La salute della pelle a cura di
Dermatologia Myskin

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Morsi di pulci nell’uomo: come riconoscerli e trattarli

Cosa sono le pulci? Come sono fatte?

La pulce è un parassita che si nutre del sangue di mammiferi e uccelli.
Ci sono circa 2.500 specie di pulci nel mondo. La più comune specie di pulci è la pulce del gatto, Ctenocephalides felis, parassita anche dei cani e che può pungere anche gli uomini, i quali possono essere morsi anche dalle cosiddette “pulci della sabbia”, che di solito si trovano sulla spiaggia e nelle zone costiere.
In realtà quest’ultimi non sono insetti ma minuscoli crostacei anche se il loro morso è simile a quello della pulce del gatto.

Le pulci adulte del gatto sono lunghe circa da 1 a 8 mm, sono prive di ali, hanno una forma ovale, piatte lateralmente e di colore rosso scuro-marrone.

pulce-uomo
Pulce (Xenopsylla cheopis)

Hanno sei gambe lunghe e possono saltare molto in alto e lontano, circa 200 volte la loro lunghezza del corpo. Le larve delle pulci sono bianche pallide e misurano circa 3 mm di lunghezza e sono simili a piccoli vermi.

Come riconoscere la puntura di una pulce?

I morsi delle pulci sono simili a piccoli puntini rossi. Questi puntini possono essere isolati o raggruppati e ognuno con un alone rosso in periferia. Al centro della lesione può essere presente una piccola vescicola contenente del siero oppure un’esulcerazione ricoperta da una minuta crosta sierosa.

Le sedi del corpo maggiormente interessate dalle punture di pulci sono: i piedi, le caviglie e le gambe.

Il rossore può durare da poche ore a diversi giorni. Tali puntini sono molto pruriginosi e la persona pertanto si gratta in maniera forsennata.

I morsi delle pulci e i morsi di cimici sono uguali?

I morsi di pulci e i morsi di cimici appaiono simili ma non sono la stessa cosa.
Le punture di cimici spesso assomigliano a quelle di zanzara; si presentano di colore rosso, rilevate sul piano cutaneo e ombelicate al centro, sede della puntura.

A differenza dei morsi delle pulci sono isolate e sparse e non ravvicinate tra loro

A volte le punture delle cimici si presentano come se fossero distribuite in linea mentre quelle delle pulci localizzate in una data area del corpo quale appunto quella dei piedi, delle caviglie o delle gambe.

Si tratta comunque di differenze minime che a volte non consentono di formulare una diagnosi di certezza se le punture sono state causate dalle pulci oppure dalle cimici.
Proprio per questo motivo è importante l’anamnesi per indagare insieme al paziente quali potrebbero essere state le possibili cause del problema.

Le cimici dei letti sono notturne, amano annidarsi nel materasso e pertanto pungono l’uomo durante la notte quando si dorme.

Le pulci, invece, anche se sono notturne, tendono ad aggrapparsi oltre che sugli animali domestici anche sui mobili, sui tendaggi e sulla moquette.
Se i morsi di cimici possono manifestarsi a distanza di alcuni giorni dalla puntura con un prurito che inizialmente di modesta entità tenderà a peggiorare con il passare del tempo, quelli delle pulci inducono un prurito intenso fin da subito e già dopo qualche ora dalla puntura inizieranno a comparire le tipiche manifestazioni descritte sopra.

I morsi delle pulci danno prurito? È dannoso grattare i morsi delle pulci?

Indipendentemente da quanto possano prudere, meglio evitare il grattamento per evitare il rischio di possibili sovrainfezioni  che richiederebbero cure antibiotiche per poter essere risolte.

A volte quando la reazione cutanea dovuta ai morsi delle pulci è particolarmente intensa oltre alle manifestazioni isolate descritte può comparire una linfangite, ovvero un’infiammazione dei vasi linfatici. In questi casi si manifesta una tipica striatura arrossata con decorso più o meno lineare che dalle lesioni dovute alle punture tende ad estendersi fino ai linfonodi.

Come far smettere il prurito dovuto ai morsi delle pulci?

Se il prurito è particolarmente intenso può essere consigliata l’assunzione di un Antistaminico alla sera per alcuni giorni e localmente l’applicazione di un farmaco cortisonico per lenire l’infiammazione. A volte se sono anche presenti lesioni da grattamento il cortisonico da applicare può essere associato ad un antibiotico per evitare possibili sovrainfezioni.

Posso essere infettato dai morsi delle pulci?

Le pulci possono anche essere una minaccia per la salute pubblica perché possono trasmettere una serie di malattie sia agli uomini sia agli animali. Le possibili malattie che possono essere trasmesse all’uomo sono:

  • Peste (Yersinia pestis)
  • Bartonellosi
  • Tifo (Rickettsia typhi)
  • Tungiasi
  • Tenia delle pulci

Come posso prevenire i morsi delle pulci?

Poiché la maggior parte dei morsi delle pulci sono dovuti alle pulci introdotte in casa dagli animali domestici, il modo migliore per evitare di essere morsi è quello di controllarli sistematicamente e curarli se dovessero manifestare la presenza di tali parassiti:

  • Se possibile evita che i tuoi animali domestici vengano a contatto con i randagi che molto probabilmente potrebbero averle
  • Utilizza un pettine antipulci per controllare il del tuo animale domestico per le pulci
  • Falcia frequentemente il prato di casa
  • Usa l’aspirapolvere sui tappeti, plaid e mobili imbottiti  e in particolar modo nelle aree frequentate dai tuoi animali domestici
  • Rimuovi la polvere dai mobili e lava a secco tende e tappezzeria
  • Usa un dispositivo medico antipulci sul tuo animale domestico come ad esempio, Advantage, Advantix, Frontline, Exspot, Beaphar Fiprotec, ecc..

Come posso sapere se ho delle pulci in casa?

Uno dei primi modi in cui le persone si accorgono di avere un’infestazione da pulci è quando cani o gatti iniziano a grattarsi, a mordersi o a leccarsi eccessivamente. È possibile utilizzare un pettine antipulci per controllare il pelo del tuo animale domestico.

Se presenti, devi sapere che facilmente si possono diffondere anche in casa.

Un altro modo rapido per aiutarti a controllare l’infestazione da pulci consiste nell’indossare calzini bianchi lunghi.
Le pulci amano saltare sui piedi, sulle caviglie e sulle gambe degli umani. Sono di colore bruno-rossastro scuro e se ti saltano addosso mentre indossi calzini bianchi saranno più facili da vedere.

Devo avere un animale domestico per essere punto dalle pulci?

Mentre la maggior parte delle infestazioni delle pulci domestiche si verificano in case con animali domestici, le pulci possono infestare casa anche senza animali domestici. Questo può accadere se si dovessero verificare una delle seguenti condizioni:

  • ti sei trasferito di recente in una casa in cui i precedenti proprietari avevano animali i quali avevano le pulci
  • i mobili usati possono venire infestati dalle pulci
  • i cani o gatti dei vicini hanno le pulci
  • topi o animali selvatici come opossum, procioni, scoiattoli e moffette possono essere portatori di pulci e portarle nella tua casa.

In quali luoghi pubblici possono essere presenti le pulci?

Un luogo pubblico comune dove si possono trovare le pulci è nei parchi per cani. Possono anche essere presenti in grandi parchi naturali che ospitano animali selvatici come opossum, procioni, scoiattoli e puzzole.


Riferimenti scientifici

Breakfast, lunch, and dinner sign: a hallmark of flea and bedbug bites. Peres G, Yugar LBT, Haddad Junior V. An Bras Dermatol. 2018 Sep-Oct;93(5):759-760 

Mite and Bed Bug Infections. Woloski JR, Burman D, Adebona O. Prim Care. 2018 Sep;45(3):409-421

Mycoplasma genitalium: può influire sulla fertilità

Cos’è il Mycoplasma genitalium?

I micoplasmi sono i più piccoli microrganismi viventi, tra questi è compreso anche il Mycoplasma genitalium (MG), un batterio scoperto negli anni 80,  che può causare una malattia sessualmente trasmessa.
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno catalogato l’infezione batterica da Mycoplasma genitalium come un “problema emergente” nelle Linee Guida sul Trattamento delle Malattie Sessualmente Trasmesse nel 2015.

Il Mycoplasma genitalium è sempre più riconosciuto come una causa importante di diverse infezioni sessualmente trasmissibili (MST) quali l’uretrite negli uomini e la cervicite nelle donne.

In realtà, l’infezione da Mycoplasma genitalium è responsabile di un numero maggiore di infezioni sessualmente trasmissibili rispetto a quelle causate dalla Neisseria gonorrhoeae, ed è seconda dopo l’infezione da Chlamydia Trachomatis.
L’infezione da Mycoplasma genitalium è una malattia sessualmente trasmissibili presente in tutto il mondo, con tassi di prevalenza che oscillano dallo 0,4% nei giovani adulti negli Stati Uniti al 4,5% nei Paesi Bassi.
In uno studio condotto in Svezia è risultato che il Mycoplasma genitalium, nel caso di malattie sessualmente trasmesse nei giovani, era la causa del problema nel 6,3% dei casi.

Come si contrae l’infezione da Mycoplasma genitalium?

Il contagio può avvenire con i rapporti sessuali ma anche con il solo contatto sessuale o lo sfregamento diretto dei genitali.

Quali sono i sintomi dell’infezione da Mycoplasma genitalium?

I sintomi dell’infezione da Mycoplasma genitalium sono spesso aspecifici e molte delle persone con questa infezione non sanno di avere il problema il quale cronicizzando può causare delle complicanze come spiegato di seguito.
Ad ogni modo negli uomini, i sintomi più comuni sono:

  • Uretrite (acuta, persistente e ricorrente)
  • Disuria (dolore durante la minzione)
  • Perdite uretrale
  • Epididimo-orchite acuta
  • Proctite

Invece, nelle donne:

  • nel 40-75% dei casi può essere asintomatica
  • perdite vaginali
  • disuria (dolore e difficoltà ad urinare)
  • minzione frequente
  • emorragie post-coitali
  • sanguinamento tra un ciclo mestruale e il successivo
  • dolore nella zona pelvica sotto l’ombelico
  • Cervicite mucopurulenta
  • Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
  • Dolore addominale inferiore (<20%)

In entrambi i casi, se l’infezione da Mycoplasma genitalium non è diagnosticata per tempo e curata può cronicizzarsi con il rischio di complicanze che possono verificarsi in entrambi i sessi.

Quali sono le complicanze dell’infezione da Mycoplasma genitalium?

Le complicanze negli uomini sono:

  • Artrite reattiva acquisita per via sessuale (SARA)
  • Epididimite.

Invece, nelle donne le possibili complicanze sono:

  • PID (endometrite, salpingite)
  • Sterilità
  • Artrite reattiva acquisita per via sessuale (SARA)

Un’altra possibile complicanza descritta che si può verificare è un’infezione oculare responsabile di congiuntivite negli adulti.

Come si previene il contagio?

I profilattici possono ridurre le probabilità di contrarre il Mycoplasma genitalium ma non possono garantire di non contrarre l’infezione nel caso in cui si verificasse lo sfregamento tra due aree cutanee/mucose di cui una infetta.

Come si fa diagnosi di infezione da Mycoplasma genitalium?

L’infezione da Mycoplasma genitalium dovrebbe essere sospettata negli uomini con sintomi di uretrite – simile ai sintomi osservati nella Clamidia e nella Gonorrea.
E’ necessario indagare soprattutto gli uomini che non sono migliorati dopo il primo ciclo di antibiotici per curare un’infezione genitale in quanto

il Mycoplasma genitalium è spesso resistente agli antibiotici comunemente usati.

Nel caso delle donne, invece, deve essere indagata la presenza del Mycoplasma genitalium nel caso di Cerviciti persistenti che non hanno risposto ai trattamenti nel caso in cui si sospettasse un’infezione da Clamidia o una Gonorrea, così come nel caso in cui le indagini i patogeni di queste due malattie siano risultate negative.
Nonostante non esista un test approvato dalla FDA, la metodica più indicata per diagnosticare il Mycoplasma genitalium è il test di amplificazione dell’acido nucleico (NAAT), che utilizza la reazione a catena della polimerasi (PCR) e che può essere eseguita su più tipi di campioni, inclusi tamponi uretrali, vaginali e cervicali, urine; e biopsie endometriali.

Come si cura l’infezione da Mycoplasma genitalium?

Il Mycoplasma genitalium è un organismo che non ha una parete cellulare, bersaglio di antibiotici i beta lattamici (ad es. Penicilline e cefalosporine), e ciò gli conferisce una sorta di resistenza antibiotica.
Anche la Doxicilloina, appartenente alla famiglia delle Tetracicline, normalmente indicata per il trattamento delle infezioni da Chlamydia trachomatis è inefficace nel caso in cui l’agente responsabile del problema sia appunto il Mycoplasma genitalium e per questo richiedono un secondo ciclo di trattamento antibiotico, solitamente costituito da Azitromicina per almeno 5 giorni.
L’Azitromicina è il farmaco consigliato dalle linee guida internazionali come trattamento di prima linea.
Tuttavia, fino al 50% dei pazienti con infezione da Mycoplasma genitalium mostra resistenza anche all’Azitromicina. In questi casi fallimentari, trattati con l’Azitromicina, la Moxifloxacina da 400 mg al giorno per 7-14 giorni è il regime antibiotico da preferire. I report iniziali dei pazienti con Mycoplasma genitali trattati con Moxifloxacina riportano tassi di cura del 100% sebbene siano necessarie ulteriori evidenze a supporto.

La terapia deve essere eseguita sia dal paziente con infezione da Mycoplasma genitali sia dal partner.

Una volta curata l’infezione nel caso di nuovi rapporti sessuali a rischio è possibile contrarre nuovamente il Mycoplasma genitali verso il quale quindi non si crea una immunità dopo il primo contagio.

Come si cura l’ infezione da Mycoplasma genitalium in gravidanza?

Le infezioni da Mycoplasma genitalium possono verificarsi anche durante la gravidanza e si può associare ad un modesto aumento del rischio di aborto spontaneo e/o parto pretermine.
In questi casi se il Mycoplasma è  sensibile ai macrolidi è consigliabile un ciclo di 5 giorni di Azitromicina.
Nel caso in cui invece l’infezione fosse dovuta ad un ceppo resistente ai macrolidi si può valutare l’opportunità di posticipare il trattamento dopo il parto effetti sul feto a causa dei farmaci.
Oppure si può usare la Pristinamicina considerata sicura in gravidanza e che può essere presa in considerazione nelle donne sintomatiche previa consultazione con un microbiologo esperto.
Sebbene si sappia poco sulla trasmissione del Mycoplama genitalium durante il parto, il neonato deve essere tenuto sotto controllo per riscontrare la presenza di segni di infezione, in particolare congiuntivite e infezione del tratto respiratorio


Riferimenti scientifici

Mycoplasma genitalium: Accurate Diagnosis Is Necessary for Adequate Treatment  Charlotte A Gaydos
2016 European guideline on Mycoplasma genitalium infections J.S. Jensen, M. Cusini, M. Gomberg, H. Moi

Sudi poco? Potresti avere l’Ipoidrosi

L’Ipoidrosi è una malattia che fa sì che una persona sudi meno di quanto dovrebbe.
La sudorazione aiuta il corpo a raffreddarsi e una sudorazione insufficiente può portare a malattie legate all’eccesso di calore che la persona fatica proprio abbassare.

L’Ipoidrosi è una forma meno grave di Anidrosi, patologia in una persona è completamente incapace di sudare. Al contrario è anche possibile che una persona sudi eccessivamente, condizione nota come Iperidrosi.

In questo articolo, analizziamo i sintomi dell’Ipoidrosi, nonché le possibili cause e i trattamenti.

Cosa succede se una persona non suda o suda poco?

Una persona con Ipoidrosi suda meno del necessario. Ciò significa che il raffreddamento del corpo è meno performante.
Tale condizione si associa spesso a pelle secca, intolleranza al calore e una sensazione generale di malessere.

Una persona con Ipoidrosi ha più probabilità di manifestare diversi sintomi durante l’esercizio fisico o l’esposizione a temperature elevate.

I sintomi più comuni dell’Ipoidrosi sono:

  • bassa tolleranza al calore
  • percezione di caldo eccessivo
  • incapacità di tollerare lo sforzo fisico
  • respiro affannoso
  • vertigini

Mentre le manifestazioni dell’Ipoidrosi sono:

  • pelle molto secca
  • arrossamento della pelle
  • crampi muscolari o debolezza

Quali sono le cause dell’Ipoidrosi?

L’ipoidrosi è dovuta ad un’alterazione della funzionalità delle ghiandole sudoripare.
Di solito, con l’aumentare della temperatura corporea, il sistema nervoso autonomo stimola le ghiandole sudoripare che rilasciano umidità sulla superficie della pelle proprio grazie alla sudorazione. Il sudore prodotto e che si forma sulla nostra pelle evaporando raffredda la pelle e quindi abbassa la temperatura del corpo.

Quando per qualche motivo si verificano dei danni a carico delle ghiandole sudoripare la conseguenza è l’Ipoidrosi.

Inoltre l’Iipoidrosi può essere la conseguenza di una patologia immunitaria o neurologica.

Infine, alcune persone possono avere l’Ipoidrosi senza alcuna causa apparente; quest’ultima è una condizione rara e che prende il nome di Ipoidrosi idiopatica.

Le cause più frequenti che possono causare Ipoidrosi sono:

Malattie dermatologiche

E’ il caso di alcune manifestazioni dermatologiche che interessano e creano un danno anche alle ghiandole sudoripare.
In questi casi se la dermatosi è localizzata, lo sarà anche l’Ipoidrosi.
Pertanto, si verificherà che in quel punto specifico, la pelle non sarà in grado di attivare e metter in atto la sudorazione compensando il risultato finale di abbassare la temperatura del corpo con quella di un’altra zona del corpo.

Il danno a carico delle ghiandole sudoripare può verificarsi a livello dei dotti che possono essere ostruiti oppure come conseguenza irreversibile di ferite e ustioni profonde che una volta guarite avranno sostituto con le cicatrici gli annessi, ghiandole sudoripare comprese, normalmente presenti a livello del derma.

A volte anche le infezioni batteriche possono interferire con la sudorazione favorendo casi di Ipoidrosi.

Risolta l’infezione le ghiandole sudoripare tornano a funzionare normalmente.

Tra le varie patologiche dermatologiche che possono interferire con il corretto funzionamento delle ghiandole sudoripare causando Ipoidrosi ricordiamo:

  • Psoriasi
  • Dermatite esfoliativa
  • Sclerodermia
  • Ittiosi
  • Sindrome di Sjogren
  • Graft Versus Host Disease (GvHD).

Disidratazione

Se una persona ha perso più liquido di quello che ha assorbito, non avrà l’umidità di cui ha bisogno per sudare e quindi favorirà una condizione di Ipoidrosi

Farmaci

I seguenti farmaci possono interferire con la funzione delle ghiandole sudoripare e causare Ipoidrosi:

  • farmaci antipsicotici
  • farmaci anticolinergici
  • bloccanti dei canali del calcio

Se pensi di avere una condizione di Ipoidrosi e assumi un farmaco appartenente ad una delle famiglie citate, evita di fai da te e fallo presente al tuo dermatologo per accertare la presenza di Ipoidrosi e valutare poi insieme al tuo medico di famiglia la fattibilità di sostituire il farmaco con un altro appartenente ad una famiglia differente.

Patologie a carico del Sistema Nervoso

In alcuni casi, l’ipoidrosi può verificarsi a causa di danni all’innervazione che controlla la sudorazione.

Questo danno può essere dovuto a un disturbo di base che coinvolge il sistema nervoso centrale come accade in questi casi:

  • Atrofia del sistema multiplo (MSA)
  • Sclerosi multipla (SM)
  • Morbo di Parkinson
  • Demenza a corpi di Lewy (DLB)

Anche disturbi che coinvolgono il sistema nervoso periferico possono causare l’ipoidrosi così come si verifica nel caso di:

  • Sindrome di Ross, una malattia genetica che può causare sia ipoidrosi sia iperidrosi
  • Sindrome di Arlecchino, che comporta il sudare di più su un lato del corpo rispetto all’altro
  • Diabete mellito
  • Sindrome di Guillain Barre
  • Carenza di vitamina B
  • Amiloidosi
  • Gotta
  • Disturbo da consumo di alcol (AUD)

Malattie ereditate

Una persona può ereditare un gene difettoso che fa sì che le ghiandole sudoripare funzionino male o per niente. Le persone affette da una rara condizione genetica chiamata Displasia ectodermica ipoidrotica (HED) nascono o senza ghiandole sudoripare o con pochissime ghiandole sudoripare funzionali.

Come si fa diagnosi di Ipoidrosi?

Per diagnosticare l’Ipoidrosi, il dermatologo deve effettuare una valutazione approfondita della storia medica della persona e poi eseguire una serie di test per dimostrarla.

Tra i diversi test segnalo:

Test cutaneo termoregolatorio che consiste nel cospargere il corpo della persona con una polvere che cambia colore quando la pelle rilascia il sudore. Il soggetto, dopo che la sua pelle è stata cosparsa della polvere citata, viene fatto entrare in una camera che consente il controllo e la modulazione della temperatura da parte del dermatologo. Una volta che la persona è all’interno della stanza, il dermatologo aumenta la temperatura per far sudare la persona. Se la polvere non cambia colore nelle zone del corpo che producono sudore, ciò indica un’assenza di sudorazione.

Test del riflesso assonale sudomotorio quantitativo (QSART). Questo test valuta la funzione dei nervi che regolano la sudorazione. Durante il test, gli elettrodi stimolano le ghiandole sudoripare e il medico misura il volume di sudore prodotto dall’organismo.

Test dell’impronta del sudore. Questo test valuta la funzionalità nervosa in risposta alla stimolazione elettrica della pelle. Le singole gocce di sudore prodotte imprimono un’imporonta su un materiale di gel di silicome appoggiato nella zona testata.

Biopsia della pelle. Se il dermatologo sospetta che una malattia della pelle stia causando l’Ipoidrosi, può eseguire una biopsia. Ciò comporta la rimozione di alcune ghiandole sudoripare della pelle e l’invio a un laboratorio per l’esame al microscopio.

Risonanza Magnetica del cervello o del midollo spinale. Una scansione MRI può essere necessaria se il dermatologo sospetta che un problema a livello del Sistema nervoso centrale possa essere la causa dell’Ipoidrosi.

Rischi associati

Uno dei maggiori rischi dell’Ipoidrosi è lo sviluppo del colpo di calore.

Il colpo di calore è una condizione medica grave e potenzialmente fatale.

Se una persona sospetta di avere un colpo di calore, dovrebbe contattare immediatamente i servizi di emergenza. I sintomi del colpo di calore sono:

  • sete intensa
  • mal di testa
  • vertigini e confusione
  • affanno e tachicardia
  • febbre
  • nausea e perdita di appetito
  • crampi alle braccia, alle gambe e allo stomaco

Come si cura l’Ipoidrosi?

Il trattamento dell’Ipoidrosi è in funzione della causa responsabile di tale disfunzione del processo di sudorazione.

Ad ogni modo è necessario evitare l’assunzione di farmaci che possono aggravare l’ipoidrosi, tra cui anticolinergici e oppioidi.
Inoltre, in attesa di risolvere la causa dell’Ipoidrosi è necessario limitare attività che aumentano la temperatura corporea interna quali ad esempio sforzi fisici e attività sportiva, tranne il caso in cui non venga svolta sotto la supervisione del medico e in un luogo fresco e ben ventilato.

Di seguito alcuni suggerimenti per contenere la temperatura corporea entro i limiti di sicurezza:

  • fare docce fresche regolarmente
  • utilizzare un umidificatore a nebbia fredda in casa
  • indossare abiti larghi
  • indossare indumenti umidi quando fa caldo
  • applicare panni di flanella umidi sulla pelle
  • evitare sforzi eccessivi, in particolare quando fa caldo

Conclusioni

L’Ipoidrosi può essere un caso isolato o la conseguenza di un’altra malattia e il trattamento è focalizzato alla causa responsabile della scarsa o assente sudorazione.

Gestire l’ipoidrosi comporta l’adozione di misure per impedire che la temperatura corporea si alzi pericolosamente. Ciò ridurrà il rischio di una condizione più grave: il colpo di calore.


Riferimenti scientifici

Chia, K. Y., & Tey, H. L. (2013, July). Approach to hypohidrosisJournal of the European Academy of Dermatology and Venereology27(7), 799–804. 

Ohshima, Y., & Tamada, Y. (2016). Classification of systemic and localized sweating disorders [Abstract]. Current Problems in Dermatology51, 7–10.

Neo che prude: cosa significa?

I nei sono manifestazioni molto comuni che possono comparire in qualunque zona del corpo, sia sulla cute sia alle mucose. La maggior parte compare e si sviluppa durante l’infanzia fino alla prima età adulta, 40 anni circa.

I nei non sono simili a tatuaggi sulla pelle ma sono dinamici: nascono, crescono e possono modificarsi.
Inoltre,  possono variare colore, rilevarsi sul piano cutaneo, se prima erano piani diventare papulosi e palpabili, così come nel loro contesto possono crescere dei peli – più frequenti  all’interno dei nei congeniti.
Infine, i nei possono anche regredire fino a scomparire del tutto.

Tutte queste condizioni sono normali e fisiologiche e si manifestano in un arco temporale di anni. A volte però si possono verificare delle condizioni che possono allarmare quale ad esempio l’insorgenza di prurito proprio in corrispondenza di un neo.

Prurito che deve sempre suscitare l’attenzione della persona in quanto potrebbe essere un primo sintomo di Melanoma ma che potrebbe essere anche tutt’altro.

affinchè possa con la metodica della dermatoscopia osservarne la struttura interna e di conseguenza valutare se intrinsecamente dovuto ad una modificazione della lesione oppure dovuto ad una causa estrinseca.

Dermatoscopia digitale
La dermoscopia digitale, una tecnica diagnostica non invasiva per la diagnosi precoce delle lesioni cutanee

Cosa provoca prurito ai nei?

Le cause di un neo che prude possono essere molteplici:

Neo che prude dovuto alla frizione con i tessuti

I tessuti elasticizzati o aderenti al profilo del corpo possono durante la deambulazione oppure durante il movimento in genere sfregare, oltre che sulla pelle, sui nei, in particolar modo su quelli in rilievo, irritandoli.
Tale irritazione potrebbe essere la causa di una minuta abrasione superficiale del neo, spesso neanche osservabile ad occhio nudo che potrebbe causare prurito.

Neo che prude dovuto allo scrub

Quando si usa prodotti tipo il guanto di crine o scrub durante la doccia è possibile irritare un neo, in maniera del tutto casuale. Ciò porterà ad un neo infiammato e gonfio che di conseguenza inizierà a prudere.

Neo che prude dovuto ad un trauma fisico

E’ il caso si uno sfregamento tra la due superfici, una delle quali è il neo. Accade qualcosa di simile allo sfregamento causato dagli indumenti elasticizzati o aderenti ma in questo caso il trauma potrebbe essere causato da un colpo d’unghia proprio sul neo, oppure dallo sfregamento con lo schienale della sedia (nel caso in cui il prurito compaia a carico di un neo del dorso), ecc..

In tutti i casi citati, dopo la conferma del dermatologo, è sufficiente eseguire un trattamento topico che preveda l’uso di un antibiotico e cortisonico se il trauma ha comportato perdita di sostanza a carico del neo oppure solo lenitivo se integro per ripristinare il tutto con la riparazione del danno a carico del neo e la scomparsa del prurito.

Neo che prude dovuto alla trasformazione maligna in Melanoma

I nei sono manifestazioni benigne e l’autocontrollo con la regola ABCDEFG può essere utile per individuare le possibili lesioni a rischio da attenzionare al dermatologo.

Un elemento altrettanto importante è proprio il prurito che potrebbe essere il primo segnale di una trasformazione maligna.

E’ il caso ad esempio di una lesione al dorso dove oggettivamente l’autocontrollo potrebbe essere complesso da eseguire e il prurito invece essere il campanello d’allarme da non sottovalutare nel caso in cui si trattasse di Melanoma.

Secondo l’American Cancer Society a fine 2018 saranno 91.270 i nuovi casi di melanoma negli Stati Uniti.

Il Melanoma è il tumore cutaneo più comuni nei caucasici

Il rischio di Melanoma aumenta con l’età. Tuttavia, il Melanoma sebbene sia più frequente nel giovane-adulto e nell’adulto, si può manifestare ad ogni età.

E’ un tumore che può essere particolarmente aggressivo e, sebbene le nuove terapie sono molto importanti nell’allungare l’aspettativa di vita, la diagnosi precoce è e rimane l’opzione di trattamento migliore per la guarigione.

Proprio per questo, oltre all’autocontrollo e alla visita dermatologica periodica dei nei, prestare attenzione al sintomo del prurito che compare in corrispondenza di un neo.

Nel fasi iniziali è prurito descritto più come un fastidio di minima entità che persiste e si ripete nel tempo. E’ fisso e localizzato proprio in corrispondenza di un neo.
E’ un prurito che induce la persona a cercare sollievo grattandosi, un grattamento che non lenisce il sintomo.

Con il passare del tempo l’intensità diventa maggiore e il prurito è costante, sempre presente.

Se la situazione si aggrava ulteriormente può comparire un sanguinamento. La persona può ad esempio notare la presenza gli indumenti sporchi sangue, proprio nel punto in cui è presente il “neo” che prude.

Si tratta di un sanguinamento di modesta entità da non confondere con uno vero e proprio scolo continuo di sangue.
Al sanguinamento può seguire oppure essere simultanea la comparsa di un’ulcerazione, caratterizzata dalla perdita di sostanza a carico della neoformazione.

Neo che prude - Melanoma
L’ ulcerazione della pelle è un tipico segno di un Melanoma aggressivo

Prurito, sanguinamento ed ulcerazione che rappresentano i sintomi e i segni di evoluzione di un Melanoma aggressivo; un’evoluzione che può avvenire in tempi rapidi, anche di poche settimane, oppure lenti nell’arco di mesi. La differenza temporale è legata alla biologia del Melanoma in quanto ci sono quelli a rapida crescita e quelli a lenta crescita.

Il prurito è un sintomo aspecifico ma può essere un campanello d’allarme molto importante per la diagnosi precoce di un Melanoma.

Chiedete sempre il consulto del dermatologo in caso di prurito su un neo per una conferma diagnostica.

Il Melanoma non è l’unica neoformazione maligna che si può manifestare nelle fasi iniziali con il prurito, infatti ci sono altri tipi di tumore che possono condividere lo stesso sintomo così come il sanguinamento e l’ulcerazione.

E’ il caso del Basalioma, un tumore a malignità locale che può comparire come una macchia, se piana, oppure papula o nodulo, se rilevata, di colore scuro o chiaro. Un colore che può variare dal nero/blu scuro al rosa/rosso.

Basalioma della guancia
Basalioma della guancia

Quando presente, il paziente nota che tende al sanguinamento spontaneo e che all’ulcerazione non segue mai la guarigione delle ferita ma la formazione di una minuta crosta siero-ematica alla quale segue di nuovo un sanguinamento e così via.

Oltre al Basalioma anche il carcinoma Spinocellulare, un altro tipo di tumore cutaneo può causare prurito; sintomo presente anche nel caso di Cheratosi Attiniche.

Conclusioni

Fare diagnosi solo sul sintomo del prurito non è possibile e la sua comparsa deve essere solo un segnale da allerta da non sottovalutare.
Non necessariamente il prurito è sempre indice di una trasformazione maligna  ma non per questo deve essere trascurato in quanto se lo fosse potrebbe essere importante per la diagnosi precoce di Melanoma.

Chiedete sempre il consulto del dermatologo nel caso in cui notaste la comparsa di un neo che prude.


Riferimenti scientifici

  1. The ABCDEF Rule: Combining the “ABCDE Rule” and the “Ugly Duckling Sign” in an Effort to Improve Patient Self-Screening Examinations. Daniel Jensen J, Elewski BE. J Clin Aesthet Dermatol. 2015 Feb;8(2):15
  2. What features do patients notice that help to distinguish between benign pigmented lesions and melanomas?: the ABCD(E) rule versus the seven-point checklist. Liu W, Hill D, Gibbs AF, Tempany M, Howe C, Borland R, Morand M, Kelly JW. Melanoma Res. 2005 Dec;15(6):549-54

Impatto prognostico della regressione nei pazienti con Melanoma primario > 1mm di spessore

TAKE-HOME MESSAGE

In questo studio i ricercatori hanno valutato nei pazienti con Melanoma di spessore maggiore di 1 mm e regressione istologiocamente documentata minore del 75% se quest’ultima può essere un fattore predittivo di linfonodo sentinella positivo.

Lo studio, realizzato da colleghi italiani, è stato condotto su un campione di 1182 pazienti con diagnosi di Melanoma, formulata tra il 1998 e il 2015.

I risultati pubblicati deporrebbero che la regressione <75% documentata nei Melanomi di spessore > 1 mm non è un fattore prognostico indipendente e che che spesso si associa ad una bassa incidenza di riscontrare il linfonodo sentinela positvo.

Abstract

Background

The impact of histologic regression on sentinel lymph node biopsy (SLNB) status and on clinical outcome is uncertain.

Objective

To investigate whether and to what extent regression <75% is able to predict SLNB status and clinical outcome of patients with melanoma >1-mm thick.

Methods

The study included patients with diagnoses given at 4 centers of the Italian Melanoma Intergroup. Univariate and multivariate Cox proportional hazard models stratified by center were used to analyze the effect of regression on disease-free interval and melanoma-specific survival.

Results

Out of 1182 patients given primary cutaneous melanoma diagnoses during 1998-2015 with a Breslow thickness >1 mm, 954 (304 with and 650 without regression) were included in the analysis. The proportion of patients with a positive SLNB was lower in patients with regression than without (24.4% vs 31.6%, chi-squared test P = .0368). At multivariate analysis, no association was detected between regression and disease-free interval (hazard ratio 1.11, 95% confidence interval 0.85-1.46; P = .4509) or melanoma-specific survival (hazard ratio 1.05, 95% confidence interval 0.77-1.44; P = .7600).

Limitation

Retrospective analysis.

Conclusion

In our series, regression was not an independent prognostic factor in primary cutaneous melanoma patients with Breslow thickness >1 mm whereas it was associated with a lower incidence of SLNB positivity.

Abstract originale

Dermatite allergica da contatto: sintomi e cura

L’Eczema allergico, noto anche come Dermatite allergica da contatto, è una patologia cutanea che si manifesta quando la pelle di una persona entra in contatto con una specifica sostanza.
E’ una condizione possibile solo nel caso in cui una persona è allergica a quella specifica sostanza che in generale prende il nome di allergene.

Il contatto tra l’allergene e la persona avviene nella stragrande maggioranza dei casi per contatto diretto sulla pelle oppure anche per via inalatoria o intestinale.

L’Eczema allergico si manifesta con la comparsa di un rossore, che prende il nome di rash, che può essere localizzato o diffuso su tutto il corpo e che di solito è intensamente pruriginoso, tanto da portare la persona a grattarsi, anche intensamente, fino alla comparsa di lesioni da grattamento che possono infettarsi.

In questo articolo, esaminiamo le cause, i sintomi dell’eczema allergico e le possibilità di trattamento.

Cos’è l’Eczema allergico?

L’Eczema allergico è una forma di dermatite che si verifica in risposta al contatto con un allergene. Un allergene è una sostanza a cui una persona può essere allergica.

Il sintomo principale dell’Eczema allergico e di altri tipi di eczema è un’eruzione cutanea pruriginosa. L’eruzione si accompagna a rossore e si può presentare come una macchia più o meno definita che può associarsi anche alla presenza di vescicole o bolle, contenenti un liquido sieroso, oppure ad esulcerazioni quando le vescicole e le bolle si rompono, ma anche a fissurazioni e ragadi che quando presenti sono particolarmente dolorose.

Quali sono le cause dell’Eczema allergico?

Una persona può sviluppare un Eczema allergico dopo essere venuto a contatto con un allergene, aver consumato qualcosa a cui è allergica o essere venuta a contatto con un allergene presente nell’aria, come il polline.

Nel caso del contatto sulla pelle è necessario che sia diretto e prolungato nel tempo.

Ad esempio nel caso di una persona allergica al Nichel, la dermatite non si verifica se il contatto tra la pelle della persona allergica e l’allergene si verifica per pochissimi secondi o frazioni di secondi ma solo se lo stesso è prolungato nel tempo come ad esempio indossare un paio di orecchini di metallo per tutta la giornata.

Gli allergeni che possono indurre e scatenare un Eczema allergico possono essere molteplici, alcuni di essi sono ad esempio:

  • Cocamidopropyl betaine, un detergente che i produttori usano per addensare shampoo, Lozioni e saponi
  • Profumi
  • Metalli, come cromo, cobalto e nichel
  • Parafenilendiammina (PPD), una sostanza chimica che si trova comunemente nella tinture per capelli
  • Conservanti, come la formaldeide
  • Unguenti antibatterici, tra cui neomicina e bacitracina
  • Prodotti antifungini o antibatterici, come il metilisotiazolinone

Questi allergeni causano l’Eczema allergico da contatto solo nelle persone allergiche a queste sostanze e non a tutte le persone indistintamente.


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Quali sono i segni e i sintomi dell’Eczema allergico?

I segni e i sintomi dell’ Eczema allergico si verificano sulla pelle nella zona del corpo dove si è verificato il contatto con l’allergene ma anche a distanza. Pertanto, se una persona è allergica al esempio al Potassio bicromato, contenuto nei cinturini in pelle degli orologi, può avere una manifestazione al polso ma anche in altre zone

La reazione allergica, infatti non è come l’azione caustica che si verifica nel punto esatto in cui si verifica il contatto ma è una manifestazione che coinvolge direttamente la zona in cui si verifica il contatto ma anche tutta la superficie corporea.

Le manifestazioni più comuni dell’Eczema allergico sono:

  • rossore
  • vescicole
  • bolle
  • fisssurazioni
  • ragadi

che si associano a:

  • prurito
  • pizzicore
  • bruciore
  • dolore

Le mani sono una zona del corpo comunemente interessate dall’Eczema allergico che comunque può manifestarsi anche nelle altre zone del corpo come ad esempio: al viso, alle palpebre, al cuoio capelluto, ai piedi, ecc..

Quanti tipi di Eczema allergico esistono?

Secondo la National Eczema Association si possono verificare due tipologie differenti di Eczema allergico:

La Dermatite allergica da contatto in senso stretto che si manifesta 48-96 ore dopo il contatto tra la pelle e l’allergene

L’Orticaria da contatto che si verifica invece immediatamente dopo il contatto con l’allergene. A differenza della Dermatite allergica da contatto si manifesta con la comparsa di pomfi e prurito.

Patch test: cosa è e in cosa consiste l’esame?

Per scoprire qual è l’allergene responsabile dell’Eczema allergico si esegue il Patch test.
E’ un test epicutaneo che consiste nell’applicazione sul dorso delle persona di una serie standard codificata di allergeni che dopo 72 ore vengomo rimossi per osservare se uno o più degli essi ha causato una reazione nel punto in cui è stato applicato.

E’ un esame che non può essere eseguito durante la gravidanza e l’allattamento così come durante la cura con Cortisone o Antistaminico.

Durante la gravidanza e l’allattamento il Patch test non può essere eseguito per evitare il rischio di una possibile sensibilizzazione del feto o del neonato mentre durante la terapia con Cortisone o Antistaminico per evitare risposte falsamente negative. Per evitare ciò si raccomanda di sospendere la cura con tali farmaci ed eseguire l’esame dopo 5-7 giorni.

Patch-Test
Immagine: Patch-test © Dott. Alessandro Martella – dermatologo

Durante il Patch test la persona deve evitare di bagnare la zona del dorso dove sono applicati o di fare sport, in quanto il sudore o le sollecitando dei movimenti muscolari del tronco potrebbero staccarli rendendo vano l’esame.

Da un punto di vista pratico ogni singolo allergene viene posizionato in minima quantità su un supporto circolare o quadrato contenuto all’interno di dedicate strisce adesive. Ogni striscia adesiva contiene fino a 10 supporti, uno per ogni allergene.

Dopo che il dermatologo ha posizionato i diversi allergeni, uno su ogni supporto citato, applica le strisce adesive sul dorso della persona rinforzando tal applicazione con cerotto traspirante tipo Fixomull.

Dopo 72 ore, il Patch test viene rimosso dal medico che dopo 30 minuti circa – tempo necessario per far attenuare il rossore del dorso causato dal cerotto, controlla se un dato punto in cui erano posizionati i supporti è presente una reazione cutanea simile proprio alle manifestazioni dell’Eczema allergico.

Qualora fosse presente tale reazioni in un punto specifico del dorso, il medico conoscendo l’ordine con il quale sono stati posizionati e applicati i vari allergeni è in grado di identificare esattamente l’allergene presente in quel punto e quindi la causa dell’Eczema allergico della persona.

Se volessi semplificare è un test di scatenamento con il quale la pelle della persona allergica viene stimolata con l’applicazione di una serie standard e codificata di allergeni.

Come si cura l’Eczema allergico?

Il primo approccio nella cura è la prevenzione, ovvero evitare il contatto con l’allergene responsabile del problema.
Poi, in base alla tipologia delle manifestazioni tipiche dell’Eczema allergico, all’estensione del problema sul corpo della persona e delle sue condizioni di salute generali sono possibili vari approccio che da un punto di vista teorico prevedono:

  • Antistaminico per lenire il prurito
  • Cortisone sistemico se l’Eczema allergico è particolarmente esteso sul corpo
  • Farmaci a base di Cortisone da applicare localmente sulle manifestazioni e che possono essere in creme, emulsioni, fluidi o lozioni
  • Antibiotici topici quando è presente anche una sovrainfezione batterica.

Oltre ai vari trattamenti farmacologici citati sono possibili anche trattamenti fisici come la fototerapia con lampade UVB a banda stretta che agiscono sia sulle manifestazioni cutanee dell’Eczema allergico sia sulla sintomatologia del prurito.

Risolta e gestita la fase acuta dell’Eczema allergico si consiglia sempre di applicare dermocosmetici idratanti ed emollienti per aiutare la pelle a ripristinare il suo stato morfologico e funzionale normale. Durante questo approccio si presta attenzione anche all’uso di detergenti dedicati.

Inoltre, è buona norma indossare sempre cotone a contatto diretto della pelle
indossare indumenti e guanti protettivi quando si viene a contatto con un allergene noto
Se una persona ha come reazione un grave eczema allergico, che può comportare un gonfiore estremo con stillicidio e formazione di croste, dovrebbe consultare il proprio medico. Un medico può prescrivere un antibiotico orale o topico per prevenire l’infezione.

Diagnosi differenziale

L’Eczema allergico è una condizione che spesso può essere confusa con altre manifestazioni dermatologiche quali:

Dermatite atopica: patologia infiammatoria cronica e recidivante cutanea che spesso esordisce durante l’infanzia. Tipicamente si manifesta alle pieghe con rossore e prurito.

Eczema disidrosico: caratterizzato dalla comparsa di vescicole e bolle alle dita ma anche sui palmi delle mani e alle piante dei piedi. Anche in questo caso è presente prurito.

Eczema nummulare: compaiono macchie di forma circolare o anulare simili ad una moneta, da cui prendono appunto il nome. Le macchie sono rosse, pruriginose e possono associarsi a desquamazione.

Dermatite seborroica: tipica delle aree seborroiche quali il viso, trono e cuoio capelluto. In questo caso predomina la presenza di rossore associato a squame giallastre untuose.

Dermatite da stasi: tipicamente sono interessati gli arti inferiori ed più frequente nelle persone con insufficienza vascolare.


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La dermatite delle mani: cosa fare


In sintesi

L’Eczema allergico o la dermatite allergica da contatto è una patologia cutanea causata dal contatto tra uno allergene e la pelle della persona allergica.

Le manifestazioni sulla pelle e i sintomi possono comparire anche a distanza di ore dall’avvenuto contatto, anche 72 ore dopo!

Prevenire il contatto con l’allergene è parte integrante della cura dell’Eczema allergico il cui trattamento è finalizzato alla gestione dei danni morfologici e funzionali causati dall’allergene stesso sulla pelle.

Evitare sempre il fai da te e consultare sempre il dermatologo sia per identificare la/e sostanza/e responsabile/i del problema e per definire l’approccio funzionale più idoneo per una guarigione immediata.


Riferimenti scientifici

An overview of the different types of eczema. (n.d.). 

Darsow, U., Eyerich, K., & Ring, J. (2014, August). Eczema, atopic eczema and atopic dermatitis. 

Eczema (atopic dermatitis) overview. (n.d.).  

Eczema causes and triggers. (n.d.).  

Eczema in children. (2017, December 28).  

Schneider, L. (n.d.). Eczema, atopic dermatitis and allergies: What is the connection? 

Quando anche il cosmetico cura – COSMAST 2018

Abstract


Quando pensiamo alla cura della pelle ci limitiamo nella stragrande maggioranza dei casi a pensare che a farlo siano i farmaci da assumere per via sistemica o da applicare sulla superficie cutanea.

Un atteggiamento che limita la nostra attenzione solo alla gestione della fase acuta del problema e trascura completamente quella della fase di mantenimento o della remissione della malattia quando è importante adottare delle strategie per allungare quanto più possibile gli intervalli liberi di malattia.

Tutto ciò è possibile utilizzando i cosmeceutici, termine non universalmente accettato e che si rivolge ad una categoria di prodotti che si collocano a metà strada tra il cosmetico in senso stretto e il farmaco.

Se il cosmetico è importante per la detersione della cute e contribuisce al suo stato di salute, il cosmecuetico, una volta applicato sulla pelle l’aiuta a rispristinare il suo stato morfologico e funzionale.

Troppo spesso infatti si continua a trascurare l’importanta di avere una pelle liscia e ben idratata pensando erroneamente che ad esempio la pelle secca (xerosi) sia solo un problema estetico.

In realtà la pelle secca è il segno evidente di un problema strutturale della cute che non riesce a svolgere correttamente le sue numerosi funzioni. La pelle secca quindi è un problema funzionale della pelle.

Situazioni simili accadono quando la pelle ha un insulto dovuto ad una patologia dermatologica qualsiasi e risolta la fase acuta è importante definire l’approccio non farmacologico per rispristimare la sua morfologia e funzionalità.

Così facendo la cura di un dato problema di pelle deve prendere in considerazione la cura e gestione della fase acuta ma anche del mantenimento.

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References


  1. Cosmeceuticals: Efficacy and Influence on Skin Tone. Zoe Diana Draelos. Dermatologic Clinic April 2014Volume 32, Issue 2, Pages 137–143

  2. Cosmeceuticals: myths and misconceptions. Newburger AE. Clin Dermatol. 2009 Sep-Oct;27(5):446-52
  3. Cosmeceuticals and active ingredients. Lintner K, Mas-Chamberlin C, Mondon P, Peschard O, Lamy L. Clin Dermatol. 2009 Sep-Oct;27(5):461-8

I Dermatologi e i social network

Abstract


Sempre più gli utenti cercano informazioni in rete che impattano sia sulla decisione del trattamento da seguire sia sulle domande da formulare al medico.

Svolgere l’attività del dermatologo, oggi, richiede un aggiornamento oltre che sulle tematiche professionali di settore anche su ciò che si svolge in rete e ha delle influenze sia sulla propria attività sia sulla relazione con il paziente.

Per un dermatologo essere attivamente presente sui social network gli permette di entrare facilmente in contatto con i colleghi e di interagire con loro ma anche gli interagire con i pazienti migliorando la loro compliance al trattamento e la sua relazione con loro.

Una relazione, quella medico-paziente, che sempre più sta assumendo il carattere di un rapporto continuativo che non inizia e finisce con la visita della persona in studio.

Tuttavia, la presenza in rete da parte del dermatologo richiede delle attenzioni, delle regole sia per il suo ruolo importante di medico sia per la tipologia di informazioni trattate che riguardano la sfera della salute.

Proprio per questo, il dermatologo non può improvvisare alcuna presenza sui social network, sapendo distinguere quella che è la gestione del profilo personale e privato da quello professionale e pubblico.

Deve essere attento all’ascolto, alla condivisione e all’interazione con gli altri ma anche a salvaguardare e preservare la sua reputazione online.

 

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References


Social Networking Sites: emerging and essential tools for communication in Dermatology Mahsa Amir, MD; Blake P. Sampson, MDDawnielle Endly, DO JAMA Dermatol. 2014 Jan;150(1):56-60 

Social Internet Sites as a Source of Public Health Information. Karl Vance BS, William Howe MD, Robert P, Dellavalle MD. Dermatologic Clinics Volume 27, Issue 2, April 2009, Pages 133-136

Dermatology on Instagram. Karimkhani, Chante Connett, Jessica Boyers, Lindsay Quest, Tyler Dellavalle, Robert P. Dermatology Online Journal Volume 20, Issue 7, 2014

Xerosi cutanea: come detergerla

Abstract


La Xerosi, nota comunemente come Pelle Secca, non è un problema estetico ma funzionale della pelle che non è in grado di svolgere appieno le sue molteplici funzioni.

La Xerosi è una condizione che può manifestarsi a tutte le età, sia negli uomini sia nelle donne e che può essere localizzata, solo in alcuni distretti corporei, oppure diffusa su tutto l’ambito cutaneo.

Le cause possono essere molteplici: costituzionali come nel caso della Dermatite Atopica, di natura allergica, metabolica, neoplastica, idiopatica ecc.

Erroneamente si pensa che la Xerosi sia caratterizzata solo dalla presenza di pelle secca e dal prurito. In realtà le manifestazioni cliniche sono molteplici e in alcuni casi si possono associare ad infiammazione cutanea, non necessariamente apprezzabile alla semplice valutazione ad occhio nudo.

La Dermatoscopia, la metodica utilizzata per lo screening delle lesioni pigmentate e della patologie infiammatorie, può essere largamente applicata anche nell’osservazione della Xerosi e proprio per questo possiamo chiamarla Xeroscopia quando utilizzata per tale scopo.

La Xeroscopia deve essere utilizzata senza mezzo da contrasto per l’osservazione della morfologia delle squame sulla superficie cutanea e in immersione per avere una stima dell’entità dello spessore delle squame stesse ma soprattutto per valutare la presenza o meno di infiammazione cutanea associata alla Xerosi.

Sebbene come dermatologi al momento della sola visita clinica siamo in grado di formulare una diagnosi, la Xeroscopia è una valida metodica per definire oltre alla tipologia e all’entità della pelle secca anche l’approccio sintomatico per gestire la problematica valutando, in base ai segni osservati con la metodica citata, la necessità di usare solo trattamenti idratanti oppure lenitivi, così come l’opportunità di utilizzare e consigliare un tipo di detergente rispetto ad un altro.

La relazione, presentata al XXVI Congresso Nazionale AIDA del 2017, oltre a prendere in esame le cause della Xerosi, le aree interessate, documenta diversi casi clinici, tutti caratterizzati da Xerosi e il loro differente aspetto osservato con la Xeroscopia.

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References


Functional Analyses of the Superficial Stratum Corneum in Atopic Xerosis. Mariko Watanabe, MDHachiro Tagami, MDIzumi Horii, MA; et al Arch Dermatol. 1991;127(11):1689-1692

Xerosis and pruritus in the elderly: recognition and management. Robert A. Norman Dermatol Ther. 2003;16(3):254-9. Review.

Xerosi cutanea (pelle secca) e prurito: la guida completa. A. Martella

Cheratosi Attinica e Campo di cancerizzazione

Abstract


Al tatto è apprezzabile, nelle sua fasi iniziali, come un granello di sabbia ed è difficile da osservare da un occhio non esperto come quello del Dermatologo.

Proprio per questo la Cheratosi Attinica è confusa con la pelle secca e come tale, quando accade, è trattata solo con l’applicazione di creme idratanti.

La Cheratosi Attinica è una manifestazione tipica dei soggetti adulti-anziani, soprattutto ma non necessariamente se di carnagione chiara, che compare nelle aree fotoesposte: cuoio capelluto, fronte, elici delle orecchie, dorso delle mani e tronco.

E’ una conseguenza dell’esposizione cronica al sole e nei soggetti con marcato fotodanno.
Le Cheratosi Attiniche sono localizzate su tutta la superficie cutanea.

La Cheratosi Attinica non è un problema estetico di pelle secca ma un vero è proprio tumore cutaneo che può essere superficiale oppure infiltrato nella cute che può evolvere verso la formazione del Carcinoma Spinocellulare o del Carcinoma Basocellulare.

Sebbene le Cheratosi Attiniche vengano distinte in grado I, II e III in base all’aspetto clinico e dermatoscopico, il concetto rilevante è che la conferma di un danno d’organo che ha interessato la cute nella zona in cui si è o si sono manifestate. Danno d’organo che anche se al momento della prima valutazione del dermatologo presenta solo una o poche Cheratosi Attiniche è noto che, al di sotto della superficie cutanea, presenta già altri cloni di cellule geneticamente modificate e che nel tempo potranno manifestarsi clinicamente.

Il trattamento della Cheratosi Attinica può prevedere e associare diversi approcci medici specialistici che spaziano dal trattamento della singola lesione al trattamento del campo di cancerizzazione, ovvero della cute danneggiata dall’esposizione al sole.

La relazione presentata, al Congresso Sidemast giovani di Viareggio nel 2015, prende in esame le diverse manifestazioni cliniche e dermatoscopiche delle Cheratosi Attiniche e il concetto di campo di cancerizzazione

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References


Solar Radiation Exposure and Outdoor Work: An Underestimated Occupational Risk. Modenese A, Korpinen L, Gobba F. Int J Environ Res Public Health. 2018 Sep 20;15(10)

Actinic keratosis – review for clinical practice. de Oliveira ECV, da Motta VRV, Pantoja PC, Ilha CSO, Magalhães RF, Galadari H, Leonardi GR. Int J Dermatol. 2018 Aug 2.

Energy-based devices for actinic keratosis field therapy. Dong J, Goldenberg G. Cutis. 2018 May;101(5):355-360.

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