La salute della pelle a cura di
Dermatologia Myskin

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Brufoli sul seno: cosa fare

L’Acne può manifestarsi in qualsiasi parte del corpo, seno compreso.

Anche se i brufoli sono una manifestazione assolutamente benigna il disagio che possono creare può essere notevole risultando anche imbarazzanti quando appunto sono presenti al seno.

In questo articolo, esaminiamo le cause dei brufoli al seno e come possono essere trattati precisando fin da subito l’importanza di farsi visitare sempre dal Dermatologo per una diagnosi di certezza.

Le cause

L’Acne è una condizione che si verifica a carico delle ghiandole sebacee che per definizione si trovano al torace, seno compreso, dorso ma anche al viso e al cuoio capelluto.

In sintesi perchè si possa manifestare l’Acne si devono verificare tre condizioni:

  • ipersecrezione sebacea
  • ipercheratinizzazione dell’infundibulo, ovvero un restringimento responsabile dell’ostruzione e obliterazione di una porzione specifica del dotto della ghiandola sebacea
  • colonizzazione batterica da parte del Propionibacterium Acnes

I fattori responsabili dell’Acne sono molteplici e di seguito li analizziamo uno per uno.

Genetica

Alcune ricerche sui gemelli omozigoti indicano che l’Acne potrebbe essere legata a fattori genetici (1,2). Un soggetto potrebbe essere più a rischio di sviluppare l’Acne se i genitori o i fratelli hanno avuto o hanno lo stesso problema.

Dieta

Uno studio del 2015 ha collegato alcuni alimenti ad un aumentato rischio di sviluppare l’Acne.
Questi alimenti includono:

  • carboidrati raffinati
  • latte e proteine del latte
  • grassi trans
  • grassi saturi

Stress

Sebbene lo stress da solo non possa causare l’Acne, potrebbe farla peggiorare se già presente (3).

Ormoni e pubertà

L’Acne è una problematica che interessa circa l’80-90% dei soggetti alla pubertà in quanto gli ormoni (4) tipici di questo periodo possono condizionarla.
Gli ormoni possono anche influenzare la pelle durante l’età adulta, soprattutto nelle donne.
In molte donne inoltre i brufoli compaiono durante o appena prima delle mestruazioni.

Farmaci

Alcuni farmaci, tra cui corticosteroidi, ormoni tiroidei e alcuni antibiotici, possono favorire l’insorgenza dell’Acne che normalmente poi regredisce con la sospensione della loro assunzione.

Evitare di sospendere autonomamente l’assunzione di tali farmaci senza chiedere il parere e il consenso del proprio medico.

Igiene dopo l’attività fisica

Secondo l’American Academy of Dermatology, una cattiva igiene dopo l’attività fisica può favorire o peggiorare l’Acne.

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L’igiene e il modo in cui detergiamo sono fondamentali per prevenire la formazione di brufoli nella zona del seno

Considerato che la zona del seno tende a sudare più di altre parti del corpo è importante l’igiene e la detersione accurata per contrastare la formazione dei brufoli in questa zona.

Fare una doccia subito dopo l’esercizio fisico e indossare abiti puliti e asciutti, compreso il reggiseno.

Vestiti stretti o irritanti

Indossare indumenti troppo aderenti o non traspiranti può aumentare il rischio di sviluppare brufoli.

Inoltre, i tessuti che irritano la pelle possono peggiorare l’Acne.

Anche in questo caso lavare sempre reggiseni e camicie regolarmente per evitare che l’Acne sul seno peggiori.

Lozioni per il corpo e creme

Alcune creme e lozioni per il corpo possono favorire la comparsa dell’ Acne quando applicate al seno perchè comedogeniche, ovvero in grado di indurre la comparsa di brufoli.

Rimedi casalinghi

Le seguenti strategie possono spesso ridurre o eliminare i brufoli sul seno e altre manifestazioni dell’Acne.

Praticare una buona igiene dopo l’esercizio fisico, che include:

  • indossare abiti da allenamento puliti
  • usare un asciugamano pulito per asciugare il sudore durante la sessione di allenamento
    non condividere le apparecchiature, quando possibile
  • pulire le attrezzature per eliminare i batteri che potrebbero favorire l’insorgenza di follicoliti batteriche
  • rimuovere qualsiasi trucco prima di allenarsi
  • usare protezioni solari non comedogeniche.

Ridurre le cause dietetiche dell’Acne

Tenere un diario alimentare e ridurre l’introito degli alimenti ad alto indice glicemico.

Ridurre lo stress

Una serie di metodi possono aiutare ad alleviare lo stress, compreso lo yoga e la meditazione anche se alcuni trovano beneficio con l’esercizio fisico.

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Indossare abiti larghi e traspiranti

Scegliere vestiti larghi e traspiranti e lavare spesso reggiseni e camicie può aiutare a evitare o ridurre la comparsa di brufoli sul seno.

Usare lozioni e creme che non ostruiscono i pori (non comedogenici)

Le persone soggette all’Acne dovrebbero selezionare prodotti che non ostruiscono i pori della loro pelle.

E’ preferire utilizzare lozioni per il corpo, crema solare e altri cosmetici senza olio o non comedogenici.

Lavarsi con un sapone medicato per il corpo

Utilizzare un sapone a base di acido salicilico può aiutare a contrastare l’Acne specie la variante comedonica, caratterizzata dalla presenza di punti neri.

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Le persone inclini a sviluppare l’Acne sul seno possono trarre beneficio dall’uso di questo tipo di saponi per il corpo regolarmente, anche dopo l’esercizio fisico.


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Trattamento

Trattamenti da banco e rimedi casalinghi però possono non essere sufficienti per tutte le forme di Acne, motivo per cui è sempre opportuno consultare un dermatologo per una valutazione accurata in modo tale da poter eseguire poi una cura individuale e mirata all’entità del proprio problema.

Il trattamento dell’Acne da un punto di vista medico si basa sull’uso sapiente di diversi attivi quali ad esempio:

Inoltre, il Dermatologo valutando attentamente oltre al quadro clinico anche la tipologia di cute della persona è in grado di soppesare se il trattamento debba essere solo farmacologico o cosmetico oppure combinato.

Per quanto possa sembrare facile immaginare di gestire l’Acne per proprio conto consiglio sempre di farsi visitare dal Dermatologo per evitare inutili perdite di tempo con il rischio di possibili effetti collaterali quali macchie o cicatrici da Acne.

Infatti, il corretto trattamento tempestivo dell’Acne oltre a risolvere definitivamente il problema evita il rischio che possano rimanere degli esito sulla pelle del viso e/o del seno.

In sintesi

L’Acne al seno può manifestarsi in forma lieve con la presenza di comedoni oppure in forma più grave con pustole e nodulo-cisti.

Il trattamento varia in base all’entità del problema e può spaziare, su consiglio del Dermatologo, da trattamenti topici a quelli sistemici e che possono prevedere la somministrazione di dermocosmetici o farmaci ma anche fermenti lattici specifici oppure integratori alimentari.


Bibliografia

  1. Association of the CYP17 MSP AI (T-34C) and CYP19 codon 39 (Trp/Arg) polymorphisms with susceptibility to acne vulgaris. Chamaie-Nejad F, Saeidi S, Najafi F, Ebrahimi A, Rahimi Z, Shakiba E, Rahimi Z. Clin Exp Dermatol. 2018 Mar;43(2): 183-186
  2. Genetic architecture of acne vulgaris. Lichtenberger R, Simpson MA, Smith C, Barker J, Navarini AA. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2017 Dec;31(12): 1978-1990
  3. The Impact of Pyschological Stress on Acne. Jović A, Marinović B, Kostović K, Čeović R, Basta-Juzbašić A, Bukvić Mokos Z. Acta Dermatovenerol Croat. 2017 Jul;25(2): 1133-141.
  4. Sex hormones and acne. Ju Q, Tao T, Hu T, Karadağ AS, Al-Khuzaei S, Chen W. Clin Dermatol. 2017 Mar – Apr;35(2):130-137

Crema solare e Vitamina D: è veramente necessario scegliere tra avere le ossa forti o avere il melanoma?

Ormai lo sappiamo, la vitamina D è fondamentale per l’assorbimento intestinale del calcio e nel metabolismo osseo.
Gli studi più recenti hanno anche evidenziato un suo ruolo nel corretto sviluppo del Sistema Immunitario e nella maturazione polmonare intrauterina e post-natale, attraverso la modulazione dei processi infiammatori e la risposta alle infezioni. (ne abbiamo parlato qui )

La vitamina D è una vitamina liposolubile sintetizzata prevalentemente a livello della pelle: l’esposizione al sole trasforma il 7-deidrocolesterolo in vitamina D3 (colecalciferolo).
L’esposizione a specifiche radiazioni solari (raggi UVB tra i 290 e 315 nm) induce la produzione della vitamina D3.
Purtroppo però la luce solare naturale è caratterizzata dalla presenza di queste specifiche radiazioni solo per un numero limitato di ore, che varia in base alla stagione e all’area geografica.

Alcune persone, supportate a volte anche da consigli di medici poco attenti, pensano che l’esposizione ai raggi ultravioletti naturali (sole) o artificiali (lampade abbronzanti) siano la principale fonte di produzione di vitamina D.
A volte, viene loro consigliato di esporsi al sole senza protezione solare perché questa impedirebbe l’assorbimento dei raggi solari e la conseguente produzione di vitamina D.

L’immagine che si compone nella testa delle persone è di conseguenza questa:

“devo stare tutta l’estate al sole per accumulare più vitamina D possibile, altrimenti mi si sgretoleranno le ossa e mi prenderò un sacco di infezioni!”

Proviamo a capire se questa immagine è veramente corretta.

Quanta vitamina D ci serve per avere ossa e sistema immunitario sano?

In assenza di patologie come l’osteoporosi, la dose ideale (secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Salute) è di 600 UI (Unità Internazionali) fino a 70 anni e 800 UI sopra i 70 anni.

Nell’adulto giovane è stato calcolato che una esposizione estiva su entrambe le superfici del corpo per 20 minuti giornalieri produce 10000-20000 UI: quindi non è necessario stare giornate intere al sole per produrre ciò che ci serve! 

Anche perché, quando la vitamina D prodotta eccede il fabbisogno, il nostro corpo inizia automaticamente a smaltirla per evitarne il sovraccarico.  Quindi non ha alcun senso esporsi ore e ore al sole nella speranza di “fare scorta” di vitamina D!

Ammettendo che la produzione di vitamina D3 non avvenga se applichiamo sulla pelle uno schermo solare, questi 20 minuti quotidiani al sole possono indurre una maggiore incidenza di tumori della pelle? 

Sappiamo che l’esposizione al sole senza protezione mette a rischio di sviluppare i tumori cutanei e velocizza il processo di invecchiamento (che significa formazione di macchie, rughe e grigiore cutaneo), e che l’uso regolare della protezione solare può fare molto per evitare che ciò accada.

Studi controllati hanno dimostrato che l’uso regolare di una protezione solare ad ampio spettro con SPF 15 o superiore, riduce le possibilità di sviluppare carcinoma a cellule squamose di circa il 40%, di melanoma del 50% e di invecchiamento precoce della pelle del 24 %  

Inoltre, le radiazioni UV danneggiano gli occhi e possono causare cataratta, tumori delle palpebre e altri tumori oculari, compreso il melanoma.

20 minuti di esposizione senza protezione solare sono sufficienti a causare danni al DNA. Se poi questi 20 minuti sono ripetuti giorno per giorno per anni nella vita, i danni al DNA si sommano fino ad indurre mutazioni genetiche alle cellule e ad indurre la comparsa di tumori cutanei. 

Sfortunatamente, le stesse lunghezze d’onda UVB che inducono il nostro corpo a sintetizzare la vitamina D3, sono anche responsabili delle scottature solari e delle mutazioni genetiche che favoriscono la comparsa di tumori cutanei.

20 minuti di esposizione senza protezione solare sono sufficienti a causare danni al DNA

I filtri solari sono progettati per filtrare la maggior parte delle radiazioni UVB del sole in particolare:

  • Un filtro SPF 15 scherma circa il 93% dei raggi UVB
  • Un SPF 30 scherma circa il 97% dei raggi UVB
  • Un SPF 50 scherma circa il 98% dei raggi UVB
  • Un SPF 50+ scherma circa il 99% dei raggi UVB

Ciò significa che

  • nessun filtro scherma il 100% dei raggi solari UVB
  • che non c’è grandissima differenza in termini di percentuale di raggi schermati tra una crema con spf 30 e una con SPF 50+
  • che anche una crema con “solo” SPF 15 scherma più di 90% dei raggi UVB e quindi svolge egregiamente la funzione di prevenzione dei tumori cutanei

(nota bene: questi valori vengono rispettati anche nella tua pelle se applichi 2 mg di prodotto ogni cm quadrato di pelle! Quindi circa 30 grammi su tutto il corpo per ogni applicazione. E se riapplichi il prodotto, con le stesse dosi, ogni 2 ore di esposizione. Se invece applichi meno prodotto, o non lo riapplichi ogni 2 ore, questi valori si riducono in maniera esponenziale!)

Ma il sole non produce solo raggi UVB: come la mettiamo con gli UVA?

Le radiazioni UVA presentano una lunghezza d’onda più lunga (320-400 nm) e sono responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle e, di conseguenza, della predisposizione al cancro della pelle. 

Uno studio pubblicato nel 2015 su Science, la rivista scientifica più importante al Mondo, ha dimostrato che il danno cellulare indotto dagli UVA può iniziare dopo meno di un minuto al sole!

In particolare, il danno ai melanociti (le cellule che producono il pigmento melanina della pelle) continua anche per ore dopo il termine dell’esposizione al sole. E con i melanociti non si scherza: la mutazione del loro DNA può portare al melanoma, la forma più letale di cancro della pelle.

A questo punto, chiarito che il danno al DNA indotto dai raggi solari, sia UVA che UVB, avviene fin dai primi minuti di esposizione solare e che gli effetti di accumulo di queste radiazioni inducono la comparsa di tumori cutanei, è evidente il motivo per il quale noi dermatologi stressiamo così tanto l’importanza dell’applicazione del filtro solare almeno SPF 15 ogni giorno, sia in città che in vacanza.

Se poi, oltre al filtro solare ad ampio spettro (che significa sia anti UVA che anti UVB), si usano altri metodi di protezione solare come indossare indumenti confezionati con tessuti anti-UV, occhiali da sole con filtri UV certificati e l’evitare l’esposizione alla luce nelle ore centrali della giornata, ancora meglio!

“Ok ho capito, devo proteggermi dai raggi solari, ma la vitamina D?”

Gli studi clinici non hanno mai riscontrato che l’uso quotidiano di creme solari porti ad insufficienza di vitamina D.
Anzi, mostrano che le persone che usano la protezione solare quotidianamente possono mantenere i loro livelli di vitamina D assolutamente intatti! 

Il sole non è l’unico strumento che abbiamo per acquisire la Vitamina D.
Lo possiamo fare anche combinando dieta ed integratori alimentari, prescritti dal medico in caso di carenza accertata dagli esami del sangue.
I pesci grassi come il salmone, lo sgombro e il tonno sono fonti particolarmente ricche di Vitamina D. Piccole quantità sono presenti anche nei tuorli d’uovo, nel fegato e nel formaggio.

Al supermercato puoi trovare anche cibi addizionati di vitamina D come le bevande vegetali o succhi di frutta. Prediligendo questi cibi nella dieta settimanale ed esponendoti al sole per mezzora al giorno con una protezione spf 15 è possibile mantenere buoni livelli di Vitamina D.
Per i mesi invernali, quando alle nostre latitudini è difficile potersi esporre al sole, meglio controllare con gli esami del sangue il livello di vitamina D e, se carente, assumere degli integratori.

In conclusione, sfatiamo l’ennesimo falso mito legato all’esposizione solare:  non è affatto necessario scegliere tra prevenire i tumori cutanei e prevenire l’osteoporosi. Si possono fare entrambe le cose in estrema sicurezza!


Bibliografia

Wolpowitz D et al. The vitamin D questions: how much do you need and how should you get it? J Am Acad Dermatol 2006; 

Van der Pols JC et al. Prolonged prevention of squamous cell carcinoma of the skin by regular sunscreen use. Cancer Epidemiol Biomarkers Prevent 2006; 

Premi S et al. Chemiexcitation of melanin derivatives induces DNA photoproducts long after UV exposure. Science 2015; 

Farrerons J et al. Clinically prescribed sunscreen (sun protection factor 15) does not decrease serum vitamin D concentration sufficiently either to induce changes in parathyroid function or in metabolic markers. Br J Dermatol 1998; 

Marks R et al. The effect of regular sunscreen use on vitamin D levels in an Australian population. Results of a randomized controlled trial. Arch Dermatol 1995; 

Wolpowitz D et al. The vitamin D questions: how much do you need and how should you get it? J Am Acad Dermatol 2006;

Hughes MCB et al. Sunscreen and prevention of skin aging: a randomized trial. Ann Intern Med 2013;

Green AC et al. Reduced melanoma after regular sunscreen use: randomized trial follow-up. J Clin Oncol 2011;

7 falsi miti su abbronzatura ed esposizione solare

È di nuovo quel periodo dell’anno: l’inverno sta per finire e il sole sta tornando nella maggior parte del paese.

Con le vacanze primaverili alle porte, tutti iniziano a pensare a come ottenere un colorito “sano” e luminoso. Ma è davvero salutare l’abbronzatura che si ottiene durante l’esposizione solare?

Mito 1: hai bisogno di un’abbronzatura di base

Scottature e prurito

Molte persone pensano che per evitare di scottarsi in vacanza sia necessaria “un’abbronzatura di base”. La dott.ssa Madeliene Gainers, afferma invece che questo è un errore in quanto l’abbronzatura in sé e per sé è la prova di danni alla pelle. La pelle appare più scura perché ridistribuisce la melanina nel tentativo di proteggersi.

Ma non si tratta solo di questo. Insieme all’abbronzatura si verifica anche un danno al DNA. Con l’esposizione ripetuta, la pelle non solo si scurisce, ma si addensa e diventa coriacea.

Per questo, la “sana” abbronzatura di oggi potrebbe portare a danni irreversibili alla pelle in futuro.

Mito 2: l’abbronzatura è necessaria per la vitamina D

vitamina_d

Spesso, chi vive al nord dove il sole tende a essere limitato nei mesi invernali, probabilmente ha sentito dire che è una buona idea usare un lettino abbronzante per mantenere adeguati i livelli di vitamina D. Ma non è proprio così, secondo la dott.ssa Gainers.

Per fare scorta di vitamina D non è necessario danneggiare la pelle, mettersi a rischio di sviluppare un cancro della pelle o provocare il suo invecchiamento precoce. Sono sufficienti, un’adeguata esposizione alla luce diurna, una dieta alimentare appropriata ed eventualmente integratori di vitamina D.

Mito 3: i soggetti con fototipo scuro non devono preoccuparsi di usare la protezione solare

fototipo scuro

Chi ha la pelle chiara sa che è meglio evitare di esporsi al sole senza protezione.
Ma è un mito comune che chi ha la pelle più scura non ha bisogno di prendere la stessa precauzione.

La dottoressa Karyn Grossman ha convenuto che l’abbronzatura indica il danno al codice genetico della pelle. È questo danno che alla fine porta al cancro della pelle e all’invecchiamento. Questo vale per tutti i tipi di pelle, quindi avere una pelle più scura o una pelle che si abbronza facilmente non significa che l’abbronzatura sia innocua perché danneggia comunque la pelle.

Il Dr. Michael Lin, spiega che anche se la melanina extra nei fototipi più scuri offre una certa protezione, non blocca tutte le radiazioni ultraviolette (UV).

Per questo, chi ha un fototipo scuro può sviluppare il melanoma e sperimentare il fotoinvecchiamento (invecchiamento precoce della pelle causato da ripetute esposizioni solari).

Mito 4: l’esposizione al sole o ai lettini abbronzanti è l’unico modo per ottenere un’abbronzatura luminosa

filtri-creme-solari

Senti di avere un aspetto migliore con l’abbronzatura? Non è necessario mettere a rischio la pelle per raggiungere questi risultati.

Per ottenere un’abbronzatura dall’aspetto naturale senza esporsi al sole o a lettini solari si possono utilizzare prodotti abbronzanti e autoabbronzanti che non danneggiano la pelle.

Mito 5: solo i raggi UVB sono dannosi

lettino-abbronzante

Esistono due diversi tipi di raggi UV: raggi UVA e UVB.
I raggi UVB, essendo principalmente associati alle scottature solari e allo sviluppo del cancro della pelle, tendono ad essere considerati come “cattivi“, ma questo non significa che i raggi UVA siano sicuri.

Il Dr. Michael Lin spiega che i raggi UVA sono più legati al photoaging, ossia alla comparsa di rughe e texture irregolare della pelle, mentre i raggi UVB sono collegati al cancro della pelle.

Nessuno dei due è innocuo

Molte persone pensano che i lettini abbronzanti siano più sicuri rispetto all’esposizione solare perché sono maggiormente legati ai raggi UVA. Tuttavia i raggi UVA possono effettivamente essere più dannosi per il DNA della pelle, specialmente con un’esposizione prolungata. E quel danno è in definitiva ciò che può portare al cancro della pelle.

La dott.ssa Gainers ha riportato alcuni dati della Skin Cancer Foundation, secondo la quale utilizzare il lettino abbronzante dalle 10 volte in su aumenta il rischio di melanoma del 34%.

Chi usa o ha usato un lettino abbronzante prima dei 35 anni corre un rischio del 75%. Negli Stati Uniti, 6.200 casi di melanoma ogni anno sono legati ai lettini abbronzanti.

In alcuni paesi i lettini abbronzanti sono considerati illegali, mentre negli Stati Uniti c’è un movimento che chiede che vengano proibiti.

Mito 6: la maggior parte dei tumori della pelle non è un grosso problema

melanoma_cicatrice
melanoma_cicatrice

Molti di noi hanno conosciuto almeno una persona che si è allarmata per un tumore della pelle e, in molti casi, ha conservato nient’altro che una piccola cicatrice. Nonostante questo è importante sapere quanto può essere mortale un melanoma.

Grossman riferisce che un americano su cinque di qualunque etnia svilupperà un tumore della pelle e non tutti sopravviveranno. Negli Stati Uniti ogni ora una persona muore di tumore della pelle.

Se queste statistiche fanno riflettere, è perché il tumore della pelle è davvero un’epidemia. Grossman ha spiegato che ci sono più tumori della pelle diagnosticati in un anno negli Stati Uniti rispetto a tutti gli altri tumori combinati in un periodo di tre anni.

Il cancro della pelle è un importante problema personale e di salute pubblica.

Mito 7: Finché non ti bruci, l’abbronzatura è sicura

Scottatura solare - bolle e vescicole
Scottatura solare – bolle e vescicole

Nel caso in cui non fosse già chiaro, qualsiasi tipo di abbronzatura può provocare in futuro problemi alla pelle.

Le scottature acute sono dolorose e possono aumentare il rischio di melanoma. L’abbronzatura è una delle cause del fotoinvecchiamento e predispone al tumore della pelle. Il problema, secondo il dott. Lin, è che la maggior parte delle persone ignora questi rischi futuri perché non può vederli nell’immediato.

Per Grossman è importante comprendere che l’abbronzatura non è affatto salutare per la pelle. Meglio optare per delle creme autoabbronzanti.

Come proteggere la tua pelle

L’American Academy of Dermatology raccomanda di applicare prodotti con un fattore di protezione solare minimo (SPF) di 30 ogni giorno. Ma Grossman avverte che potrebbe essere necessario un SPF più alto, se all’inizio non si raggiunge una protezione sufficiente.

Molte persone non applicano una quantità sufficiente di protezione solare per ottenere l’SPF sull’etichetta.

Per questo motivo, meglio usare un SPF 50 ogni giorno, applicandolo ogni una o due ore quando si sta all’aperto.


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Grossman consiglia di riapplicare immediatamente la protezione solare, se ci si bagna. Questo perché non esiste una protezione solare “impermeabile”, esiste solo una protezione solare resistente all’acqua che deve comunque essere riapplicata ogni volta che la pelle viene bagnata.

Di seguito alcune raccomandazioni aggiuntive della dott.ssa Gainers per garantire la massima protezione della pelle:

  • indossare indumenti che proteggano dal sole;
  • cercare l’ombra tra le 10 e le 14, quando la radiazione ultravioletta proveniente dal sole è più intensa;
  • indossare un cappello a tesa larga e occhiali da sole.

E’ bello stare all’aperto e godersi la vita, ma è importante prendere le giuste precauzioni per proteggere la pelle.

Portare gli occhiali ti protegge dal tumore della pelle

Gli occhiali sono molto più, di un semplice accessorio di moda: sono importanti per proteggere sia l’occhio che le palpebre e il contorno occhi, una zona estremamente delicata e facilmente arrossabile, al punto che l’Unione Europea li ha classificati come “dispositivo di protezione individuale”, da indossare per difendersi dai rischi dovuti alle radiazioni solari.

Secondo gli studi, quando applichiamo una crema con fotoprotezione UV, spesso dimentichiamo di applicarla anche in sede perioculare.
Altre volte le creme solari rilasciano alcune sostanze volatili che fanno lacrimare gli occhi e quindi limitando la capacità filtrante UV.

Lunghe ore al sole o alla luce in generale aumentano le possibilità di sviluppare alcune malattie degli occhi ma anche tumori della pelle come il carcinoma basocellulare, il carcinoma spinocellulare e il melanoma della coroide (retina e sclera oculare).

Il melanoma oculare colpisce 6 persone ogni milione di abitanti e generalmente non da sintomi a meno che non si sviluppi in una particolare zona dell’occhio, la fovea, dove può limitare parzialmente la vista.

Il carcinoma basocellulare e spinocellulare si manifestano invece a livello peri-oculare sulle palpebre (e nel resto del viso esposto al sole) come una piccola papula rosata, o come una crosta bianco-giallastra su base arrossata. Spesso non danno sintomi se non un lieve prurito.

Cacinoma basocellulare nodulare della palpebra inferiore. Si presenta come una piccola papula rosata, a crescita lenta ma progressiva, spesso non da alcun sintomo.
Immagine dermoscopica di carcinoma basocellulare nodulare della palpebra. La dermoscopia è un tecnica spesso fondamentale per diagnosticare i tumori della pelle e distinguerli dalle lesioni benigne.

Gli occhiali ideali dovrebbero bloccare dal 99% al 100% dei raggi UVA e UVB

Per assicurarti che gli occhiali presentino tale copertura ti puoi basare sulle marchiature che trovi sulle lenti al momento dell’acquisto o chiedendo la scheda tecnica della lente al tuo ottico di fiducia.

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Spesso ci si imbatte in alcuni occhiali che pur riportando apparentemente la marcatura CE non sono conformi alle direttive europee, si tratta di prodotti esportati dalla Cina (China Export) che riproducono il marchio di qualità europeo.
La Marcatura CE assicura che le lenti rispondono alle caratteristiche indicate dalla normativa europea, cioè siano in grado di filtrare sia i raggi UVA che UVB.
Esistono diverse categorie del filtro solare: alle lenti viene assegnato un numero che va da 0 a 4 che indica la loro capacità di filtrare la luce.
  • 0 indica: lente che lascia passare quasi tutta la luce;
  • 1 indica: lente che trattiene dal 40 all’80% dei raggi solari (occhiali cosiddetti “cosmetici“);
  • 2 e 3 indicano: lente che trattiene 80-90% dei raggi solari (la maggioranza dei filtri è di questa tipologia)
  • 4 indica: lente che ha un potere filtrante pressoché totale (“assorbimento UV fino a 400 nm”)

Se non specificato in etichetta, non dare per scontato che  le lenti forniscano la protezione UV!

Gli occhiali con protezione UV sono solo i classici occhiali da sole scuri?

No, non è detto!

Gli occhiali più scuri non sono necessariamente più protettivi perché la protezione UV proviene da una sostanza chimica invisibile o applicata alle lenti, non dal colore o dall’oscurità delle lenti. Per capire il grado di protezione bisogna sempre basarsi sulla certificazione della lente.

Anche i normali occhiali da vista possono essere molto schermanti, seppure chiari

Per proteggere al meglio sia gli occhi che le palpebre, preferisci occhiali di grandi dimensioni e avvolgenti perchè filtrano meglio la luce proveniente da diverse angolazioni.

Poni attenzione anche agli occhiali che compri per i tuoi bambini!

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Gli occhiali non sono un giocattolo e andrebbero scelti con particolare attenzione

Spesso si trovano in commercio degli occhiali che non sono filtrati o certificati in alcun modo, rendendoli dei veri e proprio giocattoli!
Anche i bambini hanno bisogno di occhiali protettivi anti UV, quindi affidati ad ottici certificati e controlla sempre le etichette.

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E le lenti a contatto? Mi proteggono dai raggi UV?

Idealmente se certificate, le lenti a contatto proteggono dai raggi UV, ma c’è un “ma”. Poiché le lenti a contatto non coprono l’intero occhio e soprattutto non coprono le palpebre e la zona del contorno occhi, non sono sufficienti per ottenere una protezione completa se usate da sole.

Indossa sempre degli occhiali da sole non graduati sopra alle tue lenti a contatto per proteggere tutta l’area oculare e perioculare.


Bibliografia

PLoS One. 2017 Oct 2;12(10):e0185297. doi: 10.1371/journal.pone.0185297. eCollection 2017. UV imaging reveals facial areas that are prone to skin cancer are disproportionately missed during sunscreen application. Pratt H et al. 

 

Afte dolorose della lingua: perchè vengono e come trattarle

Con il termine “afta” si intende una piccola erosione della mucosa, spesso dolorosa o fastidiosa. Può comparire sia alla mucosa della bocca (in questo caso prende il nome di STOMATITE) ma anche alle mucose genitali.

Sono molto frequenti tra gli adulti tra i 20 e i 50 anni, coinvolgendo fino al 60% della popolazione, con una prevalenza leggermente superiore nelle femmine rispetto ai maschi.

In questo articolo parleremo di afte che interessano la bocca, soprattutto la mucosa all’interno delle guance, della lingua e del palato.

Sono erosioni biancastre circondate da un alone arrossato, a volte singole, a volte multiple raggruppate tra loro.

Solitamente compaiono in maniera acuta e scompaiono spontaneamente in 1-2 settimane, a volte lasciando degli esiti cicatriziali, a volte senza lasciare segno alcuno, se non il ricordo di un intenso dolore.

E’ possibile che prima della comparsa dell’afta, si avverta bruciore nell’area in cui poi si formerà l’erosione

Successivamente si assiste ad un arrossamento localizzato e solo alla fine si formerà una erosione biancastra, rotondeggiante e dolente sia spontaneamente sia al contatto.
Questa lesione difficilmente sanguina, anche se toccata o stimolata.

Le afte possono comparire nel bordo libero della lingua e creare delle irregolarità. Si risolvono spontaneamente senza lasciare cicatrici nella maggior parte dei casi.

Tipi di afte

A seconda delle dimensioni delle erosioni si distinguono diverse forme di aftosi: minor, major ed erpetiforme.

L’aftosi minor è la forma più diffusa e si identifica per la comparsa di lesioni singole, di forma ovale, di piccole dimensioni (meno di mezzo centimetro). Guarisce senza lasciare cicatrici.

L’aftosi major è una forma molto severa, con ulcere grandi più di 0,5 centimetri, più dolorose e persistenti delle precedenti, più profonde, pertanto guariscono molto più lentamente lasciando una cicatrice.

L’aftosi erpetiforme è una variante in cui le ulcere sono molto piccole e multiple simili a quelle dell’herpes labiale, che si presentano alla mucosa del palato, alla lingua ma anche alle gengive. A volte è difficile distinguerla dal classico herpes ed è necessario fare delle indagini per la ricerca del virus per fare una diagnosi precisa.

Perchè compaiono le afte?

Le motivazioni per cui compaiono le afte possono essere molte e diverse tra loro.

Dai traumi accidentali (morsi, erosioni con cibo, ingestione di bevande molto calde, spazzolamento eccessivo dei denti e della lingua oppure, per i portatori di protesi dentali, traumi da sfregamento della protesi), alle reazioni allergiche ai batteri normalmente presenti all’interno della bocca, o dello stomaco come l’Helicobacter pylori.

Esiste anche una correlazione diretta tra la comparsa di afte e le malattie infiammatorie del distretto intestinale come il Morbo di Chron e la celiachia, nonché con reazioni alterate del sistema immunitario (malattie autoimmuni, come la sindrome di Behcet, il pemfigo o il lichen).

Pare che le abitudini dietetiche giochino un ruolo nella comparsa delle afte in soggetti predisposti che seguono una alimentazione ricca di alcoolici, cibi piccanti e liberatori diistamina come cioccolato e spezie.

Ultima, ma non ultima, causa possibile della comparsa di afte, è quella psicologica: ansia e depressione possono modificare il rilascio di cortisolo nel circolo sanguigno con conseguente comparsa di erosioni al cavo orale nonché di sintomi gastrointestinali come bruciore di stomaco (pirosi) o diarrea. 

Ora che abbiamo citato le possibili cause di aftosi, è facile capire quanto sia importante, in caso di afte recidivanti o durevoli nel tempo, più di 2 settimane, rivolgersi al dermatologo per mettere in atto tutte le indagini diagnostiche necessarie per capirne la causa scatenante, se possibile.

E’ importante non sottovalutare questo disturbo, poiché potrebbe rappresentare il segno di un’eventuale patologia di base, talvolta anche molto invalidante.

Come rimediare al dolore da afte?

Non esiste un rimedio universale contro l’aftosi orale soprattutto prima di averne accertato la causa scatenante.
In farmacia esistono numerosi preparati (colluttori, paste) contenenti disinfettanti (la più diffusa è la clorexidina), antibiotici, antinfiammatori, steroidi e addirittura anestetici locali come la lidocaina. 

Le paste vengono applicate direttamente sulle erosioni e fungono da barriera per ridurre il dolore e velocizzare la guarigione, proprio come mettere un cerotto su una ferita della pelle. 

colluttorio
Gli sciacqui con colluttori contenenti antibiotici possono essere effettuati per prevenire infezioni batteriche e complicanze secondarie alle lesioni ulcerative.

E’ possibile anche usare delle sostanze cauterizzanti come il nitrato d’argento che ne velocizzano la cicatrizzazione, non senza un pò di dolore, alla stregua dell’uso della penna emostatica su un taglio al viso indotto dalla rasatura. 

Nei casi più seri potrebbero essere necessario assumere farmaci per bocca soprattutto corticosteroidi, ma solo se la causa delle afte è stata accertata essere una malattia legata all’alterazione del sistema immunitario (malattia autoimmune). 

Quando le afte costituiscono il segno e/o il sintomo di altre patologie di base come per esempio il Morbo di Chron, la terapia consiste nel curare la patologia scatenante.  

E ora sfatiamo qualche mito

Le afte non guariscono applicandoci sopra l’alcool o il peperoncino!

E’ ancora in voga tra le persone che ricercano rimedi naturali per le malattie, utilizzare delle toccature con alcool a 90 gradi (lo stesso che si usa per fare i liquori!) o con polvere di peperoncino o pepe, finalizzato a “disinfettare” e accelerare la cicatrizzazione.  Questa pratica non ha alcun fondamento scientifico e può solo peggiorare il dolore, già di per sé intenso!

Se proprio si vuole utilizzare un rimedio “naturale” meglio optare per la propoli o il miele rosato che hanno potere antisettico e lenitivo del dolore.
Anche in questo caso attenzione però a NON assumere la propoli in forma di tintura alcoolica!

Le afte non guariscono con gli integratori multivitaminici!

Spesso si sente dire che le afte compaiono in caso di carenze nutrizionali soprattutto di vitamine B12 (e quindi vengono demonizzate le diete vegane) e B9 (acido folico).

Gli studi clinici non hanno evidenziato miglioramenti della malattia dopo integrazione con multivitaminici quindi, allo stato attuale, non è consigliato assumere integratori multivitaminici in caso di afte ricorrenti.


Bibliografia

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Yonsei Med J. 1997 Dec;38(6):370-9. Recurrent aphthous stomatitis in the diagnosis of Behçet’s disease. Rogers RS 3rd et al.

Turk Arch Otorhinolaryngol. 2018 Sep;56(3):166-169. Association Between Anxiety, Depression, and Salivary Cortisol Levels in Patients with Recurrent Aphthous Stomatitis. Polat C  et al. 

An Bras Dermatol. 2018 Jun;93(3):341-346.  Recurrent aphthous ulceration: an epidemiological study of etiological factors, treatment and differential diagnosis. Queiroz SIML et al. 

J Am Dent Assoc. 2017 Aug;148(8):614-617. Resolution of recurrent aphthous ulcers after discontinuation of cow’s milk protein intake. Chainani-Wu N et al. 

J Am Dent Assoc. 2012 Apr;143(4):370-6. Multivitamin therapy for recurrent aphthous stomatitis: a randomized, double- masked, placebo-controlled trial. Lalla RV  et al. 

Malattia di Sneddon-Wilkinson: cosa è, come si manifesta e come si cura

La Dermatite pustolosa subcorneale, anche detta Malattia di Sneddon-Wilkinson, è stata descritta per la prima volta nel 1956 da due dermatologi inglesi, Sneddon e Wilkinson.

Si pensa faccia parte delle “pustolosi ad IgA intraepidermiche”, delle “dermatosi neutrofile” o dello spettro della PSO (psoriasi) pustolosa.

La Dermatite pustolosa subcorneale è una dermatosi pustolosa cronica, ricorrente e benigna, che si caratterizza per la comparsa di pustole subcornee contenenti abbondanti leucociti polimorfi.

La malattia colpisce prevalentemente gli adulti tra i 50 e i 60 anni, senza distinzione di razza, con maggiore predilezione per le donne rispetto agli uomini. Tuttavia sono noti anche casi pediatrici.

Qual è la causa della malattia di Sneddon Wilkinson?

L’eziologia della malattia è sconosciuta.

Si pensa che un eccesso di TNFα (fattore di necrosi tumorale-α) possa essere responsabile dell’attivazione dei leucociti polimorfonucleati (PMN).

Tra i fattori precipitanti, sono stati descritti casi scatenati dall’iniezione del GM-CSF (Granulocyte Macrophage Colony-Stimulating Factor).

Come si manifesta la malattia di Sneddon Wilkinson?

Si manifesta con lesioni pustolose flaccide che in alcuni casi sono precedute dalla comparsa di una brevissima fase vescico-bollosa.

Le lesioni possono avere un margine eritematoso transitorio.

Caratteristica della malattia di Sneddon Wilkinson è il pus che all’interno delle lesioni si accumula nella metà inferiore di una pustola completamente formata.

Si delinea così un livello orizzontale sovrastato da un liquido più chiaro (Ipopion).

Dopo pochi giorni segue una desquamazione superficiale e la pustola, seccando, evolve verso la formazione di una crosticina sottile mielicerica (simile all’Impetigine), alla quale segue una cicatrice pigmentata. Le lesioni compaiono a gittate nelle stesse sedi.

L’intervallo tra la fase attiva e quella quiescente varia da diversi giorni a settimane

Le pustole della malattia di Sneddon-Wilkinson hanno spesso dimensioni più grandi di quelle della Psoriasi pustolosa (fino ad 1 cm di diametro).

L’eruzione si presenta in maniera bilaterale e le pustole si raggruppano formando figure circinate, anulari, chiazze disposte con festoni con gli orli serpiginosi.

Le gittate, susseguendosi a livello di una stessa regione, conferiscono all’eruzione un aspetto pseudo-polimorfo.

La dermatite pustolosa subcorneale colpisce principalmente il tronco, le pieghe del corpo e gli arti.
Il volto, le mucose e il cuoio capelluto sono indenni.

La malattia di Sneddon-Wilkinson si associa ad altre patologie?

La dermatite pustolosa subcorneale può associarsi a mieloma multiplo, gammopatia monoclonale tipo IgA, pioderma gangrenoso, artrite reumatoide, rettocoliti, malattia di Basedow, linfoma anaplastico a grandi cellule CD30+, infezioni da Mycoplasma Pneumoniae.

Malattia di Sneddon-Wilkinson: diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale si pone con l’Impetigo contagiosa, la Dermatite erpetiforme che si caratterizza per la presenza di un prurito molto intenso , il Pemfigo foliaceo, la Sindrome del glucagonoma e la Psoriasi pustolosa generalizzata.

Inoltre la malattia di Sneddon-Wilkinson deve essere distinta da tutte le forme di Pustolosi amiscromiche localizati quali:

  • Pustolosi del cuoio capelluto: caratterizzata da lesioni pustolose croniche al cuoio capelluto che evolvono in chiazze erosive, lasciando un alopecia cicatriziale.
    E’ manifestazione tipica degli anziani. A livello istologico si caratterizza per la presenza di una pustola spongiforme. La causa della malattia è ignota e spesso si associa ad un trauma pregresso o a malattie autoimmuni. Si pensa che sia una reazione autoimmune non specifica in seguito a danno dei raggi ultravioletti a livello del cuoio capelluto. E’ una manifestazione che si cura con steroidi topici potenti.
  • Pustolosi delle gambe: considerata il corrispettivo della pustolosi del cuoio capelluto, insorgente a livello degli arti inferiori. Si manifesta con la comparsa di chiazze simmetriche erosive che interessano la superficie anteriore delle gambe, ricoperte e orlate da pustole. Anche in questo caso la terapia prevede l’utilizzo di steroidi topici.

Quali esami si eseguono quando si sospetta la malattia?

Tra i metodi utilizzati per confermare la diagnosi di dermatite pustolosa subcorneale ricordo principalmente:

  • esami ematochimici: IgA monoclomale. Talvolta si tratta di IgG o di una IgM.
  • biopsia cutanea per l’esame istologico

Come si fa diagnosi di malattia di Sneddon-Wilkinson?

La diagnosi può essere fatta anche e solo clinicamente dal Dermatologo che è in grado di riconoscere le manifestazioni tipiche della malattia sulla pelle del paziente.

Come si cura la malattia di Sneddon-Wilkinson?

Tra i trattamenti possibili ricordiamo i seguenti:

  • Diaminodifenilsolfone al dosaggio di  50-150 mg/die. La risposta può osservarsi anche dopo mesi. In alcuni pazienti la terapia va prolungata per anni.
  • Sulfapiridina al dosaggio di l-3g/die
  • Steroidi ad alte dosi anche se tale approccio è poco efficace.
  • Etretinato o Acitretina al dosaggio di 25mg/die in fase iniziale. I retinoidi sono indicati soprattutto nei casi associati a gammopatie, che risultano essere resistenti a Diaminodifenilsolfone.
  • Fototerapia con UVB a banda stretta.

Dermatite erpetiforme: un disturbo legato al glutine

La Dermatite erpetiforme di Duhring è una malattia autoimmune caratterizzata da un’eruzione cutanea che si sviluppa a causa della sensibilità al glutine.

Circa il 10% delle persone celiache sviluppa anche la Dermatite erpetiforme

Non esiste una cura per questa condizione, ma è possibile attenuare i sintomi attraverso l’uso di farmaci e cambiamenti nello stile di vita.

La National Organization for Rare Disorders (NORD) considera la Dermatite erpetiforme una malattia rara.
Sembra colpire persone di età compresa tra 15 e 40 anni e raramente i neonati e gli anziani.
Gli uomini hanno un rischio leggermente più alto rispetto alle donne (2:1).

In questo articolo vengono analizzati i sintomi, le cause e il trattamento della Dermatite erpetiforme e il suo rapporto con la celiachia.

Sintomi

I sintomi della Dermatite erpetiforme variano da soggetto a soggetto e non tutti sperimentano tutti i sintomi. In genere, colpisce tre aree del corpo: la pelle, il tratto gastrointestinale e la bocca.

La pelle

Gli effetti più comuni della Dermatite erpetiforme appaiono sulla pelle.
La sintomatologia è caratterizzata dalla comparsa di vescicole e gruppi di lesioni simili a papule che provocano un intenso prurito.

Dermatite-erpetiforme
Rash cutaneo da Dermatite erpetiforme @Wikipedia

L’aspetto e la disposizione di queste lesioni ricordano le manifestazioni tipiche dell’infezione erpetica, dalla quale deriva l’aggettivo “erpetiforme“.

Comunemente, le aree colpite da Dermatite erpetiforme comprendono gomiti, ginocchia, glutei e cuoio capelluto. Può anche interessare il viso e l’inguine.

Il tratto gastrointestinale

L’infiammazione dello stomaco e il danno all’intestino tenue sono reazioni comuni nei pazienti con sensibilità al glutine.
Queste reazioni si sviluppano solitamente alcuni giorni dopo aver ingerito alimenti contenenti glutine.

I soggetti con Dermatite erpetiforme possono notare la comparsa di fastidiosi sintomi come:

  • gonfiore addominale
  • crampi
  • dolore
  • diarrea o stitichezza

La bocca

Alcuni pazienti sviluppano problemi allo smalto dei denti, come ad esempio la comparsa di solchi orizzontali o scolorimento.

Raramente, la Dermatite erpetiforme può anche portare a ulcere orali e afte

Cause della Dermatite erpetiforme

Sebbene i medici non comprendano ancora pienamente le cause della Dermatite erpetiforme, la genetica e lo stile di vita probabilmente giocano un ruolo importante.

Per molto tempo la causa di questa eruzione cutanea è rimasta sconosciuta e ha reso difficile la sua gestione.
Successivamente gli esperti hanno osservato che i sintomi della Dermatite erpetiforme diminuivano considerevolmente nei pazienti che modificavano la loro dieta alimentare includendo pochi o nessun alimento contenente glutine.

Questa osservazione ha portato alla scoperta che la Dermatite erpetiforme è fortemente correlata con la sensibilità al glutine.
Il glutine è una proteina presente nei semi di grano, segale e orzo.

pane-glutine
Il grano, la segale e orzo contengono tipicamente glutine

Esempi di alimenti che contengono glutine sono:

  • pane
  • pasticcini
  • noodles
  • pasta
  • cereali
  • prodotti da forno

Alcuni studi dimostrano che i parenti stretti di soggetti con Dermatite erpetiforme hanno un aumentato rischio di sviluppare la medesima condizione.

Diagnosi

Per diagnosticare la causa di un’eruzione cutanea, il Dermatologo di solito raccoglie un campione di cute con l’ausilio di due metodologie: curettage o biopsia cutanea.
Questi campioni di pelle vengono poi inviati in laboratorio per essere analizzati.

Un medico può anche raccomandare una biopsia intestinale, specialmente nei pazienti che mostrano segni di problemi gastrointestinali.

Quando una biopsia cutanea non può confermare o escludere la Dermatite erpetiforme, il Dermatologo può raccomandare di eseguire esami del sangue per ricercare anticorpi chiamati anticorpi anti-gliadina, anti-reticolina e anti-endomisio.

Trattamento

Una dieta rigorosamente priva di glutine è l’opzione di trattamento più efficace per le persone con Dermatite erpetiforme

Un nutrizionista può aiutare a identificare ed eliminare fonti ovvie e nascoste di glutine negli alimenti e raccomandare alternative a breve e lungo termine.

I medici prescrivono spesso un medicinale chiamato Dapsone per fornire un sollievo immediato dai sintomi.
Questo farmaco può essere assunto per un periodo che va da pochi mesi a due anni, dopo i quali la Dermatite erpetiforme dovrebbe andare in remissione.

La remissione si ha quando il paziente non sperimenta i sintomi per più di 2 anni, senza assumere farmaci o seguire una dieta speciale.

Alcuni pazienti, tuttavia, non tollerano il trattamento con Dapsone, ma possono assumere farmaci a base di sulfapiridina o sulfametossipiridazina.

Dermatite erpetiforme e condizioni simili

La Dermatite erpetiforme si può confondere con altre condizioni che hanno sintomi simili, tra cui:

  • Eczema: noto anche come Dermatite atopica, l’eczema è un gruppo di malattie della pelle che causano infiammazione o irritazione cutanea. I sintomi più comuni includono pelle secca, eruzioni cutanee e prurito, soprattutto sulle braccia e dietro le ginocchia.
  • Scabbia: la scabbia è una malattia della pelle causata da una infestazione da acari. È altamente contagiosa e si diffonde per contatto diretto con la pelle.
  • Dermatite a IgA lineari: questa è una malattia della pelle rara e spesso cronica, caratterizzata dalla comparsa di gruppi di vescicole pruriginose e lesioni rilevate. È una malattia autoimmune che può essere innescata da alcuni farmaci.

Prognosi

La Dermatite erpetiforme è una malattia cronica che tende a persistere per tutta la vita nella maggior parte dei pazienti che ne sono affetti.

I sintomi si possono gestire combinando un trattamento con Dapsone e una dieta priva di glutine. Dopo diversi anni, la condizione può andare in remissione.

I pazienti affetti da Dermatite erpetiforme possono tenere sotto controllo quella malattia della pelle eseguendo controlli regolari presso un Dermatologo e con il supporto per ciò che riguarda l’aspetto alimentare da un nutrizionista.


Riferimenti scientifici

Antiga E, Verdelli A, Calabrò A, Fabbri P, Caproni M, Clinical and immunopathological features of 159 patients with dermatitis herpetiformis: an Italian experience, in G Ital Dermatol Venereol, vol. 148, nº 2, April 2013

Vescica da ustione: cosa fare

Una bolla o vescica da ustione è una vescica piena di liquido che può formarsi a seguito di una bruciatura.
Anche se antiestetica, non bisognerebbe mai scoppiarla o danneggiarla, perché protegge la pelle bruciata sottostante mentre guarisce, prevenendo infezioni e altre complicazioni.

Cos’è una vescica da ustione?

Una vescica da ustione è una calotta di pelle che si forma su un’area bruciata del corpo per proteggerla dalle infezioni.
Le vesciche possono formarsi su ustioni da lievi a gravi e occorre lasciarle intatte fino a che l’ustione non si cicatrizza.
Un primo soccorso di base può aiutare a prevenire la formazione delle vesciche, riducendo il danno alla pelle.

Primo soccorso

Si può intervenire con il primo soccorso per alleviare il dolore, ridurre le complicazioni derivanti dalla combustione e impedire la formazione di una vescica di grandi dimensioni.

Per ustioni minori:

  • immergere l’area ustionata in acqua fredda per 10 minuti
  • asciugare delicatamente la bruciatura con un panno pulito o un tovagliolo di carta
  • coprire la bruciatura con una medicazione sterile e antiaderente
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Immergere le mani in acqua fredda immediatamente può aiutare a ridurre le complicazioni

Cosa non fare:

  • evitare di applicare il ghiaccio direttamente sull’ustione, in quanto ciò può ridurre la circolazione
  • non applicare prodotti alimentari sulle ustioni, come il burro, poiché questo può intrappolare il calore nella bruciatura
  • non applicare cotone idrofilo, in quanto questo può attaccarsi alla bruciatura e può causare un’infezione
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Evitare di applicare ghiaccio direttamente sull’ustione

Per alleviare il dolore o il fastidio è possibile assumere farmaci da banco, come l’ibuprofene.

In presenza di un’ustione grave, chiamare il 118 o andare immediatamente al pronto soccorso

In attesa di assistenza medica:

  • sollevare l’area bruciata sopra il livello del cuore, se possibile
  • applicare un panno umido, fresco e pulito sull’area bruciata
  • sdraiarsi, alzare i piedi e mantenere il resto del corpo caldo per evitare shock
  • non trattare un’ustione grave con acqua fredda, poiché può causare uno shock

Rimedi casalinghi per le vesciche da ustione

Le vesciche sono una barriera naturale che il corpo forma per proteggere la pelle ustionata dalle infezioni, è opportuno perciò evitare di scoppiarle.

Si possono formare anche sotto la medicazione.

Se una vescica si rompe, pulire accuratamente l’area ustionata con acqua tiepida e sapone neutro

Le aree del corpo ustionate vanno protette dal sole, poiché la pelle bruciata è più sensibile alla luce solare diretta. Anche l’applicazione di creme solari con un SPF di 30 o più può aiutare a prevenire le cicatrici.

Trattamento medico

Le ustioni lievi spesso si possono curare a casa, seguendo alcune prescrizioni mediche:

  • applicare una crema antibiotica sulle bruciature
  • coprire l’ustione con una benda o una medicazione contenente argento, che può aiutare a prevenire l’infezione
  • controllare che l’ustione stia guarendo correttamente e non abbia segni di infezione

Le ustioni più gravi necessitano di cure mediche. Un medico può curare ustioni gravi:

  • somministrando alla persona fluidi extra per mantenere la pressione sanguigna nella norma e prevenire lo shock
  • rimuovendo la pelle bruciata
  • eseguendo un innesto cutaneo attraverso un trapianto di pelle sana sulla zona bruciata

Tipi di ustioni

Esistono diversi tipi di ustioni che vanno da lievi a gravi e colpiscono diversi strati della pelle:

Ustione di primo grado

Un’ustione di primo grado colpisce lo strato superiore della pelle (l’epidermide).
Le ustioni di primo grado sono minori e spesso non provocano la comparsa di vescische.

Possono essere dolorose, apparire arrossate e possono gonfiarsi leggermente.
Esempi di ustione di primo grado sono le scottature (o eritemi solari) e le bruciature che si verificano quando la pelle viene a contatto con una fonte di calore per un brevissimo periodo di tempo.

Le ustioni di primo grado sono facili da trattare in casa e guariscono entro una settimana.

Ustione di secondo grado

Le ustioni di secondo grado sono leggermente più profonde, raggiungono il secondo strato di pelle, che i medici chiamano derma. Appaiono rosse e spesso creano bolle o veschiche. Possono variare da lievi a gravi.

Quando le ustioni di secondo grado sono lievi di solito possono essere curate a casa.
La bruciatura o la vescica possono richiedere cure mediche se sono grandi, provocano forti dolori o si infettano.

Ustione di terzo grado

Le ustioni di terzo grado sono gravi, poiché intaccano sia il primo che il secondo strato di pelle e possono danneggiare il tessuto, i follicoli piliferi e le ghiandole sudoripare che si trovano sotto la pelle.

Chi presenta un’ustione grave potrebbe non avvertire alcun dolore, poiché la bruciatura può causare danni ai nervi. Queste bruciature possono apparire bianche, nere o marroni. Possono provocare la comparsa di vesciche come parte del processo di guarigione.

Le ustioni di terzo grado necessitano di cure mediche urgenti.

Ustioni di quarto, quinto e sesto grado

Le ustioni di quarto livello o superiore sono molto gravi, poiché il danno si estende nel corpo e può raggiungere tessuto adiposo, muscoli, tendini, articolazioni e ossa.
Necessitano di cure mediche immediate.
Un infortunio di questo grado può causare la perdita della parte del corpo lesa.

Prevenzione

Per proteggere se stesse e gli altri dalle ustioni, occorre fare attenzione con liquidi caldi e prodotti alimentari per evitare scottature e mettere in atto misure di sicurezza in caso di incendio.

Di seguito elenchiamo alcuni consigli per prevenire le ustioni:

  • tenere liquidi caldi fuori dalla portata dei bambini
  • mantenere i manici delle pentole e delle padelle lontani dalla parte anteriore del fornello, per evitare di rovesciarle
  • installare rilevatori di fumo su tutti i piani della casa, nel raggio di ascolto di tutte le camere da letto
  • testare una volta al mese che gli allarmi antincendio funzionino
  • assicurarsi che tutti in casa conoscano il piano di fuga in caso di incendio
  • tenere le sostanze chimiche dannose fuori dalla portata dei bambini
    mantenendo lo scaldabagno impostato su 50°C o meno
  • coprire la pelle quando esposta alla luce diretta del sole e indossare la protezione solare per evitare scottature

Si può prevenire un peggioramento delle ustioni facendole passare sotto l’acqua fredda per almeno 10 minuti immediatamente dopo la scottatura.

La maggior parte delle ustioni minori guarisce senza cure mediche, di solito entro una settimana, e non ci sarà bisogno di consultare un medico.

Di seguito, i casi di ustioni minori nei quali sarebbe opportuno consultare un medico:

  • sono più grandi di 10 cm
  • diventano infette
  • assumono un colore rosso scuro e brillante
  • presentano un sacco di vesciche

Inoltre, è necessario consultare un medico se l’ustione si trova in una delle seguenti aree del corpo:

  • viso
  • mani
  • piedi
  • inguine
  • articolazioni principali

Se l’ustione è grave, è necessario consultare immediatamente un medico, in particolar modo quando:

  • è un’ustione elettrica o chimica
  • il soggetto ustionato è un bambino piccolo o un anziano
  • il soggetto ustionato è in stato di shock

Un’ustione grave può presentarsi:

  • asciutta e coriacea
  • di colore nero, marrone o bianco
  • indolore

In sintesi

Le ustioni lievi si possono trattare in casa raffreddando la bruciatura e poi applicando una medicazione sterile antiaderente.

Non fare mai scoppiare le vesciche da ustione, in quanto ciò potrebbe aumentare il rischio di infezione e rallentare il processo di guarigione.

In presenza di ustioni più gravi, rivolgersi immediatamente ad un dermatologo e seguire le sue indicazioni per l’assistenza postoperatoria a casa.

Cosa è il Melasma?

Il Melasma è un comune disturbo della pigmentazione che provoca la comparsa di macchie marroni o grigie sulla pelle, principalmente sul viso.

Le aree del viso su cui più comunemente compare il Melasma sono:

  • il ponte del naso
  • la fronte
  • le guance
  • il labbro superiore

Il Melasma può anche comparire su altre aree del corpo, specialmente quelle esposte a molta luce solare come:

  • gli avambracci
  • il collo
  • le spalle

Secondo l’American Academy of Dermatology, solo il 10% di tutti i casi di Melasma si verifica negli uomini.
Le donne con carnagioni più scure o in gravidanza sono a maggior rischio di sviluppare il Melasma.

Le cause del Melasma

I medici ancora non comprendono appieno perché si verifica il Melasma.
Può essere dovuto al malfunzionamento dei melanociti (le cellule produttrici dei pigmenti della pelle), che producono troppa melanina.

Di conseguenza, le persone con tonalità della pelle più scure hanno maggiori probabilità di sviluppare il Melasma, in quanto hanno più melanociti rispetto alle persone con pelle più chiara.

I fattori scatenanti potenziali per il Melasma includono:

  • cambiamenti ormonali durante la gravidanza (Cloasma), trattamenti ormonali o assunzione di pillole anticoncezionali
  • esposizione solare
  • alcuni prodotti per la cura della pelle, se irritanti per quest’ultima

Inoltre, potrebbe esserci una componente genetica del Melasma, poiché le persone i cui parenti stretti hanno avuto esperienza di Melasma hanno maggiori probabilità di svilupparlo autonomamente.

pillole-anticoncezionali
L’assunzione di farmaci anticoncezionali è uno dei fattori scatenanti del Melasma

Sintomi

Il sintomo principale del Melasma è lo sviluppo di chiazze di colore scuro, che appaiono tipicamente su aree del viso come labbro superiore, ponte del naso, guance e fronte.
Meno comunemente, si manifestano sulle braccia e sul collo.

Diagnosi

La maggior parte dei casi di Melasma è facile da diagnosticare da un Dermatologo con un esame visivo.
Tuttavia, poiché il Melasma può assomigliare ad altre malattie della pelle, un Dermatologo può eseguire una piccola biopsia e prelevare un campione di pelle per ulteriori esami in laboratorio.

Si può anche utilizzare un dispositivo denominato luce di Wood per esaminare più da vicino la pelle.

Trattamento del Melasma

Il trattamento per il Melasma non è sempre necessario.

Se è causato da cambiamenti ormonali, come quelli che si verificano durante la gravidanza o durante l’assunzione di pillole anticoncezionali, questo svanirà dopo il parto o dopo la sospensione del trattamento.
In altri casi, il Melasma può durare anni o per il resto della vita.
Se il Melasma non svanisce nel tempo, il paziente può seguire un trattamento per rimuovere o attenuare le chiazze.

Tuttavia, non tutti i trattamenti funzionano per tutti e il Melasma può tornare anche dopo un trattamento andato a buon fine.

Le opzioni di trattamento per il Melasma comprendono:

Idrochinone

Questo è spesso usato come prima linea di trattamento per il Melasma. L’idrochinone è disponibile sotto forma di lozione, crema o gel da applicare direttamente sulle chiazze e agisce andandone a schiarire il colore.

E’ un farmaco da banco, ma un Dermatologo può eventualmente prescrivere creme più forti.

Corticosteroidi e tretinoina

I corticosteroidi e la tretinoina si trovano in creme, lozioni o gel. Sia i corticosteroidi che la tretinoina possono aiutare a schiarire il colore delle chiazze del Melasma.

Creme combinate

In alcuni casi, il Dermatologo può scegliere di prescrivere creme combinate che possono contenere contemporaneamente idrochinone, corticosteroidi e tretinoina.

Farmaci topici aggiuntivi

Oltre a o al posto di altre creme medicate, il dermatologo può anche prescrivere l’acido azelaico o l’acido kojic. Questi acidi agiscono schiarendo le zone scure della pelle.

Procedure mediche

Se i farmaci topici non funzionano, un Dermatologo può raccomandare procedure come:

Alcune di queste opzioni di trattamento hanno effetti collaterali o possono causare ulteriori problemi alla pelle. È meglio valutare con un dermatologo tutti i possibili rischi.

peeling chimico
Il Peeling chimico è uno dei trattamenti utilizzati per trattare il Melasma

Se una persona ha avuto un Melasma in precedenza, può provare a evitare i fattori scatenanti:

  • limitando l’esposizione al sole
  • indossando un cappello quando si trova all’esterno
  • usando la protezione solare

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Iperpigmentazione: macchie scure sulla pelle quali sono i rimedi?


In sintesi

Il Melasma causa la formazione di macchie scure sulla pelle, più spesso sul viso. Nonostante questi cambiamenti della pelle siano innocui, per qualcuno possono essere fonte di disagio.
Il trattamento è efficace per alcune persone.Il Melasma dovuto a cambiamenti ormonali può anche svanire nel tempo, una volta che i livelli ormonali tornano alla normalità.


Riferimenti scientifici

Melasma: Diagnosis and treatment. (n.d.). Retrieved from AAD

Acanthosis nigricans: sintomi e cause

L’Acanthosis nigricans o Acantosi è una malattia che rende la pelle più scura e più spessa.
Si manifesta molto spesso nelle pieghe della pelle attorno al collo, inguine e ascelle, e provoca tra gli altri sintomi anche prurito e cattivo odore.

L’Acanthosis nigricans è correlata all’obesità e al diabete e il trattamento prevede la gestione del disturbo sottostante.
In rari casi, può manifestarsi una forma maligna in pazienti affetti da determinati tumori.

In questo articolo, analizziamo le cause e i sintomi ed elenchiamo alcune delle opzioni di trattamento disponibili.

Sintomi dell’ Acanthosis nigricans

I principali sintomi di Acanthosis nigricans sono:

Iperpigmentazione: alcune aree della pelle diventano più scure o più pigmentate e possono diventare grigie, nere o marroni.
Ipercheratosi: alcune aree della pelle diventano più spesse e possono assumere un aspetto simile al velluto. Le rughe della pelle possono diventare più profonde e più evidenti e possono comparire neoformazioni simili a verruche.

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Acanthosis nigricans in area ascellare

L’Acanthosis può anche causare ulteriori sintomi cutanei tra cui:

  • secchezza
  • eccessiva rugosità
  • pizzicore
  • un odore insolito

L’Acanthosis nigricans maligna può causare cambiamenti cutanei più gravi ed estesi rispetto alla forma benigna (non cancerosa).

Alcune persone subiscono questi cambiamenti della pelle solo su un lato del corpo. In questi casi si parla di Acanthosis nigricans unilaterale.

I cambiamenti della pelle di solito si sviluppano lentamente.
Occasionalmente, possono essere presenti fin dalla nascita, ma di solito compaiono nell’infanzia o nell’età adulta.

Possono verificarsi ovunque, ma comunemente influenzano aree specifiche del corpo:

  • ano
  • ascelle
  • genitali
  • inguine
  • schiena e lati del collo

Meno comunemente, si sviluppa su:

  • parte posteriore delle ginocchia
  • parte anteriore dei gomiti
  • nocche
  • labbra
  • palmi delle mani
  • pianta dei piedi
  • ventre
  • sotto al seno

Le cause

L’Acanthosis nigricans non è propriamente una malattia, ma piuttosto un sintomo di un disturbo di base. I cambiamenti cutanei si manifestano quando le cellule della pelle iniziano a riprodursi troppo velocemente.

I seguenti fattori possono causare Acanthosis nigricans:

  • Insulino-resistenza: l’Acanthosis nigricans colpisce comunemente le persone con obesità e insulino-resistenza, condizione che impedisce al corpo di utilizzare efficacemente l’insulina. La resistenza all’insulina porta al diabete di tipo 2.
  • Cambiamenti ormonali: le persone con disturbi ormonali, come la malattia di Addison, la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) o l’ipotiroidismo, possono sviluppare Acanthosis nigricans.
  • Genetica: l’Acantosi ereditaria può essere presente dalla nascita, ma la maggior parte delle persone la sviluppa durante l’infanzia o più tardi nella vita.
  • Uso di farmaci: l’assunzione di farmaci, come pillole anticoncezionali, corticosteroidi o alte dosi di niacina, può portare all’insorgenza della patologia. Alcuni integratori assunti da chi pratica bodybuilding possono anche causare questo disturbo della pelle.
  • Cancro: in rari casi, Acanthosis nigricans maligne possono verificarsi in pazienti con alcuni tipi di cancro allo stomaco, tra cui adenocarcinoma gastrico, così come altri carcinomi e linfomi.

Fattori di rischio

I fattori di rischio comprendono:

  • Obesità
    Le persone in sovrappeso hanno maggiori probabilità di sviluppare il diabete o un’insulino-resistenza. La ricerca suggerisce che fino al 74% degli obesi può sviluppare questa condizione. L’Acanthosis nigricans associata all’obesità può essere più alta nelle donne.
  • Razza
    Secondo l’American Academy of Dermatology, l’Acantosi è più comune nelle persone di discendenza africana, caraibica, ispanica o nativa americana.
  • Genetica
    Le persone con familiari che hanno l’ Acanthosis nigricans sono a più alto rischio di sviluppare la condizione.
  • Disturbi ormonali
    Chi soffre di disturbi ormonali ha maggiori probabilità di svilupparla rispetto ad altri.
  • Assunzione di alcuni farmaci o integratori
    Alcuni farmaci, tra cui la pillola anticoncezionale e gli steroidi, aumentano il rischio di sviluppare la malattia.
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L’ Acanthosis nigricans è più comune nelle persone obese di discendenza africana,ispanica o caraibica

Trattamento e rimedi casalinghi

In genere, il passo iniziale è il trattamento del disturbo sottostante. Una volta che questo è sotto controllo, i cambiamenti della pelle spesso scompaiono.

I trattamenti variano a seconda del problema sottostante e includono:

Perdita di peso
Le persone che hanno l’ Acanthosis a causa dell’obesità o dell’insulino-resistenza possono scoprire che la loro pelle migliora quando perdono peso.

La perdita di peso può migliorare la struttura della pelle, ma le macchie possono rimanere.

Ormoni stabilizzanti
Per chi soffre di disturbi ormonali, l’Acanthosis nigricans può risolversi se si riesce a controllare il disturbo con la somministrazione di farmaci, cambiamenti dello stile di vita e altri trattamenti.

Gestire il diabete
Le persone con diabete di tipo 2 possono necessitare di trattamento farmacologico, monitoraggio regolare dei livelli di zucchero nel sangue e modificazioni dietetiche e di stile di vita. Una volta che i livelli di insulina diventano stabili, i sintomi  possono risolversi.

Evitare alcuni farmaci
Specifici farmaci o integratori possono causare l’Acanthosis nigricans. Il medico può raccomandare di evitarli o fornire una terapia alternativa. Nella maggior parte dei casi, la pelle tornerà alla normalità dopo aver sospeso il farmaco.

Curare il cancro
L’Acanthosis nigricans maligna può guarire dopo la rimozione chirurgica di un tumore canceroso. Altri trattamenti per il cancro includono la chemioterapia e la radioterapia.

Procedure cosmetiche
Per attenuare l’aspetto o l’odore, alcune persone utilizzano trattamenti cosmetici come:

  • creme per schiarire la pelle o per ammorbidire le zone spesse e ruvide
  • terapia laser per invertire l’ispessimento della pelle o schiarire la pelle
  • saponi antibatterici
  • antibiotici topici
  • farmaci orali

I trattamenti cosmetici non curano la causa sottostante, sebbene possano migliorare l’aspetto della pelle fino a quando non avranno effetto gli altri trattamenti.

E’ opportuno rivolgersi ad un Dermatologo se ci si accorge che la pelle sta diventando più scura o più spessa o se si notano altri cambiamenti cutanei.
Questi cambiamenti sono spesso innocui, ma possono anche suggerire una condizione medica che richiede un trattamento.

Un medico può spesso diagnosticare l’Acantosi con un semplice esame clinico della pelle. Tuttavia, potrebbe essere necessario eseguire ulteriori test per determinarne la causa sottostante. I test diagnostici includono:

  • una biopsia, attraverso la quale viene prelevato un piccolo campione di pelle da esaminare al microscopio
  • analisi del sangue
  • Raggi X

Acanthosis nigricans e cancro

L’Acanthosis nigricans associata al cancro, conosciuta come Acanthosis nigricans maligna, è rara. E’ più comune negli adulti anziani, dove colpisce allo stesso modo entrambi i sessi.

Quando si verifica, colpisce più comunemente le persone con tumori addominali come:

  • tumore gastrico
  • cancro esofageo
  • cancro del pancreas

Raramente, la patologia si verifica in persone con tumori ginecologici, come il cancro ovarico.

I sintomi dell’ Acanthosis nigricans maligna sono simili a quelli della forma benigna, ma possono essere più gravi e diffusi. Possono anche coinvolgere la bocca e l’area intorno agli occhi.

Acanthosis nigricans e diabete

L’Acanthosis è correlata all’insulino-resistenza ed è comune nelle persone con diabete o a rischio di diabete.

I bambini con Acantosi sono a più alto rischio di sviluppare diabete di tipo 2 nel corso della vita.

In sintesi

L’Acanthosis nigricans è una malattia della pelle relativamente comune caratterizzata dalla comparsa di chiazze di pelle scura, spessa e vellutata che ha correlazioni con obesità e diabete.

In genere segnala una condizione di base, come il diabete o un disturbo ormonale. Raramente, può suggerire la presenza di un cancro addominale o ginecologico.

Chi nota cambiamenti della pelle dovrebbe consultare il proprio medico per la diagnosi e il trattamento. L’Acantosi di solito guarisce una volta che il disturbo sottostante è sotto controllo.
Fino ad allora, i trattamenti cosmetici possono migliorare l’aspetto della pelle e ridurre gli odori.

 

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