La salute della pelle a cura di
Dermatologia Myskin

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Herpes oculare

Il virus dell’Herpes simplex è un virus comune che colpisce molte persone.
Questo virus può causare herpes labiale, ma può anche causare la comparsa di ferite sugli occhi, sia alla congiuntiva sia alle palpebre. Quando colpisce gli occhi di una persona, la condizione è nota come Herpes oculare o malattia erpetica dell’occhio.

L’Herpes oculare è una patologia perché può avere sintomi fastidiosi.

In rari casi, l’herpes oculare può intaccare gli strati più profondi degli occhi e la capacità visiva.

In questo articolo, esaminiamo i tipi di herpes che possono colpire gli occhi e i sintomi che possono presentarsi. Analizziamo anche le opzioni di diagnosi e trattamento disponibili per l’herpes oculare.

Tipi di Herpes all’occhio

Esistono due tipi principali di virus herpes simplex:

Tipo 1: il virus dell’herpes di tipo 1 colpisce comunemente il viso ed è responsabile dei sintomi che includono herpes labiale.

Tipo 2: il virus dell’herpes di tipo 2 è la forma del virus trasmessa sessualmente. Causa principalmente sintomi sui genitali, ma può anche colpire gli occhi.

Secondo l’American Academy of Ophthalmology, il virus herpes simplex di tipo 1 è la causa più comune di infezioni agli occhi.

Molto spesso, una persona viene infettata dal virus dell’herpes simplex da contatto pelle a pelle con qualcuno che ha già il virus.

Spesso rimane dormiente nelle cellule nervose e può viaggiare lungo i nervi fino agli occhi quando attivo.

La maggior parte delle persone è stata infettata dal virus ad un certo punto della propria vita, ma non tutti manifestano i sintomi dal virus.

Sintomi

Quando una persona contrae la malattia erpetica dell’occhio può sperimentare una varietà di sintomi che possono manifestarsi in entrambi gli occhi, ma spesso un occhio è più colpito dell’altro.

Alcuni sintomi dipendono da quale parte dell’occhio è colpita. Esempi di questi sintomi includono:

  • sensazione di avere qualcosa negli occhi
  • mal di testa
  • sensibilità alla luce
  • arrossamento
  • lacrimazione

A volte si possono manifestare vescicole di herpes sulle palpebre. Le vescicole formeranno delle croste che di solito guariscono entro 3 – 7 giorni.

Se il virus dell’herpes colpisce la cornea, l’interno dell’occhio o la retina, si può verificare un abbassamento della vista.

In genere, anche se può sembrare doloroso, l’herpes dell’occhio non causa molto dolore.

herpes-oculare-immagine
Herpes oculare immagine

I sintomi di un virus dell’herpes simplex che colpisce l’occhio possono essere molto simili a quelli del virus dell’herpes zoster, che causa la varicella. Tuttavia, un’infezione da herpes zoster ha maggiori probabilità di provocare un’eruzione cutanea che presenta uno schema distinto e che si manifesta in un solo occhio.

Un’altra condizione che può avere sintomi simili a quelli dell’herpes zoster è l’occhio rosa, noto anche come congiuntivite.

Cause e modo di trasmissione

Una persona può contrarre il virus dell’herpes dopo che è stato rilasciato attraverso secrezioni nasali o saliva. Questo vale soprattutto per l’herpes labiale.

Il virus all’interno delle secrezioni può quindi viaggiare attraverso i nervi del corpo, tra cui i nervi degli occhi.

In alcuni casi, il virus entra nel corpo e non causa problemi o sintomi. In questa forma, è noto come “dormiente”.

Alcuni fattori scatenanti possono talvolta innescare la riproduzione di un virus dormiente e causare irritazione agli occhi. Esempi di questi trigger includono:

  • febbre
  • interventi chirurgici o procedure dentistiche
  • stress
  • scottature
  • traumi o lesioni gravi

Il virus dell’herpes può essere altamente contagioso. Tuttavia, solo perché una persona ha o viene in contatto con il virus dell’herpes non significa che contrarrà l’herpes dell’occhio.

Diagnosi

I medici diagnosticano la malattia erpetica dell’occhio attraverso l’anamnesi del paziente e i sintomi che presenta, quando i sintomi si sono presentati per la prima volta e cosa li ha fatti peggiorare o migliorare.

Il medico può voler effettuare  anche un esame fisico dell’occhio. Ciò includerà l’utilizzo di uno speciale microscopio noto come lampada a fessura per ispezionare il bulbo oculare, e potenzialmente la palpebra.

Lampada a fessura
Lampada a fessura

Di solito i medici possono diagnosticare l’herpes oculare osservando le ferite.
Se gli strati più profondi dell’occhio sono infetti, si dovranno usare strumenti speciali per misurare la pressione oculare oltre che a ispezionare gli strati più profondi degli occhi ogni volta che è possibile.

Come parte della diagnosi, un medico può anche prelevare un piccolo campione di cellule, noto come coltura, da una zona con vesciche che verrà inviato a un laboratorio di analisi per testare la presenza del virus herpes simplex.

Di solito, l’herpes dell’occhio colpisce la porzione chiara più esterna dell’occhio. Questa condizione è nota come cheratite erpetica epiteliale.

A volte l’herpes dell’occhio può interessare gli strati più profondi della cornea.

Questa condizione, nota come cheratite stromale erpetica, è la più preoccupante  perché può causare cicatrici sulla cornea, che possono influenzare in modo permanente la vista.

Cura dell’Herpes oculare

Attualmente non esiste una cura per l’herpes oculare. Tuttavia, un Dermatologo può prescrivere farmaci che riducono gli effetti e i sintomi della condizione. La scelta del tipo di trattamento dipende dalla sede in cui si presenta la manifestazione erpetica.

Palpebre

Il Dermatologo prescriverà pomate per uso topico, come un unguento antivirale o antibiotico da posizionare delicatamente sugli occhi.

Gli unguenti antibiotici non cureranno l’infezione da herpes, ma impediranno ad altri batteri di penetrare nelle aree della palpebra dove sono presenti vesciche aperte.

Strati esterni degli occhi

collirio herpes
Un collirio antivirale aiuta a ridurre i tempi di guarigione

Se l’herpes oculare colpisce solo gli strati più esterni dell’occhio, un Dermatologo può prescrivere un collirio antivirale o un farmaco antivirale orale, come l’Aciclovir. Questi aiutano a ridurre gli effetti del virus e potrebbero ridurre il tempo di guarigione.

Strati più profondi dell’occhio

Se il virus dell’herpes ha colpito gli strati più profondi dell’occhio, un medico oculista può prescrivere colliri antivirali e farmaci per via orale.

Possono anche essere utilizzati colliri a base di steroidi. Questi aiutano a ridurre l’infiammazione degli occhi che può altrimenti causare un aumento della pressione oculare.

Prevenzione

Poiché l’herpes oculare è incline a recidivare, alcuni medici possono raccomandare l’assunzione di farmaci antivirali su base regolare, per ridurre il rischio che si ripresenti.

Le infezioni erpetiche ricorrenti possono infatti, a lungo andare, provocare danni permanenti agli occhi, motivo per cui i medici vogliono prevenire il loro ripetersi.

Per questo, ad esempio, spesso si consiglia di assumere un farmaco antivirale alcuni giorni prima di sottoporsi a un intervento chirurgico in modo da impedire allo stress dell’intervento di scatenare un’eruzione di herpes.

Conclusioni

Nonostante l’herpes dell’occhio non si possa curare si possono esistono trattamenti che riducono il tempo in cui i sintomi si manifestano.

Se una persona ha infezioni ricorrenti agli occhi, dovrebbe consultare un Dermatologo per una valutazione del caso e per ricevere indicazioni sui trattamenti più opportuni.


Riferimenti scientifici

Weiner, G. (2013, January). Demystifying the ocular herpes simplex virus

Tsatsos M et al. Herpes simplex virus keratitis: an update of the pathogenesis and current treatment with oral and topical antiviral agents. Clin Exp Ophthalmol. (2016)

Porter, D. (2018, April 25). What is herpes keratitis? 

Ipertricosi : cause, sintomi e tipi

Cosa è l’ipertricosi

L’ipertricosi è una condizione rara e curiosa che provoca un’eccessiva crescita dei peli in qualsiasi parte del corpo di una persona. L’ipertricosi è talvolta nota come sindrome del lupo mannaro.

L’ipertricosi può essere confusa con l’irsutismo, che è una condizione più comune che provoca nelle donne la crescita di peli grossolani in zone del corpo tipiche negli uomini, come sul mento.

Le cause dell’ipertricosi

Ci sono molte teorie sulla causa dell’ipertricosi.

L’ipertricosi congenita sembra essere causata da geni che stimolano la crescita dei peli diventando attivi in modo anormale. Nella maggior parte delle persone, i geni che hanno causato un’estensiva crescita dei peli nei primissimi antenati dell’umanità sono ora inattivi perché le persone non hanno bisogno di essere coperte di peli per stare al caldo.

Nelle persone con ipertricosi congenita, questi geni si riattivano nell’utero. Non c’è ancora una causa nota per questo.

Tuttavia, l’ipertricosi acquisita, che si sviluppa più tardi nella vita di una persona, ha una serie di possibili cause che includono:

  • malnutrizione
  • cattiva alimentazione o alcuni disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa
  • alcuni farmaci, come quelli per la crescita dei capelli, alcuni immunosoppressori e steroidi androgeni
  • cancro e mutazione cellulare
  • malattie autoimmuni e infettive che interessano la pelle

A volte, avere una condizione chiamata Porfiria cutanea tarda, che rende la pelle estremamente sensibile alla luce UV, può scatenare l’ipertricosi.

Se l’ipertricosi si verifica solo in specifici punti del corpo, può essere dovuta a condizioni croniche della pelle, come il Lichen simplex, che è associato a ripetute eruzioni cutanee, prurito e graffi su una particolare zona della pelle.
L’aumento dell’afflusso di sangue (vascolarizzazione) in una specifica area del corpo può anche causare la condizione.

Sintomi

Il sintomo principale dell’ipertricosi è la presenza di peli in quantità maggiori rispetto al normale per l’età, la razza e il sesso di una persona. I peli possono anche apparire in aree insolite.

Non tutti i peli prodotti dall’ipertricosi sono uguali. L’ipertricosi può generare tre diversi tipi di peli:

Lanugine

La lanugine è costituita da peli lunghi, sottili e molto morbidi. Sono simili ai peli sul corpo di un neonato. Questi peli generalmente non hanno pigmenti e di solito cadono poche settimane dopo la nascita. Nelle persone con ipertricosi, questi peli rimarranno fino a quando non verranno trattati.

Vellus

I peli vellus sono generalmente corti, morbidi e leggermente pigmentati. Questi peli possono apparire su tutto il corpo tranne nelle zone dove non ci sono follicoli piliferi, come le membrane mucose, le piante dei piedi e i palmi delle mani.

Peli terminali

I peli terminali sono i più scuri tra i tre tipi di peli. Sono solitamente spessi, ruvidi e lunghi. Sono spesso associati agli ormoni e si trovano tipicamente sul viso, sulle ascelle e sull’inguine.

Le donne con irsutismo spesso sviluppano peli terminali sul viso, sulla schiena, sulle braccia e sul petto.

La gravità dei sintomi di ipertricosi può aumentare o diminuire con l’età.

Tipi di ipertricosi

Esistono molti tipi di ipertricosi, che sono classificati in base a come e quando una persona sviluppa la condizione.

Ipertricosi lanuginosa congenita

I sottili peli di lanugine appaiono solitamente in un feto, ma non svaniscono dopo la nascita. Invece, i peli continuano a crescere eccessivamente in diverse aree del corpo durante la vita della persona.

Ipertricosi congenita terminale

Invece di essere nato con peli lanugine o vellus, il bambino può avere i peli terminali alla nascita che crescono per tutta la loro vita. Gli individui affetti spesso hanno i peli spessi e completamente pigmentati che coprono il loro corpo, incluso il viso.

Ipertricosi acquisita

L’ipertricosi acquisita si sviluppa più tardi nella vita. Segue molti degli stessi schemi dell’ipertricosi congenita. I peli possono essere lanugine, vellus o terminali e possono apparire in piccole chiazze o su tutto il corpo.

Ipertricosi nevoide

Crescita eccessiva dei peli su una o più chiazze di pelle. Un tipico esempio è un monociglio folto e cespuglioso.

Irsutismo

Comunemente scambiato per ipertricosi, l’irsutismo colpisce fino al 10% delle donne. Irsutismo è un termine che si riferisce alle donne che sviluppano peli terminali grossolani distribuiti secondo un tipico modello maschile, come sul mento e sul torace. Le donne spesso sviluppano irsutismo a causa di uno squilibrio ormonale.

Gestione

Alcune persone potrebbero essere in grado di ridurre il rischio di sviluppare determinati tipi di ipertricosi acquisita evitando:

  • alcuni immunosoppressori
  • steroidi androgeni
  • farmaci per la crescita dei capelli

Non esiste una cura conosciuta per l’ipertricosi congenita. Il trattamento comporta la gestione dei sintomi rimuovendo i peli dalla zona interessata.

I metodi a breve termine di rimozione dei peli includono:

  • rasatura
  • utilizzo di una pinzetta
  • ceretta
  • decolorazione
  • epilazione chimica

Soluzioni temporanee come queste possono minimizzare la presenza dei peli nell’area, ma la condizione farà ricrescere i peli. L’utilizzo di questi metodi può anche irritare la pelle e causare eruzioni cutanee o peli incarniti. È anche difficile utilizzare alcune di queste tecniche in alcune regioni del corpo.

Elettrolisi o trattamento laser

Alcune persone possono optare per trattamenti a lungo termine, come l’epilazione laser o l’elettrolisi.

L’elettrolisi distrugge i singoli follicoli piliferi utilizzando cariche elettriche.

L’epilazione laser fa lo stesso usando la luce laser ed è in genere meno dolorosa dell’elettrolisi. Per alcune persone, il trattamento provocherà la perdita permanente dei peli, anche se potrebbero essere necessarie più sedute per ottenere il risultato desiderato.

Conclusioni

A seconda del tipo, l’ipertricosi è spesso accompagnata da altri sintomi e può essere collegata a una condizione di base.

Ci può essere una componente genetica di alcune forme di ipertricosi, quindi chiunque abbia una storia familiare della condizione dovrebbe rivolgersi a un medico.

Gestire i sintomi o trattare la causa sottostante è l’unico trattamento necessario e prontamente disponibile per l’ipertricosi.


Riferimenti scientifici

Lapidoth, M., Adatto, M., Cohen, S., Ben-Amitai, D., & Halachmi, S. (2014, January). Hypertrichosis in Becker’s nevus: Effective low-fluence laser hair removal [Abstract]. Lasers in Medical Science29(1), 191–193. 

Pavone, P., Praticò, A. D., Falsaperla, R., Ruggieri, M., Zollino, M., Corsello, G., & Neri, G. (2015, August 5). Congenital generalized hypertrichosis: The skin as a clue to complex malformation syndromesItalian Journal of Pediatrics41(1), 55.

Hayashi, R., Yoshida, K., Abe, R., Niizeki, H., & Shimomura, Y. (2017, January). First Japanese case of congenital generalized hypertrichosis with a copy number variation on chromosome 17q24Journal of Dermatological Science85(1), 63–65. 

Cheratosi attinica e tumore della pelle: le regole della prevenzione

La cheratosi attinica è un tumore cutaneo in fase iniziale (in situ) che si sviluppa maggiormente in sedi fotoesposte come il viso, le orecchie, il cuoio capelluto (soprattutto nei soggetti calvi), le labbra, il dorso delle mani e degli avambracci, il tronco e le gambe.
Rappresenta una condizione comune interessando circa il 60% dei soggetti adulti, over 50, prevalentemente con fototipo chiaro; l’incidenza aumenta notevolmente nei soggetti di età superiore ai 60 anni (circa l’80%).

Qual è la causa della cheratosi attinica?

L’esposizione solare cronica e il suo effetto cumulativo nel tempo, rappresentano il principale fattore di rischio nello sviluppo delle cheratosi attiniche, oltre ad uno stato di immunosoppressione cronica ed una predisposizione genetica.

Come riconoscere la cheratosi attinica?

Foto: Cheratosi attinica ricoperta da crosta giallastra

Inizialmente la cheratosi attinica appare visivamente poco evidente e apprezzabile soprattutto al tatto come un’area ruvida, desquamata e, proprio per questo, confusa talvolta dal paziente come una semplice area di “secchezza cutanea”. Solo nelle fasi più avanzate tende a rilevarsi sul piano cutaneo diventando più spessa, crostosa, talvolta pruriginosa o dolorabile al tatto.
La maggior parte delle lesioni appaiono clinicamente rossastre, alcune di colore marrone chiaro o scuro, o ancora, dello stesso colore della cute sana circostante.
Le cheratosi attiniche possono insorgere come lesioni singole o più frequentemente come lesioni multiple su un’area di cute fotodanneggiata, apparentemente sana, ma geneticamente alterata, che contiene lesioni ancora non rilevabili ad occhio nudo, nota come campo di cancerizzazione.

Perché è importante diagnosticarla rapidamente?

L’importanza di una precoce diagnosi ed una corretta gestione da parte del dermatologo, nasce dal fatto che la cheratosi attinica in una percentuale di casi, dal 5 al 20%, può progredire verso forme aggressive ed invasive di carcinoma squamoso. La cheratosi attinica ed il carcinoma squamoso condividono, infatti, aspetti morfologici, istologici e molecolari e sono considerate come due fasi di un unico processo che inizia con il fotodanno, evolve verso la ceratosi attinica ed infine verso il carcinoma squamoso invasivo.

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Dermatoscopio manuale

La dermatoscopia o epiluminescenza rappresenta un buon ausilio diagnostico, consentendo la diagnosi di cheratosi attiniche nelle primissime fasi di sviluppo e, attraverso determinati criteri, l’identificazione delle cheratosi attiniche che sono già in una fase di progressione verso il carcinoma squamoso invasivo (SCC).

Come si cura la cheratosi attinica?

Dal momento che non è possibile prevedere quale cheratosi attinica evolva verso un SCC invasivo, le attuali linee guida raccomandano il trattamento di tutte le AK per la prevenzione delle forme invasive di carcinoma squamoso.
Diversi sono i trattamenti a disposizione, spesso utilizzati anche in combinazione; tra questi terapie topiche farmacologiche, terapia fotodinamica, crioterapia e laserterapia. La scelta dell’approccio terapeutico varia in base al numero delle lesioni, alle dimensioni dell’area da trattare o alla densità delle cheratosi attiniche per cm2.

Come si previene la cheratosi attinica?

esposizione_al_sole

Il modo migliore per prevenire la comparsa di cheratosi attiniche è la protezione dal sole, adottando le giuste precauzioni:
• Utilizzare creme solari con un alto fattore di protezione (SPF 30 o maggiore) sia per i raggi UVB che per quelli UVA, applicando la crema almeno 30 minuti prima di uscire all’aperto e riapplicarla ogni 2 ore o dopo il bagno o dopo aver sudato eccessivamente
• limitare l’esposizione nelle ore centrali (12-16)
evitare le ustioni sia solari che artificiali (lampade abbronzanti)
• specie se calvi, proteggere il cuoio capelluto con cappello
• utilizzare una crema specifica per le labbra
non esporre al sole i neonati evitando l’esposizione solare diretta fino ai 12 mesi d’età e limitare, quanto più possibile, l’esposizione in età pediatrica

Come diagnosticare tempestivamente una cheratosi attinica?

• Prestare particolare attenzione ad eventuali cambiamenti della propria pelle, specialmente se ci si è esposti regolarmente al sole per motivi professionali o per hobby
• non trascurare l’eventuale comparsa di macchie, lesioni e aree di differente colorazione
• non trascurare lesioni poco visibili clinicamente ma sintomatiche o ruvide al tatto o che stentano a guarire
• eseguire l’autoesame della pelle scrupolosamente, con l’ausilio di uno specchio e di una buona illuminazione prestando attenzione anche a zone meno visibili (come per esempio orecchie e cuoio capelluto)
• effettuare un controllo dermatologico ogni anno o secondo il consiglio dello specialista.

Melanoma: rischio maggiore per chi assume l’aspirina

Gli uomini che assumono aspirina una volta al giorno hanno quasi il doppio del rischio di contrarre il melanoma rispetto agli uomini che non assumono aspirina quotidianamente

Al contrario, per le donne il rischio non aumenta.

Secondo la dott.ssa Beatrice Nardone, autrice senior dello studio e assistente ricercatrice di dermatologia presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine, dato l’uso diffuso dell’aspirina e il potenziale impatto clinico del legame con il melanoma, i pazienti e gli operatori sanitari devono essere consapevoli della possibilità di un aumento del rischio per gli uomini.

La dott.ssa Nardone suggerisce di focalizzare l’attenzione sull’educazione del paziente all’esposizione solare, consigliandolo di evitare lettini abbronzanti ed effettuando controlli della pelle da un dermatologo, soprattutto per coloro che hanno un alto rischio di sviluppare dei tumori della pelle.

Tale studio, tuttavia, ha sottolineato che questo studio non suggerisce che gli uomini dovrebbero interrompere la terapia con aspirina, poiché tale terapia è utile per ridurre il rischio di infarto.

Secondo uno studio del 2005, quasi metà delle persone over 65 anni ha riferito di assumere l’aspirina ogni giorno o un giorno si e uno no. Nel 2015, circa la metà di un sondaggio nazionale su adulti statunitensi ha riportato un uso regolare di aspirina.

La dott.ssa Nardone analizzando i risultati ha notato come l’aspirina sia risultata efficace nel ridurre il rischio di cancro gastrico, del colon, della prostata e della mammella.

Tra le numerose possibilità ipotizzate dalla dott.ssa Nardone, una delle ragioni per cui gli uomini potrebbero essere più vulnerabili rispetto alle donne potrebbe essere legata al fatto che il sesso maschile produce una minore quantità di enzimi protettivi, come l’enzima superossido dismutasi (SOD) e la catalasi, rispetto al gentil sesso.

Questi livelli più bassi di enzimi protettivi suggeriscono che un più alto livello di danno cellulare ossidativo negli uomini potrebbe contribuire alla possibilità di sviluppare il melanoma.

Lo studio ha raccolto dati sulle cartelle cliniche comprendenti quasi 200.000 pazienti che assumono costantemente l’aspirina o non l’assumono, di età compresa tra 18 e 89 anni, senza precedenti di melanoma e con un periodo di follow-up di almeno cinque anni.

Gli uomini che assumono aspirina quotidianamente hanno un rischio maggiore di melanoma
Il campione di pazienti che assumono l’aspirina includeva solo pazienti che avevano avuto almeno un anno di utilizzo dell’aspirina una volta al giorno.

Il campione di pazienti che assumono l’aspirina includeva solo pazienti che avevano avuto almeno un anno di utilizzo dell’aspirina una volta al giorno a una dose di 81 o 325 mg tra gennaio 2005 e dicembre 2006 al fine di avere almeno cinque anni di dati di follow-up per rilevare se il melanoma si è verificato nel tempo. Su un totale di 195.140 pazienti, 1.187 assumevano aspirina. Di questi 1.187 pazienti, 26 (2,19 %) (uomini e donne) hanno avuto una successiva diagnosi di melanoma rispetto a 1.676 (0,86 %) in pazienti non assumevano aspirina (uomini e donne).

Quando i gruppi erano separati in uomini e donne, gli uomini in terapia con aspirina avevano quasi il doppio del rischio di diagnosi di melanoma rispetto agli uomini dello stesso campione di pazienti che non erano in terapia con l’aspirina.

La carenza di vitamina D provoca la caduta dei capelli?

La vitamina D è un nutriente essenziale che gioca un ruolo importante in molte delle funzioni del corpo. Una carenza di vitamina D può causare numerosi problemi, tra cui la caduta dei capelli.

In questo articolo, esploriamo la correlazione tra vitamina D e crescita dei capelli, se una carenza di vitamina D provoca la caduta dei capelli e se quest’ultima è reversibile.

La carenza di vitamina D provoca la caduta dei capelli?

Ci sono diverse studi che confermano che avere una carenza di vitamina D provoca la perdita di capelli e altri problemi ai capelli. La vitamina D stimola la crescita dei follicoli piliferi e quindi, quando vi è una carenza, i capelli possono risentirne.

Una carenza di vitamina D può anche essere legata all’alopecia areata, una condizione autoimmune che causa la perdita di capelli a chiazze.

La ricerca mostra che le persone con alopecia areata hanno livelli molto più bassi di vitamina D rispetto alle persone che non hanno l’alopecia.

La carenza di vitamina D può anche causare la caduta dei capelli nelle persone senza alopecia. Altre ricerche mostrano che le donne che hanno altre forme di perdita di capelli hanno anche bassi livelli di vitamina D.

In che modo la vitamina D influisce sui capelli?

La vitamina D influisce sulla salute di molte parti del corpo, compresi pelle e capelli.

Questa svolge un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi follicoli piliferi.
I follicoli piliferi sono i minuscoli pori dai quali crescono nuovi peli.
I nuovi follicoli possono aiutare i capelli a mantenere lo spessore dei capelli ed evitare che cadano prematuramente.

L’assunzione, quindi, di quantità adeguate di vitamina D, può favorire la crescita e la ricrescita dei capelli.

Altri sintomi di carenza di vitamina D

Le persone con una carenza di vitamina D possono non avere sintomi o i loro sintomi possono essere aspecifici e cambiare nel tempo.

I sintomi di una carenza di vitamina D includono:

  • cambiamenti di umore, tra cui depressione o ansia
  • fratture frequenti
  • lenta guarigione delle ferite
  • perdita di densità ossea
  • debolezza muscolare
  • aumento o peggioramento della pressione del sangue
  • affaticamento costante
  • dolore cronico
  • infertilità
  • diminuzione della soglia del dolore

Una bassa esposizione alla luce solare o non mangiare abbastanza alimenti ricchi di vitamina D sono le cause più comuni di una carenza di questa vitamina.

Tuttavia, alcune persone possono avere carenze di vitamina D a causa di altre condizioni di base, tra cui il morbo di Crohn o la celiachia, che impedisce al corpo di assorbire completamente i nutrienti.

Anche alcuni farmaci possono fare in modo che l’organismo elimini la vitamina D prima che possa essere utilizzata. I farmaci che possono causare una carenza di vitamina D includono:

  • antimicotici
  • glucocorticoidi
  • farmaci per l’HIV
  • anticonvulsivanti

Se un farmaco sta causando una carenza di vitamina D o perdita di capelli, bisognerebbe rivolgersi al proprio medico per discutere le alternative possibili.

Trattamento

La ricerca suggerisce che quando una persona è carente di vitamina D, il trattamento più efficace è assumere integratori di vitamina D.

vitamina-DGli integratori di vitamina D devono essere assunti con i pasti, in particolare quelli con molti grassi salutari. Il grasso aiuta la vitamina D ad essere assorbita nel corpo.

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Buone fonti di grassi alimentari sono presenti in:

  • avocado
  • uova
  • semi di chia
  • alcuni pesci come salmone, trota e sardine
  • nocciole
  • formaggio

Gli integratori sono disponibili in una varietà di forme. Alcuni possono essere assunti ogni giorno, altri, una volta alla settimana o una volta al mese.
Quando viene trattata una carenza di vitamina D, un medico prescriverà degli esami del sangue ad intervalli di alcuni mesi per verificare se i livelli nel paziente aumentano.

La Endocrine Society raccomanda che gli adulti di età compresa tra i 19 ei 55 anni ricevano 600 UI di vitamina D al giorno. L’unità “IU”, che sta per unità internazionale, è un’unità di misura della quantità di una sostanza, basata sul suo effetto, ovvero sulla sua attività biologica.

Si raccomanda, inoltre, che gli adulti di età superiore a 55 anni ricevano tra 600 e 800 UI al giorno di vitamina D e tra 400 e 600 UI al giorno di vitamina D per i bambini.

Nei casi in cui una condizione medica sottostante sta causando la carenza di vitamina D, occorrerà effettuare un trattamento per curare questa condizione primaria.

Sia il morbo di Crohn che la celiachia possono causare una carenza di vitamina D.
Queste malattie bloccano parzialmente o completamente l’assorbimento della vitamina D da parte dell’intestino.

Se invece sono i farmaci la causa, il paziente dovrebbe discutere delle alternative con il proprio medico.

Per carenze lievi, può anche essere utile aumentare la quantità di tempo trascorso al sole. Tuttavia, è importante applicare una protezione solare ed evitare un’esposizione prolungata per ridurre il rischio di danni alla pelle.

Prevenzione

vitamina-d-soleLa prima difesa di una persona contro la caduta dei capelli causata da una carenza di vitamina D consiste nel trascorrere da 15 a 20 minuti al giorno all’aperto e mangiare cibi ricchi di vitamina D.Si può eventualmente anche aggiungere un integratore di vitamina D alla propria dieta per supportare i propri obiettivi di assunzione di vitamina D.

Conclusioni

La vitamina D influisce su molti aspetti della salute e del benessere di una persona, inclusa la crescita dei capelli. Se si ha una carenza di vitamina D è più probabile sperimentare la caduta dei capelli e molti altri problemi.

Le persone preoccupate per la perdita di capelli dovuta alla carenza di vitamina D dovrebbero consultare un dermatologo che probabilmente suggerirà integratori, cambiamenti nella dieta quotidiana e di trascorrere più tempo all’aperto per combattere tale carenza.


Riferimenti scientifici

Cerman, A. A., Solak, S. S., & Altunay, I. K. (2014, March). Vitamin D deficiency in alopecia areataBritish Journal of Dermatology170(6)

Rasheed, H., Mahgoub, D., Hegazy, R., El-Komy, M., Abel Hay, R., Hamid, M. A., & Hamdy, E. (2013). Serum ferritin and vitamin d in female hair loss: Do they play a role? Skin Pharmacology and Physiology26(2)

Verruche genitali : sintomi e trattamento

Le verruche genitali sono causate dal papillomavirus umano (HPV).
Colpiscono sia le donne che gli uomini, ma le donne sono più vulnerabili alle possibili complicazioni.
Possono essere curate, ma possono ripresentarsi, a meno che non venga trattata anche l’infezione sottostante.

Cosa sono le verruche genitali?

Le verruche genitali sono escrescenze morbide che appaiono sui genitali.
Sono un’infezione a trasmissione sessuale (IST) causata da alcuni ceppi del papillomavirus umano (HPV).
Le verruche genitali possono causare dolore, disagio e prurito.
Sono particolarmente pericolose per le donne perché alcuni tipi di HPV possono anche causare il cancro della cervice e della vulva.

L’HPV è la più comune di tutte le IST. Uomini e donne che sono sessualmente attivi sono vulnerabili alle complicazioni dell’HPV, incluse le verruche genitali.

Il trattamento è fondamentale nella gestione di questa infezione.

Quali sono i sintomi delle verruche genitali?

Le verruche genitali vengono trasmesse attraverso i rapporti sessuali, compreso il sesso orale, vaginale e anale. Le verruche si manifestano dopo diverse settimane o mesi dall’infezione.

Non sono sempre visibili all’occhio umano. Possono essere molto piccole e del colore della pelle o leggermente più scure.
La parte superiore delle escrescenze può assomigliare a un cavolfiore e può risultare liscia o leggermente irregolare al tatto. Possono presentarsi come un ammasso di verruche o singolarmente.

Negli uomini possono apparire nelle seguenti aree:

  • pene
  • scroto
  • inguine
  • cosce
  • dentro o intorno all’ano

Le verruche genitali nelle donne possono apparire:

  • all’interno della vagina o dell’ano
  • fuori dalla vagina o dall’ano
  • cervice

Le verruche genitali possono anche comparire sulle labbra, sulla bocca, sulla lingua o sulla gola di una persona che ha avuto un contatto sessuale orale con una persona infetta.

Anche se non riesci a vedere le verruche genitali, potrebbero comunque causare sintomi, come:

  • perdite vaginali
  • pizzicore
  • emorragia
  • bruciore

Se le verruche genitali si diffondono o si ingrandiscono, la condizione può diventare scomoda o addirittura dolorosa.

Cosa causa le verruche genitali?

La maggior parte dei casi di condilomi genitali sono causati da HPV.
Esistono da 30 a 40 ceppi di HPV che colpiscono specificamente i genitali, ma solo alcuni di questi ceppi causano le verruche genitali.

Il virus HPV è altamente trasmissibile attraverso il contatto pelle a pelle, motivo per cui è considerato una IST.

In effetti, l’HPV è così comune che la maggior parte delle persone sessualmente attive lo contraggono a un certo punto della loro vita. Tuttavia, il virus non porta sempre a complicazioni come le verruche genitali. Di fatto, nella maggior parte dei casi, il virus va via da solo senza causare problemi di salute.

Le verruche genitali sono causate da ceppi di HPV che differiscono dai ceppi che causano verruche sulle mani o su altre parti del corpo. Una verruca non può diffondersi dalla mano di qualcuno ai genitali e viceversa.

Fattori di rischio per le verruche genitali

Qualsiasi persona sessualmente attiva è a rischio di contrarre l’HPV.

Tuttavia, le verruche genitali sono più comuni nelle persone che:

  • hanno meno di 30 anni
  • fumano
  • hanno un sistema immunitario indebolito
  • sono figli di una madre che ha avuto il virus durante il parto

Quali sono le altre possibili complicazioni dell’HPV?

L’HPV è la principale causa di cancro alla cervice. Può anche causare una patologia, chiamata displasia, che provoca cambiamenti precancerosi alle cellule della cervice.

Altri tipi di HPV possono anche causare il cancro della vulva, gli organi genitali esterni delle donne, il cancro del pene e dell’ano.

Come vengono diagnosticate le verruche genitali?

Per diagnosticare questa condizione, il medico eseguirà un’anamnesi riguardante la tua salute e la tua storia sessuale. Questa quindi includerà i sintomi che hai riscontrato e ogni volta che hai avuto rapporti sessuali non protetti, incluso il sesso orale.

Il medico eseguirà anche un esame fisico di eventuali aree in cui sospetti che si stiano manifestando le verruche.

Solo per le donne

Poiché le verruche possono presentarsi in profondità, nel corpo di una donna, il medico potrebbe dover eseguire un esame pelvico applicando una soluzione leggermente acida, che aiuta a rendere le verruche più visibili.

Il medico può anche eseguire un Pap test, che consiste nel prelevare mediante un tampone un campione di cellule dell’area della cervice.

pap-test
Il Pap-test permette di rilevare la presenza dell’HPV

Queste cellule possono quindi essere analizzate per rilevare la presenza di HPV.
Alcuni tipi di HPV possono dare risultati anomali al Pap test, con l’indicazione di cambiamenti precancerosi in atto.
Se il medico rileva queste anomalie, potrebbe essere necessario eseguire screening più frequenti per monitorare eventuali modifiche.

Se sei una donna e sei preoccupata di aver contratto una forma di HPV che può causare il cancro della cervice, il tuo medico può eseguire un test del DNA. Questo determina quale ceppo di HPV hai contratto. Un test HPV per gli uomini non è ancora disponibile.

Come vengono trattate le verruche genitali?

Mentre le verruche genitali spesso scompaiono con il tempo, l’HPV stesso può rimanere nel sangue. Ciò significa che potresti sviluppare diversi focolai nel corso della tua vita.
Questo rende importante la gestione dei sintomi perché dovrai evitare di trasmettere il virus agli altri. Le verruche genitali infatti possono essere trasmesse agli altri anche quando non ci sono verruche visibili o altri sintomi.

Le verruche genitali possono essere trattate farmacologicamente, per alleviare i sintomi dolorosi o minimizzarne l’aspetto. Tuttavia, non è possibile utilizzare prodotti da banco (OTC) per la rimozione o il trattamento delle verruche.

Il Dermatologo può prescrivere trattamenti topici per le verruche genitali a base di:

  • imiquimod
  • podofillina e podofilox
  • acido tricloroacetico (TCA)

Se le verruche visibili non vanno via con il tempo, potrebbe essere necessario un piccolo intervento chirurgico per rimuoverle. Il Dermatologo può rimuovere le verruche attraverso:

  • elettrocauterio
  • criochirurgia
  • trattamenti laser
  • asportazione
  • iniezioni di interferone

Le donne a cui è sono state diagnosticate le verruche genitali possono aver bisogno di ripetere il Pap test ogni tre o sei mesi dopo il primo trattamento iniziale. Ciò consente al medico di monitorare eventuali cambiamenti nella cervice.
Il monitoraggio è importante perché potresti essere a rischio di cancro cervicale.
I ceppi di HPV che causano le verruche genitali sono considerati a basso rischio per la progressione in forme cancerose. Tuttavia, potresti avere anche altri ceppi di HPV, alcuni dei quali potrebbero aumentare il rischio di cancro.

Rimedi casalinghi per le verruche genitali

Non si dovrebbero usare trattamenti da banco specifici per le verruche della mano sulle verruche genitali.

Le verruche delle mani e le verruche genitali sono causate da diversi ceppi di HPV. Usare i trattamenti sbagliati può essere dannoso.

Alcuni rimedi casalinghi sono considerati utili nel trattamento delle verruche genitali, ma ci sono poche prove per sostenerli. Consulta sempre un Dermatologo prima di provare un rimedio fai da te.

Come prevenire le verruche genitali

I vaccini HPV denominati Gardasil e Gardasil 9 possono proteggere uomini e donne dai ceppi HPV più comuni che causano le verruche genitali e possono anche proteggere dai ceppi di HPV che sono collegati al cancro della cervice.
È disponibile anche un vaccino chiamato Cervarix che protegge contro il cancro della cervice, ma non contro le verruche genitali.

Gli individui a partire dai 9 fino a 26 anni di età, possono vaccinarsi contro l’HPV.
Entrambi i tipi di vaccino dovrebbero comunque essere somministrati prima che la persona diventi sessualmente attiva, in quanto sono più efficaci prima che la persona sia esposta all’HPV.

profilattico
Il profilattico riduce il rischio di contrarre le verruche genitali

L’utilizzo di protezioni ogni volta che si fa sesso può anche ridurre il rischio di contrarre le verruche genitali. Questo può significare usare un preservativo o una diga dentale.

Conclusioni

Le verruche genitali sono una complicazione dell’infezione da HPV che è comune e curabile. Possono scomparire col tempo, ma il trattamento è essenziale per prevenire il loro ritorno e le possibili complicazioni.

Se pensi di avere le verruche genitali parlane con il tuo Dermatologo che determinerà, in modo certo, se hai le verruche e quali sono le migliori opzioni di trattamento.


Riferimenti scientifici

Burd, E. M. (2003, January). Human papillomavirus and cervical cancer. Clinical Microbiology Reviews. 16(1)

Juckett, G. & Hartman-Adams, H. (2010, November). Human papillomavirus: clinical manifestations and prevention  American Family Physician. 82(10)

La Psoriasi si cura!

Tanti i pazienti con Psoriasi che ormai ricorrono al fai da te per le macchie sulla pelle e che ignorano che, oggi, la Psoriasi si cura! Secondo alcuni dati, questi pazienti sarebbero circa il 50-60%.

Psoriasi: lo sconforto e la disperazione

Pazienti con Psoriasi che probabilmente hanno consultato il dermatologo una prima volta per sapere qual era il nome del problema e soprattutto per sapere come curarla.

Un cura che molto probabilmente prevedeva il cortisone da applicare sulle macchie e che inizialmente potrebbe aver contribuito a migliorarle per poi avere una ricaduta rapida della Psoriasi subito dopo la sospensione.

A quel punto perché continuare a consultare il dermatologo? Solo per sentirsi dire che non si guarisce dalla Psoriasi!

E se, invece, mi facessi visitare da un altro dermatologo come mi hanno suggerito in tanti?

La verità sappiamo qual è! Le Big Pharma non vogliono che i pazienti con Psoriasi guariscano, meglio che siano sempre ammalati!

Se anche tu soffri di Psoriasi quante volte ti sei imbattuto/a in pensieri o frasi simili?

Quasi tutti i miei pazienti con Psoriasi mi riferiscono che lo sconforto e la disperazione sono i due sentimenti quotidiani che fanno sparire la speranza di trovare una cura e polverizzano l’idea di tornare ad avere la pelle liscia e normale come una volta, come tanto e tanto tempo fa.

Non ce la faccio più ad applicare le creme due volte al giorno, mattino e sera su tutto il corpo!

Sconforto e disperazione da un lato e presunzione dall’altro.

Psoriasi: la presunzione

Una presunzione, con tutto il rispetto per i pazienti con Psoriasi, che nasce spesso proprio come conseguenza dello sconforto e della disperazione,  che porta alcuni di loro a trovare in rete la soluzione alla Psoriasi

Ho già affrontato questo problema nel post “Psoriasi: il canto delle sirene” dove il paziente si illude di trovare un rimedio al suo problema di pelle applicando l’Aloe vera o l’olio di Oliva o chissà quale altre rimedio, meglio se naturale.

Se questi rimedi da un lato possono contribuire ad idratare la pelle secca, ammorbidire le squame, le croste biancastre dei gomiti, delle ginocchia o del cuoio capelluto non significa che sono in grado di curare la Psoriasi.

Psoriasi: l’infiammazione sistemica e comorbidità

La Psoriasi come ampiamente descritto in La Psoriasi dalla A alla Z è una patologia complessa dove le manifestazioni cutanee non sono altro, se volessi semplificare al massimo il concetto, la conseguenza di un’infiammazione sistemica che si manifesta sulla pelle con le macchie e placche arrossate e crostose ma che può interessare contestualmente altri organi e apparati quali ad esempio quello cardiovascolare.

Infiammazione sistemica che si può associare a sovrappeso e a sindromi metaboliche, ovvero malattie quali il Diabete. Condizione questa nota con il termine di Comorbidità.

Non pensare erroneamente che stia scrivendo questo per fare del terrorismo ma per invitarti a farti seguire dal dermatologo!

Devi sapere che oggi molti progressi sono stati fatti nella conoscenza dei meccanismi responsabili della Psoriasi e di conseguenza anche nei trattamenti e diverse sono le novità terapeutiche di cura.

Sì, hai letto bene di cura!

Non sto parlando del solito palliativo ma di cure che potrebbero portare anche te come i miei pazienti a dire:

Ora che sto bene, capisco ancora di più quanto stavo male prima, qual era il senso di malessere!

Io che ero una megattera, piena di croste, ora mi sento una donna normale

Quando il paziente con Psoriasi sta bene, non ha più le placche te ne accorgi subito! Lo noto già quando entra in studio! I suoi occhi rifulgono di una luce diversa!

Se sei giunto a questo punto ti starai chiedendo qual è questa cura!

Psoriasi: la cura

La novità riguarda sia cure da applicare sulla pelle – decisamente molto più efficaci e in grado agire immediatamente, già dal giorno successivo, sia sul rossore delle macchie sia sul prurito; quel prurito dannato che non ti da pace e non ti fa dormire la notte – sia sistemiche, mi riferisco alle nuove terapie biologiche.

La scelta di un tipo di approccio o dell’altro dipende dal grado e dall’entità della Psoriasi e se ancora non credi a tutto quello che ho scritto fino a questo punto lascio giudicare a te il risultato del prima e dopo applicazione di un nuovo trattamento locale che si basa su un concetto innovativo di supersaturazione per favorire la veicolazione dei principi attivi sotto pelle una volta applicato sulle macchie.

Psoriasi: immagini cliniche

Psoriasi immagine di macchia rossa e crostosa
Psoriasi: placca arrossata e crostosa
Macchia rossa sulla pelle di Psoriasi
Psoriasi dopo 1 settimana di cura
Psoriasi curata immagini
Psoriasi: guarigione dopo solo 1 mese di cura
Macchia rossa e squamosa di Psoriasi
Psoriasi della gamba prima della cura: come di manifesta
Macchia rossa di Psoriasi in trattamento
Psoriasi della gamba dopo 1 settimana della cura
Foto di Psoriasi guarita
Psoriasi dopo 1 mese di cura: guarigione

Il miglioramento è eclatante ma devi sapere che per confermare la guarigione delle macchie di Psoriasi non è sufficiente giudicare ciò che hai osservato ad occhio nudo bensì quanto è osservabile in Dermatoscopia.

Psoriasi: dermatoscopia foto

La Dermatoscopia, la metodica normalmente utilizzata per il controllo e lo screening dei nei, è importante anche per lo studio della Psoriasi.

Durante la fase attiva della Psoriasi infatti, usando la dermatoscopia è possibile documentare all’interno delle placche la presenza di un’infiammazione tipica della malattia caratterizzata da molteplici e minuti vasi sanguigni, definiti puntiformi o glomerulari, che dopo la guarigione clinica, osservabile ad occhio nudo, scompaiono del tutto.

Psoriasi foto in dermatoscopia
Psoriasi osservata in dermatoscopia con ingradimento 20X. Evidente la presenza della crosta biancastra su tutta la superficie e l’infiammazione, caratterizzata da vasi sanguigni, che appaiono di colore rosso, puntiformi e omogeneamente distribuiti sulla macchia
Psoriasi osservata in dermoscopia dopo 1 mese di cura
Stessa placca di Psoriasi dell’immagine precedente , osservata in dermoscopia, dopo 1 mese di cura. Scomparsa sia della crosta sia dell’infiammazione puntiforme. La pelle torna liscia e normale
Psoriasi osservata in dermoscopia
Psoriasi osservata in dermoscopia con ingrandimento 20X. Evidenti la presenza della crosta, lesioni da grattamento e di un tappeto puntiforme di vasi sanguigni
Psoriasi guarita dopo 1 mese di cura
Psoriasi: immagine precedente dopo 1 mese di cura. Guarigione. La pelle torma ad avere lo stesso aspetto di quella sana

Ecco, una volta che questi vasi sanguigni tipici ed esclusivi della Psoriasi sono scomparsi è possibile confermare che la Psoriasi è stata correttamente curata.

Conclusioni

A questo punto avrai notato la macchia più chiara, rosa, rispetto alla pelle sana.

Ebbene, è una condizione momentanea e transitoria perché in quella zona la pelle, interessata dall’infiammazione della Psoriasi, non ha potuto per così dire dedicarsi anche alla melanogenesi, ovvero alla produzione della melanina.

Ora però potrà farlo e a te sarà sufficiente prendertene cura idratandola e mentre lo fai riscoprire di nuovo il piacere di accarezzare la tua pelle nuovamente liscia.

 

Molluschi contagiosi

Il Mollusco contagioso è un’infezione virale comune e contagiosa della pelle. Provoca noduli o papule sollevate simili a perle disposte singolarmente e sparse sul corpo oppyre a volte adiacenti una all’altra.
Queste papule, che presentano una minuta ombeliocatura al centro se osservate con un’adeguata lente d’ingrandimento sono i corpi dei molluschi, molluschi della pelle o condilomi sottocutanei. La condizione è nota come molluscipoxvirus.


Il molluscum contagiosum virus (MCV) colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai 15 anni.

Le papule sono generalmente indolori e non provocano prurito. Possono interessare qualsiasi area della pelle, ma soprattutto il tronco, le braccia e le gambe.
Possono guariscono spontaneamente entro 6-12 mesi (autrorisoluzione) e non lasciano cicatrici.
In alcuni casi, tuttavia, potrebbero essere necessari fino a 4 anni per la completa risoluzione.

Mollusco-contagioso-immagine
Foto: Mollusco contagioso

Nessuno sa quante persone manifestano il Mollusco contagioso perché molte di esse non cercano consiglio del dermatologo senza sapere che il trattamento può impedire all’ MCV di diffondersi.

Sintomi dei molluschi contagiosi

Nella maggior parte delle persone, i sintomi compaiono sulla pelle.
Dopo l’infezione iniziale, possono essere necessari da 7 giorni a 6 mesi per la comparsa dei sintomi.

L’American Academy of Dermatology rileva che spesso occorrono 7 settimane perchè siano visibili le papule.

Queste appaiono sulla pelle come piccole, compatte, color carne, a forma di cupola, perlacee, simili a volte alle Verruche.

Hanno in genere un diametro compreso  tra 1 e 5 millimetri (mm) con al centro una fossetta (ombelicatura centrale).
Questi Molluschi tendono a svilupparsi su qualsiasi parte della pelle che non è solitamente coperta, come le braccia, il viso e le mani. Possono anche presentarsi sul petto e sullo stomaco.

Mollusco-contagioso-bambino
Foto: Mollusco contagioso localizzato sul tronco di un bambino

I Molluschi trasmessi per via sessuale appaiono generalmente sui genitali, sull’inguine, sull’addome inferiore e sulle cosce interne. Di solito si sviluppano in piccoli gruppi e rimangono sullo strato superiore della pelle, ma possono anche diffondersi in altre parti del corpo.

La maggior parte delle persone avrà fino a 20 papule, ma alcune ne potrebbero avere più di 100. Se ce ne sono molte o se superano i 5 mm, si dovrebbe richiedere un consulto medico, perché ciò potrebbe significare un possibile problema con il sistema immunitario.

Dopo circa 6-12 settimane, il Mollusco potrebbe schiaccairsi e poi guarire spontaneamente. Potrebbe rimanere una minuscola chiazza di pelle più chiara o un segno butterato, ma di solito non ci sono cicatrici.

Per un anno o più, i nuovi Molluschi possono continuare a formarsi in altre parti del corpo mentre quelli vecchi seccano e guariscono.

Una volta che scompaiono completamente, è altamente improbabile che ritornino.

In rari casi, i Molluschi contagiosi possono persistere per anni.

Le cause dei Molluschi della pelle

Il MCV può diffondersi attraverso un contatto diretto e ravvicinato con una persona infetta, normalmente attraverso il contatto pelle a pelle, ad esempio tramite l’attività sessuale.
Può anche diffondersi a diverse parti del corpo e ad altre persone se toccano oggetti contaminati, come gli asciugamani.

La maggior parte delle persone è “resistente” al virus ed è improbabile che si infetti a meno che il loro sistema immunitario non venga compromesso.

Il virus è contagioso fino a quando i noduli non sono spariti.

Tra i bambini, il MCV è comune, ma poiché è benigno e auto-limitante, non causa particolari problemi.

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Foto: Mollusco contagioso localizzato sulla nuca di un bambino

Fattori di rischio

Sebbene chiunque possa contrarre il mollusco contagioso, alcune persone sono più a rischio, tra queste abbiamo:

  • bambini sotto i 10 anni
  • persone che vivono in climi tropicali
  • le persone coinvolte negli sport di contatto, in cui il contatto pelle a pelle è più comune
  • chiunque abbia un sistema immunitario debole
  • individui con dermatite atopica

Mollusco contagioso: la terapia

La consulenza del dermatologo è sempre necessaria
Le opzioni di trattamento includono:

Curettage: consiste nel rimuovere con un bisturi particolare con la lama di forma circolare e con un bordo tagliente le singole  papule omblicate del Mollusco contagioso.

Crioterapia: utilizza l’azoto liquido oppure un gas criogeno per congelare la papula. Ogni lesione viene congelata per alcuni secondi. A volte sono necessarie diverse sessioni.

Diatermia: utilizza un dispositivo elettrico riscaldato per bruciare il Mollusco. E’ una metodica dolorosa e oggi poco o per nulla usata.

Terapia laser: utilizza l’impulso laser per vaporizzare i singoli Molluschi

Trattamento chimico: consiste nell’utilizzo da parte del dermatologo della Podofillina o Fenolo con il quale esegue delle toccature caustiche su ogni Mollusco. E’ un trattamento che potrebbe causare cicatrici.

A volte dopo uno dei trattamenti citati si può formare una reazione eczematosa intono alla papula del Mollusco. Tale reazione deve essere attenuata ed eliminata applicando un lenitivo oppure una crema con un cortisonico di bassa potenza

Quando un soggetto ha un sistema immunitario indebolito (immunodeficienza o immunodespressione) è sempre indicato il trattamento dermatologico specialistico.

Una volta eliminate tutte le papule ombelicate, il virus del mollusco contagioso non rimane dormiente nel corpo e non riappare. Quando è sparito, è improbabile che ritorni, a meno che non ci sia una nuova infezione.

Complicazioni

Sebbene le papule non siano solitamente dolorose o pruriginose, si possono verifcare alcune complicanze.

Una di queste è l’Eczema (Dermatite) che può comparire intorno al Mollusco in alcuni casi, causando prurito, gonfiore e talvolta dolore. L’Eczema può portare a grattarsi e questo può aumentare il rischio di infezione (autocontagio per autoinoculazione) e diffusione del virus.

Così come, invece, prelevare o graffiare le papule può anche portare a infezioni batteriche e prurito. In tal caso il dermatologo può decidere di prescrivere un trattamento con antibiotici .

Le complicanze hanno maggiori probabilità di presentarsi in quei soggetti che hanno un sistema immunitario indebolito. Questo può essere a causa dell’HIV , della chemioterapia o dell’uso di determinati farmaci.

Le cicatrici possono rimanere come piccole chiazze di pelle più chiara o piccole dentellature. Se si verifica un’infezione, la cicatrizzazione è più probabile.

Complicazioni oculari, come congiuntivite o cheratite, possono verificarsi se l’MCV si presenta intorno agli occhi.

Come prevenirli?

Lavarsi accuratamente le mani, soprattutto dopo aver usato il bagno o prima di cucinare, è importante per prevenire i molluschi contagiosi.
Una serie di precauzioni può aiutare a contenere la loro diffusione:

  • Praticare una buona igiene delle mani, soprattutto se c’è qualcuno con MCV in casa.
  • Coprire il Mollusco se c’è il rischio che altre persone abbiano un contatto pelle a pelle.
  • Evita gli sport di contatto, come il judo, la lotta o il rugby.
  • Non toccare, graffiare o strofinare le papule. Dopo averli toccati, l’individuo dovrebbe lavarsi le mani subito con acqua calda e sapone.
  • Non raderti sulle aree della pelle colpite, perché questo può incoraggiare l’infezione a diffondersi.
  • Non condividere oggetti personali, come vestiti, asciugamani, flanelle e spazzole per capelli con una persona che ha il MCV.
  • Un adulto con mollusci contagiosi dovrebbe evitare il contatto fisico fino a quando i Molluschi non siano completamente spariti. I preservativi non offrono una protezione totale dalla diffusione dell’MCV, poiché il virus può passare tra le aree della pelle che non sono coperte da un preservativo.

Nelle piscine, l’MCV viene trasmesso molto probabilmente attraverso oggetti che vengono toccati al di fuori della piscina, come asciugamani e trampolini, piuttosto che nell’acqua clorata. Le papule devono essere coperte con bende a tenuta stagna prima di immergersi in acqua.

Conclusioni

Anche se sono descritti casi di autorisoluzione, che quando avviene si verifica nell’arco di 6-12 mesi, è sempre indicato chiedere il consulto del dermatologo per avere prima di tutto una diagnosi di conferma e per valutare insieme l’opportunità di intervenire da un punto di vista medico per rimuoverli definitivamente seduta stante o magari eseguire una cura domiciliare.

Infine, prestare sempre grande attenzione ad evitare qualsiasi condizione per prevenire l’autocontagio o il contagio di altri.

Mastocitosi cutanea

La mastocitosi cutanea è una forma di mastocitosi che colpisce principalmente la pelle. Ci sono tre forme principali: mastocitosi cutanea maculopapulare (detta anche orticaria pigmentosa), mastocitoma cutaneo solitario e mastocitosi cutanea diffusa. Esiste anche una forma estremamente rara chiamata telangiectasia macularis eruptiva perstans. I segni, i sintomi e la gravità della condizione variano a seconda del sottotipo. La mastocitosi cutanea è solitamente causata da cambiamenti genetici, può interessare raramente più di un membro della famiglia ed essere ereditato in un autosomica dominante maniera. La maggior parte dei casi è causata da  mutazioni somatiche che non sono ereditate o trasmesse alla prossima generazione. Il trattamento è solitamente sintomatico e può includere antistaminici orali , steroidi topici e/o fotochemioterapia .

Quali sono i sintomi?

La mastocitosi cutanea maculopapulare, la forma più comune di mastocitosi cutanea, è caratterizzata da prurito e macchie marroni sulla pelle. Sebbene inizialmente queste macchioline possano essere scambiate per lentiggini o punture di insetti, in genere persistono e aumentano gradualmente di numero nell’arco di diversi mesi o anni.

Mastocitosi Cutanea – Fonte merckmanuals.com

Nei bambini piccoli, gli sfoghi possono formare una vescica se grattati o strofinati. Il prurito può peggiorare con i cambiamenti di temperatura, l’attività intensa, lo stress emotivo e/o determinati farmaci. La mastocitosi cutanea maculopapulare è più comunemente osservata nei neonati e nei bambini piccoli e spesso svanisce negli anni dell’adolescenza. In alcuni casi, questa condizione potrebbe non svilupparsi fino all’età adulta. Questi casi di insorgenza tardiva generalmente durano a lungo termine e sono più propensi a progredire verso la mastocitosi sistemica .

Il mastocitoma cutaneo solitario è una forma localizzata di mastocitosi cutanea. Come la mastocitosi cutanea maculopapulare, questa forma è tipicamente diagnosticata nei bambini piccoli. Tuttavia, è caratterizzato da un’area pruriginosa di pelle rossastra o marrone che è spesso ispessita. Quando prude, queste chiazze di pelle possono gonfiarsi, arrossarsi e/o avere delle vesciche. Questa forma si risolve in genere spontaneamente con l’età.

La mastocitosi cutanea diffusa, la forma più grave di mastocitosi cutanea, di solito si sviluppa nell’infanzia. A differenza delle altre forme di mastocitosi cutanea, colpisce la maggior parte o tutta la pelle piuttosto che apparire come macchie distinte. Nelle persone affette da questa condizione, la pelle è coriacea e ispessita. Può sembrare normale, di colore bruno-giallastro o rosso. In alcuni casi, possono anche verificarsi vesciche diffuse. Ulteriori sintomi possono includere ipotensione, diarrea, sanguinamento gastrointestinale, arrossamento della pelle (arrossamento) e shock anafilattico .

La più rara forma di mastocitosi cutanea è chiamata telangiectasia macularis eruptiva perstans. A differenza delle altre forme di mastocitosi cutanea, questa forma viene principalmente diagnosticata negli adulti e generalmente non è associata a prurito e formazione di vesciche. Le persone affette da questa condizione hanno macchie di pelle marrone persistente e ampia telegiactasia . Raramente, questa forma può progredire in mastocitosi sistemica.

Questa tabella elenca i sintomi che possono avere le persone con questa malattia. Per la maggior parte delle malattie, i sintomi variano da persona a persona. Le persone con la stessa malattia potrebbero non avere tutti i sintomi elencati. Questa informazione proviene da un database chiamato Human Phenotype Ontology (HPO). L’HPO raccoglie informazioni sui sintomi che sono stati descritti in risorse mediche. L’HPO viene aggiornato regolarmente.

L’80% -99% delle persone ha questi sintomi:Il 30% -79% delle persone ha questi sintomiIl 5% -29% delle persone ha questi sintomi
Anormalità della pigmentazione della pelle

Mastocitosi cutanea

Macule

Prurito

Dolore addominaleVesciche anormali della pelle
Alopecia
Ansia
Asma
Arresto cardiaco
Tosse
Depressione
Diarrea
Dispnea
Eritrodermia
Fatica
Emorragia gastrointestinale
Mal di testa
Epatomegalia
Opercalcemia
Ipotensione
Aumento della densità minerale ossea
Disturbo mieloproliferativo
Nausea e vomito
Osteoporosi
Fratture ricorrenti
Sarcoma
Splenomegalia
Telangiectasia della pelle

Quali sono le Cause?

La maggior parte dei casi di mastocitosi cutanea è causata da cambiamenti (mutazioni) nel KIT gene. Questo gene codifica la proteina che aiuta a controllare molti importanti processi cellulari come  la crescita e divisione cellulare, sopravvivenza e movimento. Questa proteina è anche importante per lo sviluppo di alcuni tipi di cellule, compresi i mastociti (cellule immunitarie che sono importanti per la risposta infiammatoria). Alcune mutazioni nel gene KIT possono portare a una sovrapproduzione di mastociti. Nella mastocitosi cutanea, i mastociti in eccesso si accumulano nella pelle, portando a molti segni e sintomi della condizione.

Mastocitosi cutanea è ereditaria?

La maggior parte dei casi di mastocitosi cutanea non sono ereditari. Si verificano spontaneamente in famiglie senza storia della condizione e sono dovuti a cambiamenti somatici (mutazioni) nel KIT gene. Mutazioni somatiche si verificano dopo il concepimento e sono presenti solo in determinate cellule.

La mastocitosi cutanea può interessare raramente più di un membro della famiglia. In questi casi, la condizione è tipicamente ereditata in un autosomica dominante maniera. Ciò significa che per essere interessati, una persona ha bisogno solo di una modifica ( mutazione ) in una copia del gene responsabile in ogni cellula. Una persona con familiarità con la mastocitosi cutanea ha una probabilità del 50% con ogni gravidanza di passare il gene alterato al proprio figlio.

Come effettuare la diagnosi?

Generalmente si sospetta una diagnosi di mastocitosi cutanea in base alla presenza di segni e sintomi sospetti. Una biopsia che rivela un alto numero di alberi cellule( le cellule immunitarie che sono importanti per la risposta infiammatoria ) conferma la diagnosi.

Mastocitosi cutanea nel neonato - Fonte merckmanuals.com
Mastocitosi cutanea nel neonato – Fonte merckmanuals.com

Sfortunatamente a volte può essere difficile differenziare la mastocitosi cutanea dalla mastocitosi sistemica . È quindi possibile effettuare ulteriori test per indagare ulteriormente il rischio di malattia sistemica. Una biopsia del midollo osseo e esami del sangue specializzati possono essere raccomandati negli adulti con mastocitosi cutanea poiché sono a maggior rischio di mastocitosi sistemica. I bambini affetti in genere non subiscono una biopsia del midollo osseo a meno che gli esami del sangue non siano anormali.

Esiste un trattamento?

Sebbene al momento non esista una cura per la mastocitosi cutanea, sono disponibili trattamenti per gestire i sintomi della condizione. In generale, si raccomanda alle persone colpite di evitare qualsiasi cosa che innesca o peggiora i loro sintomi quando possibile. Alcuni farmaci come antistaminici orali e steroidi topici sono spesso prescritti per alleviare i sintomi. Gli adulti affetti possono anche sottoporsi a fotochemioterapia che può aiutare ad alleviare il prurito e migliorare l’aspetto degli sfoghi; tuttavia, è probabile che la condizione si ripresenti entro sei o dodici mesi dall’ultimo trattamento.

Quale è la prognosi?

Le prospettive a lungo termine (prognosi) per le persone affette da mastocitosi cutanea varia a seconda dell’età alla diagnosi. La prognosi è tipicamente eccellente nei bambini che sviluppano sintomi prima dei 2 anni poiché circa l’80% di questi casi si risolve prima della pubertà. I casi rimanenti possono persistere come mastocitosi cutanea o progredire verso la malattia sistemica.

Circa il 90% degli adulti colpiti è stato colpito da mastocitosi sistemica al momento della diagnosi. I casi di insorgenza successiva hanno anche un rischio più elevato di forme maligne (cancerose) di mastociti.

Orticaria Pigmentosa – Fonte merckmanuals.com

Per saperne di più

Queste risorse forniscono ulteriori informazioni su questa condizione o sui sintomi associati. Le risorse approfondite contengono un linguaggio medico e scientifico che può essere difficile da capire. Si consiglia di rivedere queste risorse con un professionista medico.

  • DermNet NZ è una risorsa online sulle malattie della pelle sviluppata dalla New Zealand Dermatological Society Incorporated. DermNet NZ fornisce informazioni sulla mastocitosi e mastocitoma cutaneo maculopapulare , che sono due tipi specifici di mastocitosi cutanea.
  • MedlinePlus è stato progettato dalla National Library of Medicine per aiutarti a ricercare le tue domande di salute e fornisce ulteriori informazioni su questo argomento.
  • La biblioteca medica online dei manuali Merck fornisce informazioni su questa condizione per pazienti e operatori sanitari.
  • L’ Organizzazione nazionale per i disturbi rari (NORD) ha un rapporto per pazienti e famiglie su questa condizione. NORD è un’organizzazione di difesa dei pazienti per le persone con malattie rare e le organizzazioni che li servono.

L’acqua del rubinetto danneggia la tua pelle?

Chi non ama fare una bella doccia rilassante? Purtroppo un’eccessivo utilizzo dell’acqua del rubinetto, anche semplicemente lavando il viso più di due volte al giorno potrebbe provocare un eccessiva secchezza e irritazione della pelle.

Ovviamente gli effetti dell’utilizzo della comune acqua del rubinetto sulla pelle sono soggettivi anche perché la stessa acqua potrebbe avere delle caratteristiche differenti a seconda della vostra posizione geografica. Per coloro che vivono in aree con un un valore di durezza dell’acqua molto importante, con un alto contenuto di minerali, l’effetto può essere sicuramente maggiore.

L’acqua dura aumenta l’irritazione e l’arrossamento nei soggetti con pelle sensibile

Se l’acqua è molto ricca di minerali è più difficile lavare via i detergenti utilizzati sotto la doccia, ciò significa che potrebbe restare qualche residuo di sapone sulla pelle e causare irritazione. Per ridurre tale problematica sono stati sviluppati dei soffioni per doccia che filtrano i minerali problematici purificando l’acqua.

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Le acque micellari o termali funzionano?

Sebbene non ci sia molta ricerca accademica sull’efficacia dell’acqua micellare o degli spray a base di acqua termale, questi sono sicuramente efficaci nel rimuovere olii superficiali, sporco e residui e i soggetti che hanno la sfortuna di avere un’acqua del rubinetto dura o pelle tendenzialmente irritata possono trarne giovamento.

L’acqua micellare o gli spray a base di acqua termale possono essere utili se sostituti all’acqua del rubinetto per coloro che soffrono di condizioni infiammatorie della pelle, come l’eczema e la psoriasi. Il pH neutro di alcune acque termali non modifica l’equilibrio naturale della pelle rispetto ad alcune acque di rubinetto con un pH più alto, minimizzando l’irritazione della pelle. Questi prodotti hanno inoltre il vantaggio di essere ricchi di minerali specifici portando ad avere benefici antinfiammatori per la pelle.

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Se fortunatamente non combatti quotidianamente con secchezza o irritazione della pelle e non senti il bisogno di evitare l’acqua del rubinetto potresti comunque provare a interromperne l’utilizzo per brevi periodi. Una sospensione regolare di 24 ore dall’acqua di rubinetto sulla pelle a favore dell’acqua micellare può portare un miglioramento visibile.

In generale, passare da un metodo di pulizia ad un altro può essere una buona strategia per la cura della pelle, specialmente nei mesi invernali in cui la pelle tende ad essere più asciutta. Nei mesi primaverili ed estivi, è preferibile utilizzare un trucco più leggero e più naturale per limitare il consumo di acqua del rubinetto.

E' sempre consigliato utilizzare acqua micellare per struccare
E’ sempre consigliato utilizzare acqua micellare per struccare il viso

In conclusione: se hai una pelle relativamente normale, probabilmente non noterai un incremento del colorito nel passaggio dall’acqua del rubinetto ad altre modalità di pulizia del viso. Tuttavia, se lotti con la pelle secca, evitando di usare l’acqua del rubinetto anche una manciata di volte a settimana potrai mantenere la pelle più idratata.

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