La salute della pelle a cura di
Dermatologia Myskin

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L’acido salicilico fa bene all’acne?

L’acido salicilico è un ingrediente comune nei prodotti per la pelle usati per curare l’acne. Agisce sbloccando i pori ostruiti ed esfoliando la pelle.
In questo articolo vedremo cos’è l’acido salicilico, come funziona per curare l’acne e se è sicuro ed efficace. 

Cos’è l’acido salicilico?

L’acido salicilico è un beta idrossiacido che si trova naturalmente in piante come la corteccia di salice.

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Corteccia di Salice

L’acido salicilico ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche e funziona anche come esfoliante per rimuovere le cellule morte della pelle.

Molti detergenti o prodotti per la cura della pelle del viso contro l’acne contengono acido salicilico come principio attivo.

Quando utilizzarlo?

L’ American Academy of Dermatology (AAD) consiglia di utilizzare un prodotto per la cura della pelle contenente acido salicilico per trattare alcuni tipi di acne, tra cui:

  • Pustole: brufoli pieni di pus.
  • Papule: piccole protuberanze dure che possono dare al tatto una sensazione di ruvidità della pelle
  • Punti neri: una piccola protuberanza con una superficie scura. I punti neri si sviluppano a causa di un blocco all’interno di un follicolo pilifero.
  • Punti bianchi: follicolo completamente bloccato.

Come funziona l’acido salicilico?

L’acne si forma quando il sebo in eccesso e le cellule morte della pelle ne bloccano i pori. I batteri possono anche rimanere intrappolati all’interno del poro, causando infiammazione e brufoli pieni di pus.

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Meccanismo d’azione dell’acido salicilico

L’acido salicilico agisce per curare l’acne liberando i pori ostruiti. Lo fa abbattendo i legami tra le cellule morte della pelle in modo che possano liberarsi dai pori più facilmente.

L’acido salicilico riduce anche la produzione di sebo della pelle, portando a meno sfoghi.

Forme, dosaggio e modalità di utilizzo

La tabella seguente offre linee guida generali per l’utilizzo di diverse forme e concentrazioni di acido salicilico. Le persone dovrebbero sempre seguire le istruzioni sulle etichette dei singoli prodotti o il consiglio del proprio medico o dermatologo.

Forme di acido salicilicoConcentrazioneModalità di utilizzo
Trattamenti topici da bancoDallo 0,5% al ​​2%Seguire le istruzioni del prodotto, che indicheranno se utilizzare come detergente o lasciare in posa per un tempo prestabilito. Applicare inizialmente una volta al giorno, quindi aumentare gradualmente le applicazioni fino a 2-3 volte al giorno. In caso di eccessiva secchezza o desquamazione, ridurre le applicazioni a giorni alterni.
Peeling chimiciFino a 50%Solo un dermatologo esperto dovrebbe eseguire la procedura.

 

Uso come esfoliante

L’acido salicilico funziona come un esfoliante per eliminare le cellule morte della pelle.
I professionisti possono utilizzare peeling chimici contenenti fino al 50% di acido salicilico.
I peeling chimici possono aiutare a trattare i seguenti tipi di acne e la conseguente pigmentazione residua:

  • papule
  • brufoli
  • punti neri
  • eritema post-acne
  • iperpigmentazione

Effetti collaterali

L’acido salicilico può causare alcuni effetti collaterali. Questi possono variare a seconda del tipo di pelle o della forma o concentrazione di acido salicilico che si sta  utilizzando. Gli effetti collaterali possono includere:

  • lieve bruciore
  • desquamazione della pelle
  • lieve irritazione
  • secchezza

Precauzioni

Il Food and Drug Administration (FDA)  fornisce le seguenti precauzioni per le persone che utilizzano acido salicilico:

  • Utilizzare qualsiasi prodotto contenente acido salicilico su una piccola area di pelle prima di applicare il prodotto più liberamente. Non utilizzare il prodotto se si sviluppa una reazione nel sito del patch test.
  • Seguire attentamente le istruzioni sull’etichetta del prodotto.
  • Evitare di utilizzare una quantità di prodotto superiore a quella consigliata.
  • Evitare di applicare il prodotto con una frequenza maggiore di quella indicata in etichetta.
  • Evitare di usare prodotti acido salicilico su neonati e bambini.
  • Proteggere sempre la pelle dal sole quando si utilizzano prodotti contenenti acido salicilico.

Le persone dovrebbero anche prendere le seguenti precauzioni quando si utilizza un prodotto all’acido salicilico:

  • Evitare il contatto con gli occhi, la bocca o qualsiasi membrana mucosa, come quelle all’interno del naso.
  • Smettere di usare il prodotto se ci sono effetti collaterali eccessivi e contattare un Dermatologo per ulteriori consigli.

Esempi di effetti collaterali includono:

> desquamazione della pelle
> irritazione

  • Se una persona ingerisce accidentalmente una soluzione contenente acido salicilico, consultare immediatamente un medico.
  • Evitare di utilizzare medicazioni ermetiche o impermeabili, o unguenti a base di petrolio, sopra l’acido salicilico poiché potrebbero causare un’eccessivo assorbimento dell’acido salicilico.
  • Evitare altri farmaci contenenti acido salicilico durante l’utilizzo di prodotti all’acido salicilico. Esempi di tali farmaci includono l’ aspirina e alcune lozioni utilizzate per infortuni sportivi.

Sicurezza

L’acido salicilico potrebbe non essere sicuro per tutti. Alcuni esempi sono delineati di seguito:

Condizioni pre esistenti

I prodotti a base di acido salicilico potrebbero non essere sicuri per le persone che hanno problemi ai reni o al fegato. Chiunque abbia una tale condizione dovrebbe parlare con il proprio medico prima di considerare l’utilizzo di prodotti contenenti acido salicilico.

Allergie

Se le persone hanno una reazione allergica all’ acido salicilico, devono interrompere immediatamente l’uso del prodotto e consultare un medico.

Gravidanza e allattamento

L’uso topico di acido salicilico in gravidanza e allattamento non è problematico a causa del limitato assorbimento sistemico.

Se una persona desidera maggiori informazioni sull’uso dell’acido salicilico durante la gravidanza o l’allattamento, dovrebbe contattare il proprio Dermatologo.

Suggerimenti per la cura della pelle

L’ AAD raccomanda i seguenti suggerimenti per la cura della pelle e la gestione dell’acne:

  • lavare il viso due volte al giorno e dopo aver sudato
  • lavare il viso con acqua tiepida
  • utilizzando la punta delle dita per pulire delicatamente il viso con un detergente viso non abrasivo
  • evitare di sfregare la pelle
  • evitare di toccare il viso con le mani non lavate
  • proteggere la pelle dal sole, utilizzare creme prottetive ad alto SPF ed evitare i lettini abbronzanti

Potrebbero dover consultare il proprio Dermatologo prima di utilizzare i prodotti all’acido salicilico:

  • persone che hanno una condizione di salute preesistente che colpisce il fegato o i reni
  • persone allergiche o sensibili a acido salicilico o ad uno qualsiasi degli ingredienti aggiuntivi elencati sull’etichetta del prodotto
  • persone che stanno assumendo farmaci o stanno per sottoporsi a test di laboratorio
  • donne in gravidanza o in allattamento

Se una persona non riscontra alcun miglioramento nella propria acne dopo aver utilizzato un prodotto contenente acido salicilico per 6-8 settimane, dovrebbe consultare un Dermatologo per discutere ulteriori opzioni di trattamento.

Chiunque manifesti effetti collaterali durante l’utilizzo di acido salicilico dovrebbe interrompere l’uso del prodotto e contattare il proprio medico. Se una persona sviluppa sintomi di una reazione allergica o tossicità salicilica, deve consultare immediatamente un medico.


Riferimenti scientifici

La pelle secca nei bambini con Dermatite Atopica: sintomi e rimedi

La pelle secca è più comune di quanto si possa credere e può essere la manifestazione di una malattia dermatologica ma anche di una metabolica o sistemica.

Il termine medico per indicare la pelle secca è Xerosi e ritenerla solo un inestetismo è riduttivo. La pelle secca infatti è il segnale oggettivo di un problema morfologico e funzionale della pelle e in alcuni casi la prima manifestazione di diabete.

Una patologia dermatologica molto comune associata alla Xerosi è la Dermatite Atopica, patologia infiammatoria cronica e recidivante, che solo negli USA interessa circa il 12,5% dei bambini (dato del tutto sovrapponibile a quello del resto del mondo occidentale).

La Dermatite Atopica è una patologia costituzionale, presente dalla nascita, e multifattoriale perché se da un lato è stato dimostrato il ruolo della mutazione genetica a carico della filaggrina, responsabile della disfunzione della barriera cutanea, dall’altro sono diversi fattori scatenanti, i cosiddetti triggers, che possono causare esacerbazioni o scatenare le manifestazioni cutanee tipiche.
I triggers possono essere fattori ambientali quali ad esempio lo sbalzo eccessivo della temperatura, l’inquinamento e polvere o biologici, quali batteri e virus.

Questi fattori, oltre ad avere un ruolo importante nella Dermatite Atopica, sono rilevanti per la marcia atopica dove oltre alle manifestazioni dermatologiche è presente un interessamento delle vie respiratorie con asma e rinite ma anche congiuntivite.

Sottolineo fin da ora che il corretto, tempestivo e quotidiano trattamento della pelle secca (Xerosi) della Dermatite Atopica nei bambini è fondamentale e di primaria importanza per risolvere sia ciò che vediamo sulla pelle, ovvero la secchezza, ma anche per:

  • evitare complicazioni dermatologiche quali le sovrainfezioni batteriche o virali
  • allungare l’intervallo libero di malattia riducendo le recidive della patologia
  • migliorare la qualità di vita del paziente

La pelle secca è il segno oggettivo della disfunzione della barriera cutanea, lo strato più esterno della pelle, il nostro primo baluardo contro le aggressioni fisiche, chimiche e biologiche.

La sua struttura è simile ad un muro a mattoni cementati dove i corneociti sono i mattoni e la matrice intercellulare, posizionata tra un corneocita e l’altro, è il cemento.
La matrice intercellulare è costituita essenzialmente da lipidi, quali acidi grassi liberi, ceramidi e colesterolo.

Gli acidi grassi liberi della matrice intercellulare sono fondamentali per la struttura dello strato corneo; i ceramidi invece per la formazione del doppio strato lipidico e per trattenere acqua all’interno dello strato corneo; mentre il colesterolo per l’organizzazione dei lipidi cutanei, le proprietà fisiche della barriera e l’assorbimento dei topici applicati sulla pelle.

In sintesi, la barriera cutanea regola e controlla il turn over cellulare, la penetrazione nella pelle di sostanze dall’esterno, la dispersione di acqua; più in generale è fondamentale per l’omeostasi cutanea.

Quando la barriera cutanea è alterata, come si verifica nella Dermatite Atopica, la pelle è particolarmente secca e i meccanismi appena descritti saltano completamente.

Proprio questo è il motivo per cui la Xerosi non è un problema estetico ma funzionale della pelle!

Inoltre siccome la pelle secca favorisce l’insorgenza del prurito, sintomo impattante sulla qualità di vita, è facile comprendente anche la sua rilevanza psicologica, sia per la persona che ne soffre sia per, nel caso di un bambino, i familiari che devono prendersene cura.
Il prurito può compromettere il sonno e nei bambini con Dermatite Atopica comportare un deficit dell’attenzione o iperattività a scuola.

 

Ci sono poi altri due aspetti poco conosciuti legati alla (xerosi): come si manifesta e il suo impatto sul microbioma cutaneo.

Per quanto riguarda il primo aspetto, normalmente quando pensiamo alla pelle secca la immaginiamo raggrinzita, screpolata e ruvida al tatto ma le sue complicazioni sono molte di più perché, se ad esempio il problema è cronico e persiste da tempo, si associa ad ispessimento cutaneo.

Quando un Dermatologo visita un paziente con pelle secca, tali manifestazioni forniscono indicazioni riguardo alla gravità della Xerosi, all’intensità del prurito e, nel caso della Dermatite Atopica, della severità della patologia.

Personalmente per cogliere i dettagli della pelle secca di un paziente e monitorare nel tempo il decorso, oltre alla valutazione ad occhio nudo, associo sempre la dermatoscopia – la stessa metodica normalmente utilizzata per il controllo e lo screening dei nevi – che nel caso specifico chiamo Xeroscopia perché è in grado di farmi cogliere l’entità dell’infiammazione presente, così come di osservare la tipologia delle squame presenti e l’aspetto della tramatura cutanea. Tali indicazioni le ritengo rilevanti per consigliare alla persona con la pelle secca il trattamento più funzionale e adatto al suo bisogno cutaneo.

Invece, per quanto riguarda il microbioma cutaneo, è stato dimostrato che, in caso di pelle secca, esso è alterato. In particolare è stato documentato uno sbilanciamento quantitativo e qualitativo a carico dei micro-organismi presenti a livello della superficie cutanea tale da scatenare e mantenere nel tempo il processo infiammatorio della Dermatite Atopica creando un circolo vizioso che auto-mantiene nel tempo la malattia.

Come è possibile tutto ciò?

La causa scatenante è la pelle secca che  ribadisco  non è un inestetismo ma un problema morfologico, funzionale e psicologico della persona.

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Per trattare la pelle secca è necessario partire da un’adeguata detersione, questo anche nel caso di bambini affetti da Dermatite Atopica.
Detergere la cute è il primo gesto di un rituale quotidiano che prevede l’associazione di trattamenti emollienti delicati con azione lenitiva e in grado di ripristinare la barriera cutanea.

Applicati quotidianamente contribuiscono a ridurre il rischio di recidive.


Bibliografia

The impact of pediatric atopic dermatitis on families: A review

LINEE GUIDA ITALIANE 2017

LINEE GUIDA NICE

LINEE GUIDA GIAPPONESI 2020

Invecchiamento cutaneo: guida completa, cause e rimedi

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La nostra pelle è la prima barriera che ci protegge dai cosiddetti “stressori ambientali” di tipo chimico, fisico e biologico con cui entriamo in contatto quotidianamente. Questi agenti, associati a fattori intrinseci (interni al nostro corpo) sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo ma anche dell’aumento del rischio di tumori della pelle.

Lo stile di vita, le abitudini come il fumo o la mancanza di un corretto riposo notturno, l’attività lavorativa (indoor o all’aperto), il livello di inquinamento dell’area geografica in cui abitiamo e lavoriamo, nonché l’esposizione a fonti luminose naturali o artificiali, sono tutti fattori che impattano sulla pelle, soprattutto nelle aree non coperte dagli abiti come il viso e le mani.

Questi fattori, definiti nel loro insieme “esposoma”, agiscono non solo sugli strati più superficiali della pelle, l’epidermide e lo strato corneo, ma anche più in profondità causano l’invecchiamento cutaneo. La luce solare, ad esempio, induce stress ossidativo fino al derma profondo, responsabile sia del foto-invecchiamento che della cosiddetta “foto-carcinogenesi” ossia la capacità delle radiazioni solari di indurre tumori della pelle. Che i raggi solari siano cancerogeni lo sappiamo da tempo e ce lo dice l’Organizzazione Mondiale della Salute. Ma ad oggi le ricerche scientifiche stanno riscontrando che anche l’inquinamento dell’aria o il fumo di sigaretta possono causare danni alla pelle.

Quando comincia l’invecchiamento cutaneo, la nostra pelle ce lo dice, mostrandosi più secca, più segnata con un colorito più spento e una minore elasticità.

La funzione barriera e la capacità di autoriparazione della nostra pelle vengono indebolite dal processo di invecchiamento cutaneo e diventano meno efficaci; con il passare degli anni le ferite rimarginano più lentamente e compaiono nuove pigmentazioni che identifichiamo come “macchie dell’età” ma che non sempre sono di natura benigna. Tutti gli strati della pelle si assottigliano, sia l’epidermide che il derma, e questo la rende più sensibile, a volte arrossata e sintomatica.

Se potessimo entrare nelle nostre cellule cutanee durante il processo di invecchiamento cutaneo, noteremmo un cambiamento delle strutture che contengono il DNA, l’attivazione di geni oncogeni, una disfunzione sempre più severa dei mitocondri (gli organelli che producono l’energia della cellula) e tutto un via vai di radicali liberi dell’ossigeno (i cosiddetti ROS).

Cosa è il cronoinvecchiamento cutaneo?

È inevitabile che con il passare del tempo, tutte le cellule del nostro corpo, non solo quelle della pelle, invecchino. A questo processo diamo il nome di invecchiamento intrinseco o crono-invecchiamento. È un meccanismo complesso che coinvolge sia fattori genetici che metabolici. Nella nostra pelle circa il 5% dell’ossigeno consumato viene trasformato in radicali liberi proprio dal processo di invecchiamento cutaneo.

I cheratinociti dell’epidermide e i fibroblasti nel derma sono le fonti primarie di formazione di ROS nella pelle.

Anche la formazione di melanina all’interno dei melanociti è un processo che rilascia ROS.

Man mano che il tempo passa, indipendentemente dall’ambiente esterno, i radicali liberi intaccano i cheratinociti e i fibroblasti riducendone numero e funzionalità, e di conseguenza rallentando il turnover cellulare epidermico, diminuendo la produzione di collagene fino ad annullarla, inducendo atrofia e fibrosi della pelle.

Cosa è il foto-invecchiamento cutaneo?

I raggi ultravioletti sono la principale causa di invecchiamento cutaneo estrinseco o fotoinvecchiamento e agiscono su più fronti: danneggiano il DNA cellulare, inducono stress ossidativo, infiammazione e immunosoppressione. Ma non solo, i raggi UV attivano anche il sistema neuroendocrino della pelle inducendo il rilascio di mediatori chimici che “irritano” le terminazioni nervose periferiche.

Oltre ai raggi UV ci sono altre radiazioni che intaccano la pelle

I raggi infrarossi ne sono un esempio. Ne esistono di 3 tipi A, B, C come per gli UV. Se gli infrarossi di tipo B e C inducono effetti cutanei superficiali, gli infrarossi A penetrano più in profondità riducendo la sintesi del collagene, stimolando la produzione di nuovi vasi sanguigni, riducendo la velocità del turnover dei cheratinociti e il numero delle cellule di Langerhans importanti nella modulazione della risposta immunitaria cutanea.

E poi c’è la luce visibile, snobbata fino a qualche tempo fa, ora invece è oggetto di studio in quanto sembrerebbe che contribuisca al fotoinvecchiamento, in particolare stimolando iperpigmentazione cutanea  e di conseguenza la formazione di macchie scure. La luce blu, in sinergia con i raggi UVA, induce iperpigmentazione nei fototipi più scuri (4 e 6) ma la pigmentazione indotta dalla luce blu è più scura e più duratura di quella indotta dagli UVA.

Come cambia la barriera cutanea durante l’invecchiamento della pelle?

La barriera cutanea è fondamentale per proteggere il nostro corpo e mantenerne il corretto equilibrio. La superficie cutanea è ricoperta dal film idrolipidico prodotto dalla ghiandola sebacea, dalla sudorazione e dalla traspirazione del derma. La parte lipidica, secreta attraverso i follicoli piliferi, è costituita principalmente da squalene, trigliceridi e cere e ha il compito di proteggere la pelle da potenziali sostanze tossiche dell’ambiente esterno, fornendo il nutrimento per i microorganismi che vivono sulla nostra pelle mantenendone l’equilibrio (il cosiddetto microbioma cutaneo). Questi lipidi intercellulari sono importantissimi perché responsabili della maggiore o minore permeabilità dello strato corneo.

La pelle con il passare del tempo apparirà più secca, arrossata e spesso pruriginosa, tutti segnali che indicano un’alterazione sia della componente acquosa che lipidica della barriera cutanea

con una diminuzione dei suoi costituenti grassi (colesterolo e acidi grassi), peptidi antimicrobici, prodotti della degradazione della filaggrina (la principale proteina dei cheratinociti).

La nostra pelle è colonizzata da diverse tipologie di microrganismi, batteri, virus, lieviti, acari che insieme costituiscono il microbioma, che è essenziale per mantenere non solo in equilibrio il sistema immunitario cutaneo ma anche quello di tutto il nostro corpo. Quando, a causa dell’invecchiamento cutaneo, la funzione barriera della cute viene alterata, aumenta la nostra sensibilità agli irritanti con cui entriamo in contatto, nonché la permeabilità alle sostanze cosmetiche e farmacologiche che ci applichiamo sulla cute. I sebociti rallentano la produzione di sebo e di conseguenza viene meno la naturale protezione meccanica della cute, la pelle diventa più secca, aumenta l’evaporazione della componente intraepidermica di acqua (Trans Epidermal Water Loss).

L’inquinamento dell’aria può causare invecchiamento cutaneo?

Si, l’aumento degli inquinanti nell’aria che respiriamo e che si depositano sulla nostra pelle durante la giornata hanno un effetto dannoso sulla pelle. L’esposizione prolungata ad alti livelli di inquinanti aerei come idrocarburi aromatici policiclici, i materiali particolati, l’ozono ambientale, intacca il fisiologico equilibrio cutaneo ed è stata associata alla comparsa di malattie infiammatorie della pelle come la dermatite atopica e l’eczema.

Gli inquinanti aerei agiscono danneggiando la pelle secondo 3 meccanismi diversi

  • generando radicali liberi
  • inducendo la cascata infiammatoria
  • distruggendo la barriera cutanea

La pelle spesso reagisce a questo insulto attivando tutte le risposte possibili in sua difesa.

In particolare, il sistema neuroendocrino, i cheratinociti, le cellule di Langerhans, i melanociti, le cellule dermiche come i fibroblasti e i linfociti, si attivano per rispondere a questo insulto, a volte vincono, a volte perdono la loro battaglia.

Le molecole più piccole di materiali particolati, depositandosi sulla nostra pelle, possono penetrare fino al derma attraverso i follicoli piliferi e le ghiandole sebacee senza alterare in alcun modo l’epidermide.

Il danno avviene in maniera subdola solo in profondità senza che la superficie se ne accorga, almeno all’inizio

Un altro inquinante aereo con cui la nostra pelle entra in contatto quotidianamente sono gli inquinanti organici persistenti (POPs, Persistent Organic pollutants), che derivano dai processi industriali (diossine), dal traffico urbano (idrocarburi aromatici) e dall’agricoltura (i pesticidi). queste sostanze non vengono solo inalate dai nostri polmoni ma penetrano anche attraverso la pelle, alterandone la risposta immunitarie, inducendo un aumento di radicali liberi, aumentando la produzione di melanina e causando vere e proprie malattie della pelle come la cloracne indotta dalla diossina.

Anche l’ozono, un normale e fondamentale componente della stratosfera, che ci protegge e filtra i dannosissimi raggi UVC del sole, se presente nella troposfera (l’aria che respiriamo tutti i giorni) è considerato un inquinante, ed è forse il più potente ossidante per la nostra pelle a cui siamo esposti. Studi in vivo e in vitro hanno dimostrato che un’esposizione anche a breve termine ad alti livelli di ozono causa una riduzione importante delle difese cutanee, un aumento dello stress ossidativo e un effetto citotossico sulla pelle.

Se associamo, come succede praticamente ogni giorno nelle nostre città, radiazioni luminose e tutti gli inquinanti ambientali aerei che abbiamo accennato sopra (negli studi scientifici questa accoppiata letale viene definita “foto- inquinamento”), la nostra pelle ci apparirà un vero campo di battaglia. Alcuni studi hanno associato questi due fattori causali alla comparsa di lentiggini del volto e carenza di vitamina D cutanea.

Le fonti luminose artificiali: i nuovi inquinanti causa di invecchiamento cutaneo

Che i raggi UV del sole causino danni alla nostra pelle è ormai assodato, ma negli ultimi 30 anni, come conseguenza dello sviluppo tecnologico, la nostra pelle è stata esposta a nuove tipologie di raggi luminosi. Inoltre, la vita moderna ci porta a restare molto di più in ambienti chiusi, con poca illuminazione naturale e strettamente a contatto con quella artificiale.

Studi recenti hanno evidenziato che esposizioni anche brevi (1 ora) a fonti luminose moderne come luci LED, smartphones, tablets, e computers causano la produzione di ROS fino alla morte cellulare.

Al momento non è ancora chiaro quali siano gli effetti a lungo termine di questi dispositivi ma possiamo già affermare che parte dell’invecchiamento cutaneo estrinseco è causato proprio da queste nuove abitudini.

Cosa fare per evitare e trattare l’invecchiamento cutaneo?

Se da un lato non possiamo evitare il passare degli anni, molto possiamo fare per contrastare l’invecchiamento cutaneo fisiologico (cronoinvecchiamento) e evitare quello dovuto ad uno scorretto stile di vita (foto-invecchiamento).

Tutto ciò che noi osserviamo sulla superficie della nostra pelle quali le macchie scure, le rughe, la perdita di elasticità e del tono e il colorito spento, sono tutte manifestazioni di danni che si sono verificati e si verificano negli strati profondi dell’epidermide e del derma.

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Proprio per questo è fondamentale tener presente che la prevenzione e il trattamento dell’invecchiamento cutaneo deve necessariamente essere strutturato e prevedere l’impiego quotidiano di prodotti in grado di agire contro tutte le cause dell’invecchiamento della pelle del viso e delle mani evitando di focalizzare l’attenzione solo su uno o più segni visibili sulla pelle.

Trattare solo la ruga, solo la macchia, solo la perdita dell’elasticità o solo la perdita della luminosità è limitativo in quanto sono solo alcuni degli aspetti percepiti dell’invecchiamento cutaneo che invece richiede un approccio globale sia su ciò che vediamo ad occhio nudo sia sulle alterazioni cellulari della pelle.

Bibliografia



Can Light Emitted from Smartphone Screens and Taking Selfies Cause Premature Aging and Wrinkles?
J Biomed Phy Eng 2018 Dec 1;8(4):447-452

Environmental Stressors on Skin Aging. Mechanistic Insights.
Front Pharmacol 2019 Jul 9;10:759

Pigmentation effects of blue light irradiation on skin and how to protect against them
Int J Cosmet Sci 2020 Aug;42(4):399-406

Rosacea e fenotipo: le nuove linee guida

Il panel globale di 21 membri ROSacea Consensus ha sviluppato raccomandazioni aggiornate per rosacea, diagnosi, classificazione e gestione per supportare e promuovere la transizione verso un approccio fenotipico nella rosacea.

Nel 2017, il ROSacea Consensus (ROSCO) ha raccomandato il passaggio da un approccio sottotipico a un approccio fenotipico per la diagnosi, la classificazione e la gestione della rosacea.

Le raccomandazioni aggiornate sulla diagnosi, classificazione e gestione mirano a promuovere l’adozione di questo approccio fenotipico e tenere conto dei progressi nella ricerca. A tal fine, il documento include prototipi di strumenti clinici che dovrebbero aiutare i professionisti a utilizzare l’approccio fenotipico.

Richard Gallo, MD, Ph.D., Irma Gigli Distinguished Professor e Chairman, dipartimento di dermatologia, University of California San Diego School of Medicine, San Diego, è uno dei sette medici degli Stati Uniti che hanno fatto parte della giuria internazionale. È stato anche membro del Comitato di esperti della National Rosacea Society che ha recentemente pubblicato un rapporto aggiornato sulle opzioni di gestione della rosacea.

“Le due serie di linee guida si allineano strettamente e mostrano il consenso tra gli esperti del settore”, dice il dottor Gallo a Dermatology Times. “Il sistema rivisto basato sul fenotipo per la classificazione della rosacea è un miglioramento che è stato creato per soddisfare al meglio le esigenze del singolo paziente con rosacea. Le nuove linee guida di gestione riconoscono che la rosacea si presenta frequentemente con più fenotipi.

Riconoscere la coesistenza di diversi fenotipi consente una migliore terapia”.

Le raccomandazioni sono state sviluppate utilizzando un processo Delphi modificato, sono suddivise in cinque sezioni e trattano i seguenti argomenti:

  • Gravità della malattia e obiettivi del trattamento
  • Diagnosi, classificazione e valutazione
  • Trattamento
  • Monitoraggio
  • Rosacea oculare

Le raccomandazioni sul carico di malattia e sugli obiettivi del trattamento indirizzano i medici a valutare la gravità e identificare il suo peso come parte di un approccio decisionale condiviso alla selezione del trattamento.

Il Dermatology Life Quality Index (DLQI) e/o una serie di domande alternative sono suggerite per valutare l’impatto psicosociale e funzionale della rosacea, nonché la gravità dei segni e dei sintomi della malattia. La sezione evidenzia inoltre che l’obiettivo primario del trattamento dovrebbe essere quello di ottenere una pelle “chiara” o “quasi pulita”.

Come ausilio per la diagnosi, la classificazione e la valutazione, l’articolo include tabelle che forniscono descrizioni delle caratteristiche della rosacea cutanea e considerazioni per valutare la gravità delle caratteristiche della rosacea cutanea minore.

Le raccomandazioni sul monitoraggio della rosacea sottolineano la necessità di un follow-up continuo perché la rosacea è una malattia cronica. Inoltre, identificano la tollerabilità, il costo e l’efficacia primaria come fattori chiave da discutere durante i consulti valutare la soddisfazione del paziente dopo il trattamento.

Anche l’aderenza al trattamento è trattata nella sezione sul monitoraggio, le raccomandazioni includono un elenco di questioni da discutere con i pazienti come mezzo per promuovere l’adesione. Gli argomenti includono aspettative sulla durata del trattamento, tempo per l’inizio dell’efficacia, interventi non medici, necessità di terapia di mantenimento, possibilità di ottenere una pelle pulita e potenziali effetti collaterali.

Nella sezione sulla rosacea oculare, il gruppo ROSCO ha identificato la sotto-diagnosi della condizione da parte dei dermatologi come un problema e il gruppo ha anche citato la diagnosi ottimale della condizione, una descrizione delle sue caratteristiche e linee guida basate sull’evidenza per la rosacea oculare come non soddisfatte esigenze.

Tuttavia, il gruppo ROSCO ha raggiunto un consenso sulle descrizioni delle caratteristiche della rosacea oculare, che sono riassunte in una tabella, nonché sulle indicazioni per il rinvio del paziente. Queste ultime caratteristiche includono blefarocongiuntivite, sclercheratite, uveite anteriore e blefarocongiuntivite.

Promuovere l’approccio fenotipico

Sebbene ci siano prove che i dermatologi stanno implementando l’approccio fenotipico nella cura della rosacea, alcuni membri del gruppo ROSCO hanno identificato alcuni ostacoli.

“Le nostre prossime sfide sono capire come applicare al meglio l’approccio fenotipico e renderlo di facile utilizzo”, afferma il dottor Gallo.

Per facilitare l’adozione, il gruppo ha sviluppato una checklist clinica e l’ha incorporata in un prototipo del suo strumento Rosacea Tracker. Il perfezionamento e la convalida dello strumento sono obiettivi futuri.

Implicazioni più ampie

Il dottor Gallo suggerisce che il riconoscimento che i pazienti con rosacea possono presentare più di un fenotipo non è solo un progresso per ottimizzare la cura del paziente al momento, ma è anche un passo avanti per la progettazione di studi di ricerca che possono portare a una terapia più efficace.

“Mi aspetto che i miglioramenti nel sistema di classificazione accelereranno lo sviluppo di approcci terapeutici migliori per la rosacea. In particolare, speriamo di trattare meglio il fenotipo del rossore poiché questo è stato più resistente alla terapia attuale “, dice.

Riferimenti Scientifici

Tan J, Almeida LMC, Bewley A et al. Br J Dermatol. 2017; 176: 431–438.
Schaller M, et al. Br J Dermatol. 2020; 182 (5): 1269-1276.

Thiboutot D, et al. J Am Acad Dermatol. 2020; 82 (6): 1501-1510.

Quali sono le migliori routine di cura della pelle per gli uomini?

La pelle di ognuno è diversa e può necessitare di una skincare su misura. La pelle maschile è tipicamente più grassa, con più peluria e più spessa, ed è per questo che alcune pratiche e prodotti possono essere più utili.

Questo articolo aiuta a trovare la skincare più adatta alle proprie esigenze che può funzionare bene per te e per il tuo tipo di pelle.

Determinazione del tipo di pelle

La pelle varia da persona a persona. Diversi fattori possono rendere la pelle più secca, più grassa o più incline all’acne. Secondo l’ American Academy of Dermatology (AAD) , ci sono cinque tipi di pelle:

  • La pelle normale, generalmente priva di macchie e sebo, non è sensibile ai prodotti che contengono coloranti o altre fragranze.
  • Pelle grassa, che appare grassa o lucida.
  • Pelle secca, che è ruvida, pruriginosa o screpolata.
  • Pelle mista, dove alcune zone sono secche mentre altre sono grasse.
  • Pelle sensibile, che può avere reazioni a determinati prodotti provocando sensazioni di bruciore, prurito o dolore.

L’aspetto, la sensazione e la sensibilità sono dei semplici modi per identificare il proprio tipo di pelle e seguire una routine adeguata.

Routine di base per la cura della pelle

Per prendersi cura adeguatamente della propria pelle, un uomo dovrebbe seguire questa routine di base:

  • lavarla quotidianamente
  • farsi la barba
  • applicare una crema idratante
  • applicare la crema solare
  • controllare regolarmente la pelle

L’ AAD suggerisce di scegliere i prodotti in base al tipo di pelle raccomandando l’utilizzo di prodotti privi di olio e non comedogenici. Gli articoli non comedogenici generalmente non causano l’ostruzione dei pori che possono portare all’acne.

Lavare quotidianamente la pelle

Una buona routine inizia e si conclude tipicamente con il lavaggio della pelle: ciò include la pulizia del viso al mattino, alla sera, dopo l’esercizio fisico o la sudorazione. Una persona dovrebbe usare saponi delicati che non contengano oli o altri ingredienti che potrebbero ostruire i pori.

Farsi la barba

Radere il viso e altre zone del corpo potrebbe non essere una routine quotidiana per tutte le persone. Tuttavia, quando le persone si radono, l’ AAD consiglia di non tendere la pelle. Suggeriscono anche:

  • inumidire la pelle con acqua
  • applicare una crema da barba idratante
  • radersi nella stessa direzione della crescita dei peli
  • risciacquare dopo ogni passaggio
  • cambiare la lama ogni 5–7 rasature

Dopo la rasatura, è consigliato rimuovere delicatamente la crema da barba residua dal viso ed applicare un unguento o una crema idratante.

Applica una crema idratante

L’idratazione è importante per la salute e l’aspetto generale della pelle, poiché può aiutare a ridurre il sebo e la secchezza. Può anche aiutare a ridurre al minimo la comparsa di macchie della pelle.

Il Centro medico dell’Università del Tennessee consiglia di applicare una crema idratante sulle mani dopo ogni lavaggio. Ecco altri consigli per aiutare a mantenere la pelle idratata:

  • evitare docce calde e prolungate
  • utilizzare un umidificatore
  • usare solo saponi delicati
  • tamponare la pelle asciutta dopo il lavaggio
  • bere molta acqua

Applica la crema solare

La Skin Cancer Foundation consiglia di utilizzare la protezione solare ogni giorno almeno 30 minuti prima di uscire. Ciò include i giorni nuvolosi, poiché i raggi ultravioletti del sole possono comunque raggiungere la superficie terrestre. L’applicazione della crema solare è da intendersi su tutto il corpo.

Il National Health Service (NHS) del Regno Unito consiglia alle persone di utilizzare una crema solare con un fattore di protezione solare (SPF) di almeno SPF 30. Questo vale anche per le persone che trascorrono la maggior parte del loro tempo al chiuso o all’interno dei veicoli, poiché i raggi del sole possono penetrare dalle finestre.

Le persone che trascorrono più tempo all’aperto dovrebbero considerare i filtri solari con un SPF maggiore.

Controlla regolarmente la pelle

I Dermatologi raccomandano che le persone senza una storia familiare o personale di cancro della pelle si sottopongano a un controllo della pelle di tutto il corpo una volta all’anno.

Le persone con una storia personale di cancro della pelle dovrebbero vedere un Dermatologo ogni 3-4 mesi per un controllo. Quelli con una storia familiare di melanoma dovrebbero farlo ogni 6 mesi.

Le persone che sono maggiormente a rischio di cancro della pelle dovrebbero controllare in autonomia la loro pelle una volta al mese utilizzando una stanza ben illuminata.

Poiché la pelle di ognuno è diversa, questi consigli possono variare a seconda della persona e della sua storia

E’ sempre bene consultare un dermatologo per discutere un piano di assistenza individuale e personalizzato.

Nei controlli autonomi sarà utile individuare:

  • cambiamenti, escrescenze, protuberanze o macchie sulla pelle
  • escrescenze simili a verruche
  • macchie squamose o rosse che potrebbe sanguinare o incrostarsi
  • piaghe che non guariscono dopo diverse settimane
  • nei con forme o colori irregolari
  • nei che cambiano in forma, colore o dimensione

Skincare per la pelle grassa o a tendenza acneica

La pelle grassa appare lucida e generalmente unta. Le persone che vivono con questo tipo di pelle dovrebbero cercare prodotti oil-free che non ostruiscano i pori idratando correttamente per aiutare a prevenire la formazione di una quantità eccessiva di olio.

Le persone con pelle a tendenza acneica potrebbero dover aggiungere farmaci o unguenti per l’acne alla loro normale routine di cura della pelle, che possono eseguire la mattina, la sera o entrambi.

L’ AAD raccomanda di adottare le seguenti misure per trattare la pelle a tendenza acneica:

  • evitare di strofinare la pelle con salviettine abrasive
  • non toccare, schiacciare o graffiare i brufoli o punti neri
  • evitare di toccare il viso
  • utilizzare la punta delle dita per applicare i detergenti
  • evitare l’esposizione diretta al sole

Skincare per pelli secche o sensibili

Una persona con pelle sensibile dovrebbe prestare molta attenzione ai prodotti per la pelle.Molti di loro contengono coloranti, profumi o altri ingredienti che possono provocare irritazioni.

L’ AAD consiglia di scegliere solo prodotti per pelli sensibili privi di profumo, al fine di evitare ogni tipo di irritazione

Per la pelle secca, è fondamentale idratare regolarmente la pelle, ecco i consigli degli esperti:

  • evitare l’acqua calda durante il lavaggio
  • usare solo saponi idratanti
  • tamponare la pelle asciutta
  • utilizzare un umidificatore
  • bere molti liquidi

Skincare per pelli miste

Può essere difficile per le persone con pelle mista gestire i sintomi della pelle grassa e secca.

Le persone dovrebbero fare dei test per definire la routine per la pelle grassa e secca che funziona al meglio e che non esacerba nessuno dei due tipi di pelle.

Skincare per la pelle più matura

Il National Institute on Aging raccomanda agli anziani di adottare ulteriori misure nella loro routine per ridurre al minimo gli effetti dell’invecchiamento:

  • utilizzare un umidificatore
  • fare meno docce o bagni
  • usare creme idratanti
  • esporre la presenza di eventuali lividi di lunga durata con un medico
  • evitare o ridurre il fumo
  • limitare l’esposizione al sole e indossare creme solari e vestiti che coprano il corpo
  • utilizzare prodotti e routine antirughe efficaci

Una persona dovrebbe parlare con il proprio medico se nota segni di cancro della pelle. Questi includono nei che cambiano rapidamente colore o forma o hanno lesioni che non guariscono.

Una persona dovrebbe eseguire una visita dermatologica se ha la pelle cronicamente grassa, secca o a tendenza acneica per avere delle indicazioni su prodotti di routine da utilizzare. Il Dermatologo potrebbe anche prescrivere creme o unguenti medicati per aiutare a trattare una condizione sottostante.

Sommario

Le routine di cura della pelle possono variare in base al tipo di pelle di una persona, ma dovrebbero includere lavaggio regolare, idratazione, rasatura, uso di crema solare e controlli approfonditi della pelle.

Una routine regolare può aiutare a garantire che le persone si prendano cura della loro pelle.


Riferimenti Scientifici

Qual è il miglior sapone per i bambini?

Macchie scure sul viso: eliminarle è possibile!

Trattare ed eliminare le macchie sulla pelle è spesso più difficile di come si possa immaginare, le aspettative potrebbero essere deluse soprattutto per le donne che, rispetto agli uomini, con manifestazioni sul viso ne soffrono in maniera più importante.

Esistono tantissimi trattamenti, tra cure locali da eseguire a casa o da eseguire in studio dermatologico, grazie alla ricerca scientifica che negli anni è riuscita a mettere a punto soluzioni mirate. 

E’ giusto, però, precisare che:

non esiste il trattamento migliore  in assoluto ma esiste quello più funzionale ed efficace per una specifica tipologia di macchia.

Lo so che starai pensando: “Possibile mai che con tutte le tipologie di cura presenti sul mercato io non sia riuscita ancora ad eliminare le macchie al viso?”

Vediamo insieme qual’è il problema.

Ritengo doverose alcune puntualizzazioni senza le quali il tutto si riduce ad un inutile buco nell’acqua. 

La macchia non è altro che una manifestazione piatta, ovvero allo stesso livello della superficie cutanea, non rilevata, e di colore diverso, più scuro o più chiaro, rispetto a quello della pelle sana. 

Queste due tipologie di macchie rappresentano due capitoli distinti della dermatologia: ipercromie e ipocromie.

Oggi ci focalizzeremo solo sulle macchie scure sulla pelle (ipercromie), quelle di colore bruno, marrone chiaro o scuro che compaiono al viso.

Dottore, mi dica cosa devo fare per eliminare queste macchie!

Indagando a fondo dopo una richiesta del genere scopro che spesso nasconde, oltre al disagio psicologico dovuto alla presenza di queste macchie sul viso difficili anche da nascondere con il trucco, la voglia e il desiderio di cancellarle come fosse una semplice  macchia sul pavimento da spazzar via con un colpo di straccio.

Quella che potrebbe apparire agli occhi della persona come una macchia scura poggiata sulla pelle è, in realtà, nella pelle, ovvero si estende dalla superficie dell’epidermide al suo interno interessando anche gli strati in profondità.

E’ importante, perciò, capire la sua reale estensione. Questo tipo di valutazione non può essere fatta ad occhio nudo o con una lente perché quella macchia, apparentemente di colore marrone omogeneo, in realtà potrebbe essere più profonda in alcune zone e superficiale in altre. Per fare questa valutazione correttamente il dermatologo usa la lampada di wood che emette una luce UV con la quale, osservando la pelle al buio,  ha un’idea dell’estensione in profondità della macchia. 

Questa considerazione è sufficiente per comprendere che un unico tipo di approccio potrebbe non essere sufficiente ed è necessario combinarlo con qualcosa che garantisca sia un’azione in superficie sia in profondità. 

Se per il paziente le macchie sul viso sono tutte uguali pensando che l’amico ha fatto questo o quel trattamento e che vorrebbero farlo anche loro, per il dermatologo le macchie scure possono essere il segno di patologie completamente diverse tra loro

Proprio per questo, per trattare in maniera efficace e mirata le macchie scure è necessaria la diagnosi esatta, possibile grazie alla dermatoscopia, la stessa metodica utilizzata di norma per lo screening dei nei.

L’accumulo localizzato di melanina al viso può portare alla formazione di  macchie al viso diverse tra loro, che spaziano dalla fotodermatite, al melasma, alle Lentigo solari, che rappresentano una delle manifestazioni del fotodanno cronico, fino alla Lentigo maligna.

Intuite benissimo che il punto non è scoprire quali sono i rimedi migliori per le macchie scure del viso ma partire dalla diagnosi per individuare la cura mirata e funzionale. 

D’altronde, per tornare al concetto di prima, anche in casa prima di eliminare una macchia sul pavimento cerchiamo di capire di che macchia di tratta se olio, vino, succo di frutta e tenendo presente anche del tipo di pavimento se in marmo, gres porcellanato, parquet, coccio, ecc.

Allo stesso modo bisognerebbe, dopo aver fatto diagnosi della macchia scura sulla pelle, valutare la tipologia di pelle delle persona, se sensibile, reattiva o allergica ed infine, ma non per questo meno importante, scoprire sempre qual è stata la causa della macchia cutanea.  Molti magari potrebbero rispondere il sole, ed è come se dicessi che la macchia sulla parete di casa è dovuta all’umidità e desidero quindi la pittura migliore per eliminarla. 

Soffermandoci su quest’ultimo parallelismo la soluzione non sarà mai la pittura se prima non comprendiamo il perché della presenza della macchia di umido sulla parete. 

Solo dopo aver identificato ed eliminato la causa dell’umidità sulla parete è possibile immaginare che la pittura possa ridare il colore uniforme ed omogeneo sul muro di casa. 

Allo stesso modo per le macchie scure del viso è necessario trattare per eliminarle ma è altresì necessario capire i motivi responsabili del problema ed evitare che si ripresentino per non avere poi nuovamente le macchie. 

Il trattamento delle macchie scure del viso quindi non può e non deve essere improvvisato ma deve basarsi su basi scientifiche e meglio ancora se codificate in un protocollo

Vi presento il Protocollo studiato e testato da Rilastil.

Rilastil D-Clar: cura efficace contro le macchie scure del viso

IMMAGINE GENTILMENTE CONCESSA DA RILASTIL – CONTENUTO SPONSORIZZATO

Rilastil brand dello storico Istituto Ganassini ha ideato una linea, Rilastil D-Clar, dedicata al trattamento delle macchie scure del viso basato su evidenze scientifiche e per tutti i tipi di pelle, anche le più sensibili, ipoallergenica che può essere usata anche da chi è allergico al Nichel, al Cobalto, al Cromo, al Palladio e al Mercurio, non comedogenica che è stata testata clinicamente. 

Gli attivi di Rilastil D-Clar a base di Idrossiresveratrolo, Clari-Tech complex, Vitamina E, Gamma Orizanolo, DNA sodico e acido ialuronico sono efficaci su più steps delle macchie scure in quanto svolgono l’azione:

  • depigmentante delle macchie
  • uniformante dell’incarnato 
  • illuminante della pelle
  • protettivo dallo stress ossidativo responsabile dell’insorgenza delle macchie scure
  • ripristino dell’azione elasticizzante cutaneo. 

Interessante notare che, per eliminare le macchie scure, non è sufficiente l’azione depigmentante ma un’azione integrata da parte di diversi principi attivi in grado di agire su più livelli sia a livello della macchia per schiarirla sia del contesto in cui si trova la macchia, ovvero la pelle apparentemente sana ma in realtà danneggiata anch’essa e che nel tempo potrebbe favorire l’insorgenza di nuove macchie scure. 

Infine, la novità della linea Rilastil D-Clar è nel protocollo ideato che grazie a:

  • Rilastil D-Clar crema fotoprotettiva uniformante  SPF 50+
  • Rilastil D-Clar crema depigmentante quotidiana
  • Rilastil D-Clar micropeeling concentrato
  • Rilastil D-Clar gocce depigmentanti concentrate

Il protocollo di Rilastil D-Clar prevede, infatti, l’uso combinato di tali prodotti per sfruttare al meglio la loro sinergia che per finalità, concentrazione degli attivi e formulazione sono in grado di agire sia sulle macchie scure sia sulla pelle danneggiata che presenta le macchie. 

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Rilastil D-Clar crema fotoprotettiva uniformante evita che con l’esposizione al sole il colore scuro della macchia possa intensificarsi e la cui formulazione oltre ad agire come fotoprotettore, previene l’invecchiamento cutaneo dovuto al sole e  le macchie scure e deve essere applicata così come un solare durante il giorno.

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Rilastil D-Clar Micropeeling concentato a base di acido mandelico, Clari tech complex (Vitamina C high tech, Vitamina PP, Tetrapeptide-30) agisce come esfoliante della pelle macchia e la predispone ad assorbire meglio e in profondità gli attivi di Rilastil D-Clai gocce concentrate da applicare specificatamente sulle macchie per un’azione mirata depigmentante e a seguire Rilastil D-Clar crema depigmentante quotidiana da applicare su tutto il viso in maniera uniforme dove sono presenti le macchie scure.

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Per concludere

Eliminare una macchia scura dal viso non significa trovare la “gomma” migliore per poterla cancellare come si cancella il segno di matita sul foglio di carta ma bisogna intervenire con un trattamento strutturato e specifico in grado di agire, secondo un protocollo testato e che consenta di evitare la formazione di nuove macchie trattando quelle presenti e agendo sulla pelle danneggiata per evitare che se ne formino delle altre.


Riferimenti scientifici

Role of Resveratrol in Regulating Cutaneous Functions
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7180429/

Resveratrol as a Multifunctional Topical Hypopigmenting Agent
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6412432/

Dual inhibition of γ-oryzanol on cellular melanogenesis: inhibition of tyrosinase activity and reduction of melanogenic gene expression by a protein kinase A-dependent mechanism
https://pubs.acs.org/doi/10.1021/np300250m

Cisti di Bartolini

La Cisti di Bartolini (o di Bartolino) è un nodulo non canceroso che si sviluppa a causa dell’ostruzione del dotto di Bartolino, che provoca un ingrossamento della ghiandola a causa del ristagno di muco e la formazione di una cisti.

Le ghiandole di Bartolino sono localizzate a livello delle piccole labbra, tra vulva e vagina, e di solito non sono visibili ad occhio nudo. Sono adibite alla secrezione di un fluido che aiuta a ridurre l’attrito durante i rapporti sessuali.

Le Cisti di Bartolini hanno consistenza soda e di solito non provocano dolore. Sebbene agenti infettivi non siano responsabili dello sviluppo delle cisti, i batteri possono entrare nel fluido al loro interno una volta che si sono formate. In questo caso, le cisti possono infettarsi e formare ascessi.

Negli Stati Uniti, le cisti di Bartolini sono presenti in circa il 2% delle pazienti che richiedono cure ginecologiche, secondo il British Medical Journal.

In questo articolo, vengono esaminati i sintomi, le cause e il trattamento di questo tipo di cisti.

Sintomi

Le cisti di Bartolini, nella maggior parte dei casi, non causano dolore. Una persona può avere una cisti e non saperlo fino a quando non si sottopone a un esame di routine o non ha una consulenza per altri problemi di salute ginecologici.

I sintomi principali non sono comuni, ma quando si presentano possono includere la comparsa di un leggero nodulo a livello delle piccole labbra.

La cisti di solito si sviluppa in maniera monolaterale, solo in una delle due ghiandole

In un primo momento, le cisti potrebbero non essere evidenti o palpabili, ma in alcuni casi possono far sì che una delle piccole labbra diventi più grande dell’altra.

Una cisti è una struttura a sacco chiusa piena di liquido, aria o altre sostanze.

Le cisti possono variare in dimensioni da quella di una lenticchia a una pallina da golf. Sebbene le cisti di Bartolini non siano contagiose attraverso il contatto sessuale, la gonorrea o la clamidia possono essere una causa sottostante.

Le cisti di dimensioni più grandi possono provocare fastidio e dolore a livello vulvare, specialmente durante i rapporti sessuali, mentre si cammina o quando si è seduti.

Le cisti di Bartolini non sono motivo di preoccupazione nelle donne in età fertile

Tuttavia, dopo la menopausa, è prudente controllare i genitali per eventuali noduli o cisti e consultare un medico su possibili tumori maligni.

Complicazioni

A volte, i batteri possono entrare nel liquido della cisti e causare un accumulo di pus sotto forma di ascesso di Bartolini. Questo ascesso può essere doloroso.

Il medico può prescrivere antibiotici ad ampio spettro per contrastare le azioni dell’agente infettivo che sta creando l’accumulo di pus.

L’ascesso può svilupparsi rapidamente e provocare la comparsa dei seguenti sintomi nell’area intorno all’ascesso:

  • arrossamento
  • una sensazione di calore nella zona interessata
  • dolore durante i rapporti sessuali
  • febbre
  • rottura e perdita di pus

Cause

Le ghiandole di Bartolini secernono un fluido lubrificante che aiuta a ridurre l’attrito durante i rapporti sessuali.

Questo fluido viaggia dalle ghiandole di Bartolini lungo i dotti nella parte inferiore dell’ingresso della vagina.

Se si verifica un’ostruzione in questi dotti, il fluido si accumula e provoca l’espansione dei dotti e la formazione della cisti

La reazione del sistema immunitario a un agente infettivo batterico può causare questa ostruzione e il conseguente ascesso. Esempi di questi agenti patogeni includono:

  • Neisseria gonorrhoeae, che causa la Gonorrea, una malattia trasmissibile attraverso il contatto sessuale
  • Chlamydia trachomatis, che causa la Clamidia
  • Escherichia coli, che può causare Colite emorragica
  • Streptococcus pneumoniae, che può causare polmonite e infezioni dell’orecchio medio
  • Haemophilus influenzae, che può causare infezioni dell’orecchio e infezioni respiratorie

Sebbene i medici non considerino la cisti di Bartolini come risultato esclusivo della trasmissione sessuale, N. gonorrhoeae è tra i patogeni più comuni che i medici isolano durante i test delle cisti.

Fattori di rischio

Le cause esatte dell’ostruzione dei dotti spesso non sono chiare, sebbene i batteri possano avere un ruolo nell’insorgenza del disturbo.

La probabilità che una donna sviluppi una cisti di Bartolini aumenta nei seguenti casi:

  • è sessualmente attiva
  • ha un’età compresa tra i 20 ei 30 anni
  • ha precedentemente avuto una cisti di Bartolini
  • ha subito un trauma fisico nella zona interessata
  • ha subito un intervento chirurgico alla vagina o alla vulva

Rimedi fai da te

Se la cisti di Bartolini è piccola e non presenta sintomi, il trattamento potrebbe non essere necessario. Tuttavia, è probabile che il medico consigli alla paziente di monitorare la cisti e riferire se aumenta di dimensioni o provoca dolore o fastidio.

Se una cisti piccola causa disagio, le opzioni di trattamento a domicilio includono:

  • Antidolorifici: l’assunzione di analgesici da banco, tra cui paracetamolo e ibuprofene, può aiutare ad alleviare il dolore
  • Un bagno caldo: immergere la ciste per 10-15 minuti può aiutarla a scoppiare e guarire.
  • Un impacco caldo: applicare una leggera pressione sulla cisti con un batuffolo di flanella o cotone imbevuto di acqua calda può aiutare.

È importante farsi visitare in presenza di noduli insoliti o sospetti nell’area vaginale, specialmente se la paziente è in menopausa.

Trattamento medico

In presenza di cisti grandi o che sono diventate ascessi, possono essere necessari drenaggio e trattamento.

Se la cisti si è trasformata in un ascesso, il medico può prescrivere una terapia antibiotica

Per le cisti più grandi, si può raccomandare un intervento chirurgico dopo il completamento di un ciclo di antibiotici. La procedura per drenare una cisti grande prevede l’inserimento di un catetere a palloncino.

Questa procedura avviene in anestesia locale e prevede le seguenti fasi:

  • inserimento del catetere nella cisti
  • gonfiaggio del catetere e utilizzo di punti per mantenerlo in posizione
    Il catetere rimane in posizione per circa 4 settimane per consentire il drenaggio del fluido.

Altri trattamenti includono:

  • Marsupializzazione: il chirurgo incide la cisti e drena il fluido. Cuce i bordi della pelle aperti per consentire alle secrezioni di drenare
  • Laser ad anidride carbonica: questo laser altamente focalizzato può creare un’apertura che aiuta a drenare la cisti.
  • Aspirazione: il chirurgo usa un ago per drenare la cisti. A volte, dopo aver drenato la cisti, si riempie la cavità con una soluzione alcolica al 70% per alcuni minuti prima del drenaggio. Questa soluzione riduce il rischio che i batteri entrino nella ferita.
  • Asportazione della ghiandola: se la paziente ha molte cisti ricorrenti che non rispondono bene a nessuna terapia, il medico può raccomandare di rimuovere completamente la ghiandola di Bartolini.

Diagnosi

Di solito un medico può diagnosticare questo tipo di cisti durante un esame pelvico.

Il medico, in presenza di una cisti di Bartolini, può consigliare alla paziente di sottoporsi a test per le infezioni a trasmissione sessuale (MST)

Si tratta di analisi delle urine o del sangue, nonché un tampone dall’area genitale.

Se la paziente è in menopausa, il medico può raccomandare una biopsia della cisti per escludere il cancro vulvare.

Prevenzione

Poiché la causa dell’ostruzione iniziale del dotto di Bartolini non è nota, non ci sono molte raccomandazioni per prevenire la comparsa di una cisti di Bartolini.

Tuttavia, poiché le MST, come la Gonorrea e la Clamidia, possono causare la cisti, chi è  sessualmente attivo può ridurre il rischio utilizzando la contraccezione di barriera, come un preservativo o una diga dentale.

L’utilizzo dei rimedi fai da te potrebbe aiutare chi ha una cisti asintomatica a prevenire la formazione di un ascesso.

Riassumendo

Una cisti di Bartolini è un nodulo che compare sulle ghiandole di Bartolini. Queste ghiandole sono adibite alla secrezione di un fluido lubrificazione durante il contatto sessuale.

La cisti è spesso indolore e appena percettibile fino a quando non viene diagnosticata durante un esame di routine o durante indagini su un’altro problema di salute.

Gli agenti batterici infettivi spesso causano il blocco iniziale del dotto che porta allo sviluppo delle cisti di Bartolini, sebbene i meccanismi esatti alla base di tale ostruzione spesso non siano chiari. Alcune malattie sessualmente trasmissibili, come la Gonorrea e la Clamidia, possono causare la cisti.

In molti casi va bene non trattare cisti piccole e indolori o utilizzare rimedi casalinghi per affrontare qualsiasi disagio.

Tuttavia, le cisti di grandi dimensioni o quelle che sono diventate ascessi potrebbero richiedere ulteriori cure mediche. Sono disponibili diverse procedure per la gestione delle cisti di Bartolini.

È sempre importante chiedere un consulto medico su eventuali noduli insoliti sulla vulva o sulla vagina per escludere tumori e altri problemi di salute.


Riferimenti scientifici

Pelle lucida: le cause e i rimedi

La pelle lucida può essere un fastidio.
Quando cerchi di alleviare il problema e pensi:

“Forse ho solo bisogno di lavarmi di nuovo la faccia?”

puoi inconsapevolmente aggravare la pelle già irritata.
Sfortunatamente, non è sempre facile capire cosa dà al tuo viso un po’ di lucentezza in più e questo rende anche un po’ più difficile capire come risolverlo.

La buona notizia è che il sebo, che rende la tua pelle lucida, non è una cosa negativa.

In effetti, è una parte perfettamente sana della barriera della pelle.

A volte, l’ambiente, i prodotti che usi e persino i tuoi ormoni possono comprometterne l’equilibrio naturale.
Ecco cos’è esattamente la pelle lucida, oltre a come gestirla, indipendentemente dalla causa.

Cos’è la pelle lucida?

Nel mondo della dermatologia, il termine “lucido” si riferisce alla pelle grassa.
Ciò che rende la pelle grassa è una produzione eccessiva di Sebo da parte delle ghiandole sebacee spesso presenti intorno ai follicoli piliferi.
Il sebo è una sostanza oleosa ricca di ceramidi.

Essenzialmente, le ceramidi sono acidi grassi che aiutano a formare la barriera protettiva sulla pelle. Questa barriera ha lo scopo di difendere dagli stress ambientali come il sole o l’inquinamento. Le ceramidi aiutano anche la pelle a regolare i livelli di idratazione.

Ovviamente, avere una pelle lucida non significa necessariamente che la tua pelle non sia sana.

È perfettamente sano e normale che la pelle presenti un certo grado di lucentezza 

La mancanza di lucentezza o luminosità può essere un segno di cattiva alimentazione, sonno insufficiente e disidratazione. Tuttavia, se il tuo viso diventa estremamente grasso o lucido, è probabile che tu abbia un piccolo problema con la produzione di sebo.

Qual è la causa della pelle lucida?

Ci sono diverse cause, una di queste è la presenza di più ghiandole sebacee del normale.
In questo caso potresti semplicemente avere la pelle più grassa rispetto a qualcuno che ne ha di meno.

Il tuo numero di ghiandole sebacee è determinato geneticamente. Un numero elevato è più comune nelle persone con la pelle chiara.

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La Zona-T è generalmente la parte più grassa del viso

La tua zona T, ovvero la fronte, il naso, il mento e intorno alla bocca, è piena di ghiandole sebacee, quindi tende ad essere la parte più grassa del tuo viso.

Oltre all’eccesso di sebo, altri fattori possono contribuire all’untuosità e alla lucidità, come:

  • ormoni, soprattutto durante l’adolescenza o la gravidanza
  • farmaci
  • ansia o stress
  • fattori ambientali
  • sudorazione

Un’altra causa potrebbe essere la pelle secca.
L’eccessiva esfoliazione, ad esempio, può alterare la funzione barriera naturale della pelle, portando a disidratazione e ad una pelle più tesa. Anche i prodotti aggressivi possono contribuire al problema.

Quando la nostra pelle non è idratata, può essere tesa e pruriginosa, ma apparire untuosa

Supponi di lavarti il ​​viso troppo spesso e di non idratarlo. Il tuo corpo può innescare una sovrapproduzione di sebo per cercare di compensare

Cos’è la pelle idratata?
La pelle idratata è leggermente diversa dalla pelle lucida o grassa. Di solito si riferisce alla pelle luminosa o alla pelle ben idratata senza iperpigmentazione o macchie.
Si potrebbe notare dopo una buona esfoliazione o dopo un trattamento laser in cui viene rimosso uno strato di pelle morta.

Pelle lucida: rimedi

Indipendentemente dal fatto che la tua pelle sia lucida, secca o grassa, tutti dovrebbero adottare una routine quotidiana di pulizia del viso.

Una routine corretta include sempre l’uso di una crema idratante per il viso dopo la detersione per mantenere la pelle sana.

Tuttavia, ci sono alcuni approcci mirati che puoi adottare, a seconda del tipo di problema di pelle che si riscontra.

Pelle secca e lucida

Se noti che la tua pelle è lucida e secca, usa una crema idratante studiata per la pelle disidratata.

Se usi una crema idratante dopo la detersione, puoi ‘ingannare’ la pelle facendole credere che abbia la giusta quantità di sebo in modo che non venga prodotto in eccesso

Limita le sessioni di lavaggio del viso anche a una o due volte al giorno (o tre volte se ne hai veramente la necessità). I prodotti con ceramidi possono aiutare a ripristinare l’idratazione della pelle.

Pelle grassa e lucida

Ti senti come se fossi lucido e untuoso? Un detergente a base di acido salicilico e acqua o un detergente a base di acido glicolico esfoliano ed eliminano le impurità della pelle che ostruiscono i pori.

Come regola generale, se hai la pelle grassa, è meglio usare gel e creme (che tendono ad essere più secche) anzichè olii ed emollienti.

Suggerimenti per l’applicazione

Quando si tratta di creme idratanti, guarda dove applichi il prodotto. Il tuo naso, ad esempio, ha abbastanza ghiandole sebacee che non hai bisogno di idratare. Per gestire la lucidità durante il giorno, le salviettine tendono ad essere il modo più efficace per rimuovere il sebo dalla fronte, dal naso e dal mento.

“Usale al mattino e alla sera”

Inoltre, la vitamina A (retinolo) è un ottimo ingrediente per la cura della pelle che aiuta a regolare il ricambio delle cellule e riparare la funzione barriera. L’uso di sieri con retinolo può dare un effetto esfoliante senza la necessità di fare lo scrub per la pelle, inoltre la vitamina A aiuta anche a regolare la produzione di sebo, offrendo dei reali benefici.

Come prevenire la pelle lucida o grassa?

Correggere la tua routine quotidiana per la cura della pelle può aiutare a prevenire la pelle lucida.
Se sei particolarmente preoccupato per la pelle grassa, parlane con il tuo Dermatologo.

Ci sono alcune procedure specifiche per la cura della pelle, incluso il microneedling con radiofrequenza, che possono aiutare.

Il microneedling prevede l’uso di piccoli aghi che penetrano negli strati superficiali della pelle, mentre la radiofrequenza consiste nell’uso di un’onda a radiofrequenza che riduce le ghiandole sebacee.

Ma ricorda, potrebbe non essere possibile risolvere il problema al 100% , poiché avere la pelle un po’ lucida è normale.

Conclusioni

In definitiva, ci sono diversi fattori che giocano un ruolo fondamentale nel livello di sebo della tua pelle. Alcuni, come la genetica, potrebbero essere fuori dal tuo controllo. Altri, come ad esempio la frequenza con cui ti lavi il viso, si possono correggere.

Piccoli cambiamenti nella tua routine quotidiana possono funzionare per aiutarti a gestire al meglio la lucidità della pelle.
Poiché la pelle di ognuno è diversa, dovresti parlarne con un dermatologo che ti aiuterà a trovare il miglior trattamento per te.


Bibliografia

Adult acne. (2020). aad.org/public/diseases/acne/really-acne/adult-acne
How to control oily skin. (2018). aad.org/news/how-to-control-oily-skin

 

Emangioma infantile

L’Emangioma infantile è un tumore benigno che si sviluppa in modo anormale sulla pelle, soprattutto nei primi mesi di vita.

La natura benigna determina nel tempo la cessazione spontanea della moltiplicazione delle cellule. Un tempo veniva chiamato “voglia a fragola” data la sua protuberanza color rosso vivo.

L’Emangioma infantile è uno dei problemi più comuni della pelle del neonato durante il primo anno di vita. Ogni 100 neonati, 4/5 hanno un Emangioma infantile e, nelle femmine è più frequente che nei maschi, e, il rischio è più alto nei prematuri o nei nati da gravidanze complicate.

Qual’ è l’aspetto dell’ Emangioma infantile?

Inizialmente l’Emangioma si presenta come una macchia (pallida o colorata), talmente piccola che spesso non è notata alla nascita.

Di solito i genitori si accorgono della presenza di questa macchia dopo un paio di settimane perché inizia ad ingrandirsi e, in alcune settimane può crescere molto velocemente, soprattutto durante il secondo e il terzo mese di vita, diventando anche grande come una palla da tennis.

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evoluzione dell’emangioma infantile

Solitamente la crescita rapida termina entro i 5 mesi d’età del bambino, anche se può continuare lentamente a crescere fino agli 8-12 mesi e, dopo l’anno inizia a regredire.
In genere l’Emangioma si appiattisce e si ritira, partendo dal centro e, anche il colore cambia, ma necessitano diversi anni prima che scompaia del tutto, di solito 4 anni ma talvolta anche fino a 9 anni.

E’ comunque difficile prevedere quanto un Emangioma diventerà grande e in quanto tempo regredirà, nella maggior parte dei casi lascia comunque dei segni residui

L’Emangioma può anche svilupparsi come una massa profonda sotto la pelle di colore bluastro, la pelle in superficie può presentarsi increspata e irregolare oppure liscia e tesa.

Solitamente si presenta sulla pelle, ma può anche colpire gli organi interni come laringe, fegato, intestino o altri visceri.

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Emangioma in un neonato

Quali problemi può provocare l’Emangioma infantile?

Gli esperti hanno stabilito una classifica di rischi, in base alla sede o alle dimensioni:

  • Altissimo rischio: si definisce ad altissimo rischio quando si localizza agli occhi, alle labbra, alla punta del naso e al capezzolo. specie se di dimensioni maggiore di 5 cm. Quelli di tali dimensioni sono al alto rischio se si localizzano in altre aree del corpo quali: cuoio capelluto, al fondo schiena o nell’area pannolino, così come se sono presenti oltre 5 Emangiomi e viene coinvolto il fegato; in questi casi possono essere compromesse delle funzioni vitali e il neonato potrebbe richiedere un ricovero immediato.
  • Alto rischio: si definisce ad alto rischio quando il diametro supera i 2 cm sul volto, sul cuoio capelluto o sul naso, oppure anche essendo più piccolo è localizzato sulle labbra, punta del naso, in bocca e intorno al capezzolo. Sono considerati sempre ad alto rischio anche quelli di dimensioni superiori ai 2 cm che si presentano ulcerati, condizione che può comportare deturpazione estetica, motivo per cui devono essere tenuti sotto osservazione fino a quando continua a crescere (almeno per 3 mesi).
emangioma infantile rischi
emangioma infantile rischi
  • Basso rischio: si definisce a basso rischio l’emangioma di dimensioni inferiori ai 2 cm o e non rilevato rispetto al piano cutaneo, localizzato al tronco e agli. Anche questo tipo di emangioma deve essere monitorato.

Come si cura l’Emangioma?

Negli ultimi 10 anni la terapia dell’ Emagioma ha fatto grandi passi avanti rispetto ai decenni precedenti in cui venivano utilizzati metodi invasivi. quali la rimozione chirurgica o laser, o si impiegavano cure che rischiavano di essere tossiche per il neonato.
Oggi la terapia viene prescritta in centri specializzati e condotta di concerto con i genitori. Questi centri sono formati da dermatologi e da altri specialisti, data la complessità dei quadri clinici che possono essere causati dall’emangioma.
Il team multidisciplinare prevede anche la presenza di infermieri e psicologi a supporto della terapia.

Il ruolo dei genitori e il rischio associato

Le fotografie dei genitori sono state un aiuto prezioso per i medici per capire il ciclo dell’Emangioma, dalla comparsa, allo sviluppo e alla decrescita.

In questo modo i medici hanno capito che la fase più critica è quella di crescita rapidissima durante il secondo mese di vita per gli emangiomi superficiali e un mese più tardi per quelli profondi.
Le fotografie sono indicative quando vengono scattate ogni 7-10 giorni e devono esserne scattate 2, una a distanza di 30/50 cm dall’Emangioma e l’altra a distanza di un metro.

Le fotografie, insieme all’osservazione dei genitori, consentono di valutare le variazioni di volume, aspetto e colore dell’emangioma, indirizzando meglio il trattamento.

Numerosi emangiomi non sono problematici e non richiedono alcun intervento terapeutico

tuttavia è normale che i genitori siano in apprensione soprattutto al momento della comparsa dell’Emangioma, l’ansia si può accentuare da informazioni che si trovano su internet e che fanno riferimento agli emangiomi più gravi o dai commenti esterni.

Un modo per superare tutto questo è seguire le istruzioni di uno specialista che insegna come osservare e seguire nel tempo l’Emangioma, in modo da vigilare su eventuali cambiamenti.

Gli Emangiomi problematici sono circa il 25% dei casi e richiedono l’intervento di un centro specializzato

In questi casi possono raddoppiare le proprie dimensioni in poco tempo e a seconda della sede costituire un potenziale pericolo anche per le funzioni vitali.

In particolare gli Emangiomi situati nella parte centrale del viso, anche se di piccole dimensioni (1cm) sono ad altissimo rischio e il neonato deve essere immediatamente preso in cura in un centro di riferimento.

Gli aspetti psicologici del bambino e dei genitori

L’ Emangioma può influire sulla vita del bambino e dei genitori anche dal punto di vista psicologico.

Impatto immediato

I genitori possono sperimentare incredulità, turbamento, paura e sensi di colpa soprattutto se sono lasciati soli, da queste emozioni possono derivare delle scelte istintive come evitare luoghi affollati, non portare il bambino al nido, nascondere l’Emangioma, modificare i propri svaghi, avere una vita coniugale complicata, tutto questo per voler essere più protettivi verso il bambino.

Certamente è allarmante per un genitore vedere nei primi mesi di vita del proprio bambino un graffio o un gonfiore ingrandirsi, soprattutto in una società che dà molta importanza all’aspetto estetico e all’immagine.

Il centro specialistico fornisce un aiuto prezioso per affrontare queste problematiche, già dopo il primo colloquio i genitori sono molto più tranquilli, perché si focalizza l’attenzione sulle decisioni utili a risolvere l’Emangioma lasciando perdere le reazioni emotive.
Avere le giuste informazioni sulle cause, complicanze e terapie serve a superare il senso di incertezza e saper rispondere ai commenti inappropriati degli altri.

Impatto a breve termine

La fase di stabilizzazione e di regressione avviene dai 9 ai 24 mesi di età, quando normalmente si sviluppa l’attaccamento del bambino ai genitori, un atteggiamento positivo e di accettazione sviluppa un maggiore senso di accoglienza verso il figlio.
I genitori sono un po’ il primo “specchio” di un figlio ed è quindi importante che imparino a guardarlo con naturalezza evitando di puntare lo sguardo sull’Emangioma.

A volte molti genitori pensano che l’Emangioma sia 4-5 volte più grande di quello che è in realtà, è quindi importante rivedere le foto del “prima” e “dopo”.

Impatto a lungo termine

Un tempo si diceva che “l’Emangioma và via da solo”, ma questo è fuorviante in quanto la maggior parte degli Emangiomi lascia residui inestetici e può anche causare danni permanenti alla pelle che potrebbero anche influire sullo sviluppo del bambino (deformazioni di naso, labbra, guance e orecchie). E’ sempre consigliabile quindi una rivalutazione all’età di 3-4 anni per vedere se ci sono danni cutanei permanenti che possono anche essere corretti con interventi chirurgici o laser.

Conclusioni

E’ un diritto dei genitori sapere se è necessario trattare l’Emangioma del proprio figlio o aspettare che scompaia da solo.
Il medico valuta i rischi associati all’Emangioma ed al suo trattamento indicando l’opzione migliore.
La presenza di un Emangioma su aree sensibili o visibili per tanto tempo potrebbe influire sul normale sviluppo psicologico del bambino.
Il medico illustra anche la possibilità che l’Emangioma possa lasciare un inestetismo, affrontabile mediante un successivo intervento correttivo.
I genitori devono comunque essere informati che c’è un piccolo rischio che l’Emangioma riprenda a crescere e debba essere necessario un nuovo ciclo terapeutico.
Si tratta quindi di un impegno abbastanza lungo, che i genitori devono assumere con responsabilità, per il bene del proprio figlio.


Bibliografia

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Krowchuk DP et al. Clinical Practice Guideline for the Management of Infantile Hemangiomas. Pediatrics, 2019; 143(1)

Zweegers J, van der Vleuten CJ. The psycosocial impact of an infantile haemangioma on children and their parents. Arch Dis Child, 2012; 97(10):922-6.

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