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Il sole e la nostra pelle: cosa è necessario sapere?

Il sole di oggi è «malato»? Il sole fa bene o fa male? Come scelgo la giusta crema solare? Quanta crema devo applicare? Che numero di fattore protettivo devo scegliere? Posso portare in spiaggia mio figlio di 2 anni? Ho la dermatite atopica: posso andare al sole? E’ possibile essere allergici alle creme solari? Esistono altri mezzi di fotoprotezione efficace oltre alle creme? Ho una carenza di Vitamina D, se sto al sole il mio corpo ne produce di più?

Sono queste alcune delle domande più gettonate negli ambulatori dermatologici in questi giorni e alle quali provo a rispondere.

Il sole di oggi è «malato»?

Definire il sole «malato» è un termine improprio. Non è infatti colpa del sole se sono aumentati i casi di melanoma e di carcinoma squamocellulare negli ultimi 50 anni. E’ dimostrato infatti che la quantità di energia solare assorbita dalla nostra pelle (UV index) è aumentata a causa della diminuzione dell’ozono stratosferico (il “buco dell’ozono”). E’ quindi la stratosfera ad essere «malata» e l’uso smodato di cloro-fluoro carburi (CFC) da parte dell’Uomo né è la principale causa (1).

Il sole fa bene o fa male?

Questa è la domanda più difficile in assoluto. La risposta più adeguata è: dipende!

Dipende dalla nostra pelle, dal nostro fototipo, se abbiamo qualche patologia cutanea, se abbiamo assunto dei farmaci prima di esporci al sole. Ecco una piccola tabella per orientarsi meglio.

Fototipo 1-2carnagione chiara, occhi chiari, capelli rossi o biondi, lentigginile persone con questi colori si scottano sempre e l’abbronzatura è quasi inesistente
Fototipo 3carnagione abbastanza chiara, occhi chiari o scuri, capelli biondi o castani, poche lentigginiqueste persone si scottano spesso e raggiungono una abbronzatura dorata
Fototipo 4-5-6carnagione olivastra/scura/ nera, occhi marroni, capelli scuri/neri, nessuna lentiggineNon si scottano quasi mai, l’abbronzatura è molto intensa
Dermatite Atopica, Psoriasi, Dermatite Seborroicaqueste patologie immunomediate normalmente migliorano con l’esposizione solare, ma una piccola parte dei malati peggiora in estate a causa di una eccessiva sudorazione o perché assume farmaci fotosensibilizzanti
Vitiliginespesso l’esposizione al sole induce un miglioramento dell’aspetto della zone chiare della pelle, ma abbronza di più le zone naturalmente scure, evidenziando quelle chiare. Nei casi più sfortunati, il sole può indurre una progressione e quindi un peggioramento della patologia che si manifesta con la comparsa di nuove macchie bianche
Acneinizialmente migliora poi successivamente dopo l’estate torna a peggiorare. L’abbronzatura maschera le cicatrici, ma provoca anche un aumento dello strato corneo che occlude i follicoli sebacei.
Lupus, Orticaria, Porfiria, Xeroderma Pigmentososono malattie causate dall’esposizione solare e che pertanto deve essere assolutamente evitata
Farmaci: anti-infiammatori, antibiotici, cortisoniciquesti e altri farmaci riducono la resistenza della pelle agli insulti provocati dal sole. E’ necessario leggere bene il foglietto illustrativo del farmaco usato alla ricerca di controindicazioni per quanto riguarda l’esposizione solare.
Figlio di 6 mesila pelle del neonato non ha ancora sviluppato i meccanismi difensivi dal danno solare quindi non va esposta al sole. I neonati devono uscire coperti dai vestiti e protetti con creme solari con fattori protettivi molto alti
Figlio di 2 annii bambini tra i 6 mesi e i 3 anni devono essere esposti al sole con estrema cautela e protetti con schermi solari molto alti. Lo strato corneo a quest’età è molto poco rappresentato e la produzione di melanina è minima. Le ustioni solari accadute in questi anni rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di tumori cutanei in età adulta.

Come scelgo la crema solare giusta?

Ad oggi esistono in commercio moltissime tipologie diverse di filtri solari: creme, latti, oli, spray, fluidi. Ognuno di noi può scegliere la formulazione che più gli aggrada a seconda delle proprie necessità. Ad esempio su una cicatrice recente è meglio applicare una crema; sulle zone ricoperte da peli è più comodo applicare un latte; su una pelle tendenzialemente secca è più indicato un olio; su una pelle grassa o con acne è più gradevole applicare un fluido secco; su grandi superfici o sui bambini «sfuggenti» è strategico applicare un filtro spray.

Qualunque sia la formulazione o la marca che si preferisce, è importantissimo saper scegliere il giusto fattore protettivo contro i raggi ultravioletti (sia UVA che UVB) che viene espresso dalla dicitura SPF (Sun Protection Factor) seguita da un numero (da 6 a 50) o da una dicitura codificata (molto alta, alta, media, bassa).

Un fattore SPF 15 contro UVA e UVB è il limite minimo per ottenere una fotoprotezione efficace non solo contro le scottature ma anche contro i tumori della pelle. Un buon prodotto fotoprotettore deve avere una protezione contro UVA pari ad 1/3 di quella contro UVB.

Qual è il mio fototipo?

 

Nella tabella alcune indicazioni pratiche.

FototipoEsempioTipo di abbronzaturaFattore di protezione indicato
Fonte immagini utilizzate per i fototipi: Salute 24
Fototipo 1Fototipo I - Pelle molto chiara e con lentiggini, capelli chiari, leggermente tendenti al rossiccio, occhi azzurri o verdi. Una pelle delicata che non si abbronza e che non può essere esposta ai raggi solari senza protezioni e schermi totali, pena scottature e ustioni gravi e dolorose.non mi abbronzo maiSPF 50+ o molto alta
Fototipo 2Fototipo II - Caratteristico dei popoli nordici, questo fototipo è caratterizzato da pelle chiara, capelli biondi o castano chiaro e occhi verdi o azzurri. Si tratta di un tipo di pelle che si abbronza solo leggermente e che corre il rischio di scottature ed eritemi se non adeguatamente protetta, a causa della scarsa quantità di melanina presente.mi abbronzo poco e lentamente dopo anche 2 mesi di esposizioneSPF 50 o alta
Fototipo 3Fototipo III - Tipicamente mediterraneo, il fototipo III è molto diffuso in Italia. La pelle è chiara o leggermente olivastra, capelli castani o biondo scuro e occhi marroni o verdi. All'inizio dell'esposizione ai raggi solari, si rischiano leggere scottature, ma si tratta di un tipo di pelle che può abbronzarsi senza problemi. La protezione adeguata è comunque sempre raccomandabile.mi abbronzo dopo poche settimane di esposizione al soleSPF 30 o alta
Fototipo 4Fototipo IV - Carnagione scura e olivastra, capelli bruni e occhi castani: se chi presenta queste caratterisatiche pensa di non doversi proteggere cade in errore: con melanina in quantità si è relativamente al sicuro da scottature ed eritemi, ma maggiore ed incombente è il rischio di invecchiamento precoce a causa della sovraesposizione ai raggi solari.mi abbronzo dopo 1 settimana di esposizione al soleSPF 20-15 o media
Fototipo 5Fototipo V - Pelle scura, capelli neri e occhi scuri: chi appartiene a questo fototipo ha tantissima melanina e si scotta raramente. I dermatologi consigliano comunque di utilizzare creme e filtri solari per proteggere la pelle dai raggi ultravioletti.mi abbronzo dopo 2-3 giorni di esposizione al soleSPF 10 o basso
Fototipo 6Fototipo VI - Carnagione nera, capelli neri, occhi neri: in chi presenta il fototipo VI non si riscontra alcun cambiamento di colorito a seconda dell'esposizione ai raggi Uva, a meno che questa non avvenga dopo un lungo periodo senza sole. È opportuno quindi mantenere la pelle idratata e utilizzare prodotti protettivi per le labbra.mi abbronzo dopo 1 giorno di esposizione al soleSPF 6 o basso

Quanta crema devo applicare?

I fattori protettivi scritti sulle confezioni delle creme solari vengono assegnati dopo aver superato un test internazionale (il COLIPA test method), che consiste nell’applicare 2 mg di crema in un cm2 di cute ed esporla ad un simulatore solare. Se vogliamo applicare sul nostro corpo il filtro solare dichiarato sulla confezione dovremo usarne la stessa quantità. Ad esempio, una persona alta 170 cm che pesa 70 kg (superficie corporea 180 cm2) deve applicare circa 36 grammi di prodotto ad ogni applicazione. In 7 giorni di vacanza al mare a due applicazioni al giorno, useremo quindi 500 grammi di prodotto, pari a 4 confezioni da 150 grammi!

Siccome nessuno di noi porta in spiaggia la bilancia di precisione, può essere più semplice seguire la regola «del cucchiaio da the»(2): mezzo cucchiaio per viso e collo, mezzo per ogni braccio, un cucchiaio per il torace, uno per il dorso e uno per ogni gamba.

Quando devo applicare la crema?

Circa 20-30 minuti prima di esporsi al sole. Ma una seconda applicazione dopo 20 minuti previene l’assorbimento di un ulteriore 80% di UV. Le successive applicazioni devono essere fatte ogni 2 ore circa, nella stessa quantità.

Il test COLIPA controlla anche la sostantività dello schermo solare, ossia la capacità di resistere all’acqua e al sudore. La dicitura water resistant (resistente all’acqua) per i filtri che mantengono l’SPF dopo 2 immersioni di 20 minuti e la dicitura very water resistant (molto resistente all’acqua) dopo 4 immersioni di 20 minuti. È importante però ricordare che l’asciugatura con l’asciugamano dopo un bagno o durante una partita a beach volley rimuove fino all’85% del prodotto applicato!

È possibile essere allergici alle creme solari?

Purtroppo si! Anche nelle creme solari esistono conservanti, profumi e altre sostanze che possono causare allergie da contatto, come per qualsiasi crema. Inoltre, con l’esposizione al sole, i componenti delle creme solari subiscono delle trasformazioni strutturali che ne alterano le caratteristiche filtranti.

Esistono altri mezzi di fotoprotezione efficace oltre alle creme?

Molti tessuti presentano un certo grado di protezione solare (denominato UPF). Il cotone e il lino, tessuti di cui sono composti gli ombrelloni al mare e i vestiti prendisole, hanno un UPF 15 e quindi, contrariamente a quanto si possa pensare, stare sotto l’ombrellone non riduce di molto il rischio di tumori cutanei. Lavare e stirare i tessuti ne aumenta l’UPF, mentre quelli bagnati sono più permeabili ai raggi UV. Un cappello a tesa larga (maggiore di 7 cm) corrisponde ad un SPF 7 per il naso e 5 per il collo.

Da qualche anno sono in commercio, soprattutto nell’abbigliamento sportivo e tecnico, dei tessuti anti UV.

Durante l’attività sportiva o lavorativa sotto il sole sono preferibili alle creme perché offrono una protezione costante e duratura.

Ho una carenza di vitamina D posso aumentarla esponendomi al sole?

La vitamina D2 (ergocalciferolo) è prodotta dalla cute in seguito all’esposizione ai raggi UV. Durante l’estate ne viene prodotta una quantità in esubero che si accumula nell’organismo e viene utilizzata nel periodo invernale. Per produrre una sufficiente quantità di Vitamina D2 è necessario esporre al sole il 15% della superficie corporea per 15 minuti.

Ma le fonti principali di Vitamina D sono i cibi ( pesci grassi come salmone e aringhe, verdure verdi, latte e uova) o gli integratori alimentari. Solo questi ultimi sono riportati nelle linee guida internazionali come veramente efficaci nell’aumento dei livelli di Vitamina D dell’organismo.

Sfatiamo un po di miti

  • passeggiando sul bagnasciuga ci si scotta meno che restando fermi sul lettino: Falso! Muoversi sotto il sole non è un fattore protettivo, anzi la sudorazione indotta dallo sforzo e la rifrazione dell’acqua del mare possono addirittura aumentare la quantità di radiazioni assorbite dalla pelle.
  • il sole preso in città è meno intenso di quello preso in spiaggia: Falso! L’indice di irraggiamento (UV index) non cambia tra la città e la spiaggia. Potete facilmente verificalo controllando le previsioni metereologiche in qualunque quotidiano o sito meteo. Cambia invece la quantità di superficie corporea esposta perché in città siamo più coperti dai vestiti, e la durata dell’esposizione solare.
  • non esponendosi al sole per tutta l’estate in corso si riduce il rischio di sviluppare un tumore della pelle: Falso! Restare rinchiusi per tutta un’estate può solo ridurci il tono dell’umore, non certo il rischio di melanoma. Purtroppo la nostra pelle ha “memoria” di tutte le esposizioni solari e delle scottature che abbiamo avuto fin dalla tenera età. Le persone che lavorano all’aperto per anni (outdoor warkers) come gli agricoltori o gli operatori dell’edilizia, sono esposti ad un alto rischio di tumore cutaneo anche se trascorrono le loro domeniche chiusi in casa al buio.
  • proteggendo i nei con lo schermo totale si riduce il rischio di melanoma cutaneo: Falso! Doppiamente falso inquanto non esiste uno schermo “totale” ed è stato dimostrato che è più frequente che un melanoma si sviluppi sulla cute “bianca” che su un nevo preesistente. E’ quindi necessario proteggere tutta la superficie cutanea, sia quella con i nevi, sia quella senza nevi.

In conclusione, le domande che ogni giorno ci poniamo, dermatologi e pazienti, non hanno sempre una sola risposta, ma vanno personalizzate ai problemi dei singoli. E’ importante però saper scegliere i giusti comportamenti e i giusti presidi per ridurre il rischio di tumore cutaneo e godere dei benefici di una bella giornata al mare!

Riferimenti bibliografici

1. Int J Biometeorol. 2012 Jul;56(4):727-35. Fifty years of changes in UV Index and implications for skin cancer in Australia. Lemus-Deschamps L1, Makin JK.

2. Arch Dermatol. 2002;138(6):838-839. The Teaspoon Rule of Applying Sunscreen Jeffrey Schneider, MD

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Dott. Federica Osti
Dott. Federica Osti
Sono Medico Chirurgo specializzata in Dermatologia e Venereologia all'Universita' di Ferrara e in Chirurgia Dermatologica all'Universita' di Siena. Svolgo attività clinica di prevenzione, diagnosi e trattamento dei tumori cutanei presso la Ausl di Ferrara da più di 10 anni. Dopo aver conseguito il Master di Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza presso l’Università di Ferrara, ho cominciato a scrivere per Myskin.it e sono coautrice del libro "Reparto Dermocosmetico, guida al cross-selling” e di articoli scientifici pubblicati sulla stampa internazionale.

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