggiormente indicate e il miglioramento clinico della maschera gravidica, ovvero lo schiarimento, è direttamente proporzionale alla presenza di pigmento a livello dell’epidermide. Pertanto, se è presente solo un’iperpigmentazione a livello epidermico è molto più facile che la maschera gravidica schiarisca in corso di trattamento rispetto ad una caratterizzata da un deposito profondo nel derma.

Capelli

Frequente la comparsa o l’accentuazione di peluria al volto, raramente agli arti e al dorso che poi, dopo il parto, tende a scomparire progressivamente.

A volte però, una peluria eccessiva, causa di un vero e proprio irsutismo, potrebbe essere il primo segnale di un disordine ormonale che deve essere opportunamente indagato. Di solito le cause più frequenti sono: i luteomi, le cisti ovariche o la policistosi ovarica.

Se durante la gravidanza i peli tendono ad aumentare, dopo il parto i peli diminuiscono e i capelli si diradano per una vera e propria accentuazione della loro caduta (telogen effluvium). A volte, il diradamento dei capelli può essere tale da assumere l’aspetto dell’alopecia androgenetica maschile. La caduta dei capelli può continuare anche durante l’allattamento fino a 15 mesi dopo il parto.Il telogen effluvium post partum è la conseguenza fisiologica di una privazione ormonale in particolare degli estrogeni che, prodotti durante la gravidanza, dapprima incentivano e prolungano la fase di crescita (fase anagen) dei capelli, poi dopo il parto inducono la caduta in seguito alla loro bassa produzione.

Nella maggioranza dei casi, dopo un anno, si osserva una ricrescita spontanea completa tranne i pochi casi in cui è presente un arretramento del margine frontale della capigliatura e un diradamento delle aree frontali e temporali. Questo tipo di alopecia, molto simile come già scritto a quella di tipo androgenetica, si manifesta per cause non note e richiede un trattamento con farmaci anticaduta tipo il minoxidil.

Infine, attenzione ai trattamenti tricologici in particolare quelli per eseguire la tintura dei capelli perché contengono aminonitrofenoli (composti aromatici) che hanno un’azione mutagena e carcinogenetica e possono essere assorbiti dall’organismo attraverso il cuoio capelluto. Di recente, alcuni studi hanno individuato in questi prodotti uno dei fattori di rischio ambientali per l’insorgenza di alcuni tumori cerebrali nelle donne e nei bambini.

Unghie

La lamina ungueale tende a diventare più opaca, potrebbe separarsi distalmente (onicolisi) oppure se dovesse comparire un ispessimento corneo del letto ungueale potrebbe sollevarsi e staccarsi dal suo fisiologico piano d’appoggio. Topici a base di urea al 30-40%, meglio veicolati in gel, possono essere usati per levigare e ridurre lo spessore corneo presente sotto la lamina dell’unghia.

Ghiandole sudoripare

Frequente la presenza di un’accentuazione della sudorazione (iperidrosi) alle mani oppure di un eczema disidrosico.

I sali di alluminio (cloruro e idrocloruro di alluminio) sono validi antitraspiranti in grado di ridurre fino al 40% la quantità di sudore secreto per il loro effetto astringente sul poro ghiandolare. Effetto collaterale: sono irritanti e tendono a logorare le fibre de tessuti coni quali vengono a contatto.

Una possibile alternativa possono essere i sali di zirconio o quelli di zinco.

Tessuto connettivo

Nel 90% dei casi compaiono dopo il sesto mese le smagliature, note anche con il nome di strie distensae o gravidarum. Simili a striature lineari, a volte ramificate, di colore rosa-rosso oppure violaceo, si localizzano elettivamente all’addome, soprattutto in sede peri-ombelicale, alla radice degli arti inferiori, sulla superficie interna della cosce e al seno. Gli ormoni, quali gli estrogeni, la relaxina e i corticosteroidi, insieme ai fattori fisici, che inducono lo stiramento della cute, sono le cause principali del fenomeno.

Successivamente dopo il parto le smagliature tendono a cambiare colore divenendo chiare, quasi biancastre, ma soprattutto atrofiche e depresse rispetto al piano cutaneo.

Sistemi laser dedicati, oppure quelli a luce pulsata e infine peeling a base di acido tricloroacetico rappresentano i trattamenti d’elezione per le smagliature le quali devono essere curate tempestivamente quando sono ancora di colore rosso-violaceo perché maggiormente responsive.

Sistema vascolare

Fin dall’inizio della gestazione compare una vasodilatazione a livello della vagina e del vestibolo. Inoltre, possono comparire spider nevi, neoformazioni vascolari di colore rosso vivo, morfologicamente simili ad un piccolo ragno, ovvero caratterizzata da un minuto corpo centrale e da tante ramificazioni disposte a raggera e tortuose simili alle zampe di un aracnide. Compaiono, principalmente, intorno agli occhi e nelle aree limitrofe del volto drenate dalla vena cava superiore. Si osservano nel 67% delle donne in gravidanza e scompaiono spontaneamente 3 mesi dopo il parto.

Invece al palmo delle mani può comparire un eritema, un arrossamento localizzato che può mimare un livido.

Nel 40% delle donne possono comparire agli arti inferiori le varici in seguito all’aumento della pressione sanguigna a livello dei vasi femorali e pelvici e, fortunatamente, solo nel 10% dei casi si può verificare una trombosi, una complicanza vascolare, dovuta all’alterazione del deflusso venoso.

Infine, è comune il vasospasmo che può indurre la comparsa di flushing al viso, pallore, l’alternarsi della sensazione di caldo e freddo, la cute marmorata alle gambe e il peggioramento di patologie, già presenti prima della gravidanza, quali il fenomeno di Raynaud, il dermografismo e l’orticaria.

Storia naturale delle patologie dermatologiche in corso di gravidanza

Il decorso di alcune patologie già presenti nella donna prima della gravidanza è assolutamente imprevedibile durante la gestazione. Alcune possono migliorare mentre altre peggiorare.

Dermatite Atopica

Tende a peggiorare forse in seguito alla comparsa del prurito. Tuttavia, nel 25% dei casi è stata documentata anche una remissione.

Psoriasi

La variante volgare, quella più comune, e quella associata ad artrite tendono a peggiorare molto più frequentemente di quella pustolosa. Anche in questo caso, però esistono le eccezioni, ovvero il miglioramento della malattia dovuto forse all’azione dell’interluchina 10 (IL-10) prodotta durante la gestazione.

Impetigo Herpetiforme

E’ una variante rara della psoriasi pustolosa, associata ad ipo-calcemia (bassi livelli di Calcio nel sangue) e a bassi valori di vitamina D. Tende a peggiorare, soprattutto, durante l’ultimo trimestre. Può associarsi a malessere generale, febbre, delirio, diarrea, vomito e manifestazioni simili al tetano. Placche eritematose compaiono inizialmente alle pieghe per poi estendersi centrifugamente e interessare ampie aree del corpo.

La somministrazione di calcio o di vitamina D migliora il quadro clinico che dopo il parto può essere trattato anche con retinoidi per via sistemica con la fototerapia.

Infezioni

Data l’immunosoppressione, dovuta all’aumentata produzione di estrogeni, tendono a manifestarsi più frequentemente. Le infezioni più frequenti sono: la vaginite da Candida o da Trichomonas e le follicoliti da Pityrosporum. Inoltre, i condilomi acuminati, eventualmente presenti in vagina, possono crescere più rapidamente fino ad ostruire completamente il canale del parto. Al contrario, non sono documentate esacerbazioni delle infezioni genitali da Herpes Simplex virus (HSV) ma si ricorda che nel 50% dei casi l’infezione può essere trasmessa al neonato durante il parto se presenti lesioni a livello della parete interna della vagina. Infine solo in alcuni casi, durante la gravidanza, le donne HIV-positive possono avere la progressione verso l’AIDS.

Lupus eritematoso sistemico (SLE)

Peggiora nella metà dei casi. Compaiono dolorose lesioni vasculitiche agli arti inferiori ed è possibile il danno renale permanente. Rarissimo il decesso. Frequente il parto prematuro nelle donne con SLE o la nascita di un neonato affetto da Lupus ma solo se la mamma presenta nel sangue gli anticorpi anti-Ro(SS-A). Il Lupus neonatale che si manifesta con una particolare dermatosi localizzata nelle aree foto-esposte può complicarsi con il blocco cardiaco del piccolo.

Pemfigo

Tende a comparire o a peggiorare durante il primo o secondo trimestre e la malattia, tramite il passaggio transplacentare degli anticorpi specifici IgG, può essere trasmessa al feto.

Porfiria cutanea tarda e Acrodermatite enteropatica

Entrambe tendono a peggiorare. La prima in seguito all’aumentata produzione di estrogeni mentre la seconda per una diminuzione dello zinco.

Sindrome di Ehlers-Danlos e Pseudoxantoma elasticum

Durante gli sforzi del parto possono verificarsi complicanze dovute alla rottura dei vasi sanguigni. Epistassi ed emorragie e solo nel primo caso anche prolasso uterino o lacerazione uterina.

Le donne in gravidanza con Lupus eritematoso sistemico, che hanno sofferto di pemfigo, che soffrono di porfirea cutanea tarda, di Acrodermatite enteropatia, della sindrome di Ehlers-Danlos e della malattia Pseudoxantoma elasticum devono essere monitorate dal proprio dermatologo e dal ginecologo.

Dermatosi tipiche della gravidanza

Questo gruppo include tutte le patologie dermatologiche che si possono manifestare solo durante una gravidanza e non in altri momenti della vita di una donna.

Colestasi intraepatica

E’ dovuta ad una disfunzione secretoria della bile. Si manifesta, generalmente, nel corso del terzo trimestre e si caratterizza per la comparsa di un prurito diffuso su tutto il corpo. Sulla pelle non è assolutamente presente alcun tipo di lesione o manifestazione cutanea che possa giustificare il sintomo. In gergo viene etichettato come prurito sine materia.

Solo gli esami del sangue evidenziano un’alterazione a carico degli acidi biliari e a volte anche delle transaminasi (GOT, GPT), parametri di funzionalità epatica, confermano la diagnosi. Possibile, inoltre, un aumento dei valori del colesterolo, trigliceridi, fosfatasi alacalina. Il prurito si risolve immediatamente dopo il parto. La manifestazione può ripresentarsi nel 50% dei casi nel orso di una gravidanza successiva.

Herpes gestationis

Noto anche con il nome di Pemfigoide gestazionale, può manifestarsi durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza. Inizialmente, compare un prurito e manifestazioni di tipo pomfoide in sede addominale che poi tendono rapidamente ad estendersi su tutto il corpo, eccezion fatta per il viso, il palmo e le pianta del piede. I pomfi evolvono verso la formazione di vescico-bolle.

Tale patologia, può associarsi anche alla malattia di Graves, oppure ad altre di tipo autoimmune. Proprio per questo motivo spesso si riscontrano nel sangue elevati valori di anticorpi verso la tiroide (anti-TPO e anti-tireogloblina) e verso la mucosa gastrica. A tutt’oggi non è nota la causa della malattia sebbene alcuni ipotizzano si possa trattare di una malattia autoimmune in cui la madre produce degli anticorpi verso alcuni antigeni specifici della placenta.

PUPPP

E’ l’acronimo inglese di pruritic urticarial papules and plaques of pregnancy, una patologia polimorfa caratterizzata essenzialmente dal prurito e clinicamente dalla comparsa di manifestazioni simili ai pomfi dell’orticaria, oppure alle placche o alle papule.

Si manifesta quasi sempre solo nelle primipare durante il terzo trimestre. Inizialmente, compaiono delle striature eritematose, simili alle smagliature, localizzate all’addome tranne tutt’intorno all’ombelico. Successivamente, le stesse manifestazioni interessano gli arti, le natiche e il torace. Il volto, il palmo e la pianta dei piedi sono sempre risparmiati. La patologia, assolutamente innocua per il feto, richiede la somministrazione di medicazioni locali antirpruriginose, quali il mentolo, e nei casi importanti anche dell’anti-istaminico o del cortisone. Dopo il parto, tutto si risolve spontaneamente.

Follicolite pruriginosa della gravidanza

Descritta per la prima volta nel 1981 si caratterizza per la comparsa durante il terzo trimestre di un’infezione dei follicoli sparsi sul corpo. Un miriade di manifestazioni puntiformi e pruriginose che, anche in questo caso non comporta conseguenze per il feto, può essere trattata allo stesso modo della PUPPP e risolve spontaneamente dopo il parto. A tutt’oggi sono sconosciute le cause responsabili dell’insorgenza di tale follicolite.

Valutazione di una donna in gravidanza con una dermatosi

Il termine dermatosi è assolutamente aspecifico e identifica qualunque malattia dermatologica che nel caso specifico compare in corso di una gravidanza. Cosa fare per evitare inutili allarmismi o per evitare di sottovalutare una delle condizioni precedenti? Di seguito alcuni semplici consigli per il medico e per la mamma in attesa

  • osservare le manifestazioni e descriverle per individuarne la tipologia
  • stabilire la localizzazione, soffermandosi sia sulle aree cutanee interessate sia su quelle risparmiate
  • valutare la sintomatologia associata
  • accertare il periodo della gravidanza, ovvero se trattasi del primo, secondo o terzo trimestre, perché le manifestazioni descritte prediligono precisi momenti della gestazione
  • rivolgersi al dermatologo per ogni dubbio ed evitare assolutamente l’automedicazione.

Quali farmaci è possibile assumere in gravidanza?

Anche in gravidanza potrebbe rendersi necessaria la somministrazione di farmaci dei quali è necessario conoscere la categoria di rischio della classe e/o del principio attivo per evitare danni di tipo tossico o teratogenicità sul feto. Inoltre, è importare accertare il periodo di gestazione perché i danni sul feto sono correlati al periodo di sviluppo fetale durante il quale il farmaco viene assunto dalla la donna.

Le categorie di rischio dei farmaci in corso di gravidanza sono state identificate dalla Food and Drug Administration (FDA) che li ha catalogati nei seguenti gruppi:

  • categoria Afarmaci che non hanno dimostrato rischio per il feto
  • categoria Bfarmaci che non hanno dimostrato rischio per il feto animale ma per i quali non esistono dati certi per l’uomo o che hanno dimostrato effetti negativi sul feto animale ma non su quello umano
  • categoria Cfarmaci che hanno dimostrato effetti negativi sul feto animale ma per i quali non esistono dati sui possibili effetti sul feto umano
  • categoria Dfarmaci per i quali è accertato un evidente rischio per il feto umano che possono essere prescritti qualora gli eventuali effetti benefici siano superiori ai rischi
  • categoria Xcontroindicati in gravidanza perché inducono lesioni fetali o rischio fetale

L’effetto tossico o teratogeno di un farmaco è elevato se la sua assunzione avviene durante le prime due-tre settimane perché può indurre alterazioni vitali alle cellule embrionali, incompatibili con un ulteriore sviluppo dell’embrione.

Invece, dalla terza all’ottava settimana l’embrione è suscettibile ai danni teratogeni. Noti, in passato, i danni causati dall’assunzione della talidomide.

Infine, tale suscettibilità diminuisce dopo l’ottava settimana quando la maggior parte degli organi sono già formati. Tuttavia, si possono ancora avere danni sulla differenziazione dei genitali esterni, sullo sviluppo intellettuale e sulla crescita del feto.

Consiglio di evitare assolutamente l’automedicazione anche dei farmaci da banco e di rivolgersi sempre al proprio medico. Inoltre, la consultazione delle seguenti tabelle è un valido ausilio per assumere consapevolmente oppure rifiutare un medicamento dermatologico in gravidanza.

Farmaci dermatologici per uso sistemico
ClasseFarmacoCat FDAEffetti su fetoEffetti su allattameto
AntibioticiPenicillinaBNessunotalora diarrea; candidiasi, eruzione cutanea
AmpicillinaBNessunotalora diarrea; candidiasi, eruzione cutanea
CefalosporinaBnessunonessuno
EritromicinaBnessunonessuno
ClindamicinaBnessunocompatibile
MetronidazoloBmutageno nei batteri ma non nell’uomonon consigliato (non allattare per 48 ore)
SulfonamidiCittero, kernikteruspossibile kernikterus, anemia emolitica in deficitari G6PD
TetraciclinaDipoplasia e discromia smalto dentaleipoplasia e discromia smalto dental; riduzione crescita scheletrica; fotosensibilità
StreptomicinaDototossicità “banali”non consigliata per terapie
GentamicinaDneurotossicità “banali”non consigliata per terapie
NeomicinaDneurotossicità “banali”non consigliata per terapie
RifampicinaCpalatoschisi, spina bifida nei roditorinessuno
IsoniazideCembriotossicità negli animalimetabolita epatotossico rilevabile nel latte materno
Chinolonicidati insufficientidati insufficienti
AntimicoticiNistatinaBnessunonessuno
KetoconazoloCsindattilia e ologodattilia nei rattikernikterus (non allattare per 48 ore)
GriseofulvinaCnon consigliatanessuno
Fluconazolodati insufficientidati insufficienti
Itraconazolodati insufficientidati insufficienti
TerbinafinaBdati insufficientidati insufficienti
AntiviraliAciclovirCminimo rischio, ma non studi nell’uomonon documentati effetti collaterali
FamciclovirBdati insufficientidati insufficienti
ValaciclovirBdati insufficienti (profamaco dell’Aciclovir)dati insufficienti
AntistaminiciClorfenaminaBnessunonessuno
BromofeniraminaBnessunonessuno
DifenidraminaBnon evidenza di effetti colateraliammessa
CiproeptadinaBdati insufficientinon noti
IdrossizinaCanomalie nei rattinon noti
AnalgesiciParacetamoloBnessunonessuno
Aspirina (ASA)Cda evitare nelle ultime fasi della gravidanza: in alte dosi può causare emorragie placentari o fetali, chiusura prematura del dotto di Botalloin alte dosi causa effetti negativi sulle piastrine fetali
IbuprofeneBda evitare nelle ultime fasi della gravidanza (vedi ASA)ammesso
NaproxeneBda evitare nelle ultime fasi della gravidanza (vedi ASA)ammesso
CorticosteroidiPrednisoneBpalatoschisi, cataratta nelle settimane precoci; IUGR; in alte dosi soppressione adrenosurrenalecompatibile
BetametasoneBcompatibile nelle ultime settimane di gravidanza ed a bassi dosaggicompatibile
IdrocortisoneBcompatibile nelle ultime settimane di gravidanza ed a bassi dosaggicompatibile
Androgeni, Estrogeni e ProgestiniciDanazoloDmascolinizzazione dei feti femmine; difetti del seno urogenitalepossibile virilizzazione dei neonati femmine
SpironolattoneCdati insufficientidati insufficienti
Estrogeni (Etinilestradiolo, Etisterone, Etinodiolo, Mestranolo)Xalcuni studi suggeriscono associazioni con anomalie multipleginecomastia del neonato maschio
Progestinici (Noretindrone, Norgestrel, Noretinodrel)Dpossibile mascolinizzazione dei feti femmina entro la sett. 8soppressione dell’allattamento
Agenti chemioterapiciAzatioprinaDteratogeno nei roditori, potrebbe alterare il sistema immunitarionon consigliato
CiclofosfamideDmalformazioni fetali varieneutropenia transitoria
CiclosporinaCfinora non riferiti difetti connatalipotenziale cancerogenicità, nefrotossicità ed ipertensione arteriosa
5-FluorouracileDprimo trimestre: anomalie scheletriche; terzo trimestre: cianosi, crisi clonichenon consigliato
MetotrexateDteratogeno nel primo trimestrenon consigliato
VitamineVitamina A e derivatiXmultipli effetti teratogeninon consigliato
Beta carotenedati non disponibilidati non disponibili
NicotinamideCnon anomalieassenza effetti negativi
PiridossinaAnon anomalieassenza effetti negativi
Vitamina DCteratogena negli animaliassenza effetti negativi
Vitamina EAdati non disponibili per dosaggi elevatiassenza effetti negativi per dosaggi normali
RetinoidiEtretinatoXteratogenicità craniofacciale, neurologica, cardiaca, timica; anomalie artinon consigliato
AcitretinaXteratogenicità craniofacciale, neurologica, cardiaca, timica; anomalie artinon consigliato
AltriPsoraleniCeffetti sconosciuti nell’uomo; dovrebbe essere somministrato solo se strettamente necessarioda evitare
DapsoneCnon conosciuti effetti collaterali sul fetoanemia emolitica in deficitari G6PD; non consigliato
Farmaci dermatologici per uso topico con elevato rischio in gravidanza
ClasseFarmacoEffetti sul feto
AntiviraliPodofillinariferite anomalie fetali e morte fetale
AntiscabbiaLindanoneurotossicità fetale, anemia aplastica (in caso di riasorbimento sistemico)
AntisetticiEsaclorofeneneurotossicità fetale (se usato per via vaginale)
AntibattericiArgento sulfodiazinanon indcato su estese superfici nel III trimestre
Farmaci dermatologici per uso topico con minimo rischio in gravidanza
ClasseFarmacoCat. FDA
AntiacneAcido azelaicoB
BenzoilperossidoC
MeclociclinaB
Metronidazolo gelB
AntibioticiAc. Fusidico
ClindamicinaB
EritromicinaB
Gentamicina
MupirocinaB
AntimicoticiAmfotericina BB
CiclopiroxolaminaB
ClotrimazoloB
MiconazoloB
NistatinaA
Oxiconazolo nitratoB
TerbinafinaB
AntiproliferativiMasoprocolB
AntiscabbiaBenzoato di Benzile
PermetrinaB
Farmaci dermatologici per uso topico con minimo rischio nell’allattamento
ClasseFarmaco
AntiacneAdapalene gel
Acido azelaico
Benzoilperossido
Meclociclina
Tretinoina
AntibattericiIodopovidone
Mupirocina
AntibioticiBacitracina
Bacitracina + Neomicina (Bimixin)
Eritromicina
AntimicoticiAmfotericina B
Ciclopiroxolamina
Clotrimazolo
Ketoconazolo
Miconazolo
Nistatina
Terbinafina
AntiparassitariMetronidazolo
AntipsorisiaciCalcipotriolo
Metossipsoralene
AntiscabbiciBenzoato di Benzile
Permetrina
AntiviraliAciclovir
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Dott. Alessandro Martella
Dott. Alessandro Martella
Ciao, trovi le informazioni sulla mia attività di Dermatologo qui. Sono l'ideatore, fondatore e responsabile di Myskin, la piattaforma che stai consultando e autore di oltre 50 lavori scientifici in Dermatologia. Attualmente sono il Presidente dell'Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (AIDA). e il Direttore Responsabile della Rivista DA 2.0Sono anche Co-editors della Rivista Scientifica JPD.

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