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Crema solare: come scegliere quella giusta per la tua pelle!

Costume, occhiali da sole, telo mare… oppure scarponcini, zaino, bussola… mare o montagna non importa, quello che ci accomuna in estate è la voglia di stare all’aperto e di goderci le belle giornate estive. Nella borsa di paglia, cosi come nello zaino da trekking, non deve mai mancare la crema solare.

Sì, ma, quale crema solare?

Se ti stai chiedendo come orientarti nel mare magnum delle creme solari eccoti un pò di indicazioni.

Innanzitutto, devi sapere che il sole emette tre tipi di radiazioni: la luce visibile, gli infrarossi e i ben più famosi, raggi ultravioletti (UV).

Immagine: scottatura solare

I raggi UV stimolano l’abbronzatura e la produzione di vitamina D ma possono rivelarsi anche estremamente nocivi, perché possono causare scottature solari.
Si distinguono, a seconda della loro lunghezza d’onda, in UVA, UVB e UVC.
I raggi UVC non arrivano a noi perchè vengono schermati dallo strato di ozono che ricopre la Terra. Al contratio gli UVA penetrano negli strati profondi della pelle, invecchiando i tessuti e indebolendo il sistema immunitario, mentre gli UVB si fermano agli strati superficiali della cute e sono responsabili di scottature, eritemi solari e, nel peggiore dei casi, tumori cutanei.

I filtri solari

Le creme solari contengono al loro interno delle sostanze chiamate filtri solari che hanno il compito di proteggere la pelle dagli effetti dannosi del sole.
Secondo il Regolamento Europeo sui prodotti cosmetici, i filtri UV sono “sostanze destinate esclusivamente o prevalentemente a proteggere la pelle da determinate radiazioni UV attraverso l’assorbimento, la riflessione o la diffusione delle radiazioni UV”.
Le molecole autorizzate come filtri sono diverse nei vari Paesi. In Europa attualmente sono ammesse 28 molecole (allegato VI). Quindi non è detto che un filtro utilizzato in USA o in Korea, possa essere commercializzato in Europa.

Comunemente i filtri solari vengono suddivisi in due gruppi: filtri chimici e filtri fisici (o minerali). Vediamoli nel dettaglio.

Filtri chimici

Sono sostanze prodotte in laboratorio (di “sintesi”) che assorbono in maniera selettiva l’energia dei raggi UV e la trasformano in calore. I filtri chimici approvati in Europa sono derivati dei seguenti composti: PABA e derivati, cinnamati, antranilati, benzofenoni, salicilati, dibenzoilmetani, antranilati, derivati della canfora e fenil-benzimidazolsulfonati. Di seguito alcuni nomi che puoi leggere tra gli ingredienti: Benzophenone-3, Octyldimethyl-PABA, Octyl-Methoxycinnamate.

Filtri fisici

Sono dei pigmenti, opachi alla radiazione luminosa che riflettono e/o diffondono sia gli UV che la luce visibile. Riflettendo i raggi, essi non penetrano nella cute (agiscono quindi come uno scudo). I più comuni sono il biossido di titanio, il biossido di silicio, il caolino, l’ossido di ferro o di magnesio e l’ossido di zinco.
In passato, i filtri fisici presentavano il problema di creare un effetto bianco quando applicati sulla pelle che li rendeva poco tollerati dai consumatori. Le nuove tecnologie hanno permesso di ridurre la grandezza delle molecole (“micronizzazione”) consentono di schermare radiazioni evitando l’effetto bianco e rendendo le crema con filtro fisico più gradevoli.
Ma c’è un “però”!
Con la micronizzazione, le molecole sono in grado di schermare solo la radiazione UV e non la luce visibile. Inoltre, alcuni studi  hanno evidenziato che la micronizzazione può aumentare la penetrazione del filtro negli strati più profondi dell’epidermide ed essere responsabile di danni al collagene, di fotoinvecchiamento e di induzione di tumori cutanei.

I filtri fisici e chimici vengono spesso usati in associazione, anche ad elevate concentrazioni, determinando un effetto sinergico che permette di raggiungere valori molto elevati di SPF.

sole cute

Il fattore di protezione solare o SPF

Una dei parametri su cui ti basi per scegliere la crema è il suo fattore di protezione o SPF (Sun Protection Factor). Questo è un numero che esprime quanto può essere aumentato il tempo di esposizione al sole prima che si verifichi l’eritema o la scottatura. Più elevato è l’SPF, maggiore è la capacità del prodotto di ritardare l’eritema solare.

Nessun prodotto, però, può garantire una protezione pari al 100% dai rischi connessi ai raggi UV, e infatti l’Unione Europea non ammette che sulle confezioni siano riportate diciture come “schermo totale” o “protezione totale”.

L’SPF viene espresso con un valore numerico determinato mediante test fisici e biologici, che prevedono prove in vivo oppure in vitro.

SPF 6-10: protezione bassa;
SPF 15-20-25: protezione media;
SPF 30-50: protezione alta;
SPF 50+: protezione molto alta.

Come si fanno i test sui prodotti solari?

I test SPF in vivo vengono eseguiti su umani volontari.
La crema da testare viene applicata sulla pelle in dose di 2 milligrammi per centimetro quadrato. La zona viene poi irradiata con raggio UV e si misura la MED (dose minima eritemigena), espressa come quantità di energia richiesta per provocare un rossore con confini chiaramente definiti, che si manifesta dalle 16 alle 24 ore dopo l’esposizione alla radiazione. Il rapporto tra la MED su cute protetta dal filtro e quella su cute non protetta indica il valore numerico dell’ SPF. Ad esempio, una crema con SPF 50 deve permettere di esporsi ai raggi solari per un tempo 50 volte più lungo di quello previsto per non scottarsi in assenza di protezione.
Da qui nasce la regola dei 30 grammi per ogni applicazione.
Infatti, per poter avere sulla tua pelle la protezione dichiarata sulla confezione della crema solare che hai acquistato, è necessario applicarne 2 grammi per ogni centimetro quadrato, esattamente come avviene durante i test di laboratorio, che, per una persona adulta, corrisponde a circa 30 grammi di crema.

La protezione contro i raggi UVA

Il fattore di protezione SPF si riferisce esclusivamente ai raggi UVB!
La valutazione della protezione verso i raggi UVA, allo stato attuale delle conoscenze, è difficile perchè non esiste un parametro biologico facilmente misurabile e universalmente condiviso dalla comunità scientifica che possa rispecchiare tutti gli effetti degli UVA sulla pelle. Penetrando in profondità, non provocano l’eritema, che è uno dei principali parametri utilizzati nel calcolo dell’SPF.
Attualmente si usano tre tipi di test per la valutazione della fotoprotezione nell’UVA:
IPD: Immediate Pigment Darkening (misura il grado di “abbronzatura” immediata)
PPD: Persistent Pigment Darkening (misura il grado di “abbronzatura” permanente)
UVA-PF: UVA Protection Factor (misura la minima risposta eritematosa e la colorazione persistente). Nel 2006 la Commissione europea ha regolamentato le diciture che devono essere riportate sulle confezioni delle creme solari, obbligando le aziende produttrici a scrivere non solo l’SPF ma anche i valori di protezione minima quantificata contro i raggi UVA.
Il livello di protezione dagli UVA è di un rapporto minimo 1:3 di protezione UVA / protezione UVB.
Preferisci quindi i prodotti che riportano tali diciture e per assicurarti una protezione adeguata sia contro gli UVB che contro di UVA (“ad ampio spettro”), ricordando che la capacità di protezione di una crema non aumenta in modo lineare all’aumentare del fattore di protezione. Ad esempio una crema con un SPF30 non ha una protezione doppia rispetto a SPF 15! L’SPF 15 blocca il 93% dei raggi UVB, mentre l’SPF 30 ne blocca il 97% e l’SPF 50 il 98% delle radiazioni.

I filtri solari si trasformano dopo l’applicazione

Come abbiamo visto finora, i filtri sono molecole in grado di assorbire e convertire l’energia delle radiazioni UV, tuttavia, dopo la loro applicazione sulla pelle, alcuni filtri subiscono delle trasformazioni che alterano la loro capacità protettiva e possono determinare il rilascio di diverse sostanze, anche potenzialmente dannose.
Una buona crema solare deve quindi contenere il più possibile di filtri foto-stabili, che, dopo l’eccitazione indotta dall’energia degli UV, torna allo stato iniziale senza perdere la propria capacità assorbente. Filtri UVB scarsamente fotostabili sono l’octil-metossicinnamato e il 2-etil-exil-4-dimetilaminobenzoato; per quanto riguarda gli UVA, il butil-metossi-dibenzoilmetano. 
Una riduzione della capacità filtrante per gli UVB comporta un maggior rischio di scottatura, mentre una riduzione della capacità filtrante UVA può passare inosservata perchè non causa una scottatura, ma provoca invecchiamento della pelle e fotosensibilizzazione.
Una buona crema solare, oltre ai filtri fotostabili, deve contenere anche antiossidanti che limitino i danni UVA indotti come ad esempio la vitamina C ed E.

Waterproof, water resistant, resistente all’acqua… cosa significa?

sole pelle

Questi termini sono spesso fraintesi, e chi li usa pensa che i filtri garantiscano la protezione per l’intera giornata anche se si nuota o si suda molto, perché il prodotto non viene “lavato via”.
In realtà i prodotti solari waterproof, non garantiscono una protezione sicura per l’intera giornata. Seppur contenendo dei filtri fotostabili, la crema solare viene in parte rimossa quando ci strofiniamo con l’asciugamano, quando sudiamo o quando ci leviamo la sabbia di dosso. E’ quindi indispensabile ripetere più volte l’applicazione del prodotto nell’arco della giornata, circa ogni 2 ore.
Inoltre, secondo la Comunità europea, il termine corretto per definire questi prodotti non è “waterproof” ma “water-resistant”, proprio per evitare fraintendimenti.
Il termine “water-resistant” significa che la crema solare ti consente di fare 2 bagni di 20 minuti ciascuno o 4 bagni da 20 minuti ciascuno (se “very water resistant”). Durante questi bagni però non si devono fare tuffi o giochi di contatto che provochino sfregamento e, soprattutto, tra un bagno e l’altro NON bisogna asciugarsi con l’asciugamano, pena la rimozione della crema stessa.

I filtri di origine naturale

Sempre più frequentemente sono riportate nelle confezioni le diciture “ di origine naturale” relative ai filtri utilizzati. La loro capacità filtrante è purtroppo troppo bassa ma l’uso di composti naturali antiossidanti può essere molto utile nella protezione solare, in particolare le vitamine C ed E.
La vitamina C amplifica la protezione contro i danni acuti da UVB quando è addizionata con filtri UVB e, la combinazione di vitamine E e C offre una miglior protezione dai danni da UVA e UVB, soprattutto se associata ad un filtro chimico.
Combinare quindi le vitamine con filtri solari aumenta la protezione UV offerta dal solo filtro solare.

Si può essere allergici ai filtri solari?

Purtroppo è possibile, in particolare per i filtri chimici che possono causare irritazioni, sensibilizzazione, fototossicità e foto allergia. Quasi totalmente impossibile invece per i filtri fisici che sono considerati biochimicamente inerti. I filtri UV solitamente raggiungono concentrazioni fino al 10% all’interno di una crema solare e vengono applicati sull’intera superficie corporea, dove vengono in parte assorbiti. Ad esempio, il benzofenone-3 (Bp-3), che è uno dei filtri più impiegati perchè molto fotostabile, è stato trovato nelle urine umane dopo 4 ore dall’applicazione sulla pelle. Nonostante le reazioni allergiche ai filtri solari siano rare, sono purtroppo possibili, sia che siano contenute nelle creme solari, che nei prodotti di makeup. I filtri più allergizzanti sono octil-dimetil-PABA, pentil-dimetil-PABA, benzofenoni, dibenzoilmetano e il metossicinnamato.

E ora che hai tutte le informazioni di cui necessiti per scegliere il tuo filtro solare ideale, concentriamoci sulla tua pelle.

I fattori da tenere in considerazione nella scelta della crema solare sono: il tuo fototipo e il tuo tipo di pelle: normale, secca, grassa o mista, o affetta da patologie infiammatorie (psoriasi, acne), o legate all’alterata pigmentazione cutanea (vitiligine, melasma).

crema-solare-bambini

In base al tuo fototipo sceglierai l’SPF più adatto, mentre in base al tuo tipo di pelle sceglierai la formulazione più adatta.

In commercio esistono le seguenti formulazioni:

  • Crema solare: ha una consistenza densa e corposa, leggermente più difficile da spalmare, buona adesività e resistenza sul corpo. E’ perfetta per chi ha la pelle secca
  • Latte solare: il latte si differenzia dalla crema per la consistenza perché contiene una maggiore percentuale di acqua. La texture è più liquida e risulta più facile da spalmare ma non è particolarmente resistente e va riapplicato più spesso durante il giorno.
  • Spray solare: ha una texture liquida e la sua applicazione è semplice e veloce, poiché lo si può nebulizzare sulla pelle raggiungendo anche i punti più difficili. Per questo motivo, lo spray solare è ideale per la protezione del corpo ma è più difficile da dosare (non è facile capire la quantità di prodotto applicata).
  • Gel solare: di consistenza leggera e fresca si assorbe velocemente ma tende a seccare un po’ la pelle. E’ indicato per chi ha la pelle grassa.
  • Olio solare: consigliato in caso di pelle secca o che tende a disidratarsi. Ha lo stesso problema dello spray per quanto riguarda il dosaggio.
  • Stick solare: di consistenza molto densa e cremosa. E’ indicato per piccole zone circoscritte come le labbra, il contorno occhi ma anche per proteggere le cicatrici recenti.

Come applicare la crema solare

Dopo aver individuato il fattore di protezione adatto al tuo fototipo e la formula più idonea alla tua tipologia di pelle, ecco come va applicata in modo corretto.

crema-corpo

  • Applica la protezione circa 20 minuti prima di esporsi al sole
  • Applica la crema senza vestiti o biancheria intima
  • Riapplica la crema ogni due ore e dopo ogni bagno.
  • Evita di esporti alla luce diretta del sole durante le ore più calde della giornata, dalle 11 alle 16;
  • Evita in ogni caso esposizioni troppo prolungate: la protezione solare è un valido aiuto, ma non elimina completamente i rischi collegati all’esposizione ai raggi UV.

Conclusioni

La scelta di una buona crema solare aiuterà la tua pelle a rimanere sana, giovane e bella.
Ma non basta scegliere un prodotto qualunque dagli scaffali. Cerca la crema solare che si adatta meglio al tuo tipo di pelle… e, per ogni dubbio, chiedi un consulto al tuo Dermatologo.

E tu come come ti tieni al sicuro sotto il sole?

Scrivicelo nei commenti qui sotto!

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Dott. Federica Osti
Dott. Federica Osti
Sono Medico Chirurgo specializzata in Dermatologia e Venereologia all'Universita' di Ferrara e in Chirurgia Dermatologica all'Universita' di Siena. Svolgo attività clinica di prevenzione, diagnosi e trattamento dei tumori cutanei presso la Ausl di Ferrara da più di 10 anni. Dopo aver conseguito il Master di Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza presso l’Università di Ferrara, ho cominciato a scrivere per Myskin.it e sono coautrice del libro "Reparto Dermocosmetico, guida al cross-selling” e di articoli scientifici pubblicati sulla stampa internazionale.

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