La salute della pelle a cura di
Dermatologia Myskin

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Melanoma: prognosi e tasso di sopravvivenza stadio per stadio

I pericoli del Melanoma

Il Melanoma è un tipo di cancro che si sviluppa nelle cellule della pelle responsabili della produzione del pigmento melanina. Il melanoma di solito si presenta come un neo scuro sulla pelle. Tuttavia, può anche formarsi in altri tessuti, come l’occhio o l’intestino.

È importante tenere sotto controllo nei e cambiamenti nella pelle, poiché il melanoma può essere mortale se si espande.
Nel 2019 ci sono stati più di 7.000 decessi per melanoma negli Stati Uniti.

Quali sono gli stadi del melanoma?

Il melanoma è descritto per stadi. Un particolare stadio della malattia dà un’idea di quanto il cancro si sia diffuso. All’inizio, un esame fisico di solito è sufficiente per identificare il melanoma di stadio 1, per esempio. Ma una tecnologia più sofisticata, come le scansioni PET e le biopsie del linfonodo sentinella, sono necessarie per misurare la progressione del cancro.

stadi-del-melanoma
Stadi del melanoma @Wikipedia

Essenzialmente, ci sono cinque stadi di melanoma. Il primo stadio è chiamato stadio 0, o melanoma in situ. L’ultimo stadio si chiama stadio 4.

I tassi di sopravvivenza tendono a scendere ad ogni stadio del melanoma

È importante notare che le percentuali di sopravvivenza per ogni fase sono solo stime. Ogni persona con melanoma è diversa e la tua prospettiva di vita può variare in base a diversi fattori.

Stadio 0

Il melanoma allo stadio 0 viene anche chiamato melanoma in situ, ciò significa che il corpo presenta alcuni melanociti anormali.

A questo punto le cellule potrebbero diventare cancerose, ma sono semplicemente cellule anormali nello strato superiore della pelle.
Il melanoma in situ può sembrare un piccolo neo innocuo, ma qualsiasi segno nuovo o sospetto sulla pelle dovrebbe essere valutato da un dermatologo.

Stadio 1

Nello stadio 1A, il tumore ha uno spessore massimo di 1 millimetro (mm). Inoltre non ha ulcerazioni, il che significa che non ha attraversato la pelle.

Lo stadio 1B può avere due significati: il tumore ha uno spessore massimo di 1 mm e presenta qualche ulcerazione, oppure ha uno spessore compreso tra 1 mm e 2 mm e non ha ulcerazioni.

Il tasso di sopravvivenza a cinque anni per la fase 1A è del 97% e del 92% per la fase 1B. I tassi di sopravvivenza a 10 anni sono del 95% per la fase 1A e dell’86% per la fase 1B, secondo l’American Cancer Society.

Stadio 2

Melanoma allo stadio 2 significa che il tumore è cresciuto più di 2 mm di spessore. I
l tumore verrà analizzato per vedere se è ulcerato.

melanoma
melanoma

La chirurgia per rimuovere il tumore canceroso è la solita strategia di trattamento. Il dermatologo può anche ordinare una biopsia del linfonodo sentinella per determinare la progressione del cancro.

Il tasso di sopravvivenza a cinque anni per la fase 2A è dell’81% e del 70% per la fase 2B. I tassi di sopravvivenza a 10 anni sono del 67% per la fase 2A e del 57% per la fase 2B, secondo l’American Cancer Society.

Stadio 3

A questo punto, il tumore può essere di qualsiasi dimensione o forma. Per essere considerato melanoma in stadio 3, il cancro deve essersi diffuso al sistema linfatico.

La chirurgia per rimuovere il tessuto canceroso e i linfonodi è possibile.
La radioterapia e il trattamento con altri potenti farmaci sono anche trattamenti di stadio 3 comuni.

L’American Cancer Society riporta il tasso di sopravvivenza a cinque anni per i livelli di melanoma allo stadio 3 dal 40 al 78%. Il tasso di sopravvivenza a 10 anni varia dal 24 al 68%.

Stadio 4

Melanoma allo stadio 4 significa che il tumore si è diffuso ad altre parti del corpo, come i polmoni, il cervello o altri organi e tessuti. Potrebbe anche essersi diffuso ai linfonodi che si trovano a una buona distanza dal tumore originale.

Come tale, il melanoma in stadio 4 è spesso difficile da curare con i trattamenti attuali.

Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è solo del 15-20%. Il tasso di sopravvivenza a 10 anni è del 10-15%, secondo l’American Cancer Society.


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Fattori che influenzano i tassi di sopravvivenza

I tassi di sopravvivenza a cinque e dieci anni per i vari stadi del melanoma si basano su pazienti che hanno vissuto almeno cinque o dieci anni dopo la diagnosi.

I fattori che potrebbero influenzare i tassi di sopravvivenza sono:

  • nuovi sviluppi nella cura del cancro
  • la risposta di una persona al trattamento
  • età (i pazienti più anziani tendono a non vivere tanto a lungo in ogni stadio della malattia)
  • essere proattivi

Nelle sue fasi iniziali, il melanoma è una condizione curabile

Ma il cancro deve essere identificato e trattato rapidamente.

Se ti accorgi di un nuovo neo o di un segno sospetto sulla pelle, fallo subito valutare da un dermatologo.

Se il tuo sistema immunitario è indebolito da una condizione come l’HIV, controllarlo è particolarmente importante.

Uno dei modi migliori per evitare di sviluppare il cancro della pelle è di indossare sempre una protezione solare. È anche utile indossare abiti che proteggano dal sole, come le camicie.

Assicurati di familiarizzare con il metodo ABCDE, che può aiutarti a determinare se un neo è potenzialmente canceroso.

Alopecia Cicatriziale Centrale Centrifuga

L’ Alopecia Cicatriziale Centrale Centrifuga (ACCC) è un tipo di alopecia che interessa lo scalpo centrale e si estende centrifugamente, è una delle più comuni forme di alopecia cicatriziale che si può notare negli individui dalla pelle scura.

La perdita di capelli generalmente parte dalla parte centrale dello scalpo e si estende sistematicamente verso l’esterno in maniera progressiva.
È una malattia della quale non è conosciuta l’esatta prevalenza.

La ACCC colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile dopo la pubertà e la prevalenza aumenta con l’età.

Essendo sconosciuta la causa esatta, come fattori causali sono implicate le pratiche di cura dei capelli come le piastre, stiraggio e acconciature tirate.
In alcuni pazienti possono anche essere responsabili le infezioni fungine, le malattie autoimmuni, ecc..

alopecia cicatriziale centrale centrifuga

Clinica

L’alopecia interessa tipicamente la porzione centrale del cuoio capelluto.
L’area affetta non è completamente glabra, ma presenta capelli miniaturizzati e alcuni capelli terminali preservati.
Spesso la paziente lamenta prurito e bruciore.

Diagnostica

Dermatoscopia: nelle formazioni iniziali la presenza di pinpoint white dots (patterns a nido d’ape) rende difficile valutare se vi sia una riduzione degli osti follicolari. I capelli terminali superstiti si presentano spesso appaiati e circondati da un alone grigio perifollicolare come da iperpigmentazione post infiammazione con aspetto ad asterisk. Le caratteristiche visibili sono:

  • Modello a nido d’ape preservato.
  • Punti bianchi distribuiti in modo irregolare.
  • Macchie bianche irregolari
  • I peli terminali sparsi emergono o come singoli peli o come gruppi di due peli.
  • Alone bianco-grigio peripilare: altamente specifico e sensibile per ACCC in tutte le fasi cliniche.
  • Placche marroni con aspetto asterisk-like
  • Capelli rotti
  • Squame peripilari ed eritemi

Esame istologico: è utile per confermare la diagnosi. Tipica della ACCC è una desquamazione prematura della guaina epiteliale interna, per cui i follicoli appaiono vuoti o contengono il pelo circondato solamente dalla guaina epiteliale esterna.
Diagnostico è inoltre il riscontro al livello e al di sotto dell’istmo di strutture follicolari composte, formate dalla fusione della guaina epiteliale esterna di due follicoli e circondate da fibrosi e infiltrato infiammatorio.

alopecia cicatriziale centrale centrifuga

Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale della ACCC è:

  • Lichen plano-pilare: raro nella razza nera, il prurito è più grave e le chiazze alopeciche sono meglio definite.
  • Alopecia androgenetica: nelle forme iniziali la diagnosi differenziale può essere può essere difficile e richiede l’esame istologico.
  • L’alopecia da trazione è frequentemente associata alla ACCC

È fondamentale spiegare al paziente che la terapia è poco efficace se non cambia le abitudini di acconciatura.
La diagnosi differenziale con alopecia androgenetica può essere difficile e probabilmente le due patologie possono essere associate.
La malattia ha un decorso progressivo e risponde scarsamente ai trattamenti.

Alopecia centrale cicatriziale centrifugaLichen palno-pilareAlopecia androgenetica
Tipo di alopeciaCicatrizialeCicatrizialeNon cicatriziale
LocalizzazioneVerticeDiffusaVertice, frontale, bi temporale
ProgressioneL’alopecia si espandeVariabileDiffusa
InfiammazioneSISIPossibile (in caso di dermatite seborroica associata)
SintomiPapulo-pustole, dolore, pruritoIntenso pruritoNO
DermatoscopiaAloni grigi peripilariPeripilari castsVariabilità di diametro >20%

Terapia

È importante che il paziente cambi abitudini di acconciatura, soprattutto eviti di esercitare trazione sui capelli.
Gli steroidi topici o intralesionali e il tacrolimo topico sono utili a ridurre l’infiammazione. Nei casi più gravi possono essere utilizzate le tetracicline o l’idrossiclorochina.

La Dermatite Plantare Giovanile: un problema tipico del bambino

È una malattia cutanea descritta per la prima volta nel 1968, che è stata definita in diversi modi: “atopic winter feet”, dermatite plantare secca, pulpite secca dell’avampiede, dermatite peridigitale del bambino.

La Dermatite Plantare Giovanile (DPG) rappresenta una dermatosi infiammatoria tipica del bambino, che si risolve spontaneamente alla pubertà.

Colpisce selettivamente la pianta dell’avampiede, risparmiando le zone tra le dita.
Non è ben chiaro perché venga, ma sono state chiamate in causa sollecitazioni croniche legate alla frizione, anomalie nella funzione delle ghiandole sudoripare e, come terreno predisponente, l’atopia.

Si osserva nei bambini  tra i 4 e i 7 anni, soprattutto maschi, con peggioramento nei mesi invernali

È presente una storia di atopia familiare nel 20-50% dei casi.
L’insorgenza della DPG in soggetti predisposti sarebbe dovuta all’alternanza di iperidrosi e disidratazione legati all’impiego di scarpe di gomma, all’uso di calzini di nylon e di ripetute sollecitazioni traumatiche favorite dall’elevata sudorazione presente in tali pazienti.

L’iperidrosi e l’occlusione favorirebbero la macerazione, determinando un quadro clinico caratterizzato da eritema, ragadi e ipercheratosi selettivamente localizzate al terzo anteriore del piede con aspetto verniciato della cute. Non si osserva vescicolazione, mentre gli spazi interdigitali sono risparmiati così come l’arco plantare.

Il dolore è il sintomo più frequente associato a prurito

L’esecuzione di test epicutanei non è consigliabile per fenomeni di sensibilizzazione secondaria dove la dermatite allergica da contato può essere una complicanza della DPG.
La DPG è una dermatite cronico recidivante con guarigione spontanea in tutti i casi alla pubertà.
La diagnosi differenziale si pone con:

La terapia deve assolutamente evitare i fattori aggravanti

per cui occorre sostituire i calzini sintetici con calzini di cotone, usare scarpe con azione traspirante usando in estate calzature aperte.

È utile l’impiego di pomate, unguenti per evitare la disidratazione notturna e durante il giorni polveri o creme antisudorali.
Le fasi acute si possono controllare con steroidi o con tacrolimus unguento.

Perchè i capelli diventano grigi?

Prima o poi capita a tutti in maniera naturale: i capelli diventano prima grigi poi bianchi.
Nonostante la moda abbia decretato il periodo dei cosiddetti “granny hair” (i “capelli della nonna”) e molte donne giovani decidano di decolorare i capelli fin dalla giovane età, è indubbio che i capelli grigi (cosi come le rughe) siano un segno di invecchiamento.
I follicoli piliferi contengono melanina, una sostanza chimica che conferisce ai capelli il loro colore.
I capelli contengono sia la eumelanina (un tipo di melanina di colore marrone-nero) che la feomelanina (un altro tipo di melanina di colore arancione) cosi come il resto della pelle.
A seconda della quantità di eumelanina e feomelanina il capello assumerà un colore diverso: se c’è una prevalenza di eumelanina il capello sarà più scuro, se invece c’è prevalenza di feomelanina sarà più rossiccio.
Nel caso invece dei capelli biondi, i melanociti (le cellule che producono e contengono la melanina) sono poco attivi e quindi producono poca melanina, di qualunque colore.
Con il passare degli anni, il processo di invecchiamento coinvolge anche i melanociti che piano piano cominciano a “lavorare di meno” e a morire.
Senza o con meno melanina, i capelli “nuovi” sono più sottili e via via meno colorati, assumendo sfumature prima grigie, poi argento, fino a diventare francamente bianchi.
Una volta diventato bianco, un capello non può più tornare ad essere colorato.

Quando e perché i capelli diventano bianchi?

Recita il proverbio: “ogni preoccupazione è un capello bianco”. Ma non è propriamente cosi.
Stress e preoccupazioni possono avere un ruolo sulla caduta dei capelli, ma non sul loro viraggio verso il grigio.
Su quest’ultimo gioca un ruolo molto più rilevante la predisposizione genetica.
Se un genitore ha cominciato ad incanutire fin dai 30 anni, è molto probabile che anche il figlio cominci più o meno alla stessa età.
Anche l’etnia gioca un ruolo sull’epoca di comparsa dei primi capelli bianchi. In media questi appaiono verso i 30-35 anni nelle persone caucasiche, ma nelle persone asiatiche compaiono più verso i 30, mentre nelle persone di colore non compaiono prima dei 40-45 anni.
Se una persona comincia ad incanutire circa 10 anni prima della media delle persone della sua stessa etnia, allora si definisce “invecchiamento precoce”.
È invecchiamento precoce se compaiono i capelli bianchi a 20 anni per una persona caucasica, a 25 in una asiatica, a 30 in una di colore.

Oltre all’etnia e alla predisposizione genetica esistono altri fattori che inducono un incanutimento precoce?

È possibile che alcune malattie internistiche inducano una comparsa precoce dei capelli bianchi. Sono:
  • carenza di vitamina B12
  • malattie della tiroide
  • vitiligine (una malattia che induce la distruzione del melanocita)
  • La fase di ricrescita della alopecia areata, una malattia in  cadono i capelli a ciocche in un’area precisa del cuoio capelluto.
    Quando ricrescono, è possibile che questi capelli siano bianchi o grigi perché l’infiammazione che ne ha causato la caduta ha “disturbato” anche la normale produzione di melanina. Col tempo i capelli riprendono il loro normale colore.
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Fumare aumenta la probabilità di avere capelli grigi prima dei 30 anni

Fumare può causare un ingrigimento precoce?

Certo che sì!
I danni indotti dal l’abitudine al fumo colpiscono tutto l’organismo, peli compresi!
Uno studio ha dimostrato che i fumatori hanno 2 1/2 volte più probabilità di diventare grigi prima dei 30 anni rispetto ai non fumatori.
Inoltre i capelli dei fumatori assumono un tono più giallastro che grigio.

È vero che se si strappa via un capello bianco poi ne ricrescono 7 bianchi?

Assolutamente no, è una leggenda metropolitana!
Strappare i capelli può ledere il bulbo pilifero e quindi il nuovo capello che ricrescerà potrà essere più sottile, ma non bianco!
La perdita del colore non c’entra nulla.

I capelli grigi hanno una struttura diversa da quelli naturalmente colorati?

I capelli grigi sono più sottili dei capelli naturalmente colorati perché hanno cuticole più sottili.
Le cuticole svolgono un ruolo importante di protezione naturale dall’acqua, dai raggi solari, dall’umidità, dalle sostanze chimiche e dal calore del phon.
Senza questa barriera, i capelli diventano secchi e sfibrati. Di conseguenza il capello grigio tende ad essere più secco, fragile e crespo.
Per questo motivo, il capello grigio o bianco necessita di tantissime cure e attenzioni per risultare brillante e sano.

Borse sotto gli occhi: perchè vengono e come eliminarle

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Le chiamiamo volgarmente “borse” e le associamo alla stanchezza, alla carenza di sonno e anche all’invecchiamento cutaneo.
Possono comparire a tutte le età e per motivazioni diverse ma in ogni caso, vorremmo eliminarle.

Le borse sotto gli occhi sono solo un problema estetico?

Quel gonfiore sotto gli occhi è solitamente un problema esclusivamente estetico ma, raramente, possono essere un sintomo di una malattia degli occhi (ad esempio la congiuntivite) o della tiroide (ipotiroidismo) o sintomo di alterazione della pressione del sangue.
E’ quindi sempre indicato escludere questi possibili fattori prima di intraprendere un trattamento medico o medico-estetico.

Quali sono le cause della formazione delle borse sotto gli occhi?

Quando compaiono in giovane età sono perlopiù segno di uno stile di vita non corretto o eccessivamente stressante, di deficit di sonno, di ritenzione di liquidi, di dieta sbilanciata, oltre che di una certa predisposizione individuale.
Quando invece compaiono in età adulta sono segno di un cedimento dei tessuti che circondano l’occhio in particolare dei muscoli che sostengono le palpebre, che diventano più deboli.
A questo fenomeno si aggiunge la riduzione del normale grasso sottocutaneo perioculare che normalmente sostiene le palpebre, e la sua migrazione verso il basso (mannaggia alla forza di gravità!), nonché il ristagno di liquidi (edema) che contribuisce ad aumentare il gonfiore.
Esistono alcuni rimedi “naturali” per migliorarne l’aspetto ad esempio
  • gli impacchi freddi con mascherine di gel da tenere in frigorifero, o con semplice infuso di camomilla freddo
  • Dormire con la testa sollevata sopra a due cuscini
  • Dormire almeno 8 ore per notte
  • Non assumere alcolici (che aumentano la ritenzione idrica)
Dormire
Un deficit di sonno può favorire la formazione delle borse sotto gli occhi

I fattori di rischio per la comparsa dell borse sotto gli occhi sono:

  • Predisposizione genetica,
  • invecchiamento,
  • eccessiva esposizione al sole e/o lampade solari (che inducono invecchiamento)
  • Fumo di sigaretta (che induce invecchiamento – non solo cutaneo!-)
  • carenza di sonno e scarso riposo
  • Stress
  • Consumo eccessivo di alcool e carboidrati che aumentano la ritenzione idrica
  • Dermatite Atopica o altre dermatiti da contatto
Le borse non vanno confuse con le “occhiaie”, ossia la comparsa di un colorito più scuro, spesso blu-violaceo alla palpebra inferiore, oppure marrone su entrambe le palpebre (effetto “panda”)
Queste ultime sono dovute ad un eccessivo accumulo di melanina quando sono marroni e si localizzano su entrambe le palpebre; il fenomeno è molto frequente nelle persone affette da Dermatite Atopica, tanto da definire questa caratteristica, associata alla presenza di piccole rugosità della palpebra inferiore fin dalla tenera età, “Facies Atopica”.

Se invece sono di colore blu-violaceo e si localizzano alla palpebra inferiore, sono solitamente dovute ad una vasodilatazione dei capillari perioculari o un assottigliamento della cute delle palpebre (che è già la più sottile di tutto il corpo!)

Come trattare le borse?

Se sono comparse in età giovanile le regole d’oro da seguire sono quelle “della nonna” (ma anche delle modelle!)
  • applicare impacchi freddi con mascherine di gel da tenere in frigorifero, o con semplice infuso di camomilla freddo
  • Dormire con la testa sollevata sopra a due cuscini
  • Dormire almeno 8 ore per notte
  • Non assumere alcolici (che aumentano la ritenzione idrica)
Se invece sono comparse insieme all’invecchiamento cutaneo del resto del viso, e le “regole della nonna” non sono state sufficienti a risolverle, non resta che sottoporsi alla blefaroplastica, un intervento di chirurgia estetica che permette, mediante una piccola incisione sulla palpebra, di rimuovere il grasso sottocutaneo in eccesso e di “tirare” la pelle che si è rilassata.
Esistono anche tecniche laser di Blefaroplastica che non necessitano di incisioni.
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Le creme contorno occhi possono risolvere le borse?

Purtroppo l’uso delle creme contorno occhi non può portare alla risoluzione completa delle borse che, come spiegato sopra, sono un problema complesso, legato alla ritenzione idrica, alla vascolarizzazione, alla tensione muscolare e alla distribuzione del grasso sottocutaneo perioculare.
L’uso costante di creme fotoprotettive può ritardare il fenomeno dell’invecchiamento cutaneo e sostanze decongestionanti possono aiutare il microcircolo, ma, se proprio non vuoi o non puoi dormire di più o sottoporti ad una blefaroplastica, più che alle creme meglio affidarsi ad un buon make-up correttivo.
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Cos’è un neo blu?

I nei possono apparire sulla pelle in una varietà di forme, dimensioni e colori. Un tipo di questi è il neo blu, che prende il nome proprio dal suo colore caratteristico.

Sebbene questi nei possano sembrare insoliti, sono generalmente benigni e non devono essere motivo di preoccupazione.
Come ogni neo, però, vanno tenuti sotto controllo per rilevare eventuali cambiamenti nel corso del tempo.

Che aspetto ha un neo blu?

I nei possono effettivamente apparire in tutti i tipi di sfumature, non solo la tipica varietà marrone che ci si potrebbe aspettare.

I nei blu appaiono di questo colore perché si formano in uno strato di pelle più profondo rispetto ai nei e alle lentiggini di colore marrone. L’ombra di un neo blu può variare dal blu chiaro al blu scuro.

Altre caratteristiche comuni sono:

  • piccola taglia
  • forma rotonda
  • superficie rialzata o piana
  • superficie liscia
  • dimensione tra 1 e 5 millimetri
neo-blu-dermatoscopia
neo blu (visione dermatoscopica)

È possibile avere un altro tipo di neo blu oltre la varietà comune. Uno di questi è il neo blu cellulare.

Questo tipo di neo blu:

  • sporge di più dalla pelle, come un nodulo
  • è più solido
  • è di dimensioni maggiori
  • può crescere col tempo

In casi estremamente rari, un neo blu potrebbe essere maligno.
I nevi cancerosi possono apparire come un neo blu cellulare o comune, ma si sviluppano in età avanzata e possono iniziare a sembrare ulcere. Possono anche avere una forma più nodulare o simile a una piaga.

I nevi blu possono apparire in molti punti del corpo e sono generalmente isolati.

Ciò significa che probabilmente non vedrai più di un neo in una determinata area.

Alcune aree del corpo su cui potrebbe comparire un neo blu includono:

  • cuoio capelluto
  • collo
  • fondo della schiena o glutei
  • mani
  • piedi

Che cosa causa la comparsa dei nevi blu e chi è a rischio?

Non è chiaro cosa causi i nevi blu.
Possono apparire a qualsiasi età o essere presenti fin dalla nascita.
Spesso compaiono nei bambini e nei giovani adulti e più frequentemente nelle donne.

I nevi blu maligni sono rari. Gli uomini sui 40 anni possono essere più a rischio per questo tipo di nei

Non è raro avere altri tipi di nei oltre a un neo blu. La maggior parte delle persone ha tra 10 e 40 nei.
Chi ha la pelle chiara può avere più nei rispetto a chi ha carnagione più scura.
Inoltre i nei, nel corso della vita, possono cambiare colore, tonalità o dimensione.

I nei che si sviluppano nell’età adulta possono essere motivo di preoccupazione.

Se dopo i 30 anni compare un neo blu o altri nei, è bene consultare il Dermatologo.

Potrebbero essere un segno di cancro della pelle come il melanoma.

Anche modifiche ai nevi blu o ad altri nei possono essere motivo di preoccupazione. Tenendo sotto controllo medico eventuali cambiamenti repentini o impercettibili sulla pelle e sui nei, sarà possibile rilevare in tempo i primi segni di cancro della pelle.

Dovresti far controllare i nevi blu insieme ad altri nevi quando:

  • sembrano di forma asimmetrica
  • hanno un bordo che non è liscio
  • cambiano colore
  • crescono di dimensioni o sono più grandi di 6 millimetri
  • sporgono sulla parte superiore della pelle
  • sono fastidiosi, dolorosi, pruriginosi, perdono liquido o sanguinano

Se noti uno di questi cambiamenti, consulta il tuo Dermatologo per una valutazione.

Sebbene il dermatologo possa diagnosticare il neo blu immediatamente dopo averlo esaminato, può raccomandare una biopsia attraverso la quale si può determinare se il neo è maligno.

La rimozione è necessaria?

Un neo blu in genere non è problematico. Si può avere un neo blu benigno sulla pelle per tutta la vita. L’unico caso in cui un dermatologo consiglierà la rimozione è se il neo in questione è maligno.

Si può decidere di rimuovere il neo anche nel caso in cui causa fastidio per la posizione in cui si trova. Ad esempio, se strofina contro la pelle o provoca altre irritazioni.

Il dermatologo può utilizzare due procedure per rimuovere il neo: un’asportazione chirurgica o uno shaving.
Probabilmente utilizzerà un anestetico locale e potrebbero essere necessari dei punti di sutura. La pelle che circonda il neo rimosso guarirà in poco tempo.

Se il neo blu riappare dopo la rimozione, occorre contattare il Dermatologo, perché potrebbe essere un segno di cancro della pelle.

Conclusioni

Un neo blu di solito non è motivo di allarme, perché in genere è benigno.
Se però appare in età adulta o se si modifica nel tempo, è opportuno consultare il Dermatologo per verificare la presenza di malignità e decidere il da farsi.


Riferimenti scientifici

La detersione nel neonato

La cute del neonato è caratterizzata, microscopicamente, rispetto all’adulto, da un’epidermide più sottile.

Fino al terzo mese di vita, è sotto l’influenza degli ormoni androgeni materni e parzialmente di origine fetale. Mentre dopo l’ottava settimana, le ghiandole sebacee vanno incontro ad un riposo funzionale fino alla pubertà.

Il rapporto fra la superficie cutanea e il peso corporeo, che è maggiore alla nascita, tende a diminuire progressivamente durante l’infanzia, per cui aumenta l’assorbimento di sostanze che possono essere assorbite attraverso la cute.

La detersione ha lo scopo di asportare sia le sostanze che derivano dall’ambiente esterno che i detriti tissutali, quali le cellule cornee desquamanti.
La pulizia della cute comporta quindi la necessaria rimozione anche di parte del film idrolipidico stesso, sono quindi possibili effetti non voluti quando la detersione risulta aggressiva o troppo frequente.

I principali problemi dermatologici connessi alla detersione sono l’azione delipidizzante, le modificazioni del pH, le possibili azioni sulla flora cutanea, le alterazioni dello strato corneo, la disidratazione, l’azione irritante e la possibilità di sensibilizzazione.

Condizioni che invece favoriscono la crescita microbica sono la macerazione e l’occlusione.

E’ necessario, quindi, prestare attenzione nell’impiego non solo di saponi, ma anche di detergenti ed è raccomandata l’inclusione nei prodotti per la pulizia del bambino di fattori NMF-simili.

Topici per la detersione del neonato

I prodotti dermocosmetici indicati per la detersione della cute del bambino devono rispettare l’acidità della sua pelle ed essere estremamente delicati considerando la facile irritabilità e fragilità cutanea.

Inoltre, a causa del minore spessore dell’epidermide e della maggiore vasodilatazione, presente nella cute del bambino rispetto all’adulto, in età infantile è presente un maggiore assorbimento transcutaneo. Per tale motivo:

i prodotti detergenti per la pulizia della pelle del bambino devono essere preferibilmente privi di profumi e di tensioattivi troppo aggressivi

che sono potenzialmente irritanti a contatto con la cute infantile e potenzialmente sensibilizzanti.

La detersione della cute infantile ha come obiettivo la pulizia e l’antisepsi.

Il sapone è stato il primo detergente utilizzato, ottenuto dalla neutralizzazione o saponificazione di acidi grassi con idrossido di sodio o di potassio, è alcalino con pH di 9.0-10.5.

I detergenti sintetici o syndet sono distinti in anionici, anfoteri e non ionici, in forma liquida o solida.

In genere si preferiscono i syndet liquidi in quanto presentano un basso pH capace di riacidificare la cute.

I saponi ed i syndet possono essere irritanti a causa della presenza di tensioattivi.
I tensioattivi sono le basi lavanti, che si pongono nell’interfaccia tra l’acqua e lo sporco da asportare.

sapone-liquido
I saponi liquidi avendo generalmente un PH più basso aiutano a riacidificare la cute

Anche gli olii da bagno spesso preferiti per l’azione emolliente e lenitiva, sono dei syndet che contengono quindi tensioattivi.

Topici per il cuoio capelluto del neonato

In età infantile una cura particolare spetta alla pulizia del cuoio capelluto, se il neonato presenta la crosta lattea o la dermatite seborroica, è preferibile utilizzare baby-oil o lozioni emollienti.

Gli shampoo per uso pediatrico non devono bruciare gli occhi e pertanto il loro pH deve essere simile a quello lacrimale.

Quelli maggiormente utilizzati sono quelli cationici e quelli non ionici.

Gli shampoo per bambini hanno una base lavante molto delicata e non irritante su cute e mucose, una bassa tossicità orale e non devono provocare sensibilizzazioni, inoltre una buona viscosità evita la loro discesa sul viso durante l’utilizzo.

Un’attenzione particolare deve essere rivolta alla detersione del bambino con dermatite atopica, che presenta una cute iperresponsiva agli stimoli ed irritabile, spesso colonizzata dallo stafilococco aureo.

La cute atopica reagisce al contatto con le sostanze allergizzanti, producendo degli anticorpi IgE, capaci di provocare l’infiammazione a livello cutaneo o delle mucose respiratorie e della congiuntiva.

bagno_neonato
Per il bagno del neonato vanno preferiti detergenti oleosi e non schiumogeni che idratino la cute

La cute del bambino con Dermatite Atopica è xerotica, perché contiene meno acqua e meno ceramidi del normale.

La secchezza della cute nel bambino atopico significa che vi è una profonda alterazione della funzione di protezione della cute, che non si oppone più con efficacia alla penetrazione di sostanze nocive per l’organismo, come sostanze allergizzanti, batteri e virus e quindi induce l’innesco delle reazioni immuno-allergiche.

All’alterata composizione biochimica della epidermide e al difetto dei suoi meccanismi di difesa più raffinati (difensine, catelecidine) si deve l’elevata concentrazione epidermica e mucosale di microrganismi, come ad esempio lo Stafilococco Aureo, capaci di provocare non solo infezioni cutanee, frequenti nella Dermatite Atopica, ma anche esasperate reazioni allergiche.

La conseguenza clinica più frequente della cute xerotica del bambino atopico è la manifestazione di sintomatologia pruriginosa e la tendenza al grattamento, facilitando la comparsa dell’eritema e della lichenificazione, che caratterizzano la dermatosi nella fase attiva.

Ne consegue che non ci si deve limitare a formulare la diagnosi clinica e a prescrivere una crema antiinfiammatoria steroidea o una crema idratante, ma vanno studiate e valutate le situazioni che favoriscono l’irritabilità e l’allergia cutaneo-respiratoria, facendo precipitare il precario equilibrio.

La temperatura dell’acqua del bagnetto deve essere mediamente di 36°C, in quanto l’acqua troppo calda peggiora il prurito.

Il bagno deve essere di breve durata e poco frequente, preferendo detergenti oleosi, non schiumogeni che abbiano quindi anche un potere detergente e allo stesso tempo idratante.
Versato nell’acqua forma un’emulsione lattescente che deterge la pelle per affinità, preservandola da secchezza e aiutando a contrastare l’eventuale desquamazione.

Topici per l’area del pannolino

I prodotti dermocosmetici per la detersione dell’area del pannolino, devono tenere conto che in questa sede la cute è spesso a contatto con sostanze irritanti provenienti dalle feci e dalle urine e percio’ devono contenere sostanze antisettiche riacidificanti ed assorbenti.

Se il bambino presenta dermatite da pannolino risulta indispensabile effettuare lavaggi frequenti ad ogni cambio di pannolino, evitare l’applicazione di sostanze grasse, preferendo paste protettive come quelle all’ossido di zinco.

Si consiglia anche un uso moderato di salviette umidificate, poichè spesso irritanti.

Il contatto prolungato con questi fattori/agenti, soprattutto nell’area pannolino, può infatti portare ad arrossamenti, irritazione, infezione e alterazioni della funzione barriera.

neonato-pannolino
L’area del pannolino rappresenta una zona particolarmente sensibile che va detersa frequentemente e con prodotti particolarmente delicati.

Proprio perché ripetuta frequentemente e in aree sensibili, la detersione necessita di prodotti particolarmente delicati, formulati con tensioattivi a elevata tollerabilità – anfoteri o non ionici – evitando quelli anionici tradizionali, più economici ma con potere sgrassante superiore ed eccessivo per la pelle del bambino.


Riferimenti scientifici

1. Allergol Int. 2017 Jan 2.: S1323-8930(16)30171-X.
Atopic dermatitis: immune deviation, barrier dysfunction, IgE autoreactivity and new therapies.
Furue M, Chiba T, Tsuji G, Ulzii D, Kido-Nakahara M, Nakahara T, Kadono T.

2.Pediatr Dermatol. 2012 Jan-Feb;29(1):1-14.
Skin care practices for newborns and infants: review of the clinical evidence for best practices.
Blume-Peytavi U, Hauser M, Stamatas GN, Pathirana D, Garcia Bartels N.

3.Pediatr Dermatol. 2016 May;33(3):311-21.
Recommendations from a European Roundtable Meeting on Best Practice Healthy Infant Skin Care.
Blume-Peytavi U, Lavender T, Jenerowicz D, Ryumina I, Stalder JF, Torrelo A, Cork MJ

 

Il botulino contro le rughe: cosa devi sapere?

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    Cos’è la tossina botulinica?

    La tossina botulinica è prodotta da un batterio, il clostridium botulinum, ed è responsabile di un’intossicazione alimentare potenzialmente mortale, il botulismo, provocata dal consumo di cibo contaminato (soprattutto conserve fatte in casa e prodotti in scatola).

    Il meccanismo d’azione del botulino consiste nel bloccare il rilascio di una sostanza chimica prodotta dall’organismo, l’acetilcolina, che trasmette gli impulsi nervosi ai muscoli, permettendone la contrazione e, quindi, il movimento.
    Senza poter ricevere gli stimoli inviati dal sistema nervoso, i muscoli smettono di contrarsi e si rilassano fino ad arrivare alla paralisi muscolare.

    Se da un lato mangiare cibi in cui sono presenti quantità elevate di tossina botulinica può avere conseguenze gravi e provocare la morte per il blocco dei muscoli della respirazione, dall’altro, piccole dosi della tossina, iniettate nei muscoli al fine di metterli temporaneamente a riposo, consentono di curare diversi disturbi collegati all’eccessiva o inadeguata contrazione muscolare.

    Oggi per quali usi è autorizzata la tossina botulinica ?

    Le indicazioni terapeutiche autorizzate in Italia riguardano la cura :

    • in campo oculistico dello strabismo;
    • in campo neurologico del torcicollo spastico, dei tic nervosi, degli spasmi dei muscoli della vescica che causano l’incontinenza urinaria e dell’emicrania cronica;
    • in dermatologia dell’iperidrosi, ovvero dell’eccessiva sudorazione ascellare, delle mani o dei piedi che può essere efficacemente eliminata con questo trattamento
    • in medicina estetica delle rughe di espressione del volto.

    In Italia l’approvazione del Ministero della Salute all’utilizzo della tossina botulinica in medicina estetica per trattare le rughe risale al 2004.

    Quali sono i medici autorizzati ad usare la tossina botulinica?

    Gli specialisti autorizzati sono il chirurgo plastico, il dermatologo, il neurologo ed il chirurgo maxillofacciale.

    Esistono diversi tipi di tossina?

    Esistono sette tipi di tossina botulinica (A, B, C1, D, E, F e G) derivati da ceppi selezionati in laboratorio del batterio Clostridium Botulinum. Quelli utilizzabili nell’uomo e presenti attualmente in commercio sono però il tipo A e il tipo B.

    Chi è il paziente “candidato perfetto” all’uso della tossina botulinica per le rughe del volto?

    Il candidato perfetto a questo trattamento è il paziente che vuole ridurre le rughe di espressione del volto.
    Si tratta di quelle rughe (dinamiche) della parte superiore del viso (fronte e regione perioculare), causate dalla ripetuta contrazione dei muscoli facciali che vengono attivati, spesso in maniera inconsapevole, per manifestare le emozioni.

    Agendo direttamente sui muscoli responsabili della loro formazione, la tossina botulinica consente di distendere temporaneamente le rughe d’espressione, conferendo al viso un aspetto disteso e rilassato, in modo molto naturale.

    L’infiltrazione di tossina botulinica non è efficace, invece, sulle rughe provocate dall’effetto della gravità (come il rilassamento delle palpebre), né sulle rughe causate da un’eccessiva esposizione al sole.

    Che età devo avere per potermi sottoporre ad un trattamento con la tossina botulinica?

    In Italia l’uso della tossina botulinica non è raccomandato nei pazienti sotto i 18 e sopra i 65 anni e nelle donne in gravidanza ed in allattamento.

    Cosa devo tener presente prima di sottopormi a questo trattamento?

    Prima che un paziente si sottoponga a questo trattamento è necessario che ne valuti attentamente i limiti e la sicurezza. E’necessario inoltre ricordare che il suo impiego in medicina estetica è a pagamento.

    Limiti:

    • l’effetto non è permanente
    • non esistono garanzie di ottenere i risultati desiderati
    • il processo di invecchiamento nelle aree del viso non trattate non viene arrestato

    Sicurezza:

    • le iniezioni di tossina botulinica devono essere eseguite da medici qualificati ed esperti
    • è indispensabile che lo specialista abbia una perfetta conoscenza dell’anatomia del volto, delle caratteristiche del farmaco e delle tecniche operative, per evitare che la tossina colpisca muscoli sbagliati o si diffonda ad aree adiacenti a quelle infiltrate (come può avvenire nel caso di dosaggi eccessivi)

    Quando non ci si deve sottoporre al trattamento:

    • in caso di allergia alla tossina botulinica di tipo A
    • se si è affetti da malattie croniche che interessano i muscoli
    • se si ha un’ infezione nel sito d’inoculo proposto per il trattamento.

    E’utile fare una visita preliminare?

    Assolutamente si!!!!

    Durante la visita che precede l’infiltrazione di tossina botulinica, il medico esamina lo stato della pelle e delle rughe che si intendono eliminare, valutando se, e come, procedere sulla base dei risultati desiderati e dello stato di salute della persona.

    E’necessario mettere a conoscenza il medico degli eventuali medicinali che si stanno prendendo poiché alcuni farmaci possono interferire con la tossina botulinica, alterando i risultati o provocando effetti indesiderati.

    La terapia con alcuni antibiotici e farmaci miorilassanti potrebbe amplificare gli effetti della tossina botulinica, e l’assunzione di farmaci antiaggreganti e anticoagulanti che rendono più fluido il sangue (come l’aspirina e l’eparina), potrebbe favorire la comparsa di lividi nelle sedi di iniezione.

    E’necessario fare l’anestesia?

    Assolutamente no!!!

    Il trattamento è praticamente indolore.

    Ma nella pratica come avviene il trattamento?

    La tossina botulinica viene iniettata in piccolissime dosi nelle regioni interessate mediante una siringa con un ago sottilissimo. Il trattamento dura pochi minuti, le iniezioni vengono effettuate all’interno dei muscoli mimici e non lasciano segni visibili.

    Cosa posso e non posso fare dopo il trattamento con la tossina botulinica?

    Subito dopo il trattamento è possibile riprendere le proprie abituali attività, ma vanno osservati alcuni accorgimenti:

    • non bisogna sfregare, massaggiare o comprimere l’area trattata, ad esempio indossare caschi da moto, per le 24 ore successive
    • non si deve praticare attività fisica intensa per 24/48 ore
    • bisogna evitare l’esposizione diretta al sole o a lampade UV e bisogna evitare di fare sauna e bagno turco nei 15 giorni successivi al trattamento.

    Quali sono i rischi e gli effetti indesiderati (effetti collaterali)?

    I rischi più comuni del trattamento comprendono:

    • sintomi di tipo influenzale e mal di testa, nelle 24 ore successive all’applicazione
      comparsa di ematomi, o lividi, nelle sedi di iniezione
    • debolezza muscolare e cedimenti del viso, come l’abbassamento della palpebra superiore, dovuti alla migrazione della tossina dalle sedi di iniezione ai muscoli adiacenti

    In ogni caso, gli effetti collaterali sono, generalmente, reversibili e regrediscono nell’arco di pochi giorni o qualche settimana

    Il trattamento con la tossina botulinica è reversibile?

    Si, il trattamento è completamente reversibile!!

    L’effetto di rilassamento dei muscoli mimici e di attenuazione delle rughe inizia dopo circa 5 giorni dal trattamento, raggiunge dopo 2-3 settimane la massima efficacia e dura in totale circa 4-6 mesi, dopodiché è possibile ripetere il trattamento periodicamente.
    Un dosaggio eccessivo o troppo frequente può aumentare il rischio di formazione di anticorpi. Se l’organismo produce anticorpi contro la tossina botulinica, questi ultimi rendono inefficace il trattamento.

    Al fine di limitare tale rischio, l’intervallo tra due trattamenti non deve essere inferiore ai tre mesi.

    Le mie rughe peggioreranno se interrompo il trattamento?

    Poiché il botulino inibisce temporaneamente la contrazione dei muscoli mimici, nel caso di interruzione del trattamento le rughe d’espressione cominceranno gradatamente a ricomparire.

    Ma è vero che il trattamento con la tossina botulinica paralizza e rende innaturale il volto?

    Spesso si sente dire che il Botox paralizza la muscolatura del volto in modo innaturale:

    questa è una affermazione sbagliata!!!

    Il medico cerca di ridurre le rughe senza però impedire l’espressività del viso.
    Un trattamento fatto nel modo corretto dona un aspetto rilassato e vitale, senza rendere inespressive le pazienti. Al contrario, una dose eccessiva e mal distribuita di botulino è in grado di alterare l’espressione del volto.

    Quali sono i costi del trattamento delle rughe del viso con la tossina botulinica?

    La tossina botulinica ha un costo che dipende dal quantitativo di prodotto utilizzato. Il costo può variare in media dai 250 € ai 400 € circa.
    Il paziente deve assicurarsi che il medico utilizzi una delle tre tossine botuliniche autorizzate per adesso in Italia che sono Vistabex, Azzalure e Bocouture.

    Che differenza c’è tra botulino e i fillers?

    Il botulino è indicato per il trattamento delle rughe d’espressione (rughe dinamiche) provocate dalla contrazione dei muscoli facciali.

    I fillers, invece, sono utilizzati per la correzione delle rughe statiche dovute all’invecchiamento della pelle che tende con il passare del tempo a perdere la propria capacità di rigenerare il tessuto sottocutaneo creando degli avvallamenti. I fillers vengono utilizzati per riempire tali avvallamenti risollevando la cute e spianando le rughe.

    Qual è la differenza tra Psoriasi inversa e Intertrigine?

    La Psoriasi inversa e l’Intertrigine sono due differenti malattie della pelle che causano un rash cutaneo caratterizzato da rossore e prurito localizzato alle pieghe quali ad esempio: inguine, ascella, solco intergluteo e pieghe mammarie nelle donne.

    Siccome le manifestazioni cliniche sono apparentemente molto simili il rischio che vengano confuse una con l’altra è alto con il rischio che vengano poi eseguite cure e trattamenti non adeguati che possono causare un peggioramento della malattia iniziale.

    In questo articolo, ti spiegherò cosa sono le due patologie e come è possibile differenziare una l’altra, non tanto per autodiagnosi, perché non è questo l’intento, quanto per educare e sensibilizzare sull’importanza della corretta diagnosi formulata dal Dermatologo che può consigliare il trattamento più idoneo per gestire in maniera mirata una e l’altra, che come è facile immaginare, riconoscono differenti cause.

    Psoriasi inversa VS Intertrigine

    La Psoriasi inversa, che alcuni chiamano anche Psoriasi intertriginosa o flessurale giusto per complicare un po la situazione qualora ce ne fosse bisogno, è una delle diverse varianti cliniche della Psoriasi e interessa le pieghe del corpo.

    Una percentuale variabile tra il 3 e il 7% dei soggetti che soffrono di Psoriasi possono avere manifestazioni proprio alle pieghe a causa della forma inversa di tale patologia.

    In la Psoriasi dalla A alla Z trovi un’ampia sezione interamente dedicata alla cause di questa patologia che come è noto è definita multifattoriale in quanto dovuta a fattori genetici, ambientali e individuali che insieme concorrono nel manifestarla.

    L’Intertrigine invece è una patologia causata dall’attrito che spesso si può verificare proprio a livello delle pieghe, un attrito dovuto allo sfregamento pelle con pelle in aree del corpo umide e calde.
    I soggetti maggiormente a rischio per questo problema sono le persone in sovrappeso e le donne con un seno abbondante.

    Se la Psoriasi inversa è una condizione cronica e recidivante nel tempo, l’intertrigine si manifesta solo ogni qualvolta si verificano le condizioni ideali di uno sfregamento rilevante pelle-pelle.

    Come si manifesta la Psoriasi inversa?

    La Psoriasi inversa si caratterizza per la comparsa di chiazze lisce arrossate, ben definite e che peggiorano con il sudore e lo sfregamento. Spesso le chiazze si presentano umide e lucenti.

    Le aree maggiormente interessate dalla Psoriasi inversa sono:

    • pieghe del seno
    • ascelle e inguine
    • inguine
    • solco intergluteo
    • ombelico

    Come si manifesta l’Intertrigine?

    Quando è presente l’Intertrigine la pelle delle pieghe di presenta rosa, rossa, a volte quasi bruna, ed è frequente la presenza di lesioni quali abrasioni, fissurazioni ed esulcerazioni dovuti proprio allo sfregamento cutaneo e alla macerazione.

    Se si annusa la pelle con Intertrigine, il suo odore è sgradevole.

    Spesso, proprio a causa della perdita di sostanza descritta l’Intertrigine si può complicare con sovrainfezioni quali quelle batteriche o micotiche.

    Le aree interessate dall’Intertrigine sono le stesse di quella della Psoriasi inversa.

    Come si fa diagnosi di Psoriasi inversa e di Intertrigine?

    La diagnosi dermatologica di Psoriasi inversa e di Intertrigine richiede l’attenta l’osservazione da parte dello specialista di tutte le manifestazioni cutanee presenti alle pieghe.

    A volte quando l’osservazione clinica non essere dirimente il dermatologo esegue una biopsia cutanea per eseguire l’esame istologico del campione di cute prelevato e quando sospetta la presenza di una sovrainfezione il tampone o il prelievo di squame, scarificate dalla superficie cutanea interessata, per eseguire l’esame colturale micologico.

    Quali sono i fattori di rischio?

    Le persone in sovrappeso e quelle con pieghe profonde della pelle hanno un rischio più elevato di manifestare la Psoriasi inversa rispetto ad altre.
    Le persone in sovrappeso hanno anche maggiori probabilità di sviluppare l’Intertrigine.

    Il rischio di Psoriasi inversa è maggiore in presenza di:

    • familiare affetto da Psoriasi
    • storia personale di una della forme di Psoriasi, quale ad esempio quella a placche.
    donna-obesa
    Le persone in sovrappeso hanno un maggiore rischio di sviluppare la Psoriasi inversa o l’Intertrigine

    Invece il rischio di sviluppare o manifestare l’Intertrigine è maggiore se sono presenti seguenti fattori di rischio:

    • diabete
    • sovrappeso
    • protesi di arti che potrebbero sfregare a livello delle pieghe cutanee.
    • indumenti stretti e aderenti, peggio ancora se sintetici e a contatto diretto della pelle
    • paziente allettato e non autosufficiente

    Come si cura la Psoriasi inversa e l’Intertrigine?

    La prima difficoltà per un trattamento efficace è la corretta diagnosi mentre la seconda la zona umida delle piega.

    In generale il trattamento di tutte le dermatosi umide delle pieghe del corpo non può essere assolutamente improvvisato perchè il rischio di complicare o far peggiorare il quadro clinico è molto alto.

    Da un punto di vista teorico, il dermatologo per curare la Psoriasi inversa può avvalersi dell’uso di:

    • cortisonici di bassa o media potenza
    • analoghi della vitamina D

    Esistono poi trattamenti off label quali ad esempio gli inibitori della Calcineurina: Tacrolimus e Pimecrolimus.

    Invece per il trattamento dell’Intertrigine il trattamento deve tener ovviamente conto di un’eventuale sovrainfezione da curare con antibiotici o antimicotici.

    In assenza di tali complicanze si usano antisettici e a volte anche in questo caso steroidi di bassa potenza

    Anche lo stile di vita e l’assistenza domiciliare possono alleviare i sintomi sia della Psoriasi inversa sia dell’Intertrigine, come:

    • calare di peso e/o mantenere il peso forma
    • cambiare frequentemente la posizione dei pazienti allettati
    • asciugare le zone umide della pelle tamponando con garze o tessuti in cotone e/o lino
    • evitare di indossare indumenti stretti e attillati.

    Conclusioni

    La Psoriasi inversa e l’Intertrigine anche se interessano zone simili del corpo sono due malattie differenti sia per quanto riguarda le manifestazioni sia per le cause e di conseguenza per quanto riguarda i trattamenti possibili.

    Quando è presente un arrossamento a livello delle pieghe evitare assolutamente il fai da te per evitare possibili complicazioni e ritardi diagnostici.

    Acne

    Abstract


    L’acne è una condizione della pelle molto comune caratterizzata da comedoni (punti neri e brufoli) e punti pieni di pus (pustole).
    Di solito inizia alla pubertà e varia in gravità da alcuni punti sul viso, collo, schiena e torace, che la maggior parte degli adolescenti manifesterà ad un certo punto della propria vita, a un problema più significativo che potrebbe causare cicatrici e avere un impatto sulla fiducia in se stessi.
    Per la maggior parte tende a risolversi dalla tarda adolescenza, ma, in alcune persone, può persistere più a lungo.

     

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    References


     

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