Ogni anno l’arrivo dell’estate era accompagnato dalla comparsa sulla nuca, sul dorso, a volte anche sul tronco e alla radice degli arti, di diverse macchie di forma ovalare, ben definite e di colore bianco, particolarmente evidenti rispetto alla pelle abbronzata. Successivamente, in autunno e in inverno, le macchie sparivano o forse non risultavano così evidenti perché era l’abbronzatura a venire meno e quindi la pelle tornava ad assumere un colore uniforme.
Macchie di sole
Il problema iniziava a diventare un disagio sociale, fino al punto da costringere ad indossare la maglietta anche in spiaggia. «Macchie di sole» era la spiegazione popolare, data la l’insorgenza della manifestazione dopo l’esposizione solare.
Le macchie di sole proprio a lui? E perché?
Evitava la doccia negli spogliatoi dopo la partita di calcetto infrasettimanale ed anche la piscina, dove più volte era stato invitato dalla sua comitiva.
Forse le «macchie di sole» avevano un significato, un messaggio che doveva essere scoperto. E se avessero una relazione con la profezia dei Maya: la fine del mondo il prossimo 21 dicembre 2012?
I Maya che erano in possesso di approfondite nozioni di matematica e astronomia e, studiando alcuni cicli dei corpi celesti, tra cui il sole, avevano ipotizzato la fine del mondo e lui era l’eletto, la testimonianza vivente della profezia.
Profezie, personaggi dell’amato film Matrix e un’iperbolica fantasia gli ingredienti genuini per un’illusione adolescenziale.
«Svegliati Neo. Matrix ha te… Segui il coniglio bianco.»
Proprio in quel momento un sussulto e poi il risveglio improvviso. Sudato per lo spavento, si guardò il corpo ancora costellato di macchie che non erano svanite come il sogno angosciante che lo aveva visto uscire di scena senza conoscerne il finale. Eppure ricordava ancora quella frase: «segui il coniglio bianco». «Cosa voleva dire?»
Ci pensò un attimo e capì che seguire il coniglio bianco era l’invito a chiedere il consulto del camice bianco: il dermatologo. Fissò subito un appuntamento per chiarire una volta per tutte il mistero delle sue «macchie di sole».
Lo specialista osservò attentamente le manifestazioni e poi le studiò utilizzando anche una particolare luce, chiamata lampada di Wood, e alla fine il responso medico dissolse la sua immaginazione. «Pitiriasi Versicolor» fu la diagnosi.
Un fungo, chiamato Malassezia Furfur, che normalmente vive sul cuoio capelluto di tutti gli esseri umani, può diventare patogeno e di conseguenza favorire l’insorgenza della malattia se si localizza a livello dei follicoli piliferi sparsi sul tronco.
La Malassezia Furfur, che come suggerisce il nome in alcuni soggetti può essere responsabile anche dell’insorgenza della forfora, è un normale saprofita della nostra testa. Alcuni fattori ambientali, tipo l’umidità, oppure una predisposizione familiare, favoriscono lo scivolamento del fungo dal cuoio capelluto alla nuca e poi al dorso, al tronco fino alla radice degli arti superiori favorendo l’insorgenza della Pitiriasi Versicolor che, pur essendo un’infezione fungina, è poco contagiosa.
Inizialmente compaiono delle macchie di forma ovale e di colore giallo-bruno che nei soggetti con carnagione tendenzialmente scura possono passare inosservate. In questa fase, le macchie presentano una finissima desquamazione paragonabile alla carta di sigaretta sgualcita, poi, siccome il fungo interrompe momentaneamente la sintesi della melanina, le macchie cambiano colore – da qui il nome versicolor – diventando più chiare rispetto alla normale tonalità della pelle.
Le macchie ipo-pigmentate si notano soprattutto se un soggetto è abbronzato e proprio per questo sono erroneamente etichettate come «macchie di sole» e rappresentano la normale evoluzione della malattia non diagnosticata e quindi non curata.
Il trattamento d’elezione prevede la somministrazione di antimicotici per via sistemica per due settimane, per eradicare il fungo patogeno dal tronco, e contestualmente l’uso di uno shampoo dedicato contenente anch’esso un antimicotico per debellare il fungo dal cuoio capelluto.
La terapia mira all’eradicazione dell’agente patogeno e non alla re-pigmentazione delle macchie, per le quali, solo dopo un’adeguata e consapevole esposizione al sole, è possibile ripristinare la nuova sintesi della melanina.
Infine, nei casi gravi – solo dopo prescrizione medica – è indicato usare periodicamente durante l’anno uno shampoo antimicotico per evitare le recidive.
Chiarito il mistero delle macchie di sole… pillola blu o pillola rossa?
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