La salute della pelle a cura di
Dermatologia Myskin

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Esistono rimedi fai da te per il piede d’atleta?

Cos’è il piede d’atleta?

Si chiama Tricofitosi ed è un’infezione fungina molto comune. È causata dal fungo Tinea che è altamente contagioso. Chiunque può contrarla anche se alcune persone sono più sensibili di altri come ad esempio coloro con un’immunocompromissione del sistema immunitario e i bambini piccoli. 

Piede d’atleta: come si manifesta

La Tricoftosi si manifesta come una macchia rossa, squamosa e circolare sulla pelle,a  volte possomo esseere interessate anche le unghie. Di solito interessa il cuoio capelluto e le braccia ma può manifestarsi su qualsiasi parte del corpo: il piede d’atleta è una forma comune di tigna.

Esistono molti farmaci per il trattamento di questa infezione fungina e diversi sono i rimedi naturali che nel tempo sono stati utilizzati.

Piede d’atleta: i rimedi naturali

Di seguito 11 rimedi fai da te per la tigna o piede d’atleta:

1. Aglio

Aglio - Rimedi fai da te

La crema d’aglio può essere usata come trattamento topico, sebbene non siano stati condotti studi sul suo uso.

Anche se non ci sono studi che hanno confermato l’efficacia dell’aglio per il trattamento della Tricoftosi sembrerebbe utile nei confronti dei seguneti  gli effetti dell’aglio sulla tricofitosi, si è dimostrato efficace dei seguenti funghi e lieviti: Candida, Torulopsis, Trichophyton e Cryptococcus.

Per usare l’aglio come trattamento, è necessario preparare una crema d’aglio utilizzando gli spicchi schiacciati e un po’ di olio di oliva.

La crema d’aglio così preparata deve essere poi applicata in uno strato sottile sull’area interessata che poi deve essere coprerta con una garza.

Il tutto deve essere lasciato in posa per un massimo di 2 ore prima per poi risciacquare. Tale applicazione deve essere eseguita due volte al giorno fino alla scomparsa della manifestazione.

Qualora la crema d’aglio provocasse bruciore, gonfiore o arrossamento è ncessario sciacquare immediatamente e non riapplicarla più.

2. Acqua saponata

Per impedire alla Tigna di diffondere o infettare altre aree del corpo, mantenere la pelle il più pulita possibile. Per fare questo, sciacquare l’infezione con sapone e acqua calda una o due volte al giorno. Assicurati di asciugare completamente la pelle poiché il fungo prospera nelle zone umide.

Pulisci sempre la pelle in questo modo prima di utilizzare uno degli altri rimedi domestici elencati.

3. Aceto di mele

L’aceto di mele ha dimostrato proprietà antimicotiche contro la Candida, un lievito (impropriamente chiamato fungo) spesso causa di infezioni sia nell’uomo sia nella donna.

In questi casi si può utilizzare un tampone di cotone e immergerlo nell’aceto di mele non diluito. Tamponare la pelle interessata dall’infezione con l’aceto di mele e poi asciugare. Ripetere il trattamento fino a 3 volte al giorno.

4. Aloe vera

L’Aloe vera contiene sei agenti antisettici che, secondo la ricerca , avrebbero attività antifungina, antibatterica e antivirale.

Applicare il gel estratto dalla pianta di Aloe vera su una garza da applicare poi tre o quattro volte al giorno sulla zona interessata.

Le proprietà rinfrescanti del gel possono aiutare a lenire la sensazione di prurito che spesso è presente in questo tipo d’infezione.

5. Olio di cocco

Alcuni acidi grassi presenti nell’olio di cocco possono essere efficaci nei confronti delle cellule fungine in quanto sono in gradi di danneggiare le loro membrane cellulari.

Alcune ricerche suggeriscono che l’olio di cocco può essere un rimedio efficace per le persone con infezioni della pelle da lievi a moderate.

Nel caso della Tigna si consiglia di applicarlo liquido sulla pelle anche 3 volte al giorno.

Inoltre, le persone possono usare l’olio di cocco come una lozione idratante, che può essere un modo efficace per prevenire future infezioni da tigna.

Prove aneddotiche suggeriscono che l’estratto di semi di pompelmo può trattare le infezioni fungine. Per trattare la tigna, i sostenitori raccomandano di mescolare 1 goccia di estratto di semi di pompelmo con un cucchiaio di acqua e applicare sulla pelle due volte al giorno.

7. Curcuma

La Curcuma è una spezia popolare con proprietà anti-infiammatorie. Si ritiene che una parte della Curcuma conosciuta come Curcumina sia responsabile dei benefici per la salute. compresa la capacità antimicrobica.

Si consiglia di prevedere e consumare Curcuma con l’alimentazione per potre giovare dei benefici.

Da un punto di vista topico invece si consiglia di mescolarla con una piccola quantità di acqua o olio di cocco fino a formare una pasta da applicare e lasciare asciugare sulla pelle interessata dall’infezione.

Quando si usa la Curcuma per applicazioni topiche è necesario tener presente che può colorare di gliallo la pelle, una colorazione che poi tende a svanire nell’arco di pochi giorni.

8. Liquirizia in polvere

La polvere di liquirizia può essere usata per fare una crema con proprietà antivirali e antimicrobiche.

Un’erba usata frequentemente nella medicina tradizionale cinese, la liquirizia dimostra proprietà antivirali, antimicrobiche e antinfiammatorie.

È anche usata come rimedio casalingo per tigna e altre infezioni fungine. In questi casi si consiglia di mescolare 3 cucchiai di radice di liquirizia in polvere in una tazza di acqua.

Portare questa miscela a ebollizione, quindi ridurre il calore e cuocere a fuoco lento per 10 minuti. Una volta che il liquido si è raffreddato, dovrebbe formare una crema.

Applica la crema due volte al giorno, lasciandolo riposare per almeno 10 minuti ogni volta prima di pulire o sciacquare.

9.Tea tree oil

I nativi australiani hanno usato Tea tree oil come rimedio per molte condizioni della pelle batterica e fungina per quasi un secolo. Oggi,Tea tree oil è un trattamento popolare per curare la tigna.

Mescolare 12 gocce di olio essenziale di Tea tree oil con olio, quale l’olio di cocco fino a formare un’emulsione al 2% che andrà applicata sulla pelle tre volte al giorno.

Coloro che non hanno la pelle sensibile possono essere in grado di applicare l’olio dell’albero del tè direttamente sulla pelle interessata senza diluirlo prima.

10. Olio di origano

L’olio di origano prodotto con origano selvatico (Origanum vulgare) contiene due forti antimicotici chiamati Timolo e Carvacrolo.

Alcune ricerche hanno dimostrato che l’olio di origano può fermare la crescita del fungo Candida albicans.

In qiuesti casi si consiglia di diluire sempre olio di origano con un olio, come ad esempio l’olio di cocco prima di poterli applicare sulla pelle fino a 3 volte al giorno.

Da tener presente che la maggior parte dell’olio di origano sul mercato contiene origano comune (origano maggiorana) piuttosto che origano selvatico.

11. Olio di citronella

L’olio essenziale di citronella ha dimostrato di ridurre l’attività di diversi tipi di funghi. Per utilizzare l’olio di citronella per tigna, mescolare con un olio e applicarlo alla pelle due volte al giorno con un batuffolo di cotone.

Se le manifestazioni trattate con i rimedi casalinghi non si risolvono entro 2 settimane è necessario consultare il dermatologo.

Il dermatologo prima di tutto, dopo aver valutato la manifestazioni cutanea, pone la diagnosi della manifestazione e di conseguenza consiglia il trattamento famacologico che può essere solo topico o sistemico e che potrebbe prevedere la somministrazione di farmaci quali il Clotrimazolo o la Terbinafina.

Di solito il trattamento topico deve essere eseguito due volte al giorno per due settimane circa, trattamento che in alcuni casi può essere associato anche all’assunzione di farmaci per bocca.

Ad ogni modo per evitare il propagarsi dell’infezione sia sulla propria pelle sia il contagio di altri si consiglia sempre di consultare il dermatologo fin dall’inizio per un trattamento tempestivo ed efficace.

Prevenzione

Mantenere la pelle e le unghie pulite e lavarsi le mani con acqua saponata, può aiutare a prevenire tigna.

Prevenire la tigna è più facile rispetto al trattamento di un’infezione accertata.

I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) raccomandano quanto segue:

  • mantenendo la pelle pulita e asciutta
  • mai camminare a piedi nudi nelle docce comunali o cambiare le aree
  • indossare scarpe aperte o allentate quando possibile per consentire all’aria di circolare intorno ai piedi
  • cambiare calze e biancheria intima ogni giorno
  • tenere le unghie tagliate e pulite
  • evitare di condividere vestiti, asciugamani o biancheria del letto con una persona che ha una infezione fungina
  • lavarsi le mani con acqua e sapone regolarmente – specialmente dopo il contatto con animali, che possono essere portatori di tricofitosi
  • fare una doccia subito dopo i giochi o le sessioni di allenamento
  • lavare regolarmente gli attrezzi sportivi

Tempi di guarigione

La maggior parte dei casi che si risolvono entro 2 settimane sebbene non tutti i rimedi casalinghi funzionano per tutti i casi di tigna.

Si raccomanda sempre di consultare il proprio dermatologo prima di ogni trattamento per una conferma della diagnosi.


Riferimenti scientifici

Bayan, L., Koulivand, P. H., & Gorji, A. (2014, January–February). Garlic: A review of potential therapeutic effects. Avicenna Journal of Phytomedicine4(1), 1–14.  

Carson, C. F., Hammer, K. A., & Riley, T. V. (2006, January). Melaleuca alternifolia (tea tree) oil: A review of antimicrobial and other medicinal propertiesClinical Microbiology Reviews19(1), 50–62.  

Elmore, L. K, Nance, G., Singleton, S., & Lorenz, L. (2014, May). Treatment of dermal infections with topical coconut oil. Natural Medicine Journal6(5).

Manohar, V., Ingram, C., Gray, J., Talpur, N. A., Echard, B. W., Bagchi, D. & Preuss, H. G. (2001, December). Antifungal activities of origanum oil against Candida albicans [Abstract]. Molecular and Cellular Biochemistry228(1–2), 111–117. 

Ipercheratosi: tutto ciò che dovresti sapere!

L’Ipercheratosi è una condizione della pelle che si verifica quando la pelle di una persona diventa più spessa del solito in alcuni punti del corpo.

La cheratina è una proteina resistente e fibrosa che si trova nelle unghie, nei capelli e nella pelle.
Il corpo può produrre cheratina extra a causa dell’infiammazione, come risposta protettiva alla pressione o come conseguenza di una condizione genetica.

La maggior parte delle forme di ipercheratosi sono curabili con misure preventive e farmaci.

Esistono molte forme di ipercheratosi, che sono divise in due tipi principali. Il dermatologo è in grado di diagnosticarle correttamente dopo un’attenta valutazione del pelle del paziente.

Cause e tipi

Le forme di ipercheratosi comprendono le verruche, i calli e duroni.

La forma più comune di Ipercheratosi si manifesta nelle aree sottoposte a pressione continua come ad esempio nel caso dei Tilomi, gli indurimenti e ispessimenti tipici della superficie laterale delle dita dei piedi e dovute allo sfregamento con la tomaia delle scarpe.

In questo caso lo sfregamento continuo e reiterato nel tempo stimola la pelle ad aumentare la produzione di cheratina che si accumula, strato su strato, a formare l’ispessimento, chiamato anche occhio di pernice oppure occhio di pesce, spesso causa di dolore durante la deambulazione.

Il termine Ipercheratosi però è aspecifico è può essere utilizzato per descrivere una miriade di altre manifestazioni dermatologiche quali ad esempio:

  • Cheratosi Attiniche conseguenza del fotodanno cronico da errata esposizione al sole
  • Tilomi, comunemente chiamati calli o duroni
  • Eczema soprattutto nella fase cronica
  • Ipercheratosi epidermolitica, una malattia cutanea ereditaria che si presentea alla nascita
  • Lichen planus, tipicamente caratterizzato dalla formazione di chiazze reticolari bianche all’interno della bocca oppure da manifestazioni eritemato-violacee ai polisi e alle caviglie intensamente pruriginose.
  • Verruche plantari
  • Psoriasi
  • Cheratosi seborroiche, manifestazioni benigne che con il passare del tempo possono comparire sulla pelle e che possono manifestarsi di colore marrone chiaro, scuro fino al nero e che spesso possono essere confuse ad una valutazione superficiale con i nei.

Data l’eterogeneità delle condizioni che si possono associare ad Ipercheratosi si consiglia sempre di consultare il dermatologo per una diagnosi di conferma del problema.

Come si manifesta l’Ipercheratosi

L’Ipercheratosi può avere una serie di manifestazioni che si accomunano per la presenza di un’area di pelle ruvida o irregolare che al tatto diversa da quella sana circostante.

Le manifestazioni più comuni di ipercheratosi includono:

  • Calli – un callo è un’area di pelle ispessita che di solito si manifesta ai piedi ma anche alle dita. Alcuni li differenziano dal durone solo perché caratterizzati da uno spessore uniforme.
  • Duroni – lesione che si sviluppa tipicamente sopra o tra le dita e che solitamente si caratterizza per la presenza di una lesione centrale di cheratina molto infiltratata con un anello esterno di tessuto leggermente più morbido.
  • Eczema – nella forme croniche si caratterizza per la comparsa di una pelle lichenificata che si manifesta fortemente ispessita, ruvida al tatto e di consistenza aumentata
  • Ipercheratosi epidermolitica – si manifesta con pelle arrossata e vescicole cutanee alla nascita. Man mano che il bambino che cresce compaiono aree di pelle ispessita (ipercheratosi) soprattutto a livello delle articolazioni.
  • Leucoplachia – caratterizzata dalla formazione di bianche e reticolate all’interno della bocca, spesso a livello della superficie interna corrispondente alle guance
  • Psoriasi a placche – questa condizione può causare un accumulo eccessivo di cellule della pelle che sono spesso secche e di di colore argentato.

Eccezioni fatta per i calli e i duroni la maggior parte delle forme di ipercheratosi descritte non sono dolorose.

Qual è il trattamento delle ipercheratosi?

Piedi nudi- ipercheratosiSi raccomanda di evitare di essere scalzi nelle palestre e negli spogliatoi per aiutare a prevenire le verruche plantari.

I trattamenti per l’ipercheratosi variano in base alla tipologia di ipercheratosi della persona, motivo per cui si consiglia sempre di consultare il dermatologo per una diagnosi di certezza.

Di seguito alcuni consigli per evitare la comparsa di lesioni ipercheratosiche come calli o duroni e non solo:

  • Indossare scarpe comode.
  • Evitare di andare a piedi nudi in aree soggette a funghi, come negli spogliatoi, nelle palestre o nelle piscine.
  • Evitare condizioni ambientali note per contribuire all’Eczema, come aria secca, saponi profumati, prodotti chimici aggressivi o temperature estremamente calde o fredde.
  • Evitare i fattori allergici o irritanti come peli di animali domestici e pollini che possono causare infiammazioni della pelle.
  • Applicare una protezione solare con fattore di protezione solare 50 ogni volta che ci si espone al sole oppure indossare indumenti protettivi, come un cappello o maniche lunghe, per evitare nel tempo la comparsa delle Cheratosi attiniche.

Una persona dovrebbe consultare il dermatologo quando la sua ipercheratosi causa dolore o disagio e se un’area della pelle appare infetta, ad esempio arrossata, gonfia e con pus.

Il dermatologo visitando il paziente e osservando le sue lesioni sarà in grado di formulare una diagnosi e consigliare il trattamento più idoneo per gestire il problema.

Il consulto del dermatologo è sempre importante in quanto le ipercheratosi non sempre sono un problema estetico o funzionale come nel caso dei calli o dei duroni ma anche tumorale come nel caso delle citate Cheratosi Attiniche o della Leucoplachia che associata ad altri fattori di rischio come il fumo potrebbe essere ilprimo segnale di un tumore al cavo orale.

Il dermatologo di fronte ad un quadro di ipercheratosi può prescrivere ulteriori esami per escludere la presenza di ulteriori problematiche che potrebbero associarsi..

Infine, in casi selezionati il dermatologo può eseguire la biopsia cutanea che consiste nel prelievo chirurgico in anestesia locale di una porzione di cute affetta dall’ipercheratosi da inviare all’anatomo-patologo per un’indagine istologica finalizzata all’osservazione e descrzione microscopica delle cellule e dei processi infiammatori o degenerativi presenti.


Riferimenti scientifici

Epidermolytic hyperkeratosis. (2018, January 16). 

Freeman, D. (2002). Corns and calluses resulting from mechanical hyperkeratosisAmerican Family Physician65(11), 2277-2280. 

Hyperkeratosis. (2012, December). 

Leukoplakia and hyperkeratosis. (n.d.). 

Ring, C. & Schwartz, R. (2016, April 29). Hyperkeratosis of the nipple and areolaDermatological Cryosurgery and Cryotherapy, 403-406. 

La dermoscopia per diagnosticare i melanomi pediatrici

La dermoscopia in aggiunta ai criteri della regola ABCD consentirà di identificare precocemente il Melanoma nei bambini, ha dichiarato Cristina Carrera, MD, dell’Università di Barcellona e suoi associati.

I melanomi pediatrici costituiscono meno del 3% dei tumori pediatrici e l’1%-4% di tutti i melanomi, che si verificano più comunemente negli adolescenti rispetto ai bambini di età compresa tra 5 e 9 anni.

Data la bassa incidenza del Melanoma nei bambini è alto il rischio che la diagnosi si tradiva anche perché i criteri delle regola ABCD – asimmetria, irregolarità del bordo, colore, diametro (>6 mm) – non sempre vengono correttamente applicati per l’autocontrollo dei nei.

Per migliorare la diagnosi precoce del Melanoma nei bambinbi è stata proposta una nuova regola ABCD modificata:

  • amelanotico, ovvero assenza di pigmentazione
  • lesione rilevata sul piano cutaneo e sanguinante
  • colore uniforme
  • lesione con qualsiasi diametro

Ora, poichè la dermatoscopia è una valida metodica per la diagnosi precoce del Melanoma negli adulti, è stata utilizzata anche per lo studio e l’osservazione dei nevi nei bambini.

I ricercatori hanno esaminato i risultati clinici e dermascopici in un gruppo di casi di melanoma pediatrico.

Lo studio è stato condotto su 52 casi di melanoma pediatrico è stato condotto grazie al contributo di diversi Paesi (Australia, Belgio, Brasile, Francia, Israele, Italia, Serbia, Spagna e Stati Uniti).

L’età media dei pazienti era di 15 anni e 26 dei pazienti erano di sesso femminile. Istopatologicamente, il 28% dei melanomi pediatrici sono stati classificati come spitzoidi e il 72% come non spiztoidi.

I pazienti con un melanoma spitzoidale erano significativamente più giovani rispetto a quelli con melanoma non spitzoide (12,5 vs 16 anni, P = 0,004).

Tutti i tumori di spitzoidi erano invasivi e erano significativamente più spessi rispetto ai melanomi non spitzoidi (2,6 vs 1,2 mm, P = 0,004).

Inoltre, queste lesioni erano più frequentemente ulcerate rispetto ai melanomi non spitzoidi (29% vs 8%, P = .06).

I melanomi associati a un nevo più spesso erano tra i non spitzoidi rispetto ai melanomi spitzoidi (62% vs 27% P = 0,02), e il tipo di nevo congenito è stato collegato più spesso con melanomi non spitzoidi (25 su 27 [92,6%]), secondo quanto riferito dal dott. Carrera.

I melanomi pediatrici erano localizzati più frequentemente agli arti inferiori (31%), seguiti dalla parte posteriore (27%). Il melanoma spitzoide più spesso si è manifestato agli arti (73%); i melanomi non spitzoidi al torso (52%).

Nella maggior parte dei casi (52%), la morfologia clinica complessiva è stata considerata conforme ai criteri classici di melanoma ABCD. Le restanti lesioni che non soddisfacevano i criteri ABCD convenzionali erano denominate tumori benigni o tumori nodulari / polipoidi.

I melanomi spitzoidi più spesso erano nodulari / polipoidi (47%), mentre la maggior parte dei melanomi non spitzoidi (59%) erano melanoma-simili. Hanno notato che solo il 21% dei melanomi pediatrici soddisfaceva i criteri di melanoma ABCD modificati.

Sulla dermoscopia, che era disponibile in 49 casi, un pattern multicomponente osservato in 24 casi era per lo più associato a melanoma non spitzoide (88%, P inferiore a 03); un modello di nevo in 9 casi è stato visto solo tra i melanomi non spinaci.

Un pattern vascolare rosa tipo Spitz in sette casi era per lo più associato a melanomi spitzoidali (86%, P inferiore a 0,002). Uno schema pigmentato simile a Reed osservato in sette casi si è verificato più spesso tra i melanomi dello spitzoide, ma questo non ha raggiunto un significato statistico, hanno scritto gli investigatori.

I colori rosso e bianco, le aree rosse lattiginose, i vasi polimorfi e le strutture bianche lucide erano associati al melanoma spitzoide. Il colore marrone scuro, la rete atipica e le aree strutturate erano associate a melanomi non spitzoidi, ha fatto presente la dott.ssa Carrera.

I pattern dermoscopici che erano spitzoidi rosa o simili a Reed avevano più probabilità di essere classificati istologicamente come spitzoidi. Questi melanomi pediatrici erano legati all’età più giovane, alla presenza sugli arti e allo sviluppo del nevo. D’altra parte, i pattern dermoscopici che erano multicomponenti o del nevo erano probabilmente classificati istopatologicamente come non spitzoidi. Queste lesioni sono state collegate con l’età avanzata, il fenotipo della pelle chiara, la storia familiare di melanoma e un nevo preesistente, hanno detto i ricercatori.

“Contrariamente alle precedenti relazioni, il presente studio evidenzia il fatto che la maggior parte dei melanomi diagnosticati in pazienti di età inferiore ai 20 anni è simile ai melanomi riscontrati negli adulti. I melanomi di non spitzoidi erano associati con l’adolescenza e con la presenza di fattori di rischio di melanoma. Tutti i melanomi non spitzoidi mostravano caratteristiche dermoscopiche associate al melanoma. I melanomi spitzoidi erano associati all’età più giovane, erano localizzati agli arti e la loro  morfologia clinica nodulare / polipoide. La dermoscopia dei melanomi spitzoidi ha rivelato vasi atipici e linee bianche lucide (se amelanotiche) o un pattern asimmetrico a stelle (se pigmentato)”, ha concluso la dott.ssa Carrera.

Lo studio è stato supportato in parte attraverso una sovvenzione dal National Institutes of Health / National Cancer Institute. La ricerca presso l’unità di melanoma a Barcellona è stata parzialmente finanziata con sovvenzioni dal Fondo spagnolo di Investigaciones Sanitarias e CIBER de Enfermedades Raras dell’Istituto di Salud Carlos III, Spagna.

C’è un modo giusto per fare la doccia?

Hai iniziato a fare la doccia quando hai iniziato a camminare, e posso quasi garantirti che non è cambiato molto in termini di logistica: schiuma, risciacquo e ripeti. Tuttavia, come vedi, potresti trovarti a riflettere su una delle domande più filosofiche della vita. Cosa viene prima: il lavaggio del corpo o lo shampoo?

Perché, a quanto pare, c’è in realtà un modo giusto per fare la doccia. Non che ti rovini completamente i capelli o la pelle, ma c’è un certo ordine che i dermatologi ritengono che funzioni meglio per mantenere lo stato di salute sia delle pelle sia dei capelli.

“Mi piace lavare i capelli e poi lavare il corpo”, dice Mona Gohara, dermatologo di Danbury, Connecticut. “Lavare il tuo corpo dovrebbe essere l’ultimo passaggio, perché così si risciacquano i residui dello shampoo sul corpo”.

Psoriasi e malattie cardiovascolari: cosa hanno in comune.

State attenti al rischio di malattie cardiovascolari nei pazienti con psoriasi perché un trattamento efficace della psoriasi potrebbe anche migliorare il loro rischio vascolare

Jeffrey M. Sobell, MD(Tufts University di Boston)

I pazienti con Psoriasi possomo avere problemi cardiaci ed essere a rischio d’infarto, ha dichiarato al Caribbean Dermatology Symposium.

La sindrome metabolica e il rischio cardiovascolare associato di infarto miocardico e ictus sono significativamente più altri nei pazienti con Psoriasi, ha fatto presente il dott. Sobell in un incontro della Global Academy for Medical Education.

Uno studio del 2006 pubblicato sul Journal of American Academy of Dermatology ha messo in evidenza che tre dei principali fattori di rischio per la malattia cardiovascolare, ovvero fumo, obesità e ipertensione, erano presenti rispettivamente nel 30%, 21% e 20% dei pazienti con Psoriasi grave (J Am Acad Dermatol, 2006; 55: 829-35).

Una possibile spiegazione di tale associazione è che l’infiammazione cronica associata alla Psoriasi favorisce l’aterosclerosi.

Inoltre, ha fatto presente sempre il dott. Sobell, trattare e migliorare il quadro clinico della Psoriasi ha un impatto positivo anche sulle malattie vascolari del paziente.

In uno studio pubblicato su JAMA Cardiology (JAMA Cardiol. 2017. doi: 10.1001 / jamacardio.2017.1213), i ricercatori hanno seguito 115 pazienti per 1 anno, utilizzando FDG-PET / CT, ed hanno dimostrato che quando la Psoriasi è migliorata, sono migliorati anche i segni di infiammazione vascolare.

“Quando un paziente con Psoriasi grave viene trattato con la terapia anti-TNF, al miglioramento clinico della malattia cutanea si associa anche quello vascolare in maniera importante”, ha detto il dott. Sobell.

I dati di un altro studio di grandi dimensioni presentato nel 2017 all’American Academy of Dermatology hanno dimostrato che il trattamento della Psoriasi con terapia antalgica del fattore di necrosi tumorale ha ridotto significativamente la mortalità per tutte le cause in pazienti con Psoriasi o Artrite Psoriasica.

I pazienti affetti da Psoriasi sono spesso sottostimanti per quanto riguarda i fattori di rischio cardiaco e riconoscerli  può aiutare a guidare il trattamento, ha detto il dott. Sobell.

“I dermatologi dovrebbero come minimo indirizzare i pazienti ai medici di base per uno screening e una valutazione appropriati”, ha sottolineato.

Dermatite Atopica: cosa mangiare e cosa evitare!

L’Eczema Atopico, chiamato anche Dermatite Atopica, è una condizione che induce una persona a sviluppare chiazze di pelle secca e pruriginosa sul proprio corpo. Poichè si associa ad un’infiammazione della pelle, mangiare alcuni cibi che non stimolano e non causano l’infiammazione può aiutare a ridurre i segni e i sintomi della malattia.

Adottare un regime alimentare adeguato, in associa alla terapia medica, è consigliabile per contrastare e curare la Dermatite Atopica.

Alcuni alimenti possono innescare il rilascio di citochine in grado di indurre o mantenre l’infiammazione della Dermatite Atopica.

Gli alimenti che contribuiscono all’infiammazione includono noci, latte e frumento.

Che alimenti posso mangiare?

Pollice in su per le ciliegie!

Il loro alto contenuto di flavonoidi aiutano a combattere l’infiammazione.
Chi soffre di Dermatite Atopica se mangia determinati alimenti può far favorire il rilascio nel corpo di citochine pro-infiammatorie che, a sua volta, contribuiscono alla riacutizzazione della dermatite stessa. Una dieta anti-eczema è simile a una dieta anti-infiammatoria.

Esempi di alimenti anti-infiammatori:

  • Pesce – è la fonte naturale di acidi grassi omega-3 che possono combattere l’infiammazione nel corpo. I pesci ad alto contenuto di omega 3 sono il  salmone, il tonno, gli sgombri, le sardine e le aringhe.
  • Alimenti ricchi di Probiotici – sono batteri contenuti in diversi alimenti che sono in grado di promuovere la buona salute dell’intestino. Gli alimenti ad alto contenuto di probiotici sono: lo yogurt, la zuppa di miso e il tempeh. Inoltre ci sono anche alimenti e bevande fermentate che contengono probiotici come: kefir, kombucha e crauti.
  • Alimenti ricchi di flavonoidi che combattono l’infiammazione: frutta e verdura colorata, come mele, broccoli, ciliegie, spinaci e cavoli.

Aumentare l’assunzione di questi alimenti e ridurre tutti i cibi non consigliati potrebbe contribuire a ridurre le riacutizzazioni della Dermatite Atopica.

Dieta: quali cibi evitare per non far peggiorare la Dermatite Atopica

Chi soffre di Dermatite Atopica avrà notato che, in genere dopo 6 a 24 ore dall’ingestione e raramente dopo 24, alcuni cibi possono contribuire al peggioramento dell’Eczema e del prurito associato.

Per capire quali sono tali alimenti viene consigliata una dieta di eliminazione la quale evita alcuni degli alimenti più comuni noti per indurre il rilascio di sostanza pro-infiammatorie che di conseguenza potrebbero far peggiorare l’Eczema.

Prima di eliminare qualsiasi alimento, una persona dovrebbe aggiungere lentamente ogni tipo di alimento nella sua dieta e monitorare l’Eczema per 4-6 settimane per determinare la sensibilità ad un determinato alimento.

Se i sintomi di una persona peggiorano dopo aver introdotto un particolare alimento alla dieta, è consigliato di evitarlo in futuro. Se i sintomi di una persona non migliorano quando si elimina un alimento, probabilmente non è necessario rimuoverlo dalla dieta.

Alcuni cibi che comunemente possono scatenare una riacutizzazione dell’Eczema e che si potrebbe pensare di evitare fin da subito nella dieta sono:

  • agrumi
  • latticini
  • uova
  • glutine o grano
  • soia
  • spezie, come la vaniglia, i chiodi di garofano e la cannella
  • pomodori
  • alcuni tipi di noci

Ad esempio, alcune persone che soffrono di un’altra forma di Eczema, l’Eczema disidrisico, che si caratteriizza per la comparsa di bollicine pruriginose alle mani e ai piedi traggono giovamento, in alcuni casi, dalla dieta povera di Nichel, ovvero con alimenti a basso contenito di Nichel.

Gli alimenti ad alto contenuto di nichel sono:

  • fagioli
  • tè nero
  • carni in scatola
  • cioccolato
  • lenticchie
  • noccioline
  • piselli
  • semi
  • molluschi
  • semi di soia

Integratori alimentari ed eczema

I probiotici sono naturalmente presenti nei crauti, che possono ridurre i sintomi dell’eczema.
La ricerca ha dimostrato che l’assunzione di integratori probiotici può ridurre i sintomi dell’eczema. Sono necessari ulteriori studi, tuttavia, per confermare l’efficacia e il dosaggio richiesto.

Acne e aumentato rischio di depressione

I ricercatori canadesi hanno scoperto che l’Acne può associarsi a depressione.

Isabelle Vallerand dell’Università di Calgary ha osservato, durante un periodo di follow-up di 15 anni, che le persone con Acne avevano una probabilità maggiore di sviluppare la depressione rispetto a quelli senza acne (18,5% contro 12,0%).

Il rischio di sviluppare la depressione era più alto entro il primo anno della diagnosi di Acne. e rimaneva significativo fino a 5 anni dopo la diagnosi di acne, anche se progressivamente diminuito gradualmente nel tempo.

“Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che nel primo anno, dopo una diagnosi di Acne, questi pazienti hanno un rischio aumentato del 63% di sviluppare depressione rispetto ai pazienti che non avevano l’Acne e che questo rischio rimaneva significativamente aumentato fino a 5 anni dopo la diagnosi iniziale della malattia dermatologica”, ha detto Vallerand a MedPage Today. “Non è escluso che tale associazione sia una conseguenza dell’impatto dell’Acne sulla qualità di vita del paziente, un impatto che può avere forti ripercussioni mentali.”

Inoltre, Vallerand ha detto fatto presente che l’idea dello studio è stata motivata dai: “numerosi rapporti negli ultimi anni sull’Isotretinoina (Accutane) e i disturbi psichiatrici … dopo che il nostro team ha recentemente pubblicato una revisione sistematica sugli effetti avversi dell’Isotretinoina, che non ha fatto identificare un aumento dei disturbi psichiatrici dal suo utilizzo, ci siamo chiesti se l’acne stessa possa contribuire ad aumentare il rischio di malattie mentali “.

L’analisi ha incluso i dati della rete di miglioramento della salute in Gran Bretagna, un ampio registro di assistenza primaria, che copre i pazienti di età compresa tra 7 e 50 anni. Sono stati inclusi solo i nuovi casi, mentre quelli con una diagnosi di Acne o depressione prima del follow-up sono stati esclusi.

Durante i primi 5 anni, dopo la diagnosi di Acne, le donne avevano maggiori probabilità di sviluppare successivamente un disturbo depressivo maggiore. Durante il follow-up di 15 anni, l’obesità è stata anche segnalata come un fattore confondente nel rischio associato.

In una sottoanalisi, il rischio di depressione nei primi 5 anni è rimasto significativo dopo aver escluso i pazienti a cui era stata prescritta l’isotretinoina e che probabilmente soffriva dell’acne più grave.

“Raccomandiamo che gli operatori sanitari che trattano i pazienti affetti da acne siano consapevoli dei sintomi emergenti della depressione, al fine di aiutare ad avviare precocemente interventi, quando necessario”, ha concluso Vallerand

Il dermatologo e la diagnosi di Melanoma al paziente

Se ne il Dermatologo e l’errore perfetto ho esaminato i tre atteggiamenti che possono causare diagnosi sbagliate in questo post, invece, troverai le difficoltà relazionali relative alla diagnosi di Melanoma che il dermatologo può incontrare quando deve comunicarla al paziente.

La diagnosi di un tumore, Melanoma compreso, è una comunicazione complessa, spesso improvvisata, che rischia di non tener conto del paziente che in quel preciso momento il dermatologo ha di fronte.

Un persona che poi tornata a casa si troverà da sola con la diagnosi di Melanoma e l’angoscia dovuta all’incertezza di non sapere, come diceva Kierkegaard, cosa succederà e il dubbio sulle scelte da fare da lì in avanti.

Negli anni come dermatologi siamo diventati tecnicamente sempre più bravi a diagnosticare precocemente il Melanoma grazie alle conoscenze sviluppate e alla tecnologia quale l’epiluminescenza e la microscopia laser confocale.

Conoscenze e tecnologie che ci hanno permesso diagnosticare sempre più il Melanoma in situ, il Melanoma a crescita superficiale o il nevo displastico, così come altri tumori in fase precoce quali lo Spinalioma o il Basalioma e che da ultimo ci aiutano a riconoscere e a sospettare anche i tumori rari della cute.

Decisamente un passo in avanti se teniamo presente che solo fino alla fine degli anni 80 la diagnosi di Melanoma era clinica, ad occhio nudo!

Diagnosi di Melanoma che veniva formulata solo quando una macchia si presentava ulcerata, sanguinante oppure causava prurito. Quando ciò si verificava era sempre una diagnosi tardiva e l’asportazione del Melanoma non condizionava minimamente l’aspettativa di vita della persona. In altre parole, sia che il paziente avesse asportato il Melanoma sia che non lo avesse fatto non sarebbe cambiato assolutamente nulla…

Se a questo progresso aggiungiamo anche quello terapeutico intuite come, oggi,  la gestione del Melanoma, ma anche quella degli altri tumori della pelle, sia notevolmente migliorata, sebbene si possano ancora verificare situazioni gravi, a volte anche gravissime che, ahimè, rappresentano una sconfitta per tutti: per il paziente, per la famiglia, per il dermatologo.

C’è ancora molto da fare nei confronti del Melanoma e sono ottimista e fiducioso!

Nel frattempo, siamo in ritardo con la relazione dermatologo-paziente perché non dobbiamo dimenticare che nella nostra professione non abbiamo di fronte la malattia, il Melanoma, ma il paziente, la persona.

So benissimo che il 5% di noi dermatologi si ritiene facente parte di chi è “naturalmente portato” a gestire la comunicazione con il paziente e che altri siano convinti di aver maturato le competenze con l’esperienza.

Il dato di fatto è che per formazione universitaria, quindi nessuna colpa a nessuno, non abbiamo avuto la possibilità di conoscere e apprendere tali competenze riguardanti la comunicazione e la relazione con il paziente e non possiamo continuare ad immaginare che sia ancora fattibile quel rapporto “paternalistico” dove il paziente ascolta e si fa quello che dice il medico.

Cosa succede oggi quando un dermatologo deve comunicare la diagnosi di Melanoma ad un paziente?

Comunicare la diagnosi di Melanoma, così come quello di qualsiasi altro tumore è un momento di profonda sensibilità, coerenza e consapevolezza che sarebbe opportuno conoscere, saper gestire e mettere in pratica.

Quando i colleghi mi comunicarono che per mia madre non ci sarebbe stato più niente da fare e che avevano fatto il possibile è stato il fischio finale di una partita in cui ne uscivo pesantemente sconfitto perché da lì a poco l’avrei persa.

Chi come me ha vissuto un’esperienza simile sa benissimo come ci si sente in quei momenti eppure, ancora oggi, ricordo quella comunicazione e relazione con i colleghi: un’essenza di competenza professionale e di grande umanità.

A pensarci, forse è da allora che cerco di essere più attento alla comunicazione con il paziente.

Io dico sempre la verità!” oppure  “Il paziente deve sapere!

Quante volte avete sentito queste frasi ma mi chiedo: è funzionale comunicare in maniera schietta e diretta la diagnosi di un tumore al paziente?

Un approccio diretto e asettico di questo tipo potrebbe essere un meccanismo di difesa del medico per evitare di non rimanere emotivamente coinvolto nella storia del paziente?

Non si preoccupi è solo un tumorino…”, “E’ solo un  tumoretto…”, “E’ un tumore benigno…” sono funzionali al paziente ad evitargli il carico emotivo della diagnosi di Melanoma?

Fortuna che l’abbiamo tolto! Era un Melanoma!

Quando dimostriamo sorpresa leggendo il referto istologico al paziente qual è l’immagine come professionista che facciamo percepire al paziente? E’ quella di un dermatologo che casualmente, come un’estrazione al lotto, diagnostica il Melanoma?

Da dermatologo, sono personalmente convinto che alle competenze professionali è necessario affiancare e sviluppare quelle relazionali con il paziente perché ogni giorno abbiamo e avremo a che fare prima con le persone e poi con la malattia.

Melanoma: percorsi d’intervento tra Dermatologia e Psicologia è un evento che nasce proprio con l’intento di sviluppare le competenze specifiche, sia teoriche sia pratiche, per comunicare una diagnosi difficile, come quella del Melanoma e per gestire il paziente con Melanoma.

Isotretinoina orale per l’Acne: guida alla prescrizione

L’isotretinoina orale per l’Acne è il principio attivo di farmaci sistemici il cui nome commerciale è Aisoskin, Roaccutan,  Isoriac, Isdiben o Isotretinoina generico (es. Isotretinoina Difa Cooper).

Esiste nella formulazione da 5 mg ma anche 10 mg oppure 20 mg ed è indicata in casi selezionati di Acne quando ad esempio sono presenti cisti o noduli oppure manifetazioni conglobate al volto oppure al dorso, oppure è elevato il rischio di cicatrici o quando l’Acne non ha risposto ai trattamenti a base di antibiotici assunti per bocca o applicati sulla pelle.

molecola isotretinoina
molecola isotretinoina

Isotretinoina guida alla prescrizione

Si tratta di modalità prescrittive disposte dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) con il Programma di prevenzione del rischio  e con il successivo Modulo per la prescrizione di Isotretinoina ad uso sistemico (Det. AIFA del 12-02-2009 – Gazzetta Ufficiale n.43 del 21-02-2009),  a causa delle malformazioni fetali (rischio teratogeno) che il farmaco potrebbe causare nel caso in cui si verificasse una gravidanza durante la somministrazione del farmaco.


Approfondimento da non perdere

Isotretinoina per la cura dell’acne: cos’è, dosaggio ed effetti collaterali


  • Effettuare la prima prescrizione dell’Isotretinoina
  • Informare il paziente del rischio teratogeno
  • Consegnare alla paziente la guida alla terapia e alla contraccezione
  • Acquisire il consenso informato
  • Verificare che la paziente abbia effettuato un’adeguata contraccezione già da un mese prima dell’inizio della cura
  • Indicare posologia (dosaggio) del farmaco da assumere
  • Prescrizione della cura con Isotretinoina per una durata non superiore ai 30 giorni.

A questo punto con il modulo e la prescrizione del dermatologo, la paziente può rivolgersi al suo medico di famiglia (al pediatra nel caso in cui la paziente è di età inferiore ai 14 anni) per la trascrizione del farmaco sulla ricetta “rossa” perché l’Isotretinoina è in fascia A e quindi mutabile.

Obblighi del medico di medicina generale

Il medico di medicina generale ricevuta la prescrizione e il modulo del dermatologo deve:

  • Verificare che la paziente abbia effettuato la contraccezione per almeno un mese prima dell’inizio della terapia con Isotretinoina. Ricordo fin da ora che la contraccezione dovrà essere poi proseguita fino a 5 settimane dopo il termine definitivo della cura.
  • Verificare che il test di gravidanza sia negativo al momento della prescrizione
  • Programmare le visite ogni 28 giorni per ripetere gli stessi step e così di volta in volta fino al termine ultimo del ciclo di trattamento con Isotretinoina.

Infine, la paziente con la ricetta “rossa” della prescrizione dell’Isotretinoina redatta dal medico di medicina generale può rivolgersi, per ritirare il farmaco, in farmacia dove anche il farmacista deve attenersi ad alcune disposizioni

Disposizioni a carico del farmacista

  • Prendere visione della certificazione che attesta l’esito negativo del test di gravidanza e che riporta la data in cui il test è stato eseguito
  • Accertarsi che sulla ricetta sia riportata la posologia del farmaco
  • Accertarsi che la prescrizione della durata del trattamento non sia superiore a 30 giorni.

Le modalità prescrittive sono invece decisamente più snelle nel caso del sesso maschile dove ovviamente non è presente il rischio teratogeno.

Anche se la prassi è sempre la stessa, farsi vistare dapprima dal dermatologo per la prescrizione dell’Isotretinoina, poi rivolgersi al medico di medicina generale per la ricetta “rossa” e infine dal farmacista, il modulo del dermatologo si può limitare a:

  • Acquisire il consenso informato al trattamento
  • Indicare sulla prescrizione la posologia del farmaco da assumere
  • Prescrivere la durata della terapia per un periodo non superiore ai 30 giorni.

Materiale educazionale e informativo dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) dedicato all’Isotretinoina

Definiti gli adempimenti di ogni figura professionale (dermatologo, medico di medicina generale e farmacista) per la gestione e prescrizione dell’Isotretinoina, l’AIFA (Agenzia Italiana per il Farmaco), il 07/08/2018,  ha pubblicato sul proprio portale il materiale educazionale rivolto alla paziente fertile ma anche una checklist sia per il medico sia per il farmacista 

Materiale per la/il paziente

Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Ciò permetterà la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalità di segnalazione delle reazioni avverse

Scheda promemoria per la/il paziente

  • Nome del Medico
  • Numero di Telefono
  • L’isotretinoina non deve essere presa durante la gravidanza
  • Isotretinoina può danneggiare gravemente il feto se una donna in gravidanza l’assume
  • Se rimani incinta o sospetti di essere incinta, smetti immediatamente di prendere Isotretinona e contatta il medico
  • Leggi attentamente il Foglio illustrativo prima di iniziare il trattamento
  • Se hai qualche domanda o dubbio sull’assunzione dell’Isotretinoina, chiedi al medico o al farmacista.
Cosa devi fare se c’è la possibilità che sei rimasta incinta:
  • Devi utilizzare prima, durante e per un mese dopo l’interruzione del trattamento, almeno 1 metodo contraccettivo altamente efficace (come un dispositivo intrauterio o un impianto contraccettivo) o utilizzare efficace 2 metodi di controllo delle nascite che funzionino in modi diversi (come la pillola contraccettiva orale e il preservativo)
  • Non devi rimanere incinta durante l’assunzione dell’Isotretinoina e per 1 mese dopo l’interruzione del trattamento
  • Devi eseguire regolari visite di controllo e devi sottoporti a regolari test di gravidanza:
    • prima di iniziare il trattamento, dovrai sottoporti ad un test di gravidanza, che deve essere negativo
    • per assicurarti di non essere incinta durante il trattamento, devi sottoporti a regolari test di gravidanza, idealmente tutti i mesi. Dovrai anche fare l’ultimo test di gravidanza 1 mese dopo l’interruzione del trattamento.

 

Promemoria per uomini e donne

Questo medicinale è stato prescritto soltanto per te, non lo condividere con nessuno e restituisci alla farmaci a tutte le capsule che non hai utilizzato.

Tabella degli appuntamenti

Utilizza questa tabella per registrare le date dei tuoi appuntamenti con il medico:

Nome del medico:

Numero di telefono:

Data dell’appuntamentoMetodo contraccettivo utilizzatoRisultato test di gravidanzaFirma del medico
  • Postivo
  • Negativo

Data

  • Postivo
  • Negativo

Data

  • Postivo
  • Negativo

Data

  • Postivo
  • Negativo

Data

  • Postivo
  • Negativo

Data

 

Materiale per il medico

Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Ciò permetterà la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalità di segnalazione delle reazioni avverse.

Checklist per il medico/Modulo di Consenso per la Prescrizione a Pazienti di Sesso Femminile

La paziente è una donna potenzialmente fertile? Si/No

Una donna è potenzialmente fertile se si verifica una delle seguenti condizioni: È una donna sessualmente matura che

  1. non ha avuto un’isterectomia o ooforectomia bilaterale
  2. non è in post-menopausa naturale da un minimo di 24 mesi consecutivi (vale a dire, ha avuto mestruazioni in qualunque momento nell’arco degli ultimi 24 mesi consecutivi).

Questa checklist deve essere compilata dal Medico per tutte le pazienti di sesso femminile a cui è prescritto Isotretinoina e deve essere conservata con la documentazione della paziente per documentare la conformità al Programma di Prevenzione della Gravidanza di Isotretinoina. Dopo la compilazione, una copia di questo documento deve essere consegnata alla paziente. Isotretinoina appartiene alla classe dei retinoidi, farmaci che causano gravi difetti alla nascita. L’esposizione fetale a Isotretinoina, anche per brevi periodi, presenta un alto rischio di malformazioni congenite. Isotretinoina è pertanto assolutamente controindicato nelle donne potenzialmente fertili, a meno che non siano soddisfatte tutte le condizioni del Programma di Prevenzione della Gravidanza di Isotretinoina . In qualità di medico prescrittore, Lei deve assicurarsi che il rischio di gravi danni derivanti dall’esposizione al farmaco durante una gravidanza sia pienamente compreso da tutte le pazienti di sesso femminile prima di trattarle con Isotretinoina. Prima di iniziare la terapia con Isotretinoina in una paziente di sesso femminile, la seguente checklist deve essere compilata e conservata con la documentazione della paziente. Questa checklist deve essere utilizzata anche in tutte le visite di controllo con donne potenzialmente fertili. Le chiediamo di utilizzare la ”scheda promemoria per la/il paziente” a supporto del colloquio con la paziente.

Donne potenzialmente fertili

Considerare le seguenti affermazioni, spiegarle alla paziente e registrare la conferma e l’accettazione da parte della paziente in questo modulo. Se la risposta a una di queste domande è NO, Isotretinoina non deve essere prescritta.

Conferma del medico: Ho spiegato questo argomento alla paziente [SI/NO]Conferma della paziente: Ho capito questo argomento [SI/NO]
La paziente soffre di una forma grave di acne, di una grave forma di psoriasi o di un grave disturbo della cheratinizzazione, resistenti alle terapie standard?
Teratogenicità
La paziente comprende che Isotretinoina appartiene ad una classe di farmaci (retinoidi) noti per causare gravi difetti alla nascita e che non deve rimanere incinta durante l’assunzione. Isotretinoina aumenta anche il rischio di aborto spontaneo se assunto durante la gravidanza.
Contraccezione
La paziente comprende che deve utilizzare sistematicamente e regolarmente almeno 1 metodo contraccettivo altamente efficace (cioè un metodo indipendente dall’utilizzatore come un dispositivo intrauterino o un impianto) o 2 metodi complementari di controllo delle nascite (cioè metodi dipendenti dall’utilizzatore come contraccettivo orale e metodo di barriera) prima e durante il trattamento.
La paziente comprende che il rischio persiste anche dopo l’interruzione del trattamento e che non deve rimanere incinta per 1 mese dopo l’interruzione del trattamento.
La paziente ha ricevuto i consigli sulla contraccezione più appropriata per lei e si è impegnata a utilizzarla durante il periodo a rischio.
La paziente è consapevole del rischio di fallimento dei contraccettivi.
Test di gravidanza e prescrizioni mensili
La prima prescrizione di Isotretinoina può essere effettuata solo dopo che la paziente abbia eseguito, sotto controllo medico, un test di gravidanza con esito negativo. Questo per assicurarsi che non sia già incinta prima di iniziare il trattamento.
La paziente comprende che idealmente la prescrizione deve essere limitata a 30 giorni per permettere regolari visite di controllo, inclusi test di gravidanza e monitoraggio
La paziente comprende la necessità ed accetta di effettuare i test di gravidanza prima, durante e dopo il trattamento.
La paziente comprende la necessità di eseguire un test di gravidanza 1 mese dopo l’interruzione del trattamento, perché il farmaco rimane nell’organismo per 1 mese dopo l’ultima dose e può danneggiare il feto in caso di gravidanza.
I metodi contraccettivi e i risultati del test di gravidanza sono stati registrati nella tabella degli appuntamenti della paziente (inclusa con la ”scheda promemoria per la/il paziente”).
La paziente ha ricevuto una copia del materiale educazionale.
La paziente sa che deve contattare il proprio medico se ha rapporti sessuali non protetti, salta il ciclo mestruale, se rimane incinta o sospetta di essere rimasta incinta durante il periodo a rischio.
Se si verifica una gravidanza, il trattamento deve essere interrotto e la paziente deve essere indirizzata a un medico specializzato o esperto in teratologia per consulto.
Altre Precauzioni
La paziente comprende che Isotretinoina è stato prescritto solo a lei e non deve essere condiviso con altri.
La paziente comprende che non deve donare sangue durante il trattamento con Isotretinoina e per un mese dopo l’interruzione a causa del potenziale rischio per il feto di una donna in gravidanza che dovesse ricevere la trasfusione.
Firma
Data

 

Le gravidanze che si verificano durante il trattamento ed entro 1 mese dall’interruzione del trattamento devono essere segnalate al titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio, che la ricontatterà per raccogliere le informazioni sull’esito della gravidanza.

La firma di un genitore o del tutore legale è necessaria se la paziente ha meno di 18 anni.

Checklist per il farmacista

Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Ciò permetterà la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalità di segnalazione delle reazioni avverse.

Checklist per il farmacista – Guida per la dispensazione di Isotretinoina

Isotretinoina appartiene alla classe dei retinoidi, farmaci che causano gravi difetti alla nascita. L’esposizione fetale a Isotretinoina, anche per brevi periodi di tempo, produce un alto rischio di malformazioni congenite e aborto spontaneo.

Isotretinoina è quindi assolutamente controindicato durante la gravidanza e nelle donne potenzialmente fertili, a meno che non siano soddisfatte tutte le condizioni del Programma di Prevenzione della Gravidanza di Isotretinoina.

Un test di gravidanza con esito negativo, la prescrizione e la dispensazione di Isotretinoina devono idealmente avvenire nello stesso giorno. Se vieni a conoscenza che si è verificata una gravidanza in una donna trattata con Isotretinoina, il trattamento deve essere interrotto immediatamente e la donna deve essere tempestivamente indirizzata al medico prescrittore. Se vieni a conoscenza che una paziente è in stato di gravidanza entro un mese dall’interruzione del trattamento con Isotretinoina, la devi indirizzare al suo medico prescrittore. Come farmacista, devi dispensare Isotretinoina solo dopo aver controllato le seguenti informazioni:

Per le donne potenzialmente fertili:

Al fine di mantenere il follow-up regolare, incluso il test di gravidanza negativo ed il monitoraggio, la prescrizione di Isotretinoina deve essere idealmente limitata ad una fornitura di 30 giorni

Tutti i pazienti devono essere istruiti:

      • A non dare mai Isotretinoina ad altre persone
      • A restituire le capsule inutilizzate al proprio farmacista alla fine del trattamento.
      • A non donare il sangue durante la terapia con Isotretinoina e per un mese dopo la sospensione del trattamento a causa del potenziale rischio per il feto di una donna in gravidanza che riceve tale sangue.

 

Infine, sia il paziente, sia il medico, sia il farmacista soni tenuti alla segnalazione delle reazioni avverse sospette. Infatti ognuno dei tre materiali, descritti sopra, riporta in calce

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Sito web: http://www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa o direttamente on-line all’indirizzo http://www.vigifarmaco.it .

Tale opuscolo/materiale è scaricabile dal sito web di AIFA al seguente link: http://www.aifa.gov.it/node/23236/

Conclusioni

Se ad una prima valutazione tale guida prescrittiva possa sembrare solo un artifzio burocratico per i medici e il farmacista, in realtà sono delle disposizioni che mirano a tutelare la salute delle donne che devono assumere l’Isotretinoina, e prima ancora ad informarle correttamente.


Partecipa alla conversazione

Prescrizione Isotretinoina per la cura dell’Acne


 

Fonte

  1. AIFA (Agenzia Italiana per il Farmaco)

Risorse utili

  1. Modello di scheda per la comunicazione di effetti indesiderati dal cittadino
  2. Scheda di segnalazione reazioni avverse per gli operatori sanitari

Parapsoriasi a placche

Il termine Parapsoriasi è stato coniato la prima volta da Brocq nel 1902 per descrivere tutta una serie di malattie della pelle che si caratterizzavano per la presenza di rossore e desquamazione che duravano nel tempo, la cui causa non era nota e soprattutto che erano resistenti alla cure.

Date le conoscenze dell’epoca, è facile intuire come questo gruppo di malattie cutanee fosse particolarmente eterogeneo e ccnel tempo sia stato rivisto e aggiornato.

Oggi, alcuni autori classificano come Parapsoriasi le seguenti malattie dermatologiche:

  • Parapsoriasi a piccole placche
  • Parapsoriasi a grandi placche
  • Pitiriasi lichenoide (PLEVA/PLC)
  • Papulosi linfomatoide.

Si tratta però di una classificazione non accettata unanimemente perché altri considerano la Pitiriasi Lichenoide un’entità a se stante.

Così come alcuni autori considerano la Parapsoriasi a piccole placche e quella a grandi placche uno stadio iniziale della Micosi Fungoide. Infine, altri ancora affermano che solo la Parapsoriasi a grandi placche è correlata alla Micosi Fungoide.

Sta di fatto però che al di là dei problemi classificativi la Parapsoriasi è una malattia spesso diagnosticata dal dermatologo o confermata dopo aver eseguito una biopsia cutanea dall’esame istologico.

Di seguito, sarà presa in esame la Parapsoriasi a piccole placche, riservandomi di sviluppare in articoli dedicati le altre patologie citate.

Parapsoriasi a piccole placche: cosa è?

Chiamata anche Dermatite cronica superficiale, è una dermatite che una volta comparsa sulla pelle persiste nel tempo ed è resistente ai trattamenti per i quali è necessario perseverare.

E’ una malattia benigna che si caratterizza per la comparsa di placche al torace, al dorso e agli arti.

Si manifesta generalmente nell’adulto con un picco d’incidenza intorno a 50 anni e interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne con un rapporto di circa 3 a 1.

Occasionalmente, compare anche nei bambini.

La causa della Parapsoriasi a piccole placche

La causa è sconosciuta e si ipotizza che alla base della malattia sia presente un disordine linfoproliferativo. E’ stato dimostrato, infatti, un riarrangiamento del gene del recettore TCR di un clone dei linfociti T.

Come si manifesta la Parapsoriasi a piccole placche

Tipicamente la malattia si manifesta con chiazze oppure placche infiltrate anche se meno della Psoriasi, malattia dalla quale deve essere distinta.

Sia le chiazze sia le placche si presentano di forma ovalare, petaliformi oppure irregolari e di dimensioni inferiori a 5 centimetri.

Le lesioni presentano limiti ben definiti, sono piane e di colorito variabile dal rosa al rosso al marrone o giallastro.

Inoltre, sono caratterizzate dalla presenza di finissima desquamazione con la pelle assottigliata (atrofica) e rugosa simile alla carta da sigaretta.

La Parapsoriasi a piccole placche è asintomatica e non si associa a prurito.

Di solito la Parapsoriasi a piccole placche si localizza alla superficie laterale del tronco, seguendo l’asse delle coste assumendo per questo motivo una distribuzione delle lesioni definita digitata che in passato era chiamata xanthoerythrodermia perstans.

Oltre al tronco, si può localizzare anche alla superficie posteriore e mediale delle cosce.

Quali sono le malattie dalle quali la Parapsoriasi a piccole placche deve essere distinta?

La Parapsoriasi a piccole placche deve essere prima di tutto distinta dalla Psoriasi e dalle Micosiin genere.

Nel caso della Psoriasi può essere dirimente la presenza del segno di Auspitz, oppure il tipo di squame, la presenza di alterazioni tipiche a carico delle unghie o dei gomiti e ginocchia così come la Dermatoscopia per indagare la tipologia del pattern vascolare all’interno delle singole placche.

Mentre nel  caso delle Micosi può essere dirimente l’esame micologico colturale per la presenza di Dermatofiti.

Tuttavia, qualora la diagnosi della Parapsoriasi a piccole placche è indicato eseguire una biopsia  cutanea per l’esame istologico e se necessario eventuali indagini immunoistochimiche.

Come si cura la Parapsoriasi a piccole Placche?

Diverse le possibilità di trattamento che possono prevedere a seconda dei casi:

  • Creme a base di cortisone
  • Fototerapia con UVB a banda stretta

In passato, inoltre veniva usata anche la PUVA terapia e la Mecloretamina topica.

Come accennato all’inizio, può capitare che i vari trattamenti siano deludenti con miglioramenti incompleti, incostanti e  transitori.

Per cercare di gestire al meglio la Parapsoriasi sono consigliati controlli dal dermatologo ogni 3-6 mesi e poi ogni anno.

Parapsoriasi: si guarisce?

Si guarisce ma dopo diversi anni. Il suo decorso è cronico.

Rarissimamente, invece, può evolvere verso la Micosi Fungoide anche se come già scritto alcuni autori la considerano la variante benigna e non progressiva della malattia.

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